26 Mag 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
May 25- The Pan-Asian Congress 2016 with its theme Economy of Communion, An Economy For All, just started in Mariapolis Peace, in Tagaytay City before the scenic Taal lake and volcano. It was also fitting that in this week the National Weather Bureau just announced that it will be the start of the rainy season ending a long dry spell that made many farmers suffer in the Philippines. The Philippines is also entering a new phase as it just elected its new government leaders.

Teresa and Francis Ganzon
Teresa and
Francis Ganzon, of the EoC Asian commission welcomed the 300 participants coming from different parts of Asia. There was a large delegation from Korea. The co-directors of Mariapolis Peace,
Giuseppe Arsi and
Cecilia Caro gave the welcome remarks, wishing that this event which celebrates the 25th Anniversary of EoC, would be a milestone not only for Asia but for the whole world. To better introduce EoC, a
video presented in the United Nations was shown. The video emphasized the goal of helping the poor in all of EoC’s 750 businesses worldwide so that there will be no one who will be in need.

Luigino Bruni
After the video,
Luigino Bruni, from the EoC International Commission, gave a beautiful reflection about the theme of
25 years of EoC. He first presented a graph of the world’s GDP in the last 200 years. The graph shows that
before the industrial revolution, the Asian GDP was greater than that of the West. For almost 200 years the West’s GDP was ahead of Asia.
It was only in 2010 that Asia has taken again the lead over the West. He pointed out that future of the world very much depends on the economies which are developing in Asia. Then, he outlined and explained what EoC has become in the last 25 years.
He explained why we are celebrating EoC’s 25th year in Asia and in the Philippines. It is because of thefriendship and communion with friends here. He recalled that the EoC international Commission, have started to reflect systemically on poverty, when he and a Dutch banker,
Leo Andringa, an EoC advocate (who recently just passed away) visited the Philippines in 2005. They saw poverty in a special light and in a different way. With this they have thought of establishing an
EoC International Observatory on Poverty for poverty is at the heart of EoC. He recalled that once
Chiara Lubich, EoC’s founder commented that the poor should be EoC’s focus for as long as we have not yet meet their needs, we have not succeeded yet in our goal that “
all may be one“. Bruni
emphasized the principle of subsidiarity and that the only concrete reality in the world is the real person and he/she should be the center of any intervention or help. He pointed out that
the poor have also their competencies. They have some wealth in them. In this regard, we should esteem the dignity of the human person. He added, with poor people, there is such
resilience even if they live in difficult homes and working conditions.

Bruni made a thought-provoking reflection on
the intelligence of the trees compared to the intelligence of animals to show this resilience. After the moving talk of Bruni, which was warmly appreciated by almost everyone,
Tina Bonifacio of the EoC commission, led the participants in getting to know each other by grouping them according to their sectors:
academe,
entrepreneurs,
professionals,
non-government or government organizations and
young people. To end the day in a light mode, a lively, artistic and cultural program was prepared by the citizens of the Mariapolis Peace, especially by its youths who presented colorful dances and lively songs, adding to the friendship and communion among everyone. See
EoC Asia website https://vimeo.com/168195062
21 Mag 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Sebbene siano tante le sfide che il paese caraibico ha davanti a sé, mi è sembrato che l’Economia di comunione (EdC) sia fatta proprio per Cuba», ha confidato John Mundell, imprenditore EdC degli USA a conclusione della giornata dello scorso 29 aprile a L’Avana. Erano presenti una trentina di persone tra cui esponenti di gruppi locali di formazione al “cuenta propismo” (lavoro in proprio), membri di team di scambio su nuove proposte economico-sociali, economisti, imprenditori, commercialisti e persone interessate al tema. Oltre al citato imprenditore di Indianapolis, membro della Commissione Internazionale EdC, c’era anche una rappresentanza dall’Italia: Gaetano Giunta e Steni di Piazza della MECC (Microcredito per l’Economia civile e di comunione), Francesco Tortorella e Francesco Marini del Settore Progetti di AMU (Azione per un Mondo Unito). Nel saluto di apertura il nunzio, mons. Giorgio Lingua, ha ricordato l’invito che il Papa rivolse ai giovani, nella sua visita all’Isola nel settembre 2015: «Vivere “l’amicizia sociale”, per essere capaci di discernere insieme come attuarla ed aiutare gli altri a vivere per il bene comune». Secondo Paola Monetta, una delle organizzatrici dell’evento, «parole molto appropriate, visto che eravamo insieme cristiani e non credenti formatisi nelle fila del socialismo, tutti mossi dal desiderio di vivere uno stile di vita di comunione». Dopo una panoramica sull’Economia civile, si è presentato il progetto dell’Economia di comunione, con le novità e le sfide che propone, mettendo la persona al centro dell’agire economico, e in particolare chi è nel bisogno. Le esperienze degli imprenditori EdC presenti, hanno dimostrato che, «pur tra le difficoltà, è possibile portare avanti uno stile di impresa di comunione, rispettando i parametri di produttività insieme a quelli del rispetto per l’ambiente, mentre nel contempo si può diventare “generatori” di reciprocità e di comunione, dentro e fuori l’impresa».
Temi certamente importanti, anche in vista di promuovere possibili alternative alle offensive del capitalismo, specie nella congiuntura attuale che vive Cuba. Le esperienze di MECC e AMU nel campo dei progetti sociali di cui si rendono promotori in tutto il mondo, hanno aperto nuovi orizzonti lasciando spazio ad un dialogo importante e fruttuoso. «L’incontro si è rivelato quello che voleva essere: un moltiplicatore di reciprocità e di esperienze di comunione ed un incubatore di idee e nuove proposte», afferma Paola Monetta. E John Mundell: «Sulla via del ritorno ero sull’aereo insieme a molti uomini e donne d’affari americani, invitati singolarmente per viaggi “people to people”, tutti intenti a parlare delle opportunità di business che si stanno aprendo a Cuba. Se sono in un aereo pieno di capitalisti americani – mi sono detto – questa volta l’EdC si sta muovendo al momento giusto!». Prossimo appuntamento: novembre 2016. «Con l’obiettivo di coinvolgere – concludono –anche chi vuole costruire sinergie con noi a favore della comunione, con lo sguardo verso un mondo più giusto e unito». (altro…)
20 Mag 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Livio Bertola
«L’idea di costituire l’Associazione Italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione (AIPEC), nasce all’inizio del 2012, forse nel peggiore momento della crisi economica in Italia. È proprio in questo frangente che un gruppo di imprenditori aderenti all’EdC sentono di dover reagire. Come primo passo si cerca di capire insieme se esistano margini di collaborazione tra le imprese. Nell’autunno di quell’anno avviene l’atto costitutivo con l’approvazione, oltre che dello statuto, del codice etico; fin dall’inizio l’associazione si dimostra veicolo per la diffusione dell’Economia di Comunione». A parlare è l’attuale presidente, Livio Bertola, che illustra gli obiettivi e la breve storia dell’associazione: «I principali valori che la ispirano fanno capo a una “cultura del dare”. Per questo ogni socio si sente spinto, non tanto ad aspettarsi qualcosa per sé, ma piuttosto a mettersi nella disposizione di capire quanto può fare per gli altri». A chi vi rivolgete in particolare e quali gli obiettivi di AIPEC? «Ci rivolgiamo ad imprenditori, liberi professionisti, cooperative e, in generale, a tutte le persone che hanno a cuore un’economia che ponga al centro la persona: dipendenti, studenti, casalinghe, pensionati, disoccupati, ecc. In quanto all’obiettivo di AIPEC di promuovere i valori dell’Economia di Comunione, cerchiamo di realizzarlo in più modi: da un lato, promuovendo in tutta Italia momenti d’incontro con persone che vogliono vivere meglio il proprio lavoro, organizzando scuole di economia civile con lo sguardo sulle giovani generazioni; dall’altro, sostenendo l’attività degli imprenditori associati e favorendo le sinergie che si possono creare fra di loro».
Vi ispirate ai valori dell’Economia di Comunione, due parole che sembrano contrapposte … «In effetti, l’imprenditore che aderisce all’EdC fa una scelta controcorrente. Nel nome stesso dell’associazione abbiamo voluto inserire la preposizione “per”, con due motivazioni: in primo luogo perché ci sentiamo in un cammino che porterà ad una comunione piena e nessuno di noi ha la presunzione di sentirsi già arrivato al traguardo e, seconda ragione, ma non meno importante, perché l’Economia di Comunione è nata per i poveri; è rivolta a loro la condivisione di parte degli utili aziendali, nella piena libertà di ciascuno. Per questo sentiamo il bisogno, noi imprenditori, di aiutarci, di collaborare realmente insieme: attraverso l’ascolto reciproco, il supporto, l’attenzione all’altro (dipendente, cliente, fornitore, socio o addirittura concorrente), la condivisione di idee, delle difficoltà, di talenti. Con un’attenzione particolare agli imprenditori e lavoratori che, in questi anni, stanno soffrendo in prima persona per le conseguenze della crisi economica e sociale». In che modi si può collaborare o comunque aderire alla vostra associazione? «Possono far parte della nostra rete imprenditori e professionisti, che definiamo soci ordinari, ma anche tutte le persone che vogliono sostenere i valori dell’EdC, che consideriamo soci aderenti. Si può collaborare con AIPEC anche solo visitando il sito che offre tante informazioni sulla vita dell’associazione, le iniziative e le occasioni di diffusione e conoscenza. Associandosi, si può diventare parte attiva dei progetti in cantiere ed idearne insieme di nuovi». Progetti in cantiere? «Ci siamo proposti un obiettivo ambizioso: passare nel prossimo triennio dagli attuali 200 a 6.000 soci! È pertanto fondamentale la collaborazione e l’apporto personale, specie di chi già conosce l’EdC e vuole donare tempo ed energie per far crescere la “cultura del dare” in Italia e nel mondo». (altro…)
21 Mar 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Da oltre 40 anni – si presenta Livio della provincia di Cuneo (Italia) – porto avanti l’azienda di famiglia, alla cui guida ci sono anche mia moglie, i nostri 4 figli e, dall’estero, mia sorella. Insieme a 28 dipendenti ci occupiamo di trattamenti galvanici su manubri, serbatoi, marmitte per moto, parti di automobili, attrezzature per fitness, ecc. Un rivestimento che serve per l’estetica ma soprattutto per la resistenza alla corrosione. Da alcuni anni cerchiamo di attuare come azienda i principi dell’Economia di Comunione, un progetto che coniuga la necessità di generare profitto all’aspirazione di aiutare chi è nel bisogno, mettendo al centro la persona. E questo con i dipendenti, tra soci, con i clienti, i fornitori e anche con i concorrenti. Ad un lungo periodo di pressoché costante sviluppo, inaspettata sopraggiunge la grave crisi che tuttora coinvolge tante aziende come la nostra. Naturalmente non vogliamo darci per vinti e continuiamo a fare fino in fondo la nostra parte per cercare di acquisire nuove clientele. Senza mai smettere di credere in questo nuovo modo di intendere l’economia.
Nel 2014 sono nostri ospiti, quali potenziali clienti, tre esponenti di un importante gruppo automobilistico tedesco. Dopo la presentazione tecnica dell’azienda a cura dei figli e altri collaboratori, vedendo che i visitatori sono ben impressionati ed incuriositi, parliamo dell’Economia di Comunione e del suo sviluppo nel mondo. Raccontiamo loro anche della nascita in Europa di AIEC ed in Italia di AIPEC (di cui sono presidente): due associazioni di imprenditori che nel fare impresa si ispirano alla “cultura del dare”. Alla fine, nel proporci un’interessante commessa, che dura tuttora, dichiarano: “Siamo sorpresi nel constatare che, nonostante la vostra realtà produttiva abbia forze limitate, siate riusciti a realizzare un processo galvanico di per sé molto complesso”. A fare la differenza saranno sì i sistemi di lavorazione che in tanti anni di serio lavoro siamo riusciti a mettere a punto, ma anche il racconto di alcune esperienze fra cui l’assunzione, in un momento di poco lavoro, di alcuni immigrati e di due giovani che per motivi diversi attraversavano serie difficoltà e dell’impegno di tutti noi a vivere con loro rapporti di fraternità anche fuori l’orario di lavoro. Altro fattore di differenza pensiamo sia anche il nostro “privilegiare i rapporti” nel sano distacco dal voler fare business a tutti i costi».
«Sono amministratrice di un’azienda di lavorazione meccanica – incalza Enrica di Torino (Italia) –. Anche noi abbiamo 28 dipendenti. Mio padre, col quale ben presto ho cominciato a collaborare, mi ha trasmesso i valori della condivisone e dello spirito di sacrificio; e l’impegno a migliorarsi sempre. Nel 2000 le commesse si sono ridotte al minimo, ma non è stato licenziato nessuno e a Natale, per mancanza di liquidità, si è deciso di pagare le tredicesime con le nostre disponibilità personali. Nel 2003 ecco un lavoro estero importante. Con mio padre ci buttiamo con coraggio, coinvolgendo e responsabilizzando tutti i dipendenti. Si lavora molto per ottenere la fiducia di banche, fornitori, clienti e la compattezza dell’organico è la carta vincente. Tre mesi dopo, veniamo travolti dalla grande crisi e dalla malattia di mio padre. Grazie a Dio posso contare sull’aiuto di molti e dopo un anno e mezzo di Cassa Integrazione, tutti i dipendenti rientrano in azienda. Ma sono stanca ed oppressa da tutto ciò.
È a questo punto che vengo a sapere di AIPEC, costituita appunto nel 2012, e di questi imprenditori che sento vicini perché al proprio modo di lavorare vogliono porre come valore aggiunto la “cultura del dare”. Inizio così a partecipare ai loro incontri, confrontandomi con loro e con varie categorie sociali. Mi sento accolta, incoraggiata, consigliata, fino ad accettare, recentemente, un incarico nel direttivo AIPEC. Insieme agli altri eletti, scopro sempre più la bellezza e la responsabilità di portare avanti un’azienda nella quale lavorare al massimo per mantenere una stabilità economica e nello stesso tempo condividere rapporti, mettersi in ascolto, dare un aiuto concreto. Perché il dono porta frutto ed è frutto che rimane». (altro…)
26 Dic 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Anche nel piccolo Paese centramericano, con una forte ascendenza indigena e quindi sensibile ai contrasti sociali, sono nove gli imprenditori guatemaltechi che dal giugno scorso si sono iscritti ad un corso EdC. A cadenza mensile stanno così approfondendo i fondamenti del progetto, confrontandosi anche con esperienze già in atto in altre parti del mondo. «Il testo base – spiega Sandra Macario, coordinatrice del corso – è il libro di Bruni “Il prezzo della gratuità”, ma spesso facciamo anche collegamenti Skype con altri imprenditori EdC di Città del Messico e di altre parti dell’America Latina». Il 26 novembre il corso ha tenuto un open day invitando quanti potevano esserne interessati ad una ‘colazione di fine anno’, tipica di questi Paesi, con dei sapori caratteristici di mais e fagioli. Vi hanno partecipato 40 persone. L’ospite d’onore era Maria Luisa Altamirano del Messico, che ha condiviso la sua esperienza di imprenditrice suscitando domande e approcci tra i partecipanti. Oltre ai corsisti, ha preso la parola anche l’imprenditore brasiliano Ismael Yos, che aveva fatto il medesimo corso in Brasile. Fra le testimonianze, toccante il racconto dell’architetto guatemalteco Jorge Mario Contreras. Egli non sempre può contare su lavori continuativi, per cui ha un pool di lavoratori cui rivolgersi di volta in volta. Loro sanno che il lavoro è scarso e capiscono che quando non operano per lui devono guardare altrove cercando lavoro dove si può. A volte i lavori sono richiesti con molta urgenza. Come quella volta che si doveva ristrutturare e riallestire un Centro Dialisi. Per la cancellazione di un contratto con un’altra impresa e la conseguente sospensione del servizio, il suo avvio era oltremodo urgente. C’era bisogno di muratori per adattare i locali, di tecnici per la messa in opera dei macchinari. Contreras ha presentato la sua offerta, le cui condizioni sono state ritenute tutte favorevoli, tranne i tempi di consegna che la committenza chiedeva venissero ridotti della metà. Pena la non assegnazione del lavoro.
Un problema impossibile da risolvere. L’ultima carta da giocare era il dialogo con i lavoratori. Un concetto, questo del dialogo, che Contreras aveva da tempo recepito e introdotto come uno dei pilastri della sua attività lavorativa. Uno stile di vita che in questo momento di criticità ha dimostrato tutta la sua efficacia. La proposta ai lavoratori di fare i doppi turni è stata unanimemente accettata, non solo per non lasciar andare un lavoro, ma perché avevano fiducia in lui e fra loro. Contro tutte le previsioni tecniche, il lavoro è stato fatto nei tempi, e i pazienti in attesa hanno ricevuto il trattamento al momento concordato. In un’altra occasione Contreras ha ricevuto una telefonata da uno dei suoi dipendenti. Era il mattino presto, un orario in cui normalmente non si dovrebbe disturbare il boss. Ma la cosa era grave: la figlia piccola stava male e aveva bisogno urgentemente di una medicina costosa e l’operaio non aveva i soldi per comprarla. Contreras lo ha ascoltato come un fratello: “Ora comincio a pregare per tua figlia. – gli ha detto – Appena aprono le banche farò il versamento del denaro necessario”. Contreras racconta di aver sentito che la sua azienda “era diventata una famiglia”. (altro…)