Movimento dei Focolari
Educare all’affettività negli ambienti digitali

Educare all’affettività negli ambienti digitali

La valorizzazione delle potenzialità educative della Rete: il lavoro di Daniela Baudino Il fenomeno non è nuovo ma non siamo ancora equipaggiati per affrontarlo. Da anni ormai le nostre relazioni amicali, familiari, professionali e affettive hanno luogo, oltre che negli ambienti di vita comuni, anche sul web. Attraverso i social, nelle chat e nelle community ci relazioniamo con chiunque, conoscenti e sconosciuti. Non una banalità, visto che pur navigando nel web non abbiamo ancora imparato a nuotare efficacemente. Non conosciamo le regole che ci servono per restare a galla, per tenerci alla larga dalle “trappole” che la Rete nasconde e beneficiare delle opportunità che offre. Vale per gli adulti ma soprattutto per i giovani, meno consapevoli delle conseguenze delle proprie azioni, e con sentimenti ed emozioni da gestire, una personalità in costruzione che ha bisogno di guida e orientamenti sicuri. Anche per evitare il rischio, concreto, di abusi e sopraffazioni. Educare all’affettività i giovani significa oggi esplorare anche l’universo delle relazioni digitali, che non sono virtuali ma reali, seppur limitate nel tempo e nello spazio. Indubbiamente internet ha cambiato la natura delle relazioni sociali. Ne abbiamo parlato con Daniela Baudino, esperta di educazione digitale, tutor nel progetto Up2Me per l’educazione all’affettività dei ragazzi, promosso dal Movimento dei Focolari in diversi continenti: “La cosa più evidente è che con l’ambiente digitale siamo diventati tutti ‘vicini di casa’, e quindi è più facile entrare in relazione, anche solo per una volta, con persone con cui forse non saremmo mai entrati in relazione in un altro modo. Questo però significa che spesso le relazioni rischiano di essere consumate più velocemente e quindi di essere più frammentate. C’è il rischio che questo si traduca in superficialità e che questo atteggiamento coinvolga anche relazioni nate al di fuori dell’ambiente digitale”. Quali sono le illusioni che questo ambiente regala? “Anzitutto l’idea che sia la quantità, quindi il numero di amici, i like, a dire quanto valiamo. Poi il credere che mantenere una relazione non richieda fatica, né di mettersi totalmente in gioco. Anche credere che attraverso un social possiamo conoscere e farci un’idea esatta di un’altra persona”. facebook 1555360121626Come si può vivere in maniera consapevole e positiva questa dimensione relazionale? “Dobbiamo diventare consapevoli di cosa ogni nostra azione digitale comporta, ad esempio in fatto di privacy, reputazione e a livello relazionale, e comprendere che l’ambiente digitale è solo una delle dimensioni relazionali che può potenziare le altre ma non deve sostituirle”. Ai pericoli del web sono esposti in particolare gli adolescenti, vittime di cyberbullismo, revenge porn e dell’adescamento da parte di adulti. Come si declina qui l’educazione ai media dei giovani? “Credo che dobbiamo riproporre i modelli che già conosciamo in altre dimensioni più “reali”, aiutando i ragazzi a comprendere che non tutti quelli che incontriamo vogliono il nostro bene e quindi che esistono anche dei pericoli, e che tutto quello che facciamo nell’ambiente digitale viene scolpito per sempre e quindi bisogna pensare molto bene prima di fare click”. Il sexting è una pratica diffusa fra i giovani e consiste nel farsi video e foto sexy e inviarli a fidanzati o amici. Un gioco che diventa pericoloso se chi li riceve, per vendicarsi o per divertimento, condivide queste immagini su piattaforme pubbliche, mettendo alla berlina il suo amico: è il revenge porn. Fenomeni come questi espongono all’attenzione di malintenzionati, non di rado adulti. Ma perché i ragazzi trascurano questi pericoli e come educarli anzitutto al rispetto della propria persona? Si trascurano i pericoli perché manca la percezione della materialità di questi luoghi e la consapevolezza che le nostre azioni in rete hanno delle conseguenze. Bisogna far capire ai ragazzi che l’interazione ci coinvolge interamente come persone e quindi le conseguenze delle azioni che compiamo sono molto reali e durature. Con loro dobbiamo lavorare molto sul significato delle azioni. Lei è impegnata in attività di educazione ai media, fra  cui il progetto Up2Me promosso dal Movimento dei Focolari. Nella sua esperienza, il vivere online ha potenzialità educative o è solo una possibile trappola? Credo che la dimensione digitale sia un terreno fertile in ambito educativo, perché è un luogo d’incontro dove possiamo trovare persone diverse con idee diverse, e questo ci dà l’occasione di crescere nella nostra umanità. Ad esempio sviluppando un approccio critico o la capacità di mettere in discussione il proprio punto di vista, oppure scegliendo le parole giuste per non ferire l’altro che non può sentire la nostra voce. Sono cose che spesso gli adulti non sanno fare e quindi i giovani in questo possono diventare specialisti.

Claudia Di Lorenzi

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Tutela minori: formazione, prevenzione e tolleranza zero

A conclusione del primo convegno internazionale degli incaricati dei Focolari per la tutela dei minori la Presidente Maria Voce ed il Copresidente Jesús Morán hanno scritto una lettera a tutti i membri del Movimento sull’impegno dei Focolari in questo campo. “Invitiamo tutti voi ad impegnarci con grande responsabilità per lo scopo così importante della promozione del benessere e della tutela dei minori”. Sono queste le parole della Presidente Maria Voce e del Copresidente Jesús Morán in una lettera inviata il 27 marzo scorso a tutti i membri dei Focolari nel mondo a conclusione del primo convegno internazionale degli incaricati dei Focolari per la tutela dei minori. (Vedi lettera allegata) Con 162 partecipanti provenienti da 38 Paesi di tutti i continenti questo incontro, tenutosi dal 14 al 17 marzo a Castel Gandolfo (RM), è stato occasione per fare un bilancio dell’impegno dei Focolari per il benessere e la tutela di ogni persona; impegno da sempre presente nel Movimento come lo dimostrano le molteplici attività di formazione, le iniziative e i progetti realizzati in tutto il mondo per la promozione dell’infanzia e dell’adolescenza. Linee guida e commissioni per la tutela dei minori Dall’aprile 2014 il Movimento si è dotato anche di “Linee guida per la promozione del benessere e la tutela dei minori” (in allegato introduzione alla Linee guida) e nel 2015 si è costituita una Commissione Centrale per la Promozione del Benessere e la Tutela dei minori (CO.BE.TU.). Nel mondo si sono costituite commissioni locali o sono presenti incaricati qualificati. Loro compito è quello “di tutelare, ma anche di promuovere attività di formazione dei nostri membri, in particolare di quelli che svolgono attività con i minori”. Le Commissioni hanno anche il compito di accogliere le segnalazioni di presunti abusi e condurre verifiche interne. Maria Voce e Jesús Morán spiegano nella lettera che in questi anni sono giunte circa una ventina di tali segnalazioni e comunicano: “Con profondo dolore dobbiamo riconoscere che, anche nella nostra grande famiglia dei Focolari, si sono verificati alcuni casi di abuso nei confronti di minori provocati da persone del Movimento oppure da persone che hanno frequentato manifestazioni organizzate da noi. Sono in gran parte episodi avvenuti in un passato lontano (anche oltre 20 anni), ma purtroppo alcuni sono accaduti in un passato recente. E vi erano coinvolti anche membri consacrati”. L’istituzione della Commissione Centrale e di quelle locali – affermano con grande gratitudine la Presidente e il Copresidente – è stata di aiuto non solo per facilitare le segnalazioni di casi di presunti abusi, ma anche “per capire come rendere giustizia alle vittime, come accompagnare loro e le loro famiglie e quali provvedimenti interni attuare nei confronti degli autori degli abusi, oltre naturalmente al percorso giudiziario previsto dalle leggi dei rispettivi Paesi”. Tolleranza zero Maria Voce e Jesús Morán ribadiscono la linea di “tolleranza zero” del Movimento dei Focolari nei confronti di ogni forma di violenza, abuso, maltrattamento, bullismo, attuati direttamente o attraverso il Web, nei confronti di ogni persona, con particolare attenzione ai minori e agli adulti vulnerabili. “Ciò significa – spiegano – segnalare alle commissioni locali o a quella Centrale ogni sospetto di abuso o violenza”. E reputano “una vera tentazione pensare di non segnalare dei casi per il bene del nostro Movimento, per evitare uno scandalo, per proteggere la buona fama di qualcuno”. In particolare aggiungono che “ogni singolo caso significa una profonda purificazione per il Movimento. Accettiamola con umiltà e con profonda compassione per chi – magari anche per la nostra mancata attenzione – ha subito traumi indescrivibili.” Un impegno quindi globale, che non si limita ai soli membri dei Focolari e che, come Maria Voce e Jesús Morán osservano nella conclusione della lettera, dovrebbe aprirsi sempre di più su tutta l’umanità. “Non possiamo non sentire nostro il grido di dolore di tutti i bambini e ragazzi del mondo. (…) Fa parte della nostra vocazione andare loro incontro. Per questo dovremmo essere in prima linea nella difesa delle persone più deboli, ovunque esse siano vittima di qualsiasi forma di violenza o abuso”. Lettera di Maria Voce e Jesús Morán sulla tutela dei minori   (altro…)