Apr 23, 2020 | Centro internazionale
Un modo inatteso di vivere il centenario di Chiara Lubich. L’intervento di Maria Voce su “Osservatore Romano”. 02 aprile 2020
«Celebrare per incontrare» è il motto che, come Movimento dei Focolari, abbiamo scelto per ricordare nel 2020, in tutto il mondo, i 100 anni dalla nascita della nostra fondatrice Chiara Lubich. Fino a poche settimane fa questo motto ci sembrava una scelta azzeccata per celebrare, nelle modalità più varie, la persona della nostra fondatrice e il carisma che Dio le ha donato e che lei ha trasmesso generosamente. Desideriamo infatti che le persone la incontrino viva oggi e non la evochino come un ricordo nostalgico; che la ritrovino nella sua spiritualità, nelle sue opere e soprattutto nel suo “popolo”, cioè in quanti vivono nel presente il suo spirito di fraternità, di comunione, di unità. E a partire dal 7 dicembre 2019 abbiamo gioito per i tantissimi eventi che si sono svolti in tutto il mondo. Avremmo voluto che la festa continuasse. Ma in poco tempo lo scenario è cambiato e il motto «celebrare per incontrare» rischia di apparire anacronistico: anche noi abbiamo sospeso ogni tipo di celebrazione o evento. La pandemia causata dal coronavirus sta costringendo sempre più Paesi su tutto il pianeta a misure drastiche per rallentarne il contagio: l’isolamento e la lontananza fisica sono per ora gli strumenti più efficaci. Lo dimostrano i segnali che ci stanno arrivando dalla Cina, che per settimane abbiamo accompagnato con trepidazione. Ma qui in Italia e in diversi altri Paesi del mondo la situazione è ancora molto seria.

© Horacio Conde – CSC Audiovisivi
Per molti di noi che viviamo in isolamento è un’esperienza totalmente nuova. Essa non ha solo una dimensione sociale o psicologica, ma anche una forte ripercussione spirituale. Ciò vale per tutti e in modo particolare per i cristiani. Una situazione che tocca anche nell’intimo la nostra specifica spiritualità come Focolari. Noi siamo fatti per la comunione e l’unità. Saper creare rapporti è forse la qualità più caratteristica di una persona che ha conosciuto e accolto lo spirito di Chiara. E proprio questa dimensione ora sembrerebbe limitata al massimo. Ma l’amore non si lascia limitare. È questa la grande esperienza che si sta facendo in questi giorni drammatici e dolorosi. Più che mai e da ogni dove mi arrivano testimonianze di persone che mettono in moto la creatività e la fantasia, e che sono in donazione verso gli altri anche in condizioni difficili e insolite: bambini che raccontano i piccoli-grandi atti di amore per superare le difficoltà del dover restare a casa; ragazzi che si mettono in rete per creare una staffetta di preghiera; imprenditori che vanno controcorrente per non approfittare dell’emergenza, ma anzi mettersi al servizio del bene comune anche a scapito del guadagno personale. Sono molti i modi con i quali si cerca di offrire sostegno e conforto: con la preghiera prima di tutto; con una telefonata, un messaggio WhatsApp, una mail…, perché nessuno si senta solo, quelli che sono a casa, ma anche gli ammalati e quanti si prodigano per curare, consolare, accompagnare coloro che subiscono le conseguenze di questa situazione. E poi ci sono messaggi di solidarietà che ci aiutano a spalancare il cuore anche oltre l’emergenza coronavirus, come quello dei giovani in Siria che, nonostante le loro drammatiche condizioni, trovano la forza di pensare a noi in Italia. Sono i giovani a insegnarci che queste esperienze condivise sui social media si possono moltiplicare, perché anche il bene può essere contagioso. Attraverso queste testimonianze è maturata in me una convinzione: il centenario di Chiara Lubich non è sospeso e il motto «Celebrare per incontrare» è più attuale che mai. È il nostro Padre nel cielo però, o forse anche la stessa Chiara, che ci invita a vivere questo anno giubilare in una maniera più profonda e più autentica. Al di là dei condizionamenti, anche nell’impossibilità di celebrare insieme l’eucaristia, stiamo riscoprendo la presenza di Gesù, viva e forte nel Vangelo vissuto, nel fratello che amiamo e in mezzo a quanti — anche a distanza — sono uniti nel suo nome. Ma in modo particolare la nostra fondatrice ci fa riscoprire il suo grande amore, il suo sposo: Gesù Abbandonato — «il Dio di Chiara», come ama definirlo monsignor Lauro Tisi, l’arcivescovo di Trento. È il Dio che è andato al limite, per accogliere in sé ogni esperienza limite e darle valore. È il Dio che si è fatto periferia per farci capire che anche nella più estrema esperienza possiamo ancora incontrare Lui. È il Dio che ha fatto sua ogni sorta di dolore, di angoscia, di disperazione, di malinconia, per insegnarci che il dolore accettato e trasformato in amore è fonte inesauribile di speranza e di vita. Ecco la sfida di questa emergenza planetaria: non sfuggire, non cercare soltanto di sopravvivere per arrivare sani e salvi al traguardo, ma radicarci bene nel presente, guardando, accettando e affrontando ogni situazione dolorosa — personale o di altri — per farne un luogo di incontro con “Gesù Abbandonato” e trovare, nell’amore per Lui, la forza e la creatività di costruire rapporti di fraternità e di amore anche in questa difficile situazione. Per Chiara ogni incontro con “lo Sposo”, con Gesù Abbandonato, era festa, era celebrazione. Incontrando Lui — ne sono convinta —, incontreremo anche lei perché impareremo, come ha cercato di fare lei, a guardare ogni situazione con gli occhi di Dio. Forse anche noi potremo ripetere l’esperienza di Chiara e delle sue compagne, che non si erano “quasi” accorte né della guerra né della sua fine, perché, prese da Dio e dal suo amore, sentivano che la realtà che vivevano, l’amore concreto che circolava tra loro e con tanti nella loro città, era più forte di tutto. Non sappiamo quanto durerà questa emergenza: saranno forse settimane o mesi. Comunque passeranno. Il mondo che troveremo alla fine del tunnel, lo stiamo costruendo adesso.
di Maria Voce
Fonte Osservatore Romano – https://www.vaticannews.va/it/osservatoreromano/news/2020-04/radicarci-bene-nel-presente.html (altro…)
Apr 11, 2020 | Centro internazionale
Gli auguri di Maria Voce, presidente dei Focolari, per questa Pasqua: sperimentare il continuo passaggio dalla morte alla resurrezione attraverso l’amore al fratello. Solo così supereremo questo doloroso tempo della pandemia e ogni altro dolore. Santa Pasqua 2020 Carissime e carissimi tutti, quest’anno il passaggio di Gesù dalla morte ad una vita del tutto nuova ci interroga e ci trova in ascolto. Ed è proprio qui che la fede e il nostro carisma ci vengono in aiuto: in Gesù crocefisso e abbandonato, il Dio di questo presente che non comprendiamo, troviamo la risposta. Anche la solitudine, in cui ora forse siamo costretti a vivere, vissuta con Lui può essere popolata e riempita dal Suo Regno [1] . Solo scegliendolo, abbracciandolo in ogni dolore ed amandolo in modo esclusivo, noi e tutta l’umanità troveremo la strada verso la luce, verso una nuova nascita. GESÙ È RISORTO! Facciamo questa esperienza di passare continuamente dalla morte alla risurrezione e proponiamola a molti, a tutti. Così prepariamo il domani e mettiamo solide basi al mondo che sarà, quando torneremo a incontrarci e ad abbracciarci di persona. BUONA PASQUA! [1] Vedi Chiara Lubich, “Dov’è la schiavitù?”, Fermenti di unità, pg. 130, ed. 1963. (altro…)
Apr 11, 2020 | Centro internazionale
L’emergenza Coronavirus ha imposto varie restrizioni in tanti Paesi e non si può uscire di casa. L’isolamento può essere un problema, ma la forza della solidarietà e la voglia di rimanere uniti e collegati grazie ai social sono più forti. Ecco gli auguri di Pasqua in giro per il mondo. https://vimeo.com/406299503 Tempo di Pasqua: isolati, ma sempre proiettati verso un mondo più unito from focolare.org on Vimeo. (altro…)
Mar 14, 2020 | Centro internazionale
Le parole di Jesús Morán, Copresidente del Movimento dei Focolari, nell’Omelia della Messa celebrata a porte chiuse e trasmessa via streaming in occasione del 14 marzo 2020. (…) In queste ultime settimane tra l’altro di quaresima già inoltrata un pensiero si faceva prepotente nella mia anima: la vanità di tutte le cose, la precarietà della nostra intelligenza nel capire in profondità la realtà, la vita, il decorso della storia. In effetti, è bastato, un virus, un microorganismo acellulare per mettere a repentaglio tutti i nostri grandi ragionamenti e le nostre sicurezze, i nostri piani economici, le nostre strategie politiche; per scatenare il panico a livello mondiale e mettere in evidenza le miserie della così detta globalizzazione. Come titolava un giornale pochi giorni fa, utilizzando il gergo calcistico: Coronavirus 1 – Globalizzazione 0. Questa è la triste verità. Quando pensavo alle cose che negli ultimi anni si sono scritte sul fenomeno della cultura nei nostri tempi, le numerose analisi e contro-analisi circa il divenire della storia, ecc. ecc., mi prendeva un sentimento di sgomento e di tristezza quasi paralizzante. Ma è stato allora che sono arrivato ad una riscoperta formidabile: la Rivelazione, la Parola di Dio rivolta all’uomo nelle parole e nell’intelligenza dell’uomo; il pensiero di Dio con parole umane sulle profondità della vita e della storia; una “boccata di senso”. Infatti, penso che solo la Parola di Dio ci dia delle risposte per questo momento che viviamo, perché solo essa custodisce una sapienza eterna che oltrepassa i tempi senza perdere di significato. Alla luce della Rivelazione ci accorgiamo di un fatto tanto più sconvolgente quanto paradossale: che viviamo un tempo di grazia. Sapienza! Ecco la chiave giusta. Questo è davvero il momento della sapienza, un tempo per la sapienza; una visione della realtà che viaggia su altri registri, oggi estremamente inderogabile e indispensabile. (…) Sapienza che porta ad una intelligenza della realtà illuminata dall’amore e che, proprio per questo, innesca un formidabile movimento di fraternità. Davvero Dio può fare cose prodigiose, anche in mezzo al male. Lui lo sconfigge col suo disegno d’amore. Chiara ha attraversato con la sua vita quasi un secolo e lo ha fatto come un fiume di sapienza che ha irrigato la terra. Attenta agli eventi della storia non si è fermata alla superficie delle cose, ma è andata in profondità e altezza per attingere al pensiero e alla visione di Dio e da Dio. Per questo non ha badato ad altro che alla Sua Parola. L’unità, in effetti, è il progetto di Dio sull’umanità, il testamento di Gesù, il Verbo incarnato. Adesso possiamo costatare quanto questa parola, unità, in quanto ancorata nella Rivelazione, oltrepassi gli episodi passeggeri, i tempi e le epoche. Essa rappresenta una prospettiva di senso che coinvolge passato, presente e futuro. Una prospettiva profetica capace di scatenare le migliori energie degli uomini e delle donne di ogni latitudine, cultura, razza e condizione sociale. Forti nell’unità possiamo trasformare la “globalizzazione dell’indifferenza” in “globalizzazione della fraternità”. La partita non è finita. Di una cosa siamo certi: il trionfo sarà della misericordia Dio. (altro…)
Mar 13, 2020 | Centro internazionale
Il messaggio di Maria Voce, Presidente dei Focolari, alle comunità del Movimento nel mondo per il 14 marzo, anniversario della morte di Chiara Lubich. Testo del videomessaggio (altro…)
Mar 10, 2020 | Centro internazionale
A motivo dell’emergenza sanitaria che coinvolge vari Paesi del mondo il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa, Italia, ha varato una serie di provvedimenti per prevenire la diffusione del contagio del Coronavirus. In accordo con le decisioni del Governo italiano e con le indicazioni dei Vescovi italiani, il Centro internazionale del Movimento dei Focolari, con sede a Rocca di Papa (Roma – Italia), aveva già adottato ieri, 9 marzo, alcune misure preventive per limitare e arrestare al più presto la diffusione dell’epidemia del Coronavirus. Misure in linea con quanto poi stabilito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiana che da oggi, 10 marzo e fino al 3 aprile, ha dichiarato tutta l’Italia “zona protetta”. Per questo:
- sono rinviate tutte le iniziative organizzate dal Centro internazionale nella sede di Rocca di Papa o in altri luoghi sul territorio italiano nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Questa misura riguarda sia le iniziative programmate in occasione del Centenario di Chiara Lubich (1920-2020) che altri tipi di iniziative.
- Sono sospese le visite di gruppi al Centro internazionale programmate fino alla fine di maggio 2020.
- Sono cancellati i viaggi (in Italia e all’estero) di collaboratori del Centro internazionale programmati fino alla fine di maggio 2020.
- Fino al 3 aprile sono sospese tutte le celebrazioni eucaristiche feriali e festive al Centro.
- Il funzionamento del Centro è garantito per i servizi essenziali, mentre il lavoro ordinario sarà svolto dai collaboratori in modalità da remoto.
Ufficio Comunicazione Focolari
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