Ott 2, 2018 | Chiara Lubich, Cultura
Economia è una parola greca che rimanda direttamente alla casa (oikos nomos, regole per gestire la casa), quindi alla famiglia. Eppure l’economia moderna, e ancor più quella contemporanea, si è pensata come un ambito retto da principi diversi, distinti e per molti versi opposti ai principi e ai valori che hanno sempre retto e continuano a reggere la famiglia. Un principio fondante la famiglia, forse il primo e quello sottostante gli altri, è quello di gratuità, che è quanto è di più distante dall’economia capitalistica, che conosce surrogati della gratuità (sconti, filantropia, saldi) che svolgono la funzione di immunizzare i mercati dalla gratuità vera. La famiglia, infatti, è il principale luogo dove apprendiamo, per tutta la vita e in un modo tutto speciale da bambini, quella che Pavel Florensky chiamava “l’arte della gratuità”. E’ lì che soprattutto da bambini impariamo anche a lavorare, perché non c’è lavoro ben fatto senza gratuità. La nostra cultura, però, associa la gratuità al gratis, allo sconto, alla mezza ora in più al lavoro non remunerata, al prezzo zero (San Francesco ci ha invece detto che la gratuità è un prezzo infinito: non si può né comprare né vendere perché è impagabile). […] La gratuità è un modo di agire e uno stile di vita che consiste nell’accostarsi agli altri, a se stesso, alla natura, a Dio, alle cose non per usarli utilitaristicamente a proprio vantaggio, ma per riconoscerli nella loro alterità e nel loro mistero, rispettarli e servirli. Dire gratuità significa dunque riconoscere che un comportamento va fatto perché è buono, e non per la sua ricompensa o sanzione. […] Se la famiglia vuole, e deve, coltivare l’arte della gratuità, deve fare molta attenzione a non importare dentro casa la logica dell’incentivo che oggi vige ovunque. […] Uno dei compiti tipici della famiglia è proprio formare nelle persone l’etica del lavoro ben fatto, un’etica che nasce proprio dal principio di gratuità. Se, invece, si inizia a praticare anche in famiglia la logica e la cultura dell’incentivo, e quindi il denaro diventa il ‘perché’ si fanno e non si fanno compiti e lavoretti di casa, quei bambini da adulti difficilmente saranno dei buoni lavoratori, perché il lavoro ben fatto di domani poggia sempre su questa gratuità che si apprende soprattutto nei primi anni di vita, e soprattutto a casa. L’assenza del principio di gratuità nell’economia dipende anche, e molto, dall’assenza dello sguardo femminile. […] Le donne guardano alla casa e all’economia vedendo prima di tutto il nesso di rapporti umani che si svolge in esse. I primi beni che vedono sono quelli relazionali e i beni comuni, e dentro a questi vedono anche i beni economici. Non è certo un caso che l’Economia di comunione sia nata da uno sguardo di una donna (Chiara Lubich), né che la prima teorica dei beni comuni sia stata Katherine Coman (nel 1911), e che Elinor Ostrom sia stata insignita (unica donna finora) del premio Nobel in economia proprio per il suo lavoro sui beni comuni. E ci sono due donne (Martha Nussbaum e Carol Uhlaner) all’origine della teoria dei beni relazionali. Quando manca lo sguardo femminile sull’economia, le sole relazioni viste sono quelle strumentali, dove non è la relazione ad essere il bene, ma dove i rapporti umani e con la natura sono mezzi usati per procurarsi i beni. Se lo sguardo e il genio femminile della oikos, casa, fossero stati presenti nella fondazione teorica dell’economia moderna, avremmo avuto una economia più attenta alle relazioni, alla redistribuzione del reddito, all’ambiente e forse alla comunione. È, infatti, la comunione una grande parola che dalla famiglia può passare all’economia di oggi. […] La profezia della famiglia oggi, per essere credibile, deve prendere la forma dei figli e la forma dell’economia, e quindi della condivisione, dell’accoglienza e della comunione. Perché sia i figli che l’economia non sono altro che la vita ordinaria di tutti e di ciascuno, che è il solo luogo dove la profezia si nutre e cresce. Fonte: www.avvenire.it, “Così lo sguardo femminile può cambiare l’economia”, 23 agosto 2018 (altro…)
Set 11, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Vedi il programma completo, aggiornato al 4 settembre, dell’edizione 2018 del laboratorio multi tematico, che si svolgerà nella cittadella internazionale di Loppiano da venerdì 28 a domenica 30 settembre: Programma LoppianoLab 2018_aggiornato al 04 09. 2018 Gruppo Editoriale Città Nuova – www.cittanuova.it Polo Lionello Bonfanti – www.pololionellobonfanti.it Istituto Universitario Sophia – www.sophiauniversity.org Economia di Comunione: http://www.edc-online.org/it/ Loppiano – www.loppiano.it Movimento dei Focolari in Italia: www.focolaritalia.it
Lug 31, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
https://vimeo.com/272754445 (altro…)
Lug 24, 2018 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale
Consapevoli della crisi ecologica e sociale che affronta il nostro pianeta, centinaia di persone in tutto il mondo agiscono costantemente per trovare soluzioni creative a questi grandi problemi e lo fanno, nel loro quotidiano, attraverso azioni grandi e piccole. Azioni che però, spesso, nascono, crescono e muoiono in totale isolamento. “Insieme possiamo fare molto di più” è uno dei motti proposti da Prophetic Economy, un’iniziativa che cerca di creare reti di collaborazione tra tutti coloro che, nel proprio contesto, lavorano a favore dello sviluppo umano, indipendentemente da età, nazionalità e credenze. L’evento principale di Prophetic Economy si terrà a Castel Gandolfo (Roma), dal 2 al 4 novembre 2018. Coinvolgerà esperti di vari campi, come Jeffrey Sachs, economista e saggista nordamericano, uno dei maggiori esperti mondiali in materia di questioni ambientali e sostenibilità, o come Luigino Bruni, economista italiano, coordinatore internazionale del progetto Economia di Comunione. «L’esperienza – afferma Florencia Locascio, coordinatore generale di Prophetic Economy – si rivolge a tutte le persone, organizzazioni e aziende che stanno proponendo soluzioni sostenibili e creative al problema della povertà, della disuguaglianza, della crisi sociale e ambientale che stiamo vivendo. Vogliamo identificare i change-makers, gli “innovatori”, per dare loro visibilità».
Durante l’evento, oltre a workshop, attività di intelligenza collettiva, scambi e conferenze di personalità ed esperti internazionali, si terrà la premiazione del concorso “Prophetic practices award 2018”. Un concorso che intende premiare, dare visibilità e mettere in contatto esperienze già esistenti di “economia profetica”, tutte quelle buone pratiche già in corso e che contribuiscono al bene comune. Paolo Matterazzo, responsabile della comunicazione della Comunità di Nomadelfia, spiega: «Gli adolescenti e le nuove generazioni hanno qualcosa di importante da dire, e contribuiscono fin d’ora con forte slancio, portando esempi concreti molto stimolanti». I primi tre vincitori del concorso riceveranno un premio in denaro e saranno anche invitati a presentare i propri progetti durante l’evento di novembre. Anche i primi dieci classificati avranno l’opportunità di presentare le loro buone pratiche. La scadenza del concorso è prevista per il 1° agosto. Per maggiori informazioni consultare il sito http://www.propheticeconomy.org Fonte: United World Project (altro…)
Lug 3, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Parlare di Spiga Dorata significa narrare la storia di un grande desiderio di spendersi per i più poveri, convertito in una meravigliosa follia imprenditoriale. Un progetto che nel tempo ha generato tanto e raggiunto numeri importanti, sfidando ostacoli e minacce di un luogo spesso ostile come quello della periferia metropolitana del Brasile. L’iniziativa fa da apripista al progetto EdC che Chiara Lubich lancia proprio da San Paolo nel 1991, poiché i primi tentativi di vendita in strada della panetteria risalgono al 1988, e da subito incarnano visione, valori e coraggio di questo nuovo approccio rivoluzionario nel fare economia. «Era un periodo di forte crisi – racconta Adriana Valle, italiana in Brasile da 38 anni e responsabile dell’attività –, risorse economiche limitate, inflazione e disoccupazione pesanti. In questo scenario un gruppo di ragazze, unendo singole competenze, tenta una piccola produzione di prodotti da forno, con cestino alla mano nei marciapiedi fuori dall’attuale Mariapoli Ginetta, nei pressi di Vargem Grande Paulista». Dopo un paio di vendite improvvisate, la produzione si interrompe, ma con sorpresa varie auto di passaggio continuano a chiedere delle “ragazze del pane e del sorriso”. Si decide, allora, di proseguire l’attività dando accoglienza e lavoro a mamme e giovani, permettendo loro di formarsi e sostenersi. Non ci sono ancora nette idee imprenditoriali, tuttavia i clienti aumentano, la cordialità dietro al bancone attira. Nel ’94, l’attività viene spostata dalla strada ad un piccolo spazio chiuso, mentre prende forma il Polo Industriale EdC nelle vicinanze della cittadella. Si crea un secondo punto vendita dall’altra parte della strada, nei pressi di una favela: l’obiettivo è dare la possibilità alle persone che vi risiedono di acquistare il pane senza pericolo di attraversare una strada ad alta velocità.
Le due attività vanno avanti sotto il nome – dato dalla stessa Chiara Lubich – di Spiga Dorata I e II, dal grano maturo che emana luce sotto il sole. Il desiderio è quello di offrire uno sguardo fraterno, luce, armonia; un ambiente in cui ci si senta accolti e sollevati. Mentre l’attività procede, c’è chi demolisce a priori l’idea di impresa basandosi solo sui numeri limitati degli inizi (“con mezzo sacco di farina non si va da nessuna parte”); e chi, invece, ci crede e prende parte allo sviluppo del progetto. Come due imprenditori che, stupiti dal grande lavoro portato avanti, seppur nello spazio limitato delle strutture, contribuiscono finanziariamente. Danno così la possibilità di evitare i licenziamenti e di ristrutturare le istallazioni, offrendo un luogo più degno per i clienti e ampliando l’offerta con altri prodotti di qualità.
Numerose le storie vissute tra quei banconi: chi torna da lontano per provare quell’energia positiva che trova dietro al caffè, e chi, in un sorriso, ritrova la voglia di ricominciare. Nemmeno le difficoltà mancano. In quell’ambiente di periferia i locali subiscono diversi assalti. In uno degli ultimi, davanti alla pistola puntata con la pretesa dell’incasso, Adriana trova il coraggio di dialogare con i rapinatori. Dimostra sincera preoccupazione per il loro destino, una volta fuori dal locale. Il gesto di rispetto ed empatia è così efficace che fa togliere la maschera e disarma quei ragazzi. Dopo quell’episodio, di assalti non ce ne sono più stati. I locali, oggi, hanno un organico di 20 lavoratori fissi e 15 giovani che si alternano, impastano 10 sacchi di farina al giorno e servono da 1200 a 1500 clienti. Nei weekend offrono, a chi ha più potere d’acquisto, una varietà di pani speciali, piatti semipronti, pasticceria per le feste, gelato artigianale, garantendo sempre prezzi accessibili per i clienti quotidiani più poveri. Oltre a creare posti di lavoro e sprigionare autentico amore, la missione generativa di Spiga Dorata sta anche nel creare contatti di vicinanza tra diverse categorie sociali: il povero si sente parte della famiglia, il benestante torna, contribuisce e ringrazia per la possibilità non di donare, ma di ricevere! Fonte: EdC online (di Francesca Giglio) (altro…)