Feb 10, 2020 | Chiara Lubich
Nella capitale italiana una serata dedicata alla fondatrice dei Focolari e al suo stretto rapporto con Roma della quale, venti anni fa, era divenuta cittadina onoraria. Presentato anche il volume “Conversazioni. In collegamento telefonico”.
Il 22 gennaio per Roma è un giorno importante, non solo perché ricorre il compleanno di Chiara Lubich, nata nel 1920 – e della quale quest’anno si festeggia il centenario – ma anche perché il 22 gennaio del 2000, in pieno Giubileo, l’allora sindaco di Roma Francesco Rutelli volle darle la cittadinanza onoraria. In quell’occasione Chiara ricordò che il nome di Roma, letto alla rovescia, suona “amor”. Da qui la sua visione di una capitale invasa dall’amore evangelico attraverso quella che fu chiamata in seguito operazione “Roma-Amor”. Da quel 22 gennaio 2000 per la comunità dei Focolari di Roma iniziò una nuova fase attraverso un maggiore impegno e testimonianza per la città. A venti anni da quell’evento, il 22 gennaio scorso, si è ricordato Chiara con una serata a lei dedicata. “Secondo me c’è un elemento dell’esperienza di Chiara da connettere con l’esperienza di San Paolo, entrambi diventati cittadini di Roma– ha detto l’ex sindaco Francesco Rutelli –. Chiara a più riprese ha citato San Paolo e questo legame fra i due ha una forza e una simbolicità straordinaria. E Chiara da quel 22 gennaio 2000 prese l’impegno di dedicarsi più e meglio per Roma, incarnando l’amore reciproco dovunque. Cosa c’è di più bello per fare nostre queste parole, oggi”. Nel corso della serata c’è stato anche un ampio approfondimento sul libro “Conversazioni. In collegamento telefonico” di Michel Vandeleene che contiene 300 pensieri spirituali di Chiara. Testi che lei comunicava, collegandosi periodicamente in conferenza telefonica, inizialmente dalla Svizzera (da cui il nome Collegamento CH), con i più importanti centri dei Focolari sparsi nei cinque continenti, occasione anche per fare partecipi tutti di eventi e notizie della vita del Movimento nel mondo. “Ci troviamo di fonte ad una sorta di diario personale e comunitario in cui l’esperienza di Chiara risulta legata alla vita dei membri del Movimento – ha affermato la professoressa Maria Intrieri, docente di storia antica dell’Università della Calabria (Italia) – Si coglie una duplice tipologia: la grande storia di Chiara e della sua Opera nella Chiesa e con la Chiesa nelle strade del mondo, ma emerge anche la microstoria, le piccole esperienze, gli incontri che lei ha al Centro Internazionale dei Focolari, i suoi viaggi, una lettera che le arriva da un bambino. Chiara lo faceva per essere sempre di più una sola famiglia”. “Ci rendiamo conto che i due termini – conversazioni e collegamento – nascondono radici profondissime: trovarsi nello stesso posto ed essere legati insieme – ha sostenuto la professoressa Cristiana Freni docente di filosofia del linguaggio università salesiana -. Questo è quello che Chiara desiderò fare nel lontano 1980: far sentire membri di una stessa famiglia e instaurare legami profondamente ontologici grazie ai Collegamenti Ch. In questo modo una massa può diventare popolo”. Michel Vandeleene ha sottolineato l’importanza del linguaggio usato nei pensieri spirituali di Chiara: “il vocabolario di una persona riflette la sua anima, e vedendo il vocabolario di Chiara si vede una persona aperta, gioiosa, evangelica tenace. Anche l’utilizzo delle parole di una persona fa capire tanto di lei. La parola dolcezza per lei rimanda all’unione con Dio o alla presenza amorosa di Dio in mezzo a noi. Compilando questo indice – ha commentato – sono rimasto colpito dalla visione di Chiara del cristianesimo: una religione positiva, affascinante che non può non avere seguito”. Infine il regista Marco Aleotti ha spiegato cos’è il Collegamento CH oggi. “Dalla morte di Chiara ci siamo chiesti: cosa succederà per il Collegamento? Ogni due mesi continuiamo a realizzarlo e chiunque può collegarsi attraverso il web. Il feedback che poi ci arriva in seguito dalla diretta – ha concluso – è la testimonianza di varie persone che continuano a fare la stessa esperienza dell’essere un’unica famiglia come nei Collegamenti con Chiara”.
Lorenzo Russo
(altro…)
Ott 6, 2019 | Chiara Lubich
300 conversazioni telefoniche di Chiara Lubich con le comunità dei Focolari nel mondo raccolte in un volume. Ne parliamo con Maria Caterina Atzori Membro del Comitato direttivo della Collana “Opere di Chiara Lubich” presso il Centro Chiara Lubich di Rocca di Papa (Roma). Conversazioni è il secondo volume della Collana “Opere di Chiara Lubich” che l’Editrice Città Nuova, in collaborazione con il Centro Chiara Lubich ha già avviato nel 2017 con la pubblicazione di un primo volume sulle Parole di Vita. Puoi dirci meglio di che cosa si tratta?
Il libro “Conversazioni” raccoglie 285 pensieri spirituali scritti da Chiara tra il 1981 e il 2004 e da lei di volta in volta trasmessi personalmente, mediante conferenze telefoniche, alle varie comunità dei Focolari presenti nei vari continenti. Sono pensieri molto ricchi che raccontano una vita e delineano, nelle sue varie tappe, quello che è un vero e proprio cammino spirituale vissuto nella luce del carisma dell’unità, è il tracciato di una via di santità collettiva che apre un nuovo percorso, una via marcatamente comunitaria, attraverso cui si va a Dio “insieme con” il fratello. Questo cammino è stato compiuto in primis da Chiara Lubich e, contemporaneamente, da quanti – conquistati dal suo esempio e guidati anche da questi “collegamenti telefonici” – hanno accolto l’invito a compiere insieme quello che Chiara stessa, riprendendo le parole del Salmo 83, ha definito il “Santo Viaggio” della vita. Ma si può dire che Chiara Lubich abbia in qualche modo creato un “nuovo genere letterario”? Sicuramente Chiara non aveva intenzione di creare un nuovo genere letterario. Infatti questi scritti non sono stati redatti da lei in vista della pubblicazione di un libro. La pubblicazione è giunta dopo, inizialmente attraverso piccoli libretti, sempre editi da Città Nuova, ampiamente richiesti non solo dai membri del Movimento dei Focolari, ma anche da quanti, a vari livelli, venivano in qualche modo in contatto con il Carisma dell’unità. Ma, all’inizio, questi testi sono stati scritti, uno per uno, prima di tutto per essere “detti”, trasmessi a voce utilizzando materialmente la cornetta del telefono (e qui sta il novum di questo “genere letterario”), cosa che ha creato ogni volta un dialogo immediato con gli interlocutori, ha formato una famiglia estesa su tutti i continenti, fatta “una” dall’impegno di percorrere insieme, appunto, il “Santo Viaggio” della vita. Solo in un secondo momento questi stessi testi sono stati raccolti in vista di una pubblicazione. In questo senso si può quindi affermare che, con Conversazioni, nasce anche un nuovo genere letterario: è un genere che coniuga insieme parola, metodologia comunicativa e vita e che stringe un intimo e profondo dialogo tra l’autrice e i suoi interlocutori, in senso più ampio tra emittente e ricevente, tra scrittore e lettore. Quali le caratteristiche di questi testi? Nel passaggio dal “collegamento telefonico” alla pagina scritta, ogni testo si presenta come una lettera che, pur contestualizzata ciascuna nel tempo e nello spazio, vuole stabilire ancora un contatto diretto con i nuovi lettori, interpellati ogni volta con la formula di apertura: “Carissimi”. Sono “conversazioni” che continuano ora non più con la cornetta del telefono ma attraverso le pagine di un libro. Il linguaggio che Chiara utilizza è ricco di calore e colore; si adatta ai giovani e ai non più giovani, delle varie categorie sociali. Di volta in volta lei si innesta nella realtà contemporanea, rilegge l’esistenza umana alla luce del Carisma dell’unità, racconta una sua esperienza sul pensiero che vuole trasmettere, interagisce con gli interlocutori, propone un motto da vivere fino al nuovo appuntamento telefonico (nel volume: fino alla nuova lettera). Esprime quindi il suo pensiero spirituale con immagini concrete e quotidiane, molto vicine agli interlocutori. Frequenti sono le similitudini, le metafore, gli slogan vivaci e facilmente memorizzabili che rendono il messaggio limpido, coinvolgente, “facile” da vivere. Ognuno di questi testi chiede infatti, ancora oggi, al lettore di essere tradotto in vita. Questo libro è il secondo, dopo “Parole di vita”, della collana che prevede la pubblicazione dell’opera omnia della fondatrice dei Focolari. Quali le prossime pubblicazioni in programma? Più che di “Opera omnia” parliamo semplicemente di “Opere”. Infatti il materiale documentario a firma Chiara Lubich, suscettibile tra l’altro di ulteriori acquisizioni, è molto consistente e necessita di un lavoro di organizzazione e catalogazione che richiede tempi molto lunghi. Tuttavia, già ora, si è visto possibile editare un corpus di opere che presenti in maniera sistematica il patrimonio di riferimento del suo pensiero, attingendo sia al già edito sia all’inedito. Questo è l’intento della Collana “Opere di Chiara Lubich”. Il progetto prevede 14 volumi, organizzati in tre ampie aree tematiche: 1. La persona; 2. La via spirituale (in questa seconda area si collocano appunto i primi due volumi della collana appena editi da Città Nuova Parole di Vita e Conversazioni); 3. L’opera (a questa terza area fa invece riferimento un prossimo volume, già in preparazione, che raccoglierà i discorsi in ambito civile ed ecclesiale e dovrebbe essere portato a compimento entro il prossimo anno). Questi testi escono solo in italiano o anche in altre lingue? É in corso la traduzione in inglese del volume delle Parole di Vita. Ci auguriamo che possa essere tradotto presto, e in più lingue, anche il volume di Conversazioni, considerato il fatto che i singoli pensieri spirituali (così come i commenti alle Parole di Vita) erano stati a suo tempo tradotti nelle varie lingue per esigenze di immediata comunicazione con i destinatari non italiani. Ci auguriamo perciò di vedere presto nelle librerie anche la traduzione dei volumi della Collana “Opere di Chiara Lubich” in un ampio ventaglio di lingue.
a cura di Anna Lisa Innocenti
(altro…)