Ott 30, 2006 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Il card. Antonelli: “L’economia di comunione, niente affatto utopistica” L’arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli, è intervenuto all’inaugurazione del primo Polo europeo delle aziende di Economia di comunione, che sorge nei pressi della cittadella internazionale dei Focolari, a Loppiano, sui colli toscani, vicino Firenze. Aveva esordito citando il Papa: “Benedetto XVI ha detto più volte che la storia è guidata da minoranze creative. Stasera partecipiamo ad un evento importante di una minoranza creativa”. Ne ha evidenziato le radici: l’amore evangelico, un amore che “non riguarda solo persone singole, elemosina e volontariato, ma riguarda la cultura, le strutture e i dinamismi della società. E’ il criterio di trasformazione del mondo” come afferma il Concilio. “Mi pare – ha aggiunto – che stasera comprendiamo meglio che cosa tutto questo significa”. Ed ha definito l’idea dell’Economia di comunione “niente affatto utopistica”, ma che “certo richiede grandi energie spirituali, grandi motivazioni, ma è così affascinante che può contagiare tante altre imprese”. Il Presidente Prodi: “Quanto si sta inaugurando ha un ruolo esemplare nella società” “In ogni società, per andare avanti abbiamo bisogno di esempi”. Così il Presidente del Consiglio italiano intervenuto a sorpresa alla cerimonia inaugurale. Il Presidente Prodi si è detto grato per questa realizzazione, per l’impegno di “trasparenza nei bilanci, rispetto delle leggi, e libera condivisione degli utili per attivare una rete di solidarietà”. Ed ha ribadito: “Ogni società ha bisogno di esempi, perché altrimenti si inaridisce, e tutto diventa standard ripetitivo. Qui c’è un esempio. Qui c’è un di più a cui non tutti sono chiamati, ma è il segno di un progresso nella convivenza umana”. Il Polo rende visibile una via economica tesa a sanare il divario tra ricchi e poveri Arrivando al Polo si è subito colpiti dalla originale costruzione che si estende su 9600 metri quadri, ma non appare come un capannone industriale. 5621 gli azionisti. Anche pensionati, casalinghe, studenti sono coinvolti: attraverso l’azionariato diffuso che costituisce la E.di C. spa, si sentono protagonisti di un progetto che ha respiro mondiale. Un’impresa non facile, quella di trasferire la propria azienda o di creare nuove filiali, come è emerso dai flash delle esperienze di questi imprenditori. Ma affascina – è stato detto – venire al Polo per essere una comunità di aziende che si apre al territorio, che si rende visibile per dare il proprio contributo di etica al mondo dell’economia, al sogno di colmare il divario tra ricchi e poveri. Il prof. Zamagni: “Per far rifiorire l’impresa, bisogna ricentrare tutto sulla persona” “La finalità di queste aziende – ha detto Cecilia Manzo, presidente della E.di C. spa, che gestisce e promuove il Polo – suscita la compartecipazione dei dipendenti nella gestione dell’azienda”. E’ proprio quest’ultimo aspetto che è stato sottolineato dal prof. Zamagni, docente di Economia Politica all’università di Bologna. “Oggi, in quest’epoca post-industriale – ha detto – il fattore strategico non è più la macchina, né il capitale, ma la persona umana. Se vogliamo che l’impresa torni a fiorire, bisogna ricentrare tutto sulla persona. Più degli incentivi è importante agire sulle motivazioni di chi lavora”. E’ quanto avviene nelle imprese di Economia di comunione: gli stessi dipendenti condividono il fine per cui l’impresa è nata. “Un’idea geniale, che ha giocato di anticipo”. Chiara Lubich – La consegna di un motto: “Dio opera sempre” La fondatrice dei Focolari, a cui si deve, quindici anni fa, il lancio dell’Economia di Comunione, in un messaggio ha auspicato che il Polo sia “una risposta concreta ai problemi economici di oggi”. Ed ha dato al Polo un motto: “Dio opera sempre”, iscritto su una targa in cotto realizzata dallo scultore Benedetto Pietrogrande, scoperta oggi. “E questo per ricordarci del valore che Dio dà al lavoro, all’ingegno creativo proprio dell’uomo”. Ha poi precisato un altro aspetto di questo progetto: l’essere “parte costitutiva” delle cittadelle del Movimento, chiamate ad essere “un bozzetto di una società nuova basata sul Vangelo”. (altro…)
Ott 27, 2006 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
COMUNICATO STAMPA N. 3
Incisa in Val d’Arno, 28 ottobre 2006 Per una società senza più poveri – E’ questo il sogno che anima il progetto dell’Economia di comunione lanciato da Chiara Lubich quindici anni fa nel corso di un viaggio in Brasile di fronte allo scandalo del divario crescente tra ricchi e poveri. Un progetto che coinvolge a tutt’oggi oltre 700 imprese che stanno sul mercato, in vari Paesi. Un’esperienza che si rende visibile nei poli imprenditoriali che stanno nascendo in alcune cittadelle dei Focolari. Si inaugura il primo polo europeo, con 15 aziende, la costruzione che sviluppa 9600 metri quadri, sorto presso la cittadella internazionale di Loppiano nei pressi di Firenze. Un convegno, svoltosi ieri, venerdì 27 ottobre, nella cittadella e che ha visto una folta partecipazione internazionale, ha approfondito questa esperienza innovativa. Titolo: “Semi di fraternità in economia”. E’ possibile la fraternità in ambito economico? E’ l’interrogativo da cui trae spunto la sociologa brasiliana Vera Araujo. Evidente è l’urgenza di rifondare i punti nodali dell’economia sul principio di fraternità, in un mondo dove il mercato è diventato “una sorta di potere che impone i suoi criteri di giudizio, cultura, valori, metodi a popolazioni, stati, istituzioni”. Risultato: continua crescita delle disuguaglianze. L’attuazione in questi 15 anni del progetto dell’economia di comunione dimostra che è possibile basare l’economia sulla fraternità. Non solo: si può imprimere una svolta, anche se ancora a livello germinale. Ne ha parlato l’economista Luigino Bruni. La prima idea lanciata da Chiara Lubich è la tripartizione degli utili delle imprese: una parte per i più poveri, una per il suo sviluppo e la creazione di nuovi posti di lavoro; una terza parte per la formazione alla nuova cultura del dare in antidoto alla cultura consumista dell’avere. Elementi innovativi che contribuiscono ad un mondo senza più indigenti. “Certo le aziende dell’economia di comunione saranno sempre poche rispetto al numero delle imprese sui mercati, ma – ha osservato il prof. Bruni – i grandi cambiamenti epocali sono spesso il risultato di minoranze carismatiche che hanno dato vita a modelli e a comunità visibili capaci di generare uno spirito emulativo”. L’urgenza di una svolta è invocata anche dalla Banca europea. Uno studio sottolinea “che le crisi si fronteggiano oggi ricostruendo società e valori, nella necessità di un nuovo obiettivo che, nelle imprese non sia solo profitto, e nella persona faccia emergere la capacità di ‘solidarietà sociale’”. Lo ha evidenziato la docente di diritto, Adriana Cosseddu. Significativa l’esperienza di un imprenditore nell’ambito farmaceutico, Armando Tortelli, brasiliano. Dirige la Prodiet: 180 dipendenti, 35 milioni di dollari di fatturato. Fa parte del primo polo imprenditoriale, sorto in Brasile nei pressi di San Paolo. Un’impresa che proprio per aver condiviso gli utili, in questi anni ha registrato una crescita anche nei rapporti con i dipendenti, i concorrenti, senza cedimenti alla corruzione ed evasione fiscale. Nel pomeriggio la testimonianza dei poveri. Toccante il racconto di Letty Mumar di Manila. Povertà, morte del primo marito e abbandono poi del secondo marito. Due figli di cui uno down. Poi l’impatto con il centro sociale dei Focolari. L’esperienza dell’amore dei fratelli la porta alla riscoperta di Dio. Gli aiuti dell’economia di comunione. Non è puro assistenzialismo, ma un aiuto che nasce dalla prossimità e immette voglia di crescere in tutte le dimensioni. Il primo figlio arriva all’università, il secondo, down, può frequentare una scuola pur costosa. Si impegna nello sport. Alle para-olimpiadi delle Filippine riceve 8 medaglie, arriva primo alla corsa veloce. Seguono poi brani di lettere giunte da tutto il mondo: rivelano altri squarci di vita che riacquista dignità, spirito di iniziativa, e che mette a sua volta in moto la solidarietà verso altri ancora più poveri. Altri “segni di fraternità in economia” sono emersi dal dialogo che si è aperto in una tavola rotonda con vari protagonisti dell’economia sociale con cui in questi anni i Focolari hanno intavolato un confronto fertile e arricchente: Acli, Unicoop di Firenze, Compagnia delle Opere, Banca etica, CGM Consorzio. Sono emerse radici diverse, ma valori comuni, coniugati nei modi e con le opere più varie. Acli – Nascono nel 1945. 900.000 soci. Sono luoghi dove si concretizza la vocazione sociale della persona, specie del lavoratore e si trasforma in cittadinanza, in impegno civile e politico, pre-condizioni della democrazia. “In questi anni – ha detto il Presidente Andrea Olivero – abbiamo cercato di reinterpretare il nostro impegno cercando le vie per umanizzare l’economia. L’impegno attuale: la riscoperta di quanto sancito sin dalla fine degli anni 50: mettere al centro la fraternità. Non sono parole, ma atti, regole concrete, non solo nella comprensione del singolo ma anche nell’’ordinamento politico, economico, civile. Banca Popolare Etica – Nasce nel 1994 dall’associazione di 22 organizzazioni del no profit. “Ma – afferma il dirigente Mario Cavagna, ha radici molto profonde. Risalgono ad uno dei primi testi sulla finanza etica, sull’onda lunga del ’68. Si incrocia con il nascere del commercio equo e solidale”. E’ una banca di credito cooperativo e promuove il messaggio culturale legato alla finanza etica. Sostiene il mondo no profit e l’economia solidale. Finanzia la cooperazione sociale, la cooperazione internazionale, la tutela dell’ambiente, la società civile. In questi anni diventa socio anche della Edic spa a sostegno della nascita del Polo, per il comune obiettivo di salvaguardare nell’economia la centralità dell’uomo. Unicoop di Firenze – Ha origini nel 1891, quando nasce la prima cooperativa di consumo. Oggi opera nelle 7 province toscane. Un milione di soci, 7500 dipendenti. 2 miliardi di fatturato annuo. Solidarietà, cultura, consumo consapevole. “L’ultimo versante – ha detto il presidente Turiddu Campaini – è quello dell’attività solidaristica a favore dei Paesi del terzo mondo che si sviluppa in modo più accentuato. In questi anni difficili per l’economia abbiamo cercato di ridurre le voci di costo. Una voce non ha subito flessioni: la voce “solidarietà”. Si riesce a mobilitare 2 milioni di euro, per la realizzazione di progetti con la collaborazione di varie realtà di volontariato, rilevante quella dei Focolari”. Compagnia delle Opere – Nasce nel 1986 per una intuizione di mons. Luigi Giussani. E’ una associazione di rilevanza nazionale, 41 sedi in Italia. 11 sedi all’estero. Un arcipelago di realizzazioni. Quale il segreto? “Condividendo i bisogni degli altri – ha detto il dott. Antonio Mandelli, presidente della Federazione imprese sociali, tra le opere della Compagnia – ci apriamo a un dinamismo che ci stimola a fare tutto il possibile e al meglio per rispondere con sistematicità e con creatività a questi bisogni”. CGM Consorzio – Nasce nel 1987. E’ formata da 3 società di scopo e 83 consorzi locali, ci sono associate circa 1300 cooperative di servizi sociali, sanitari, educativi e di inserimento lavorativo per categorie svantaggiate. Entro la rete CGM operano 35.000 lavoratori di cui circa 9000 persone svantaggiate e volontari. Il traguardo: “Migliorare i luoghi dove viviamo, ha detto Claudia Fiaschi, tra i dirigenti del Consorzio. Ci accomuna l’amore per l’uomo e le comunità operando sul territorio”. In un giro di battute finali, Antonio Mandelli ha espresso una speranza ed un impegno comune: “Come al tempo delle invasioni barbariche, che avevano devastato l’intero territorio italiano, i benedettini hanno contribuito alla ricostruzione della società, così oggi, da questi piccoli luoghi, quali sono queste opere, può partire la rigenerazione della società. Luoghi che hanno un aspetto impegnativo: richiedono tutta la nostra vita”. Claudia Fiaschi ha evocato il concetto della rete “per rendere visibili e dare voce a queste opere che scomodano la cultura prevalente. Farsi cioè carico di comunicare in modo efficace questa esperienza perché si trasformi in prassi, in cultura”. L’impressione comune è che questo confronto abbia segnato l’inizio di un nuovo cammino. Ufficio di Segreteria e Relazioni Esterne via Castagneto, 21 50064 Incisa in Val d’Arno (FI) tel. 055/8334427 info@edicspa.com www.edicspa.com Per informazioni: Stefania Tanesini Addetta stampa cell. 338-5658244
Ott 26, 2006 | Cultura
Comunicato stampa n. 2
sabato 28 ottobre 2006 Burchio – Incisa Valdarno (Firenze) Diretta TV su Telepace dalle ore 15.30 La cerimonia di inaugurazione avverrà alla presenza delle autorità civili e religiose, del mondo imprenditoriale e di azionisti. Saranno presenti i soci fondatori della E. di C. spa, e dirigenti del Movimento dei Focolari, delegati da Chiara Lubich. Sul tema “Il Polo Lionello nell’oggi dell’economia”, interverrà il prof. Stefano Zamagni, ordinario di Economia presso l’Università di Bologna. Venerdì 27 ottobre 2006 – Convegno “Segni di fraternità in Economia” Prospettive attuali dell’economia di Comunione – ore 10-17,30 Salone S. Benedetto – Cittadella di Loppiano (Incisa Valdarno – Firenze) Oltre agli interventi degli esperti, tra cui la sociologa brasiliana Vera Araujo e il docente di economia Luigino Bruni:
dalle Filippine l’esperienza del Banco Kabayan e la testimonianza di chi è stato sostenuto dall’economia di comunione
dal Brasile imprenditori del primo polo dell’EdC, il Polo Spartaco.
Tavola rotonda con i protagonisti dell’economia sociale: esponenti di Banca Etica, Acli, Unicoop Toscana, CGM Consorzio, Compagnia delle Opere. Attese oltre 700 persone dalle varie regioni italiane e imprenditori dalla Germania e Francia. “In tempi come questi l’apertura di un polo di imprese che creerà nuovi posti di lavoro è già di per sé una cosa positiva e tutt’altro che banale. Ma soprattutto le caratteristiche e l’idealità che animano il polo Lionello Bonfanti sono per noi la prova concreta che è possibile coniugare insieme dinamismo e competitività con i valori etici e la solidarietà”. Così il Presidente della Regione, Claudio Martini, intervenendo alla tavola rotonda su “Toscana etica e sviluppo: il progetto di Economia di Comunione” che lunedì 23 ha aperto la settimana di eventi in preparazione alla inaugurazione del Polo Lionello Bonfanti. Vi hanno partecipato in 200 tra imprenditori e rappresentanti del mondo politico bancario ed di associazioni di categoria. Conferenza stampa – Alcuni dati – Il Polo Lionello Bonfanti si estende su un’area di 9600 metri quadri, conta su 5.621 azionisti, ospita già 15 aziende che a pieno regime saliranno a 30. Questi i dati forniti dai dirigenti della E. di C. spa che gestisce il Polo, alla conferenza stampa, seguita alla tavola rotonda, convocata dallo stesso presidente della regione Toscana, ClaudioMartini, presso la sede del polo Lionello Bonfanti. “Imprese ‘for profit’ che destinano una parte non trascurabile degli utili al ‘non profit’, cioè ai più indigenti – ha spiegato Giuseppe Manzo, vicepresidente dell’E.di C. spa – destinando il 30 per cento degli utili ad uno specifico fondo di solidarietà. Un progetto – ha ricordato – lanciato da Chiara Lubich 15 anni fa dal Brasile, per lottare contro la povertà e l’ingiustizia del divario tra ricchi e poveri. Appello a cui hanno risposto oltre 700 aziende di tutto il mondo, più di 200 in Italia”. Dal sito www.edicspa.com sono scaricabili comunicati stampa, programma, schede di approfondimento, modulo di accredito. Foto: si possono richiedere all’addetta stampa. Per l’evento del 27 ottobre è gradito l’accredito. Per motivi organizzativi, il 28 ottobre, l’accredito è obbligatorio. Per informazioni: Stefania Tanesini Addetta stampa cell. 338-5658244 Ufficio di Segreteria e Relazioni Esterne via Castagneto, 21 50064 Incisa in Val d’Arno (FI) tel. 055/8334427 info@edicspa.com www.edicspa.com
Ott 23, 2006 | Cultura
Che cos’è l’Economia di comunione
Come nasce l’idea – È davanti allo “scandalo di un mondo fatto di lussuosi grattacieli e di baracche disumane”, durante un viaggio di Chiara Lubich a San Paolo in Brasile nel ’91, che “si accende la scintilla ispiratrice di quella che subito viene chiamata Economia di Comunione”.
L’obiettivo: un futuro senza più indigenti
Il progetto – La fondatrice dei Focolari si rivolge in modo specifico al mondo imprenditoriale, all’impresa. Propone un agire economico che coniughi economia e comunione, ispirato ad una nuova cultura, “la cultura del dare” antidoto alla “cultura consumista dell’avere”. La novità: suscitare aziende che “producano per condividere” destinando una parte degli utili ai più poveri, una parte alla promozione della cultura di condivisione ed un’altra parte per sostenerne lo sviluppo dell’azienda stessa. Questa idea rimbalza in tutto il mondo ed oggi sono oltre 700 le aziende produttive e di servizi che hanno raccolto questa sfida, alcune costituendosi appositamente, altre orientando all’economia di comunione il proprio operare. Infatti l’intero stile di agire economico, di gestione aziendale e di aiuti agli indigenti è ispirato alla comunione, alla reciprocità. L’economia di comunione, novità dottrinale. Fin dall’inizio la riflessione culturale – tesi di laurea, articoli, monografie, convegni accademici – ha accompagnato l’esperienza concreta, e la dimensione vitale ha ispirato gli studi, dando luogo ad una reciprocità tra teoria e prassi che costituisce uno degli aspetti più tipici dell’EdC.
Il Polo delle imprese di Economia di Comunione italiane e l’ E. di C. s.p.a.
I Poli imprenditoriali. Sono espressione tipica dell’economia di comunione. Sede di alcune aziende, sono il punto di riferimento per tutte le altre aderenti od orientate al progetto. Ad essi si rapportano, in maniera costante, studiosi ed economisti che vi trovano originali “laboratori” di una economia rinnovata. Far nascere anche in Italia un Polo imprenditoriale, “faro di credibilità” per l’economia di comunione, a cui potranno collegarsi le aziende italiane gestite secondo questo progetto: è la sfida che Chiara Lubich lancia il 5 aprile 2001 a Castelgandolfo (Roma), alla scuola internazionale per operatori dell’Economia di Comunione. Il 13 ottobre 2001 si costituisce la E. di C. s.p.a., con sede in Loppiano, Incisa in Val d’Arno (Firenze). E’ una società ad “azionariato diffuso” che con i 5621 soci attuali, testimonia l’impegno di quanti, pur non imprenditori, desiderano essere protagonisti dell’Economia di Comunione. Ha come fine la realizzazione e la gestione del Polo imprenditoriale italiano, come pure la progettazione di iniziative connesse al suo sviluppo. Fortemente qualificante l’articolo 36 dello statuto: il 30% degli utili è devoluto ad un fondo speciale di solidarietà per far fronte alle necessità degli indigenti.
Struttura architettonica del Polo
La struttura del Polo esprime un forte valore simbolico, oltre che funzionale. La quinta muraria in mattoni vuole significare il radicamento nel territorio e la sua forma, concava, ricorda due braccia che accolgono. Attraversando la hall, punto di snodo delle diverse zone, si arriva nella galleria sulla quale si affacciano i laboratori e il corpo uffici: è la “piazza” di questa piccola comunità, luogo di incontro degli “abitanti” del Polo e spazio destinato ad eventi pubblici. L’interno è concepito in maniera modulare e flessibile: l’edificio sviluppa un totale di 9600 mq destinati ad usi produttivi, artigianali, spazi commerciali e uffici.
Il Polo e la cittadella internazionale di Loppiano
Una peculiarità dei Poli di Economia di Comunione è quella di sorgere nei pressi delle cittadelle del Movimento dei Focolari. Il Polo Lionello Bonfanti sorge in località Burchio, (Incisa Valdarno), a pochi chilometri dalla cittadella internazionale di Loppiano. Ne costituisce un importante completamento. Sin dal 1962 Chiara Lubich, ad Einsiedeln in Svizzera, guardando dall’alto di una collina il complesso di una delle abbazie che nei secoli erano state centri propulsori di civiltà, aveva intuito la possibilità che, dal Movimento potessero sorgere piccole città moderne composte di scuole, case, industrie -città/pilota -per un mondo nuovo, la cui legge fosse quella del Vangelo, l’amore reciproco. Loppiano, nata due anni dopo, nel 1964, è la prima delle oltre 30 cittadelle sorte nel mondo, e la più sviluppata. L’internazionalità è la sua caratteristica: oltre 800 i suoi abitanti provenienti da 70 Paesi dei 5 continenti. Negli anni, via via assume l’aspetto di una città, anche se in miniatura. E’ formata da case, scuole, centri d’arte, attività artigianali e agricole. Ogni anno sono più di 40.000 i visitatori. Per lo stile di convivenza che testimonia, Loppiano è di luce anche per le grandi città multiculturali e multietniche di oggi.
Ott 23, 2006 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dopo le “Porte aperte al Polo Lionello Bonfanti” – un momento di festa che domenica 22 ottobre ha visto la partecipazione di oltre 2000 abitanti di Incisa e del Valdarno – il Polo si è confrontato con le istituzioni regionali. Riportiamo ampi stralci di quanto pubblicato da ‘Prima Pagina’ sulla tavola rotonda svoltasi lunedì 23 ottobre, presso la sede del Polo a Burchio, Incisa Valdarno, dal titolo: “Toscana, etica e sviluppo: il progetto di economia di comunione”. Era questo il secondo dei quattro appuntamenti che precedono l’inaugurazione del Polo, sabato 28 ottobre.
Conta su 5.621 azionisti, ospita già 15 aziende che saliranno presto a 30. E’ il Polo italiano delle aziende di Economia di comunione ‘Lionello Bonfanti’ che ha sede in Toscana, vicino alla città internazionale di Loppiano, sede storica del Movimento dei Focolari. Al convegno ‘Toscana, etica e sviluppo: il progetto di economia di comunione’ tenuto nella sala del nuovo polo produttivo, hanno partecipato, tra gli altri, l’assessore regionale alla cooperazione internazionale, perdono e riconciliazione fra i popoli, Massimo Toschi, e il Presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che ha preso parte, insieme al sindaco di Incisa, Fabrizio Giovannoni, alla conferenza stampa organizzata a conclusione della mattinata, per illustrare le finalità dell’iniziativa da parte dei responsabili di E.di.c. spa, la società che fa riferimento al Movimento dei Focolari, che ha realizzato e gestisce il polo. “Il polo Bonfanti – ha detto Martini – rappresenta per la Regione Toscana una buona notizia, soprattutto per le caratteristiche e l’idealità che lo animano. Sono per noi la prova concreta che è possibile coniugare insieme dinamismo e competitività con i valori etici e la solidarietà”. Martini ha concluso esprimendo la sua ammirazione per l’iniziativa e assicurando la collaborazione della Regione Toscana. Fra le ipotesi allo studio il Presidente Martini ha annunciato quella di una riduzione dell’imposizione fiscale per questa tipologia di imprese, sul modello di quanto già avviene per le zone di montagna, per le imprese giovanili e per le onlus.
Sono di diversi tipi le imprese che costituiscono il nuovo polo imprenditoriale intitolato alla memoria di ‘Lionello Bonfanti’, magistrato, che fu uno dei fondatori, negli anni ’60 della città internazionale del Movimento dei Focolari, a Loppiano. Si va dalle imprese manifatturiere a quelle di servizi, comprese le società di consulenza e di assicurazione e presto anche un attrezzato poliambulatorio medico. C’è anche chi ha pensato di mettere insieme la pausa caffè con l’acquisto di un libro, ma anche con l’acquisto di un capo di maglieria. E’ questa l’idea innovativa che lega PhiloCafè dell’imprenditore bresciano Bertagna, con la libreria Arcobaleno e la pasticceria Dulcis in Fundo: un modello importato dagli Usa per l’aspetto imprenditoriale, declinato in modo originale grazie alla destinazione sociale di una quota degli utili pari al 30%. Sono questi tre esempi delle 15 “imprese ‘for profit’ che destinano una parte non trascurabile degli utili al ‘non profit’” che oggi fanno parte del polo ‘Bonfanti’, come ha detto Giuseppe Manzo, vicepresidente di E.di C. nell’illustrare la filosofia che li ha portati a costituire una società di capitali, con uno statuto che all’articolo 36 prescrive a ciascun aderente che il 30% degli utili sia destinato ad uno specifico fondo di solidarietà. Il Polo Bonfanti è il primo di questa tipologia in Italia e in Europa, il settimo nel mondo. In totale, le aziende di Economia di Comunione sono oggi, nel mondo, quasi 800. Oltre 200 operano in Italia e di queste una trentina in Toscana. (da ‘Prima Pagina’ Quotidiano Telematico della Regione Toscana- 23/10/06)