Ago 12, 2015 | Cultura
Is it possible for one person truly to love another? Am I able to love you for you and not for me? And when it comes to God, do I not use him as a prop for my own lack of maturity? This collection of short reflections will help us to see that true love between persons is possible and that our love of God is the fulfillment of our personal freedom. Again and again the meditations return to the first Christian, Mary, who emerges as the freest human being there has ever been. Available from New City Press (UK)
Ago 12, 2015 | Cultura
This book offers a faith perspective for reflecting on the experience of aging, drawing especially upon the wisdom of St. Ignatius of Loyola. It provides the reader with a context for understanding their spiritual journey and a variety of reflection questions aimed at deepening their gratitude and hope. The book uses poetry and quotations of well-known people to affirm the reader’s reflection process.
Available from New City Press (NY)
Ago 12, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria

Federico con suo papà
«Io sogno spesso e tanto. Un sogno ricorrente è una giornata di sole in cui i miei sentimenti e i miei pensieri si sciolgono in una sorgente di parole per tutti i miei amici. Che bello dev’essere poter parlare!». Federico non parla, anche se sa che la comunicazione non passa solo per il linguaggio. I primi sintomi sono evidenti già attorno al primo anno di età. Più cresce e più diminuisce la capacità di interazione con la realtà. A tre anni la diagnosi. È totalmente incapace di comunicare. Ha una delle forme più forti di Disturbo generalizzato di sviluppo, un disturbo gravissimo riconducibile all’ampio e variegato universo dell’autismo. A 8 anni avviene un fatto che cambia la traiettoria della sua incomunicabilità. Impara a scrivere con il computer e può finalmente digitare le sue prime parole, emozioni, sentimenti. È rotto il muro di silenzio con quelli che lui chiama i «neurotipici». Nell’agosto del 2002, la famiglia è in vacanza a Palinuro. Federico qualche parola l’ha sempre espressa, brevi frasi, ma intense. «Mamma cos’ho?». «Perché proprio a me?». E scrive sul suo computer la parola autismo. Ne è perfettamente consapevole. l 20 febbraio del 2010 scrive al suo amico Gabriele: «Ho bisogno che voi mi aiutate a uscire dalla mia prigione. Vedi, io sono molto solo perché non riuscire a comunicare a voce è un grosso limite. Non capisco come fate voi non autistici a trovare nella vostra testa al volo tutte quelle parole così giuste e a dirle così velocemente ed anche con espressioni del volto che contemplano ciò che voi volete comunicare. Per voi è normale ma a me sembra un miracolo. Io a fatica riesco a scrivere una lettera per volta e solo se papà mi è vicino».
Ora che sa scrivere, cresce l’autostima, fino a pubblicare un libro Quello che non ho mai detto dove per la prima volta possiamo vedere il punto di vista di un ragazzo che spiega con osservazioni rare e preziose la sua sindrome. Esce così dal suo isolamento, prova finalmente la gioia di condividere le sue emozioni, conclude con successo gli studi fino a raggiungere la Maturità scientifica. Ancora oggi Federico non dice quasi nulla. “Vi assicuro – scrive – che sono quasi incapace di parlare verbalmente, mi esprimo con parole singole, solo di rado con una piccola frase. So scrivere a mano solo in stampatello molto grande e incerto”. È grazie al computer che gioca per la prima volta con un amico, che si presenta ai suoi compagni di prima media e che, anni dopo, partecipa “attivamente” alle riunioni del gruppo cresima. “Piano piano – racconta – il mio pc portatile è diventato un compagno inseparabile. Con il mio computer e con il supporto di una persona preparata ad assistermi, posso veramente dire la mia in ogni situazione”. Oggi Federico studia percussioni, ha tanti amici, aiuta persone con autismo in famiglia con consigli di vita quotidiana, ha tanti progetti per il futuro. «Ora la mia vita ha trovato il suo corso», scrive, «grazie agli operatori che mi hanno insegnato il metodo, ai miei genitori che con entusiasmo si sono lanciati in questa avventura. Io oggi sono felice della mia vita e il merito, in gran parte, è loro». Ma non pensa solo a se stesso: «Quanti autistici mentalmente perduti avrebbero potuto essere altri Federico se diagnosticati presto, ben supportati nell’età dello sviluppo e molto amati?». Il suo sogno, quando sarà grande è: «Andrò in giro per il mondo a vedere donne incinte per capire se i loro bimbi sapranno parlare e curare l’autismo. Io giocherò con i loro bimbi per aiutarli a crescere e a imparare a parlare. Quando un bambino avrà bisogno di me, io sarò lì ad aiutarlo». Fonte: Città Nuova online (altro…)
Ago 10, 2015 | Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Giovani di 5 religioni e di varie denominazioni cristiane, appositamente selezionati come leader emergenti in campo ambientale, si sono dati appuntamento alla cittadella Luminosa dei Focolari (Stato di New York-USA) per riflettere sulla salvaguardia del pianeta inteso come casa comune. Guidati dalle idealità di Religions for Peace (RFP) e dei Focolari, il Teach-in è iniziato con un’analisi sulla realtà attuale dell’ambiente e il forte legame tra la stabilità globale e il cambiamento climatico. Un fenomeno, quest’ultimo, che richiede una nuova presa di coscienza anche nell’ottica, sottesa dal titolo dato a questi tre giorni, della pace nel mondo. E che forse troverà soluzione proprio grazie alla sinergia fra gli appartenenti ai diversi contesti religiosi. È quanto auspicavano gli organizzatori del Teach-in che si è svolto a fine luglio. Pur nella varietà dei loro credo, sono giunti alla comune consapevolezza che ogni sforzo per l’ambiente sarà tanto più efficace quanto più sarà fatto ‘insieme’. Tra gli interventi, quello del Rev. Richard Cizik (New Evangelical Partnership) e del rabbino Lawrence Troster, bioeticista, il quale ha affermato che “entro il 2050 potremmo avere 50 milioni di rifugiati climatici, con gravi conseguenze sulla pacifica convivenza fra i popoli”. A queste parole ha fatto eco Asma Mahdi, oceanografo e membro di Green Muslims, evidenziando che sono proprio i Paesi a maggioranza islamica i più vulnerabili: «In Bangladesh, ad esempio, se il livello del mare dovesse continuare ad innalzarsi, entro il 2050 il 17% del territorio risulterà allagato, costringendo 18 milioni di persone a spostarsi altrove». Cifre allarmanti queste, come alcune isole polinesiane a rischio di sommersione.
Fra i relatori c’era anche mons. Joseph Grech, della Rappresentanza della Santa Sede presso le Nazioni Unite, che riportando alcuni tratti dell’enciclica di Francesco «Laudato sì», ha sottolineato come l’economia e l’ecologia camminino di pari passo, proprio perché ogni nostra azione ha sempre un impatto sulla natura. Del medesimo avviso si sono dichiarati tre ricercatori ambientali di tre diverse Università americane: Robert Yantosca (Harvard), Valentine Nzengung (Georgia) e Tasrunji Singh (Ohio), per i quali le rispettive convinzioni religiose sono diventate fattore motivante e guida nell’impegno scientifico a favore dell’ambiente.
‘In uscita’ è la parola chiave che ha condotto la seconda parte del Teach-in e che ha permesso di delineare una serie di comportamenti da mettere in atto. John Mundell dei Focolari, titolare di una società di consulenze ambientali, ha fornito una panoramica di iniziative compreso il “Cubo della Terra”, le cui 6 facce riportano validi suggerimenti quotidiani per rinnovare e conservare un ambiente sano. C’è stata anche la visita a dei progetti di bonifica presso la vicina Federal Reserve Esuarine. Aaron Stauffer, direttore esecutivo di RFP, a conclusione ha affermato: “È stata una testimonianza del potere di cooperazione multireligiosa e di pace”. E Raiana Lira, brasiliana, che sta concludendo il suo dottorato in ecologia: “abbiamo sperimentato di avere almeno due cose in comune: un intenso interesse per la sostenibilità del pianeta e una credenza religiosa che ci offre le giuste motivazioni per prendercene cura. Ciascuno di noi eravamo venuti con le nostre convinzioni ed idee personali ed ora ci ritroviamo tutti uniti nel comune obiettivo di tanti: la tutela della terra e dei suoi abitanti”. (altro…)
Ago 7, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
[:zh]https://vimeo.com/131558378 Polonia Boguslaw Musiolik, EKa 社會長 presidente società EKa (波蘭語+意大利語字幕): ……1991年,共融經濟計畫也傳到波蘭。起初,我們對這個概念不大認同,覺得是共產主義的一種回浪。不久,我們才瞭解到這完全是另一回事。共融經濟的理念幫助我們為別人著想。這種意識大大感染了我們。 不久,我們認識了兩位從Slesia來的青年。他們做糧食批發,也對共融經濟抱有很大的期望。我們便決定合作創辦一家共同企業。雖然我們從事的部門都各自不同,共融經濟的概念卻把我們緊緊地聯合在一起,產生強而有力的協同效應。公司發展得非常順利。 旁述:共產主義倒臺後,海外資金開始湧入波蘭。外資的巨型購物中心和超級市場,與本地商場形成劇烈的競爭。很多公司都倒閉。 Robert Szczepanski, CdA EKa (波蘭語+意大利語字幕): 當時危機四伏,不少公司沒有支付我們,所以我們要抵償相當的損失。不幸,正就在這一段時期,我中了風,一年半不能上班。當其他合夥人協力去推進營業時,我只可以為他們祈禱。 Alojzy Lazar (波蘭語+意大利語字幕): 有一家倒閉了的公司欠我們好幾萬波幣 (zloty)。我們有兩個選擇,用法律途徑追討債項, 或與他們展開對話。看見他們非常困難的處境,我們選擇了第二途徑。 旁述: 結論就是Eka聘用了債主的四名職工,他們又把店舖的物業轉讓給Eka, 包括店主的馳名製作 Zurek 濃湯, 是一味以黑麥製成的傳統食品,用家庭企業方式製造。 Alojzy Lazar (波蘭語+意大利語字幕): 由於這些變動,今天我們的產品也包括了Zurek 和Smalek湯, 也是我們最暢銷的兩種食品。 Robert Szczepanski (波蘭語+意大利語字幕): 現在我們一共有40名員工,六名波蘭合夥人和一名德國合夥人。我們一年接收九百萬波幣的訂單。我覺得經營一家以共融經濟價值觀為本的企業是非常值得的。[:]