
Convegno Interreligioso 2014 – Foto di gruppo
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«Era già desiderio di Chiara Lubich realizzare un convegno di questo tipo, ma non è stato possibile durante la sua vita terrena» – afferma Maria Voce all’inaugurazione del convegno interreligioso a Castel Gandolfo il 17 marzo – «Oggi, ne siamo certi, con grande gioia lei ci vede dal cielo tutti insieme, come fratelli e sorelle, in questa ricchissima varietà di costumi, etnie, culture, fedi e tradizioni». Un momento da lei definito “solenne” per vari motivi, ma soprattutto per il fatto che per la prima volta ci si trovi insieme: ebrei, cristiani, musulmani, indù, buddisti, sikhs, shintoisti e membri della Tenrikyo. Il convegno è frutto di un percorso, a volte recente, ma, nella maggior parte dei casi, lungo decenni, che ha permesso di approfondire la nostra conoscenza reciproca, «diventata amicizia e, poi, fratellanza». La Presidente dei Focolari ripercorre le tappe di dialogo interreligioso degli ultimi sei anni, corrispondenti al suo mandato, il primo dopo la scomparsa della fondatrice. I dubbi e la trepidazione iniziale erano legittimi: cosa sarebbe successo di quell’esperienza di dialogo dopo Chiara? Ma già nel 2008, a soli due mesi di distanza dall’elezione di Maria Voce, si è svolto un convegno con fratelli e sorelle musulmani. Successivamente, con le religioni tradizionali africane in Camerun, un simposio ebraico-cristiano a Gerusalemme e un simposio con gli indù. A dimostrazione che l’esperienza carismatica iniziale ha tracciato una strada: «Dobbiamo ringraziare ciascuno dei presenti in questa sala – continua Maria Voce – per la grande fede in Dio e per l’amicizia che ci ha legato. Soprattutto dobbiamo essere grati al dono del dialogo a cui Chiara ci ha condotti. È proprio grazie a questa fiducia reciproca che abbiamo potuto continuare questo cammino sulla strada tracciata da lei e da coloro che, nelle rispettive fedi religiose, hanno dato vita a questa esperienza di dialogo: il Reverendo Nikkyo Niwano, l’Imam Barkat, il Dr. Aram e sua moglie Minoti, il Dr. Somaiya ed altri». Sono seguiti, per la nuova presidente, numerosi viaggi in diverse parti del mondo, come nel 2010 in Asia: «Mi ha impressionato – ricorda – come i fratelli e le sorelle indù e buddhisti presenti si sentissero pienamente parte della nostra grande famiglia. Non eravamo in dialogo gli uni con gli altri, ma insieme, cristiani, indù e buddhisti, ci aprivamo a dialogare con il mondo». Nel 2011, ad Haifa (Israele) «con ebrei, cristiani e musulmani che cercano di credere, vivere e pregare per la pace», confida di essersi «commossa ad ascoltare i fatti di vita quotidiana, di scoperta del diverso-da-sé da parte di persone che hanno scommesso sulla pace». E ancora il momento vissuto con fratelli e sorelle ebrei a Buenos Aires e la visita alla comunità dei Focolari in Algeria, formata quasi totalmente da musulmani nel 2012. Lì, a Tlemcen ha trovato «l’espressione musulmana del Movimento animata dallo stesso Ideale di Chiara. Siamo, infatti, diventati una sola famiglia». E questa esperienza comincia a diffondersi anche in altri Paesi. «Certo è un’esperienza profonda, non facile da trasmettersi e che non manca di suscitare interrogativi – afferma – È una testimonianza che l’unità, nella distinzione, è veramente possibile, ma bisogna avere il coraggio di farne l’esperienza». Guarda il video dell’intervento integrale in italiano http://vimeo.com/89697118/settings
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