2 Set 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Ma come si è svolto il programma del “Day 2”? Com’è stata chiamata la seconda giornata del Genfest allo Sport Arena di Budapest. Gli interventi, le musiche, le coreografie, in una varietà di suoni, colori e movimenti, hanno percorso la metafora della costruzione di un ponte. Quel “Let’s bridge”, tante volte scambiato come saluto, ha acquistato una profondità diversa. Fa i tuoi calcoli è il primo passo. Ci sono i conflitti, come racconta Bassem dell’Egitto sull’esperienza fatta in seguito agli eventi di Piazza Tahrir. C’è l’esclusione sociale, messa in rilievo dall’esperienza vissuta da Plinio, in Brasile. C’è contesto di violenza che chiama vendetta… o possibili scelte per decidersi ad un impegno che porta ad affrontare le situazioni problematiche dell’ oggi. Sporcarsi le mani, scavare nel fango il passo successivo. Lo possono dire letteralmente i giovani della Thailandia quando raccontano l’esperienza fatta nell’aiutare gli alluvionati del proprio Paese. L’impegno è nell’andare incontro, in prima persona, alle situazioni di necessità. Lo raccontano anche, in modo diverso, Ricardo (Cile) e i giovani dell’Indonesia e della Svezia. Piantare i pilastri. A questo punto si parla delle fondamenta. È il momento di rivivere l’esperienza di Chiara Lubich attraverso un monologo teatrale e la sintesi di un suo intervento all’ONU. Il messaggio è chiaro: la scelta di Dio che è Amore e che porta ad amare. La Regola d’oro espressa dalle Scritture cristiane dice: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt. 7,12). Ma, con sfumature diverse, lo dicono anche i testi sacri delle altre grandi Religioni. Lo confermano le esperienze fatte dai giovani dell’India, cristiani ma anche indù, da due giovani sposi della Svizzera e non ultima la storia di Nacho, giovane argentino che decide di lasciare una promettente carriera come calciatore per scegliere di vivere a tempo pieno per gli altri. Scelte coraggiose, spesso controcorrente, sempre portatici di pienezza di vita.
La realizzazione del ponte è la tappa successiva. Immagine dell’unità che passa attraverso azioni concrete in tutti gli ambiti del quotidiano. Senza dimenticare qual è la chiave di volta che permette all’arco del ponte di non crollare: amare anche quando c’è il dolore. Lo illustrano alcuni giovani italiani impegnati in un centro di accoglienza per immigrati clandestini, portando con sé le immagini e la voce dei loro amici. Anche Adhelard e Ariane, che dal Burundi fanno tutti partecipi della loro vita in un campo di ex rifugiati alla periferia di Bujumbura. E Kaye che, dalle Filippine, porta la sua dura esperienza di separazione familiare. Sono storie che finora non hanno avuto un finale felice ma che, vissute nell’amore, permettono di sperimentare la pienezza della vita anche in queste situazioni dolorose. Si creano così basi solide che permettono di attraversare il ponte, ultima tappa di questo percorso figurato. Il ponte permette l’apertura verso molte strade. Lo sanno Issa, cristiano di Nazaret e Noura, musulmana di Gerusalemme. Si incontrano regolarmente, assieme ad altri giovani cristiani, musulmani ed ebrei per approfondire la conoscenza reciproca e pregare per la pace. Dell’intervento della presidente dei Focolari, Maria Voce, e del lancio dell’ United Word Project ne abbiamo già parlato. Certo è grande la gioia dei 12.000 quando in serata lasciano lo Sport Arena, tutti in marcia verso il simbolico Ponte delle Catene. Trenta secondi di silenzio danno il via al flashmob più internazionale della storia. Al grido di “Go!” i giovani si scambiano delle sciarpe colorate su cui ciascuno ha scritto una frase, il proprio nome, una consegna. Gioia, festa, confusione accolgono il nuovo Stop che fa distendere le stoffe e scoprire: “Il dono che Dio ha voluto farmi”, così si esprime una giovane laziale in lacrime dopo aver letto il suo messaggio: “Dio ti ama immensamente”. “Oggi si comincia a vivere per la pace”, si legge su un altro. Let’s bridge è ricopiato in tutte le lingue. “Il bracciale, segno del patto, l’ho messo non per conformismo ma perché mi impegno”, dice un altro. A guardare questi volti, c’è da crederci sul serio. Budapest forse potrà scrivere, nella sua storia, questa insolita e non violenta rivoluzione che da qui è rinata.
Mattina conclusiva del 2 settembre a Piazza Santo Stefano, in pieno centro città, con la celebrazione della S. Messa per i ragazzi cattolici, presieduta dal cardinale Peter Erdö, arcivescovo di Budapest. I giovani appartenenti ad altre Chiese celebrano le proprie liturgie nei rispettivi luoghi di culto, mentre per i 160 tra musulmani, buddhisti e hindu è pronto uno spazio proprio. Infine, s’incontrano tutti insieme per un momento di silenzio e di raccoglimento per la pace: il Time out. Il prossimo appuntamento è a Rio de Janeiro. Dal palco due brasiliani invitano alla Giornata Mondiale della Gioventù del 2013. Si parte con l’impegno a costruire relazioni di fraternità, tra singoli e gruppi, nei 104 Paesi di provenienza. Da Budapest al mondo!
(altro…)
1 Set 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
L’intensa giornata di ieri, 31 agosto, è iniziata al Parlamento ungherese dove è stata accolta una delegazione internazionale dei giovani presenti al Genfest, e seguita nel pomeriggio con una grande festa nella spianata dello Sports Arena, l’apertura di una “Expo dell’Est Europa”, performance e attività sportive e interviste trasmesse in diretta audio. Alla sera, il festoso concerto serale con giovani artisti provenienti dai cinque continenti, preceduto dai saluti del sindaco di Budapest Tarlós István e dal Presidente della Conferenza Generale dell’Unesco M.me Katalin Bogyay. Benedetto XVI ha inviato un messaggio con “Calorosi saluti a tutti i giovani”. E, in riferimento al moto del Genfest “Let’s bridge” e ai ponti sul Danubio distrutti nella Seconda Guerra Mondiale, afferma che: “Dalle ceneri di quel terribile conflitto è nata la determinazione di costruire la pace su fondamenti duraturi, una determinazione che sarebbe stata l’inspirazione alla base della fondazione del Movimento dei Focolari. E auspica che “questa bellissima città sia un segno di speranza per ispirare tutti i giovani presenti a offrire la mano dell’amicizia a quelli che provengono da altri contesti e culture, ‘così da dare forma alla città terrena nell’unità e nella pace, rendendola in qualche misura un’anticipazione e una prefigurazione della città indivisa di Dio’ (Caritas in Veritate,7)”. Oggi, 1° settembre, la presentazione delle varie delegazioni nazionali e la prima parte di “Let’s brigde”, metafora della costruzione di un ponte nelle sue varie fasi. Si sono alternate riflessioni e testimonianze di giovani da varie parti del mondo impegnati a realizzare la fraternità universale. Un momento solenne: il via ufficiale dell’United World Project e l’adesione personale e collettiva dei giovani che vogliono fare sul serio. Il progetto ha lo scopo di mettere in evidenza e promuovere la fraternità messa in atto da singoli, gruppi, nazioni, dando vita ad un Osservatorio internazionale permanente riconosciuto dall’ONU. A questi giovani Maria Voce, si rivolge lanciando una sfida:“Guardate in alto. Guardate lontano, è lì che troverete l’appiglio sicuro. Guardate all’amore che è Dio. Lui è l’unico che non vi delude… Mettetevi dalla sua parte, cercando di vedere le cose e il mondo con i suoi occhi, e sarete pilastri fermi di ponti nuovi sui quali camminerete sicuri, felici, e tanti altri vi seguiranno”. L’intenso ascolto dei giovani sembra approvare ogni sua parola.
“E poi non abbiate paura! – continua la presidente –. Siate voi stessi ed entrate personalmente nella società, mettendo a disposizione di grandi e piccoli la vostra personalità, la vostra competenza e i vostri talenti. Il vostro contributo è unico, irripetibile, diverso da quello degli adulti… Siete chiamati ora a spendervi per qualcosa di immenso, lasciando dietro di voi qualcosa di immortale”. A questo punto Maria Voce incalza: “Occorre per questo passare subito all’azione… Cominciate quindi ad amare concretamente. Il primo passo non è quello delle azioni grandi, ma quello dei piccoli atti d’amore che fanno grande la vita e hanno il potere di cambiare il mondo e di incidere sulla società… E non lasciate che i ponti costruiti oggi vengano meno. Il primo ponte è stato costruito proprio fra tutti voi… Avete edificato insieme un pezzo di mondo unito e ognuno porta ora in sé la forza di questa esperienza… Così può partire da questo SportArena un unico fiume d’amore”. Conclude ricordando una frase della fondatrice, Chiara Lubich “occorre nel mondo un supplemento d’anima, un supplemento di amore. E questo dobbiamo portare!”. E augura loro:“Coraggio, allora! Tutti uniti in questa bellissima avventura!”. Alla sera, un grande e simbolico “Flashmob” realizzato dai 12.000 giovani presenti, in diretta streaming – e moltiplicato in tante parti del mondo –, nel Ponte delle Catene sullo storico Danubio, per mostrare l’impegno dei “Giovani per un mondo unito” a costruire ponti tra uomini, paesi, religioni e culture.
Discorso di Maria Voce ai giovani presenti al Genfest
Messaggio del Santo Padre, Benedetto XVI
(altro…)
28 Ago 2012 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
“L’incontro di migliaia di giovani provenienti da tutte le latitudini, di diverse etnie, culture e religioni, mossi da un’idea che è già esperienza di vita e azione sociale: costruire un mondo unito e solidale”. È la presentazione che la testata ufficiale della Chiesa cattolica fa della grande manifestazione organizzata dai giovani dei Focolari, ormai al via nella capitale ungherese. Il giornale Vaticano sottolinea la costruzione di lacci d’unità a tutto campo e, in particolare, “fra gruppi e movimenti, fra cristiani di varie denominazioni e tra fedeli di diverse religioni”. L’articolista ricorda come soleva definire il Genfest Chiara Lubich: “Una cascata di Dio”, la cui sorgente – continua il giornale – “è la stessa scintilla ispiratrice del movimento (dei Focolari), la scoperta di Dio Amore”. Leggi tutto l’articolo Sito ufficiale del Genfest Area Stampa (Servizio Informazione Focolare) (altro…)
27 Ago 2012 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
A poche ore dall’inizio del Genfest, l’attesa è grande. Quest’anno sarà la decima edizione della manifestazione nata da una intuizione profetica di Chiara Lubich (1920 – 2008) del 1973, a Loppiano (Italia). Alle nuove generazioni, presenti fin dagli inizi nei Focolari, Chiara ha consegnato senza riserve il suo ‘sogno’ di un mondo unito: ‘Ho sempre avuto una grande fiducia nei giovani – diceva – sono il futuro del mondo! Sono fatti per i grandi ideali e sanno seguirli con radicalità. La scoperta di un Vangelo che si fa vita e che attua ciò che promette, è ciò che più li attira. É l’ideale di un mondo unito che li affascina’. I giovani dei Focolari stanno lavorando da più di un anno, insieme agli adulti del Movimento, in una comunione di idee ed esperienze professionali. Sono 3.000 i volontari coinvolti e 600 tra attori, tecnici e staff, provenienti da tutto il mondo. Ve ne facciamo conoscere alcuni. Ark dalle Filippine: “Sono infermiere e non ho l’esperienza di un professionista che organizza grandi eventi, ma il cercare di vivere il Vangelo, mi aiuta a vedere ogni momento (sia positivo che negativo) come un’opportunità per amare e costruire rapporti di fraternità con chi ho accanto”. “Lavoro nella commissione che si occupa della produzione generale. – dice Luca, italiano, con studi in optometria – Sapersi perdonare quando necessario e riuscire a mantenere l’ago della nostra bussola puntato sempre in Alto è straordinario”. Zsolt, ungherese di professione economista, che sarà responsabile di uno degli alloggi dove verranno ospitati i giovani, non frena il suo entusiasmo:”Non vedo l’ora di dare una mano nel funzionamento del buffet, durante il periodo delle prove generali!”. E poi c’è Lisa che viene dall’Austria e canterà una delle 21 canzoni, composte dai giovani dei Focolari in diversi Paesi del mondo, vincitrici del concorso del Genfest; Andrea, italiano e giornalista, che sarà uno dei 3 conduttori del Genfest; Rafael, 27 anni, pubblicista, che da più di un anno ha lasciato il Brasile e il suo lavoro per dedicarsi completamente alla preparazione di questo evento di cui è corresponsabile del settore della ‘comunicazione’. Maru, argentina, ci confida: “Facendo questo lavoro – si occupa della pagina del Genfest su Facebook in spagnolo – ho scoperto che il mondo unito, non solo, sarà possibile realizzarlo a Budapest, ma che si comincia a viverlo, nella preparazione, con la squadra di lavoro”. E, ancora, Adélard burundese, che suonerà con altri 16 ragazzi e Pelusa argentino, uno dei 4 componenti della band “Anima Uno”. E non si finirebbe più… Fabricio, peruviano e ingegnere civile esprime l’esperienza di tutti: “Abbiamo forte in cuore che la fraternità universale non è un’utopia, è uno stile di vita al quale abbiamo aderito e che vogliamo portare avanti dai piccoli atti concreti fino alle grandi manifestazioni. Siamo coscienti che siamo giovani e non abbiamo tante risorse individualmente, ma noi ce la stiamo mettendo tutta. Il cammino è già iniziato!”. Sono numerosi i fan (tra i 18 e i 24 anni) che seguono i canali ufficiali dell’evento, sulle reti sociali, in varie lingue. Le persone raggiunte sono circa 76.000 ogni settimana. Per seguire l’evento su Twitter l’hashtag è: #genfest.
 |
 |
 |
The Genfest 2012 project has been funded with support from the European Commission.
This communication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein.
|
(altro…)
17 Ago 2012 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
Al Genfest , incontro internazionale dei giovani dei Focolari che si terrà a Budapest dal 31 Agosto al 2 settembre, si vivrà anche un momento di scambio sulle esperienze concrete che vedono impegnati i giovani da anni. Ve ne presentiamo alcune, in anteprima che mostrano come ognuno sia in prima fila, lì dove vive, coi problemi e le sfide che ogni giorno incontra. In Colombia, dove la pioggia non dà tregua da più di un anno, con oltre 500 fra morti e dispersi e quasi 3 milioni di persone che hanno subito danni, i giovani hanno iniziato da Soacha, una città alla periferia di Bogotà e assieme agli adulti, hanno organizzato una campagna per raccogliere viveri e vestiti. In più hanno ricevuto 200 paia di stivali e una quantità di alimenti che hanno distribuito alle famiglie più bisognose. Oggi la situazione si è aggravata, per via di malattie e problemi di convivenza nei campeggi ma loro continuano a raccogliere aiuti e a stare vicino alla gente.
Catania-Bujumbura – Il ponte tra i giovani di queste due città si è materializzato in una tastiera. Da una videocall skype in cui il complesso africano “Gen Sorriso” (che si esibirà anche a Budapest) ha cantato in kirundi, i giovani liceali del “Galilei” di Catania, hanno avuto l’idea di offrire loro una tastiera. A tal fine hanno lanciato l’operazione “Un gelato per il Burundi”. Al successivo collegamento, concerto virtuale intercontinentale di tam tam e chitarra (in Burundi) e tastiera, che per ora è ancora a Catania, ma che è destinata al complesso burundese. La sfida della diversità – Giovani buddisti e cristiani hanno dato vita, negli anni, a 3 simposi di scambio e confronto su temi come l’impegno per la pace, vivere e trasmettere la Fede, creando così una rete d’amicizia e fraternità interreligiosa, interculturale ed internazionale. 72 musulmani e cristiani di 5 Paesi del Medio Oriente e Nord Africa si incontreranno a Budapest per la prima volta e, in tempi record, dovranno mettere insieme la coreografia che i gruppi nei rispettivi Paesi hanno imparato, grazie alle lezioni virtuali passate da un Paese all’altro via youtube. Non sono da meno i giovani dell’India: indù del movimento ghandiano Shanti Ashram e cristiani hanno lavorato insieme per mesi alla loro danza, che vuole esprimere la diversità delle religioni e caste presenti nel loro Paese, in stile classico indiano. Queste sono solo alcune delle molteplici esperienze di dialogo interreligioso. Di molte altre, Num, buddista della Thailandia, parlerà il prossimo 1° settembre al Genfest, mentre saranno un cristiano di Nazareth e una musulmana di Gerusalemme a raccontare ai 12.000 cosa significa vivere per la fraternità nel cuore del conflitto israelo-palestinese e della difficile convivenza di tre religioni ebraismo, cristianesimo e islam. Fra loro ci sono anche giovani che non hanno un credo religioso, ma che condividono l’impegno a vivere per un mondo più unito. Da ricordare il progetto United World Projecte che, concepito e sviluppato dai giovani dei Focolari e aperto alla collaborazione con tutti, verrà lanciato, nella sua prima fase, proprio a Budapest. Ha lo scopo di mettere in evidenza e promuovere la fraternità messa in atto da singoli, gruppi e nazioni. Darà vita anche ad un Osservatorio internazionale permanente, riconosciuto dall’ONU. Fonte: Servizio Informazione Focolari – SIF
 |
 |
 |
The Genfest 2012 project has been funded with support from the European Commission.
This communication reflects the views only of the author, and the Commission cannot be held responsible for any use which may be made of the information contained therein.
|
(altro…)