10 Set 2014 | Cultura, Focolari nel Mondo
È stata un’estate davvero calda per quanto riguarda le iniziative nell’ambito di Economia di Comunione ed Economia Civile. L’ultima in ordine di tempo è quella che si è da poco conclusa ad Arny, in Francia. Si tratta di una Summer School di Economia di Comunione (EdC) dal carattere internazionale che si è svolta dal 26 al 31 agosto scorsi. Vi hanno partecipato infatti 40 giovani provenienti da Europa, Asia e Africa. Le lezioni, tenute da quattro “veterani” dell’EdC – i prof. Luigino Bruni e Benedetto Gui, Vittorio Pelligra e Anouk Grevin – vertevano sulle tematiche legate all’imprenditorialità sociale, occupazione, sviluppo, povertà, gratuità, reciprocità, felicità alla luce del nuovo paradigma che emerge dalla Economia di Comunione. Speranza e comunione in economia sono le parole chiave di questo laboratorio, spiega uno dei partecipanti: «La sfida per noi non è su un campo di battaglia, ma dietro le cattedre universitarie e le scrivanie di qualche multinazionale, o come leader di un’azienda, è lì che siamo chiamati a costruire un mondo più giusto». Il prossimo appuntamento EdC sarà il Workshop che si terrà al Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti (Loppiano – Italia) dall’1 al 3 ottobre prossimi.
“Ri-generare Istituzioni, Beni Comuni, Lavoro” era invece il titolo della V Summer School di Economia Civile (SEC) che si è tenuta a Taranto (Italia) nel luglio scorso. 45 i ragazzi che vi hanno partecipato, in cerca di un’economia e un lavoro a misura d’uomo e d’ambiente; di uno stile imprenditoriale che tenga conto dei principi dell’economia civile che prefigurano un homo oeconomicus – come spiega l’economista Stefano Zamagni – che si nutre anche di relazioni, motivazioni, fiducia e che tende al bene comune più che alla ricerca di soddisfazioni individuali. Concetti verso i quali sta crescendo l’attenzione in tutto il mondo, e che risuonano nelle parole pronunciate in più occasioni anche da Papa Francesco sulla tirannia del denaro come dato di questa crisi finanziaria, caratterizzata dal rifiuto dell’etica e della solidarietà, dalla negazione del primato dell’uomo.
A conclusione dell’esperienza i giovani partecipanti si sono dichiarati più che convinti che fare impresa attraverso i principi dell’Economia Civile sia una strada coraggiosa per contribuire a risollevare anche la difficile situazione economica del Sud del Paese. Il prossimo appuntamento per gli appassionati di Economia Civile è a Siracusa dall’11 al 14 settembre, con il laboratorio “L’impresa civile: natura, motivazioni e prospettive per lo sviluppo di un nuovo welfare state”. (altro…)
26 Ago 2014 | Cultura, Sociale
«L’Economia di Comunione è un modo di pensare, sentire e agire diversamente!» Non usa mezzi termini Galo Pozo, consulente d’impresa dell’Equador, nel definire il progetto EdC, invitando i giovani partecipanti a «giocarsi la vita nel modo migliore possibile, per questo progetto». Sembra dica queste cose prima di tutto a se stesso Galo Pozo: in fondo è uno di loro, uno dei partecipanti alla “Summer School” di Economia di Comunione (EdC) che si è svolta dall’11 al 15 Agosto a “El Diamante”, la cittadella dei Focolari a una manciata di Km da Puebla, Messico centrale. Pozo è uno di loro perché, come ha detto Luigino Bruni, Coordinatore della Commissione Internazionale EdC, «Qui non ci sono insegnanti e allievi, ma persone che imparano le une dalle altre nella comunione». E così 60 persone, tra studenti, imprenditori e specialisti di Economia di Comunione sono accorsi da Stati Uniti, Canada, Messico, Honduras, Panama, Costa Rica, Colombia, Argentina, Brasile ed Equador oltre che da Francia, Svizzera e Italia, per approfondire i diversi aspetti della teoria e della pratica di questo progetto economico. Il programma della scuola ha offerto delle lezioni in plenaria, grazie ai contributi dei già citati Bruni e Gozo, ma anche dell’economista svizzero Luca Crivelli, della francese Anouk Grevin e dell’imprenditore brasiliano Armando Tortelli (membri della Commissione Internazionale EdC).
Non sono mancate visite a realtà concrete che sul territorio già operano nello spirito dell’Economia di Comunione, come la Scuola Santa Maria, nella vicina città di Actipan, che rappresenta una forte testimonianza di quello che si può realizzare: in un contesto di grande povertà e degrado di tutti i tipi, è nata una scuola, frequentata oggi in armoniosa convivenza da ragazzi e ragazze di diverse estrazioni sociali e condizioni economiche. Qui tutta la comunità educativa è impegnata attivamente, a partire dalle famiglie, tutti insegnano e ciascuno impara ciò che è più importante nella vita, sperimentando la pienezza come persone in tutte le dimensioni: fisica, intellettuale, psicologica ed spirituale. Un’applicazione concreta che mostra come i nostri comportamenti nella vita dell’impresa, caratterizzati da creatività, innovazione e un forte amore per i poveri, possono davvero trasformare la realtà che ci circonda.
Fondamentali sono stati anche i momenti di comunione e scambio di esperienze, che hanno contribuito a creare reti di collaborazione tra tutti, allo scopo di rafforzare e sviluppare le proprie iniziative imprenditoriali, quelli che sono i propri “sogni”: piattaforme digitali per trovare finanziamenti, produzioni di abbigliamento, gallerie d’arte, una scuola di formazione ai mestieri, negozi online, sono alcune delle iniziative emerse per la centralità data alla comunione dei beni, l’impegno sociale e la centralità della persona. «Siamo arrivati qui con idee, professioni e realtà nazionali molto diverse – scrivono i giovani nel loro manifesto conclusivo – L’Economia di Comunione ci invita a guardare a tutte queste singolarità con occhi nuovi e senza frontiere, a percepire le molteplici dimensioni della povertà ed a impegnarci liberamente a cambiare il mondo giorno dopo giorno. (…) Non facendoci limitare dalle frontiere, desideriamo trovare alternative all’attuale modello di economia che non è in grado di rispondere al nostro profondo desiderio di una società più fraterna e giusta, dove l’amore sia il più grande strumento di trasformazione. Siamo “angeli con una sola ala” che per volare devono abbracciarsi gli uni agli altri». (altro…)
29 Lug 2014 | Cultura, Spiritualità
Autores: Octavio Groppa; Carlos Hoevel (eds.) La economía del don constituye una corriente de pensamiento y praxis dentro de la economía que estudia fenómenos no siempre considerados por la teoría neoclásica convencional. Empresas civiles o sociales que buscan beneficios pero apuntan a la vez a un desarrollo sustentable, grupos de consumidores asociados para lograr un consumo social o ambientalmente responsable, formas nuevas de intercambio de bienes y servicios, monedas alternativas, son algunas de las prácticas que se han venido dando en las últimas décadas, cuyo reconocimiento constituye la base para esta nueva teoría. Lejos de la creencia extendida sobre la neutralidad valorativa o el egoísmo como actitudes dominantes en la economía, la economía del don considera a la reciprocidad, el don y el compromiso ético como elementos que pueden formar parte del núcleo de las actividades económicas. Superando la dialéctica entre un consumismo ilimitado y un proceso de creciente desigualdad, que parece imponerse en la época del tardo-capitalismo, la economía del don aporta un punto de vista teórico y práctico renovado al descubrimiento de un nuevo horizonte de sentido y de un nuevo tipo de praxis que oriente el proceso de la globalización para alcanzar una vida buena para nuestras sociedades. Los trabajos de este volumen reflejan que la economía del don es el abordaje interpretativo central para entender lo que está ocurriendo actualmente en la sociedad en general y en las sociedades latinoamericanas en particular. Al mismo tiempo, intentan aportar orientaciones que iluminen la praxis tanto en el nivel de la sociedad y de la economía, como en el de las organizaciones y las empresas. La obra pretende, finalmente, ofrecer un aporte plural a la reflexión sobre un tema del cual existen en nuestra región numerosas investigaciones sociológicas o antropológicas, pero con un desarrollo aun incipiente en el campo de la economía. Datos de los autores: Carlos Hoevel es Doctor en Filosofía (UCA) y Master of Arts in the Social Sciences (University of Chicago). Es Profesor de Ética y Filosofía de la economía, Director e Investigador del Centro de Estudios en Economía y Cultura y de la Revista Cultura Económica (Escuela de Economía “Francisco Valsecchi” – UCA). Ha sido Fulbright, Archibald Fund, Templeton Foundation y University of Chicago Fellow. Investigador visitante en el Centro Trentino di Cultura y en el Centro Internazionale di Studi Rosminiani. Es miembro de los consejos académicos de la Serie Studies in Economic Ethics and Philosophy de la Editorial Springer, de la revista Católica Internacional Communio y de la AsociaciónSpirituality in Economy and Society (SPES). Recientemente ha publicado el libro The Economy of Recognition. Person, Market and Society in Antonio Rosmini. (Springer, 2013) Octavio Groppa es Licenciado en Economía (UCA), Bachiller en Teología (ISET), Licenciado en Teología (USAL) y candidato a Doctor en Economía (UCA). Es Investigador principal del proyecto UCARUEF: “Economía, don y reciprocidad,” con sede en el Centro de Estudios en Economía y Cultura. Allí investiga sobre experiencias de economía social, civil y solidaria. Además, es Profesor de Economía y Teología (Universidad del Salvador, área San Miguel) En el campo del pensamiento se ha especializado en la obra del filósofo y teólogo Bernard Lonergan, con énfasis en su método interdisciplinario y su teoría económica. Recientemente ha publicado “Complementary currency and its impact on the economy”, en International Journal of Community Currencies (2013). Sumario: Parte 1. Don, reciprocidad y bien común como horizonte de sentido en la sociedad global Bienes comunes y bien común (Stefano Zamagni) Tanto el don como el contrato: Un marco para relacionar la caridad y la justicia en el mercado (Daniel K. Finn) El don: de la fenomenología a la teología trinitaria (Juan Carlos Scannone S.I.) La economía del don: modelos y realidades (Carlos Hoevel) Parte 2. La economía del don y la ciencia económica ¿En qué sentido puede ser la reciprocidad una categoría económica? (Octavio Groppa) Teoría de juegos, cooperación y don (Paolo Vanin) El don y las antropologías básicas de la Economía (Luis Zemborain) Parte 3. Experiencias y praxis de la economía del don en América Latina y la Argentina Economía del don: Una perspectiva desde la necesidad de conciliación de la vida familiar y laboral (Paola Delbosco) Finanzas solidarias y democratización del dinero. Abundancia (Nicolás Meyer) ¿Es posible conjugar mercado y reciprocidad? (Octavio Groppa) Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
29 Lug 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Un evento unico nel suo genere, che segna una novità per le nuove leve di laureandi in Economia in Italia ed Europa: presso l’Ateneo romano LUMSA, una cinquantina di giovani pronunciano e firmano, il 21 e 22 luglio scorsi, un impegnativo codice etico. Diventano così i primi laureati in Economia ad affacciarsi al mondo del lavoro e delle professioni avendo solennemente sottoscritto il loro giuramento etico: la “Promessa Genovesi”. L’iniziativa prende il nome dal primo cattedratico di Economia nella storia, Antonio Genovesi, che già nel 1754 si faceva portavoce, a Napoli, di valori come fiducia, pubblica felicità e mutua assistenza. “È una piccola pergamena – spiega il prof. Luigino Bruni, ideatore dell’iniziativa e docente di economia presso il dipartimento di Scienze economiche della LUMSA – ma avrà la sua forza anche nella dimensione simbolica e ‘rituale’ che la accompagna. Leggere e sottoscrivere pubblicamente la Promessa Genovesi, in un momento così significativo come quello della laurea – come è avvenuto in questo Ateneo e avverrà, ormai, in tutte le prossime sedute di laurea – non è per gli studenti retorica o folklore, ma impegno etico”.
La Promessa rappresenta una sfida epocale al tempo della crisi e della precarietà esistenziale e valoriale. “Questa economia uccide”, afferma papa Francesco nella Evangelii gaudium. E il prof. Luigino Bruni aggiunge: “Oggi si muore non solo per motivi legati alla medicina ma – e lo vediamo in maniera drammatica, anche per omissioni o errori commessi da economisti, finanzieri, manager – si muore a seguito di decisioni e condotte non etiche di banche e imprese. Per questo l’impegno etico di un laureato in economia, il giuramento di attenersi a determinati valori e comportamenti, non è meno rilevante di quello richiesto in altre professioni eticamente sensibili, e può contribuire ad innescare un processo virtuoso di cambiamento dell’agire economico e sociale”. Un passaggio importante per la formazione europea di alto profilo perché oggi – come sostiene il Rettore della LUMSA, prof. Giuseppe Dalla Torre – “occorre prestare attenzione all’economia civile, al suo profilo etico e al superamento della concezione individualistica che ora la caratterizza”. Questo il testo della Promessa Genovesi: «Nel ricevere oggi questa Laurea in Economia prometto che mi impegnerò a: 1) Guardare al mercato come un insieme di opportunità di mutuo vantaggio senza discriminazioni di lingua, sesso, credo, colore della pelle, e non come una lotta né una gara dove qualcuno vince a spese di altri; 2) Trattare i lavoratori mai solo come un costo, né solo come un capitale o una risorsa dell’impresa; 3) Riconoscere nella mia pratica professionale che lavoratori, soci, colleghi, fornitori e clienti sono prima di tutto persone, e con questa dignità vorrò rispettarle, valorizzarle, onorarle; 4) Rapportarmi con i miei interlocutori con benevolenza, fiducia, correttezza, giustizia, magnanimità, moralità e rispetto di ogni persona, convinto/a che l’etica della persona sia anche la migliore strada per una economia buona e sostenibile; 5) Vivere il mio lavoro come luogo di realizzazione personale e come contributo al Bene comune». (altro…)
22 Lug 2014 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Azione per un mondo unito (AMU) dei Focolari e il suo partner in Burundi Cadre Associatif des Solidaires (CASOBU), una coppia vincente! Grazie anche al cofinanziamento di alcuni enti statali italiani, infatti, sono riusciti a portare a termine diversi progetti di microcredito nella periferia di Bujumbura e nella Provincia di Ruyigi (Burundi). Nel complesso, si sono costituiti 80 gruppi di microcredito. I risparmi raccolti all’interno di ciascun gruppo hanno permesso ai 406 partecipanti al primo progetto e ai 722 del secondo di avviare un’attività produttiva propria con la quale sostenere le proprie famiglie. “All’inizio non è stato facile svolgere il lavoro di sensibilizzazione – racconta Sandrine, tra gli animatori del progetto di Bujumbura –, perché la gente non rispettava i programmi… e questo spesso mi esigeva di andare oltre alla semplice esecuzione degli incarichi affidatimi”. Jérôme lavora a CASOBU nel settore progetti a Ruyigi. Si sente motivato dal desiderio di sovvenire ai bisogni quotidiani della sua gente: “Ogni volta cerco di lavorare insieme a loro, di rispettare le loro personalità e dignità, di aiutare tutti a mettere l’accento sulla persona umana e a rafforzare la coesione sociale. In uno dei gruppi una persona non era riuscita a restituire il credito entro la scadenza stabilita. Un altro membro del gruppo, visto l’agire del primo, ha fatto perdere le proprie tracce. Sapendo che ero a Ruyigi, il primo debitore mi ha cercato per confidarmi la sua situazione: ho colto l’occasione per ribadire come la fraternità nei gruppi e nelle comunità sono i valori più grandi che abbiamo, che vengono prima di tutto il resto. Intanto, abbiamo anche rintracciato il secondo che in realtà era partito per cercare di trovare i soldi per rimborsare il suo debito. In conclusione, ho appreso quanto sia importante che i beneficiari trovino le capacità di risolvere loro stessi i problemi, mantenendo fede alle regole dei vari gruppi, ma illuminati dallo spirito di fraternità che cerchiamo di testimoniare e trasmettere loro. Questa fiducia in sé stessi li rende consapevoli delle loro capacità”. “In effetti, noi di CASOBU – continua Sandrine – vorremmo che questo amore evangelico che guida il nostro operare come animatori, ispiri anche le relazioni all’interno del gruppo, le loro decisioni, e permetta alle loro attività personali di diventare più forti e stabili”. Una tra le tante esperienze vissute: “Una donna, madre di due bambini ed in attesa di un terzo, aveva assunto un debito per avviare un’attività economica, ma non si è più presentata alle riunioni del gruppo. Sembrava che avesse traslocato altrove. L’hanno cercato fino a trovarla. Ascoltando la sua storia, si sono resi conto che aveva enormi difficoltà: abbandonata dal marito, con i figli piccoli, l’impossibilità di pagare l’affitto con la minaccia di essere messa sul marciapiede, ecc. I membri del gruppo, allora, hanno trovato una famiglia che ha accolto i figli, e all’unanimità le hanno accordato un secondo credito affinché potesse riprendere il suo piccolo commercio. Così questa donna ha potuto rimborsare entrambi i debiti entro i tempi stabiliti. I membri del gruppo hanno esperimentato l’orgoglio per aver portato a buon fine questa storia”. (altro…)