Movimento dei Focolari

“Senza spiritualità, l’ecumenismo non sopravviverà”

Ott 25, 2002

Così il direttore dell'istituto Ecumenico di Bossey, che ha invitato Chiara Lubich a presentare la spiritualità dell'unità

Nel mondo ecumenico sta emergendo con forza una domanda di spiritualità. Ne ha fatto cenno sabato mattina, 26 ottobre, il teologo ortodosso rumeno Ioan Sauca, direttore dell’Istituto ecumenico di Bossey, presentando Chiara Lubich e motivando così l’invito ad esporre la sua tipica “spiritualità di comunione”, davanti al corpo docente e agli studenti, futuri teologi e ministri, che da tutto il mondo sono inviati dalle loro Chiese per specializzarsi in questo che è definito “laboratorio ecumenico”. “Senza una spiritualità ecumenica – ha detto il prof. Sauca – avremo solo un ecumenismo di slogan. Se non viviamo la carità, l’ecumenismo non fiorirà”.

Chiara Lubich, prendendo la parola, testimonia l’azione dello Spirito Santo che, col dono di un carisma per l’unità, ha suscitato una nuova spiritualità. Viene in luce il cuore di questo carisma che ha provocato sin dagli inizi “un balzo di qualità della vita”: la presenza vitale di Gesù, con i doni di “gioia, pace, abbondanza di luce”, da lui promessa “a due o più riuniti nel suo nome”, cioè nel suo amore, quell’amore vicendevole esigente che richiede la misura della vita.

“Il fatto è – dice Chiara – che lo Spirito Santo, in questo tempo di transizione, offre così ai dialoghi ecumenici a tutti i livelli, una possibilità d’essere già più ’uno’ in Gesù, di sentirci già come una sola famiglia cristiana, perché è Cristo che ci lega”. E’ l’esperienza di quel dialogo “del popolo” che dà origine ad una “vita nuova per la piena e visibile comunione cui desideriamo contribuire”. La presenza, nella sala di Bossey, dei vescovi di varie Chiese amici dei Focolari, riuniti nei pressi di Ginevra per il loro convegno annuale, promosso dal card. Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga, ne era una testimonianza visibile.

L’avventura ecumenica dei Focolari, era iniziata proprio da questa testimonianza di vita evangelica che aveva colpito alcuni pastori luterani in Germania, ancora nel 1960. Ed è per questa testimonianza data lo scorso anno ad un incontro ecumenico nella Svizzera tedesca che si devono gli appuntamenti di questi giorni.

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