3 Ott 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Carolina Carbonell è tra gli organizzatori del Congresso dell’Economia di Comunione (EdC) a Rosario, popolosa città nella provincia di Santa Fe, 300 km da Buenos Aires. Lo definisce “una maratona”. Forse perché tutto è cominciato con una corsa. «Eravamo a febbraio 2018. Pochi mesi prima era arrivata la proposta di organizzare il Congresso nella nostra città. Faceva molto caldo. Camminando nell’area pedonale della città, ho visto un mio vecchio amico dell’università, oggi direttore di una serie di alberghi. Di corsa l’ho fermato e gli ho raccontato il nostro sogno: così abbiamo trovato il luogo per il Congresso». Il 6 settembre scorso 70 persone, «non poche, considerando il fatto che sono i giorni in cui le facoltà sono oggetto di proteste da parte degli studenti», sono presenti all’apertura, con una conferenza dal titolo “Cos’è l’Economia di Comunione?”.
Il secondo giorno la “maratona” continua. «Tutta la squadra – è il racconto di Carolina – si alza presto per andare a trovare più di 300 ragazzi del quarto e quinto anno di 12 scuole di Rosario, radunati al “Colegio Natividad del Señor” per partecipare a un workshop. I ragazzi mettono tutta la propria creatività per “creare” aziende e “prendere delle decisioni” su situazioni diverse di concorrenza, crisi, distribuzione degli utili e selezione del personale. La parte più interessante comunque è l’esame a cui sottopongono gli imprenditori EdC presenti, che rispondono con la propria esperienza di vita. Nel pomeriggio andiamo all’After Unplugged “Empresas de un solo tiempo” a La Maquinita Rosario». Si tratta di uno spazio di co–working dove Gonzalo Perrín, Leandro Simeoni e Lucas Longhi raccontano la propria esperienza di imprenditori per un progetto di bene comune. «Sabato 8 abbiamo dato il benvenuto ai 120 partecipanti, venuti da più di 30 città di 8 provincie e 4 nazioni diverse. Un bel gruppo, molto eterogeneo per età e professione. Ad una presentazione innovativa, dall’oggi alle origini, dell’EdC sono seguite le testimonianze dei dipendenti di alcune aziende che fanno parte del progetto. Esperienze diverse, da una azienda familiare che produce panche sostenibili, ad un contact center con 1.200 dipendenti, fino a “Nomines”, una azienda inclusiva che assume soltanto persone diversamente abili».
Dopo il pranzo, l’originale proposta di un gioco, il ballo delle sedie, ma in una versione diversa e anche più divertente: invece di eliminare chi non riesce a trovare posto, vengono eliminate le sedie. «Ci vogliono ingegno ed equilibrio per sedersi sopra gli altri senza farsi male. Il momento più difficile è quando rimane una sola sedia, e tutti devono sedersi senza che nessuno cada. Dello stesso ingegno hanno bisogno anche quelli che lavorano per l’eliminazione della povertà». Con grande profondità vengono quindi presentate alcune tra le realtà più tristi presenti della società, per ricordare i motivi per cui è nata l’EdC. Infine, conclude Carolina, «quando pensi che manchi poco per arrivare alla meta», perché sempre di una maratona si tratta, «e ormai non possa succedere nient’altro, arriva l’imprevedibile. La domenica, alcuni bambini di 8 anni raccontano le loro esperienze: una piccola impresa per guadagnare soldi da condividere con ragazzi di altre nazioni in guerra, oppure le visite ad un centro per anziani dove imparano a stimarli». Infine l’intervista a Martina, 9 anni: «Le domande, ma sopratutto le risposte mostrano la profezia insita nell’EdC: le persone che vivono la cultura del dare da bambini sono quelle che un giorno potranno cambiare l’economia». Fonte: www.focolare.org/conosur (altro…)
2 Ott 2018 | Chiara Lubich, Cultura
Economia è una parola greca che rimanda direttamente alla casa (oikos nomos, regole per gestire la casa), quindi alla famiglia. Eppure l’economia moderna, e ancor più quella contemporanea, si è pensata come un ambito retto da principi diversi, distinti e per molti versi opposti ai principi e ai valori che hanno sempre retto e continuano a reggere la famiglia. Un principio fondante la famiglia, forse il primo e quello sottostante gli altri, è quello di gratuità, che è quanto è di più distante dall’economia capitalistica, che conosce surrogati della gratuità (sconti, filantropia, saldi) che svolgono la funzione di immunizzare i mercati dalla gratuità vera. La famiglia, infatti, è il principale luogo dove apprendiamo, per tutta la vita e in un modo tutto speciale da bambini, quella che Pavel Florensky chiamava “l’arte della gratuità”. E’ lì che soprattutto da bambini impariamo anche a lavorare, perché non c’è lavoro ben fatto senza gratuità. La nostra cultura, però, associa la gratuità al gratis, allo sconto, alla mezza ora in più al lavoro non remunerata, al prezzo zero (San Francesco ci ha invece detto che la gratuità è un prezzo infinito: non si può né comprare né vendere perché è impagabile). […] La gratuità è un modo di agire e uno stile di vita che consiste nell’accostarsi agli altri, a se stesso, alla natura, a Dio, alle cose non per usarli utilitaristicamente a proprio vantaggio, ma per riconoscerli nella loro alterità e nel loro mistero, rispettarli e servirli. Dire gratuità significa dunque riconoscere che un comportamento va fatto perché è buono, e non per la sua ricompensa o sanzione. […] Se la famiglia vuole, e deve, coltivare l’arte della gratuità, deve fare molta attenzione a non importare dentro casa la logica dell’incentivo che oggi vige ovunque. […] Uno dei compiti tipici della famiglia è proprio formare nelle persone l’etica del lavoro ben fatto, un’etica che nasce proprio dal principio di gratuità. Se, invece, si inizia a praticare anche in famiglia la logica e la cultura dell’incentivo, e quindi il denaro diventa il ‘perché’ si fanno e non si fanno compiti e lavoretti di casa, quei bambini da adulti difficilmente saranno dei buoni lavoratori, perché il lavoro ben fatto di domani poggia sempre su questa gratuità che si apprende soprattutto nei primi anni di vita, e soprattutto a casa. L’assenza del principio di gratuità nell’economia dipende anche, e molto, dall’assenza dello sguardo femminile. […] Le donne guardano alla casa e all’economia vedendo prima di tutto il nesso di rapporti umani che si svolge in esse. I primi beni che vedono sono quelli relazionali e i beni comuni, e dentro a questi vedono anche i beni economici. Non è certo un caso che l’Economia di comunione sia nata da uno sguardo di una donna (Chiara Lubich), né che la prima teorica dei beni comuni sia stata Katherine Coman (nel 1911), e che Elinor Ostrom sia stata insignita (unica donna finora) del premio Nobel in economia proprio per il suo lavoro sui beni comuni. E ci sono due donne (Martha Nussbaum e Carol Uhlaner) all’origine della teoria dei beni relazionali. Quando manca lo sguardo femminile sull’economia, le sole relazioni viste sono quelle strumentali, dove non è la relazione ad essere il bene, ma dove i rapporti umani e con la natura sono mezzi usati per procurarsi i beni. Se lo sguardo e il genio femminile della oikos, casa, fossero stati presenti nella fondazione teorica dell’economia moderna, avremmo avuto una economia più attenta alle relazioni, alla redistribuzione del reddito, all’ambiente e forse alla comunione. È, infatti, la comunione una grande parola che dalla famiglia può passare all’economia di oggi. […] La profezia della famiglia oggi, per essere credibile, deve prendere la forma dei figli e la forma dell’economia, e quindi della condivisione, dell’accoglienza e della comunione. Perché sia i figli che l’economia non sono altro che la vita ordinaria di tutti e di ciascuno, che è il solo luogo dove la profezia si nutre e cresce. Fonte: www.avvenire.it, “Così lo sguardo femminile può cambiare l’economia”, 23 agosto 2018 (altro…)
11 Set 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Vedi il programma completo, aggiornato al 4 settembre, dell’edizione 2018 del laboratorio multi tematico, che si svolgerà nella cittadella internazionale di Loppiano da venerdì 28 a domenica 30 settembre: Programma LoppianoLab 2018_aggiornato al 04 09. 2018 Gruppo Editoriale Città Nuova – www.cittanuova.it Polo Lionello Bonfanti – www.pololionellobonfanti.it Istituto Universitario Sophia – www.sophiauniversity.org Economia di Comunione: http://www.edc-online.org/it/ Loppiano – www.loppiano.it Movimento dei Focolari in Italia: www.focolaritalia.it
24 Lug 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
Consapevoli della crisi ecologica e sociale che affronta il nostro pianeta, centinaia di persone in tutto il mondo agiscono costantemente per trovare soluzioni creative a questi grandi problemi e lo fanno, nel loro quotidiano, attraverso azioni grandi e piccole. Azioni che però, spesso, nascono, crescono e muoiono in totale isolamento. “Insieme possiamo fare molto di più” è uno dei motti proposti da Prophetic Economy, un’iniziativa che cerca di creare reti di collaborazione tra tutti coloro che, nel proprio contesto, lavorano a favore dello sviluppo umano, indipendentemente da età, nazionalità e credenze. L’evento principale di Prophetic Economy si terrà a Castel Gandolfo (Roma), dal 2 al 4 novembre 2018. Coinvolgerà esperti di vari campi, come Jeffrey Sachs, economista e saggista nordamericano, uno dei maggiori esperti mondiali in materia di questioni ambientali e sostenibilità, o come Luigino Bruni, economista italiano, coordinatore internazionale del progetto Economia di Comunione. «L’esperienza – afferma Florencia Locascio, coordinatore generale di Prophetic Economy – si rivolge a tutte le persone, organizzazioni e aziende che stanno proponendo soluzioni sostenibili e creative al problema della povertà, della disuguaglianza, della crisi sociale e ambientale che stiamo vivendo. Vogliamo identificare i change-makers, gli “innovatori”, per dare loro visibilità».
Durante l’evento, oltre a workshop, attività di intelligenza collettiva, scambi e conferenze di personalità ed esperti internazionali, si terrà la premiazione del concorso “Prophetic practices award 2018”. Un concorso che intende premiare, dare visibilità e mettere in contatto esperienze già esistenti di “economia profetica”, tutte quelle buone pratiche già in corso e che contribuiscono al bene comune. Paolo Matterazzo, responsabile della comunicazione della Comunità di Nomadelfia, spiega: «Gli adolescenti e le nuove generazioni hanno qualcosa di importante da dire, e contribuiscono fin d’ora con forte slancio, portando esempi concreti molto stimolanti». I primi tre vincitori del concorso riceveranno un premio in denaro e saranno anche invitati a presentare i propri progetti durante l’evento di novembre. Anche i primi dieci classificati avranno l’opportunità di presentare le loro buone pratiche. La scadenza del concorso è prevista per il 1° agosto. Per maggiori informazioni consultare il sito http://www.propheticeconomy.org Fonte: United World Project (altro…)