Movimento dei Focolari
Sulla scia di quel sì del 7 dicembre ’43

Sulla scia di quel sì del 7 dicembre ’43

Domenica 7 dicembre, in un intenso clima spirituale di grande gioia, al termine di una concelebrazione eucaristica semplice e solenne, 102 giovani di tutte le razze, di 29 Paesi dei 5 continenti hanno detto il loro “sì”. Tra loro anche 46 sposate che, secondo il loro stato, hanno pronunciate le promesse di povertà, castità e obbedienza, mentre tutte le 1500 focolarine presenti hanno rinnovato la loro consacrazione.

Altre 63 giovani focolarine, concluso il periodo di formazione, nei giorni prossimi raggiungeranno quanti già operano per l’unità e la pace nei 5 continenti, anche nei punti più caldi del mondo, come Costa d’Avorio, Burundi, Colombia, o in Paesi dove il dialogo tra religioni e culture è più che mai urgente, come in India, Pakistan, Medio Oriente e Stati Uniti. Altri focolarini e focolarine di tutta Europa sono attesi al Centro Mariapoli per i loro incontri, alla fine di dicembre e agli inizi di gennaio.

Toccanti erano state le testimonianze presentate a mons. Rylko: sul dialogo con i buddisti in Giappone; sulla forte esperienza vissuta dalla comunità dei Focolari in Medio Oriente e in Costa d’Avorio: più forte della violenza e del terrore, la forza dell’unità, dell’amore che apre il dialogo anche con i nemici, tanto da far dire ad uno dei ribelli africani che hanno presidiato la cittadella di Man: “La guerra finirà, ma presto o tardi, tornerò qui con la mia famiglia”.

Sulla scia di quel sì del 7 dicembre ’43

“Un inno di riconoscenza a Dio” per l’Opera che ha suscitato da un ‘si’ per sempre

Il 7 dicembre ricorrono sessant’anni dalla nascita a Trento del Movimento dei Focolari. Quel 7 dicembre 1943, Chiara Lubich, allora poco più che ventenne, quando pronuncia il suo sì per sempre a Dio, è sola. Non si poteva immaginare allora la fecondità che ne è scaturita. Ora sono milioni le persone di ogni età, categoria sociale, lingua, razza, e credo che in tutto il mondo, in 182 paesi, sono impegnate a suscitare ovunque brani di fraternità per contribuire a comporre in unità la famiglia umana che oggi più che mai aspira alla pace.

Chiara scrive su ’Vita Trentina’:

Quale il mio stato d’animo? Cosa porto in cuore in questa particolare circostanza? Un’onda di commozione, se solo penso un attimo a ciò a cui mi trovo di fronte: un nuovo popolo nato dal Vangelo, sparso su tutta la terra, un’opera immensa che nessuna forza umana avrebbe potuto far sorgere. E’, infatti, “opera di Dio”, per la quale sono stata scelta per prima come suo strumento sempre “inutile e infedele”.

E un inno di riconoscenza a Dio per quanto, con tutte le mie sorelle e tutti i miei fratelli, ho potuto vedere, sperimentare, costruire, portare fino a questo traguardo col suo aiuto. Un grazie profondo e sentito per ogni cosa, mio Dio!

Grazie anzitutto per avermi fatta nascere nella tua Chiesa, figlia di Dio;

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