Movimento dei Focolari
Bolivia, vento di cambiamento

Bolivia, vento di cambiamento

Bolivia (1)Una grande esplosione di entusiasmo attraversa il popolo boliviano per l’arrivo del Papa. Per una generazione di giovani si tratta di una vera novità, perché dopo 27 anni è la seconda volta che un Papa raggiunge questa terra andina e amazzonica. La Chiesa ha preparato i fedeli in modi diversi: molti si sono organizzati come volontari per aiutare i pellegrini che da tutto il paese giungeranno a La Paz, ma soprattutto a Santa Cruz de la Sierra, per ascoltare il messaggio di Francesco. A La Paz, dove il Papa sosterà alcune ore, alla gente viene chiesto di vestirsi di bianco. Si preparano regali di ogni tipo, come l’ostia fatta di quinoa, un cereale andino, oppure tessuti con figure andine preparati per l’occasione. A Santa Cruz, dove Francesco rimane più a lungo, le delegazioni stanno arrivando da anche dai paesi limitrofi. In questa città nell’Amazzonia boliviana, che ospiterà anche il 2° incontro mondiale dei Movimenti popolari, si è preparato un grande altare in legno scolpito con figure raffiguranti gli edifici delle missioni dei Gesuiti arrivati in Bolivia durante la colonizzazione spagnola. «Siamo in partenza per Santa Cruz, per la messa e per l’incontro con tutti della vita consacrata» – scrivono dal focolare di Cochabamba, sede del Movimento dei Focolari in Bolivia. Anche i membri dell’opere sociali che il Movimento porta avanti nel Paese – l’asilo “Clara Luz” a La Guardia che accoglie a 150 bambini e il Centro “Rincón de Luz” per la promozione integrale di 60 ragazzi e le loro famiglie – sono in attesa dell’incontro di papa Francesco con i movimenti sociali e del discorso che indirizzerà loro. Bolivia (5)Il popolo boliviano è profondamente religioso, ricco di quella pietà popolare che tanto piace recuperare e mettere in luce a Francesco. Lì c’è la radice dell’identità cattolica del paese che aspetta con entusiasmo la visita de vescovo di Roma. A questo riguardo spiega Alfonso Alarcon, giornalista boliviano, «il Paese mantiene una forte predominanza di questa fede in tutta la sua geografia e settori sociali».«Sebbene negli ultimi anni sia incrementata la presenza di chiese evangeliche, soprattutto pentecostali, e le riforme dello Stato abbiano permesso che emergessero alcune pratiche rituali andine, è altrettanto certo che nelle principali feste religiose permangano le ferventi e numerose devozioni cattoliche». Queste realtà del Paese non sono estranee a papa Bergoglio, che a Buenos Aires ha avuto molte opportunità di incontrare le comunità di boliviani che vivono, commerciano e si sono stabiliti da generazioni nei barrios della capitale. Secondo Alarcon due “miracoli politici”, inimmaginabili un po’ di tempo fa, hanno preceduto l’arrivo di Francesco in Bolivia: «uno sforzo manifesto e ampio da parte del governo di riconquistare la fiducia dei fedeli e delle istituzioni cattoliche. Il secondo miracolo è vedere insieme leader politici che fino a qualche anno fa non potevano stare uno accanto all’altro, compreso il presidente».

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Una veduta di La Paz

Nella generale dimostrazione di affetto per il Papa, non sono mancate alcune critiche per il rilievo che nel Paese si dà alla visita di un leader religioso, ma – continua Alarcon – bisogna dire che esistono molti altri, indifferenti, atei vari, che hanno applaudito alla visita, con argomenti che vanno dalla simpatia per l’enciclica “Laudato si’”, all’importanza che sarà data alla figura di Luis Espinal, sacerdote gesuita spagnolo, intellettuale, regista, giornalista e attivista della teologia della liberazione, assassinato durante la dittatura militare in Bolivia». Anche il pastore Gustavo Loza, rappresentante della Chiesa Metodista di Cochabamba, ha manifestato la vicinanza verso la figura di papa Francesco e lo definisce come un fratello che viene da uno stesso popolo: la sua presenza in Bolivia è piena di segnali di vita e di buone notizie. Loza riconosce inoltre l’importanza sul piano ecumenico dell’impegno per la giustizia e con i poveri, e dà grande valore al gesto che Papa Francisco farà in memoria di Luis Espinal a La Paz, un atto di riconoscenza verso qualcuno che ha dato la propria vita e che rappresenta tanto i cattolici come i non cattolici. «In ogni caso – conclude Alarcon – la visita di Francesco non passa inosservata e sicuramente porterà molta speranza ad una chiesa boliviana che ha bisogno di una parola di incoraggiamento dal suo pastore romano per continuare la sua missione in un Paese che sta subendo profondi cambiamenti».

EXPO: Cucine solari per Haiti

EXPO: Cucine solari per Haiti

haiti_poor_int«Haiti, che è stata una delle più floride colonie francesi, la perla delle Antille, oggi è tra i Paesi più poveri del pianeta, devastata da una grave catastrofe ecologica», afferma Ronald La Rêche, ex deputato, candidato al senato di Mont Organizé. Infatti, sono migliaia le persone che non hanno accesso alle fonti tradizionali per l’energia quali elettricità o gas. Il continuo ricorso alla legna da ardere ha come conseguenza un disboscamento selvaggio che incide negativamente sui cambiamenti climatici, causando la desertificazione e la progressiva diminuzione dell’acqua a disposizione. Inoltre lo scarseggiare della legna secca, costringe la popolazione ad utilizzare legna verde che, una volta bruciata, produce fumi tossici altamente nocivi per la salute in particolare delle donne e dei bambini. Di qui l’idea di sostenere la popolazione di Haiti facendo ricorso alle energie rinnovabili e in particolare all’energia solare. Il progetto “Cucine solari per Mont-Organizé” è ideato e realizzato da AFNonlus – associazione ispirata ai valori dei Focolari – in collaborazione con PACNE (Action Contre la Pauvreté du Nord Est), Ente Nazionale per il Microcredito, Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e Tesla I.A. srl. e patrocinato dalla SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale). Intende introdurre le cucine solari nei centri sostenuti da AFN ad Haiti, nel territorio di Mont-Organisé. La cucina solare è dotata di una tecnologia molto semplice, di facile manutenzione e montaggio, è possibile imparare a costruirle in loco favorendone la facile diffusione presso la comunità. È costituita da  un dispositivo basato su un sistema a concentrazione solare: attraverso una lente, l’energia solare si tramuta in energia termica che viene immagazzinata in una batteria. Come materiale termoconvettore, sono utilizzati dei “Sali Fusi”, una miscela di Nitrato di Potassio e Nitrato di Sodio, facilmente reperibili e a basso costo. Questa miscela, non infiammabile e non  tossica, si comporta come accumulatore e conservatore di energia termica, in grado di mantenere il calore per circa 20 ore, successive all’interruzione dell’irradiamento. La presentazione del progetto si è svolta Sabato 4 luglio, in occasione del convegno “Cucine Solari, una risposta alle problematiche dei Paesi in via di sviluppo”, all’EXPO di Milano 2015 presso la Cascina Triulza, il padiglione della società civile. Tra i relatori, Andrea Turatti (Presidente AFNonlus), l’on. Franco Mirabelli (Membro della Commissione Territorio Ambiente e Beni ambientali del Senato), Ronald Laréche (Candidato al Senato della Repubblica di Haiti), il prof. Paolo Masi (Direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II), Joachim Joseph (Coordinatore PACNE), Davide Cantini (Responsabile Automazione Industriale TESLA I.A. srl) e Tommaso Martelli (Centro studi e progettazione ENM), con la moderazione di Elisabetta Kustermann. Sono stati illustrati i dettagli del progetto ed è stato esposto al pubblico il prototipo della cucina solare. «Il percorso che ipotizziamo prevede come primo passo la sperimentazione della cucina solare all’interno delle scuole aiutate da AFN a Mont- Organizé, una realtà rurale nell’arrondissement di Ouanaminthe haiti_expo_intnel dipartimento Nord-Est di Haiti», spiega Andrea Turatti, presidente di AFNonlus. «I passi seguenti saranno quelli di formare gli insegnanti che a loro volta formeranno le famiglie, per coinvolgere la popolazione con programmi di microcredito ad hoc». «L’idea più intelligente che sta dietro questo progetto è legata al fatto che questi sali utilizzati per accumulare energia la rilasciano nel tempo, quindi la sorgente di energia non dura solo il quarto d’ora serve che per riscaldare un determinato prodotto», sostiene il professor Paolo Masi, Direttore Dipartimento Agraria Università degli Studi di Napoli, «il progetto offre delle opportunità per risolvere una serie dei problemi e con alcune semplici tecnologie creare attività intorno alla produzione e conservazione degli alimenti». Sulla stessa linea anche l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, presidente della SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) e sponsor del progetto “Cucine solari per Mont-Organisé”. «La SIOI ha appoggiato con interesse il progetto ritenendolo un’iniziativa utile a sviluppare le condizioni socioeconomiche di Haiti. Un modello che dopo un’attenta sperimentazione potrà essere applicabile anche ad altri Paesi in via di sviluppo offrendo opportunità di inclusione sociale delle fasce svantaggiate attraverso occasioni di lavoro in loco. Ritengo il progetto interessante anche nell’ottica della cooperazione internazionale, ambito del quale si occupa la SIOI». “Il progetto è un incentivo allo sviluppo e alla crescita del Paese ospitante da un punto di vista dell’incremento del welfare e  della sicurezza alimentare”. Sostiene L’on. Mario Baccini, ex ministro e attuale presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito.  “In prospettiva lo strumento microfinanziario può essere un volano da utilizzare per lo sviluppo delle attività di impresa per una vera e propria ripresa della crescita economica di Haiti e eventualmente di altre zone con criticità simili.” Attenzione alle tecnologie verdi e alla sostenibilità globale del progetto, sono tra gli elementi di innovazione rilevati da Luigino  Bruni, professore ordinario di Scienze economiche all’Università di Roma LUMSA, e coordinatore dell’Economia di Comunione. A questi si aggiungono «la valorizzazione delle risorse locali (e tra queste il sole), dei materiali del posto, e il coinvolgimento della popolazione». «Qui si gioca il successo vero del progetto – afferma l’economista – che funzionerà nella misura in cui verrà sentito come una vera opportunità da parte della popolazione locale». «Il progetto “Cucine solari” – scrive infine Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari – «è in piena sintonia con l’insegnamento di papa Francesco che ha posto l’attenzione sulla questione ambientale mettendo al centro dell’enciclica “Laudato sì” il concetto di ecologia integrale, cioè la relazione tra la natura e le persone che la abitano». «Il progetto, avendo alla base l’attenzione all’ambiente e allo sviluppo sostenibile che nasca dall’interno delle comunità beneficiarie, può offrire risposte valide alle problematiche urgenti dei Paesi in via di sviluppo. Infatti il progetto cerca una risoluzione a emergenze ambientali, alimentari, sanitarie e di approvvigionamento energetico, guardando ai bisogni essenziali delle persone più deboli. Utilizzando in modo nuovo l’energia solare, oltre ad essere rispettoso della cultura locale, offre opportunità di sviluppo e di inclusione sociale delle categorie più svantaggiate, come i bambini, che nelle scuole dove opera il Movimento ricevono formazione e sostegno». (altro…)