Poco prima delle 11:30 quelle sei mani, del metropolita Athanasios, del primate inglese Carey e del papa, che hanno spinto insieme, con forza, la Porta Santa di San Paolo, hanno dato inizio al rito ecumenico probabilmente di maggior peso dell’ intero Giubileo.
“L’amore di Cristo” aveva detto poco prima Giovanni Paolo II’ ‘ci chiama alla comunione e alla carità perfetta, al di la’ dei nostri peccati e delle nostre divisioni”. L’ apertura della quarta ed ultima Porta Santa delle basiliche romane è stata preceduta da un lungo rito, cominciato sotto il grande chiostro che precede l’atrio della chiesa, alle 11.
ll Papa con Athanasios e Carey
Preghiere in inglese, francese, greco; cardinali e metropoliti ortodossi insieme con esponenti luterani ed anglicani. Vesti violette e rosse cattoliche, strascichi degli stessi colori, bastoni d’ebano e avorio, gli anglicani in rosso, il papa con un grande mantello color oro. Un insieme, che vede riuniti esponenti di 22 chiese cristiane, quale non si era mai visto dopo il Concilio, un insieme di grande impatto, sottolineato dallo straordinario applauso che ha accolto, dall’ interno della basilica, l’apertura della Porta. ”Ascolta o Padre – ha detto ancora il papa, prima dell’apertura della Porta – la nostra preghiera e unisce i cuori dei fedeli nella lode del tuo nome e nel comune impegno di conversione, perché, superata ogni divisione fra i cristiani, la tua Chiesa si ricomponga in comunione perfetta, e nella gioia del Cristo cammini verso il tuo Regno”. Il rito, che non è una Messa, perché la celebrazione comune dell’ Eucarestia non è ancora possibile nella attuale situazione dei rapporti tra cristiani, è presieduto dal papa. Ma fin dall’inizio rappresentanti delle altre chiese e comunioni presenti intervengono nei vari momenti della celebrazione. Almeno 15 di loro partecipano attivamente alla proclamazione dei testi o nel compiere alcuni gesti rituali. Così, prima dell’ apertura della Porta, le preghiere del papa si sono inframmezzate con quelle di anglicani, ortodossi e luterani. Così la processione che ha percorso il colonnato di fronte alla Porta Santa aveva un ordine di precedenze che vedeva insieme tutti i rappresentanti delle diverse chiese. Così in tre hanno spinto la Porta (per tre volte, per riuscire ad aprirla). E se il primo ad entrare è stato Giovanni Paolo II, a porgergli il Vangelo è stato un diacono ortodosso; e se a mostrare il Vangelo all’ esterno della chiesa è stato il papa, a mostrarlo all’interno è stato Athanasios e a benedire ad ovest e ad est sono stati Carey ed un altro metropolita ortodosso. (ANSA). 18-01-2000 11:50
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