Ott 19, 2011 | Cultura
Misteriosa, inasible, fascinante: así es como muchos ven la santidad. Más aún para aquellos que –como el autor de estas páginas– se preguntan sobre la existencia de Dios sin encontrar una respuesta convincente. Chiara Luce Badano era la mejor amiga de su hermana: de aquí la idea de contar su historia en “en vivo y en directo”, pero desde las orillas, como “cualquiera de los centuriones del Calvario, como un camillero en Waterloo, como el portero de las Twin Towers”. El autor observa, recuerda, escucha y nos relata un acontecimiento extraordinario que aún hoy nos involucra –y nos estremece– tanto: el de una historia de santidad construida en el día a día.
Datos del autor:
Franz Coriasco, italiano, es autor de radio, teatro, televisión y música. En su calidad de crítico musical colabora con el semanario Famiglia Cristiana, la publicación quincenal Città Nuova y con Dimensioni Nuove, de aparición mensual. Es también autor y coordinador artístico de importantes eventos para RAI Uno y consejero de arte de Radio InBlu.
Ciudad Nueva Argentina
Ott 4, 2011 | Cultura
Datos del autor:
Gennaro Cicchese (Agnone, 1961). Docente de Antropología Filosófica en el Instituto de Ciencias Religiosas de la Pontificia Universidad Lateranense y profesor invitado en el Centro San Agustín de Dakar (afiliado a la Universidad Salesiana). Publicó artículos y ensayos en obras colectivas, enciclopedias y revistas especializadas. Miembro de la Asociación de Docentes Italianos de Filosofía (ADIF), de la Asociación Teológica Italiana (ATI), y secretario del SEFIR (Área de Investigación Ciencia y Fe sobre la Interpretación de lo Real). Entre sus volúmenes podemos contar: I percorsi dell’altro. Antropologia e storia (1999); L’uomo e il cosmo tra revelazione e scienza (compilador, 2003); Intelligenza e linguaggio (compilador, 2004); Scienze informatiche e biologia. Epistemologia e ontologia (compi- lador, 2011).
Ciudad Nueva Argentina
Lug 28, 2011 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Come tutte le focolarine, Lina Velasquez vive in un “focolare”, cioè il cuore della comunità. Sono in 6 alla periferia di Guatemala City. Anche nel suo paese, popoli ed etnie hanno incontrato conflitti gravi con tanto dolore e a volte discriminazioni. Che cos’è per te vivere con altre focolarine – una guatemalteca ladina, una focolarina guatemalteca di un’altra etnia, una nicaraguense, una messicana e una salvadoregna – un piccolo mondo in miniatura…? Che cosa aiuta l’inculturazione tra di voi? L’amore fra di noi, con la misura dell’amore che ci ha indicato Gesù, e cioè di essere pronte a dare la vita l’una per l’altra, anche nelle piccole cose quotidiane: alle volte per amore è meglio tacere, altre volte è meglio dire cosa abbiamo in cuore. Mi aiuta tanto capire che l’altra è diversa da me e che posso imparare da tutti, essere una persona che ama e non “una indigena” che vuole che gli altri la capiscano. L’inculturazione fra noi è una testimonianza per quelli che ci conoscono e un contributo ad eliminare discriminazioni. Sento che sono fortunata ad avere un ideale che ci unisce e che ci arricchisce reciprocamente.
Sono insegnante in una scuola dove ci sono bambini “ladinos” e “indigeni”. Questo mi aiuta ad amare tutti senza distinzione, senza pregiudizi, senza timore di essere quella che sono. Ogni giorno si lancia il “dado dell’amore”. È uno strumento molto originale ed educativo che usiamo con i bambini: sulle sue facce sono scritte sei frasi, come: amare tutti, amare il nemico, amarci a vicenda, farsi uno, amare per primo e vedere Gesù in ogni prossimo. Ci sforziamo tutti insieme di viverne un lato alla volta. Anche per me è di grande aiuto perché, quando non lo faccio, i bambini mi chiedono: perché lo dice, ma non lo vive? Una mattina dal dado esce “amare il nemico”. Proprio quel giorno il papà di un bambino mi sgrida dicendo tante cose che non sono giuste. Io l’ascolto e dentro di me chiedo a Gesù di aiutarmi a perdonare e vedere il “nemico” con occhi nuovi, anche se mi costa fatica. Il giorno dopo arriva quel papà ed io, con un bel sorriso, lo saluto. È proprio sorpreso, si avvicina e mi dice: “Veramente di cuore ti chiedo scusa, oggi ho capito che sei una vera cristiana, capace di capirmi.” Il suo atteggiamento da allora è cambiato. Alcuni genitori che non mi conoscono, soprattutto se sono vestita col mio abito tradizionale, mi scambiano per la ragazza delle pulizie e non lasciano che i bambini mi salutino e abbraccino. Ma i bambini stanno imparando ad amare tutti, anche me, e portano a casa questa scoperta. È una liberazione che vorrei sperimentassero tutti gli “indigeni” che non si vestono in costume e nascondono la loro origine. Sono felice di lavorare in questa scuola perché sento che posso aiutare a formare persone nuove capaci di amare senza pregiudizi, perché si sentono figli di Dio, a sperimentare insieme che ogni cultura ha una grande ricchezza da dare alle altre.
- La tua lingua è il Kaqchikel. È una lingua che ancora si usa?
I miei genitori non ci parlavano in Kaqchikel, ma i miei nonni sì, perché non hanno mai imparato bene lo spagnolo. La maggioranza delle persone della mia comunità lo parlano fra di loro, ma mai in città perché si vergognano. Adesso con la riforma educativa che c’è in Guatemala, i giovani hanno incominciato a valorizzare la lingua e anche la ricchissima cultura indigena. Io sto facendo un Master per conoscerla bene e fare comprendere alla mia gente che i valori che io vivo possono essere un dono. Ho capito che la spiritualità dell’unità deve arrivare al mio popolo nella mia lingua, perché la capiscano meglio. A cura di SSA (altro…)
Set 18, 2005 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Come voi, la maggioranza dei salvadoregni sono convinti che lavorare per costruire un Centro America sempre più unito non è un’ utopia, ma un’aspirazione iscritta nella cultura, nella storia e persino nella configurazione geografica della nostra regione”. E’ questo il messaggio di benvenuto del Presidente del San Salvador, Elías Antonio Saca, letto in apertura del grande incontro che ha visto riunite oltre 2000 persone nell’Anfitetratro della Fiera Internazionale di El Salvador. Il presidente ha ricordato l’unità culturale precolombiana, i tentativi di unità politica post-indipendenza con la Repubblica Centroamericana (1821-1842), i nuovi tentativi di unificazione nella seconda metà del XX secolo con il MERCOMUN.
I partecipanti – molti i giovani – provenivano da Paesi del Centro America dove, come in molte altre regioni del mondo, è in atto un processo di unificazione per la presa di coscienza che solo insieme si possono trovare soluzione ai conflitti sociali e rafforzare la pace.
“Si parla molto di integrazione economica, sociale e politica, ma ci deve essere anche una integrazione religiosa”. Lo ha evidenziato il Dr. Rodrigo Samayoa, del partito Alianca Repubblicana Nacional. Questo incontro, il primo del suo genere nella storia della regione, è stato infatti promosso da Movimenti ecclesiali, nuove comunità e gruppi appartenenti a Chiese diverse, che hanno intrapreso un cammino di comunione, proprio per contribuire all’unità spirituale della regione e di tutto il continente.
Ha sorpreso, tra le molte personalità, la presenza di rappresentanze politiche come quelle dei Partiti “Fronte Farabundo Marti per la Liberazione Nazionale” (FMLN) e “Fronte democratico rivoluzionario”, che solo da alcuni anni sono passati dalla scelta della violenza a quella politica per riportare la giustizia sociale nel loro Paese: “Questo tipo di eventi ci porta spiritualità e speranza, dove si dà e riceve”. Sono parole di Violeta Mejivar, del FMNL. Questo cammino è stato incoraggiato anche da Papa Benedetto XVI che, nel messaggio letto dal Nunzio Apostolico, mons. Luigi Pezzutto, ha esortato tutti ad “aprirsi ai doni dello Spirito per andare avanti nel cammino intrapreso, impegnandosi nella costruzione di un mondo fedele a Dio, più solidale, giusto e fraterno”. La pace, un nuovo stile di vita che favorisca il dialogo e l’integrazione di popoli e culture diverse; i valori della famiglia, la solidarietà con i più poveri in Centroamerica e nel mondo sono stati al centro delle numerose testimonianze come quelle della Comunità Salvador del Mundo, Rinnovamento Carismatico, Cursillos di cristianità, Heraldos del Evangelio, Movimento dei Focolari, Comunità Cristo Giovane, Comunità di Sant’Egidio, Encuentros Conyugales, Preghiera e Vita, Comunità Corpo di Cristo. Nel suo messaggio, Chiara Lubich ha tracciato in poche linee ricchezze e sofferenze di questa regione “piena di storia, di cultura e di arte – come quelle della grande civiltà Maya – ma anche colma delle sofferenze della colonizzazione, delle guerre civili, con la sua ricchezza attuale di creatività e di nuove dimensioni della partecipazione”. Ne ha evidenziato “la chiamata all’unità” e “la sfida della fraternità” come via per costruirla. E il professor Riccardi, della Comunità di Sant’Egidio, ha sottolineato in un messaggio come oggi in Salvador e in altri punti dell’America “c’è bisogno di gente che sogni un mondo nuovo di pace. Con l’incontro del Salvador sento che siamo vicini a questa meta”.
Momento culmine della giornata è stata la dichiarazione di impegno per la pace e la fraternità dei rappresentanti di Movimenti
e nuove comunità e i leader religiosi delle diverse chiese cristiane: Gregorio Rosa Chávez, vescovo cattolico ausiliare di El Salvador, il vescovo della chiesa Presbiteriana Anglicana Barahona, Héctor Fernández per la Chiesa Luterana, Miguel Tomás Castro della Chiesa Battista, e Santiago Flores della Chiesa Riformata Calvinista.
Settembre, data scelta per l’incontro salvadoregno, è un mese simbolico per due date: l’11, anniversario dell’attentato di New York, e il 15, anniversario dell’Indipendenza dei Paesi del Centroamerica. “Insieme per il Centroamerica” è nato sulla scia del grande incontro del maggio 2004 in Europa, a Stoccarda, con le 10.000 persone convenute nella città tedesca alla Giornata “Insieme per l’Europa”, realizzata per dare un’anima al processo di unificazione del vecchio continente. (altro…)