Mar 17, 2021 | Cultura, Sociale
Dichiarazione congiunta di SIGNIS, Pax Christi International e il Movimento dei Focolari in solidarietà con il popolo di Myanmar SIGNIS, l’Associazione cattolica mondiale per la comunicazione, ascolta il grido del coraggioso popolo birmano nella resistenza non violenta al colpo di stato militare del Myanmar che ribalta un’elezione legittima e democratica.
Siamo accompagnati da Pax Christi International e dai suoi membri nella regione Asia-Pacifico che, nella loro dichiarazione di febbraio sullo “Stato di emergenza” in Myanmar, hanno già espresso gravi preoccupazioni per la situazione nel Paese. Allo stesso modo, il movimento internazionale dei Focolari si unisce a noi in solidarietà con il popolo birmano. Ogni giorno persone coraggiose, tra cui molti giovani, tornano in piazza per protestare pacificamente, nonostante gli spari dei soldati. Come simbolo della loro protesta, segno della giusta rabbia del popolo verso i militari, sentiamo il fragore di pentole e padelle, secondo l’usanza birmana per proteggersi dagli spiriti maligni. Assistiamo alla detenzione arbitraria – con accuse fabbricate – di membri del governo democraticamente eletto, nonché di leader civili e religiosi che hanno preso parte alla lunga lotta per la democrazia. Rifiutiamo la campagna di disinformazione dei militari del Myanmar volta a giustificare le loro azioni, perché un’informazione veritiera è importante in una democrazia. Chiediamo la protezione dei giornalisti arrestati e molestati per aver condiviso con il resto del mondo notizie e informazioni su ciò che sta accadendo sul campo; dovrebbero invece godere della libertà di stampa. Deploriamo l’estremo autoritarismo che ha calpestato la costituzione della nazione, che di fatto – pur mantenendo gran parte del potere nelle forze armate – consentiva una limitata democrazia. Nonostante le sfide, il Myanmar stava muovendo i primi passi verso la democrazia, dando alla gente speranza per un nuovo futuro. Questa speranza dovrebbe essere restituita. Soprattutto ascoltiamo il messaggio del popolo del Myanmar: questo colpo di stato riguarda essenzialmente il loro rovesciamento, della loro volontà. In ultima analisi, non si tratta di rimuovere gli oppositori politici o il presunto ordine pubblico. Esso annulla anni di paziente lavoro per i diritti fondamentali dei cittadini e schiaccia i tenui sogni di un paese libero e democratico. Come organizzazioni cattoliche, ci uniamo a Papa Francesco e ai leader civili e religiosi di tutto il mondo che hanno condannato il colpo di stato e chiedono un “dialogo significativo” per ripristinare la democrazia. Inoltre, ci uniamo ad altre organizzazioni nel chiedere:
- il rilascio di Aung San Suu Kyi e di altri funzionari e leader detenuti;
- ai militari uno stop alla violenza e alla detenzione arbitraria di manifestanti pacifici e giornalisti;
- giustizia e responsabilità per le atrocità commesse dall’esercito contro il popolo Rohingya e altre minoranze etniche, nonché la prevenzione di tali crimini e abusi in futuro;
- ai membri della comunità internazionale, in particolare nella regione Asia-Pacifico, di fare pressione sul regime affinché si dimetta e ristabilisca la democrazia, e di non sfruttare la situazione per i propri interessi geopolitici.
Chiediamo ai membri di SIGNIS, di Pax Christi International e del Movimento dei Focolari in tutto il mondo di dare voce al grido del popolo birmano contattando i media locali e nazionali per segnalare la situazione e sollecitando i loro governi a intraprendere forti azioni diplomatiche per opporsi al colpo di stato e riportare la democrazia in Myanmar. La nostra missione come organizzazioni è promuovere la pace. Con l’arcivescovo di Yangoon, card. Charles Maung Bo, presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche, sosteniamo: “La pace è possibile. La pace è l’unica via. La democrazia è l’unica luce verso questo percorso”. Scarica la dichiarazione (altro…)
Mar 9, 2021 | Cultura
Assieme a diverse realtà cattoliche il Movimento dei Focolari in Germania ha organizzato un convegno online sulla ricerca di Dio in un mondo in cui sembra sempre più assente. Un contributo anche al percorso sinodale della Chiesa cattolica in Germania.
“Dio sparisce – e forse è necessario? Dio sparisce – e forse Lui vuole proprio così?” Erano queste le domande provocatorie che hanno guidato il programma di un convegno tenutosi online il 26 e il 27 febbraio in Germania. In collaborazione con la “Herder-Korrespondenz”, rivista mensile cattolica, e con l’Accademia cattolica della diocesi Dresda-Meissen nella Ex-DDR, il Movimento dei Focolari in Germania aveva organizzato questo convegno per affrontare una delle domande più urgenti di tanti cristiani: cosa facciamo e come ci muoviamo in un mondo in cui Dio sembra non ci sia più?” 350 i partecipanti dalla Germania, Austria, la Svizzera e altri paesi Europei, disposti ad approfondire le cause di una sempre crescente assenza di Dio nella società e nella vita dei singoli fino ad arrivare – come lo ha detto il vescovo ospite di Dresda, Heinrich Timmerevers, nel suo saluto iniziale – anche alla domanda sconvolgente, “se è forse la stessa Chiesa ad allontanare le persone da Dio per via della crisi causata dagli abusi?” Margaret Karram, Presidente dei Focolari, ha affermato in un messaggio di saluto che il tema della assenza di Dio tocca il nucleo della spiritualità del Movimento che si riassume nella figura di Gesù, abbandonato in croce dagli uomini e da Dio, quale “momento più arduo e al contempo più divino di Gesù, come chiave per contribuire a realizzare la fraternità dovunque manca […] ed a rivolgersi a coloro che soffrono di più per questa oscurità” Ne sono seguiti due giorni di riflessione critica e stimolante su tutto ciò che, nonostante una crescente tendenza al secolarismo, sia ancora motivo per restare saldi nella fede in Dio, eppure su nuove forme di interesse – soprattutto nei giovani – a qualcosa di trascendente che passa attraverso storie autentiche, esperienze di una profonda estetica e la curiosità ad approfondire nuove riflessioni sul senso della vita. Era però anche presente la consapevolezza che spesso le Chiese non riescono più a soddisfare le nuove esigenze religiose degli uomini e donne di oggi. Forte, quasi scioccante, è stato l’intervento della teologa tedesca Julia Knop. Partendo dal dibattito sull’abuso di potere e la violenza sessuale da parte di clerici e consacrati, ha dimostrato che anche tra i più fedeli si sente una erosione della fiducia nella Chiesa. E la crisi della Chiesa – così la professoressa di dogmatica – è strettamente legata alla crisi di fede. Che l’assenza di Dio può essere anche una chance, lo ha affermato il teologo riformato, Stefan Tobler. Presentando alcune tracce della mistica di Madeleine Delbrêl, Madre Teresa di Calcutta e Chiara Lubich ha messo in luce che proprio l’esperienza di un Dio che sparisce può diventare luogo della rivelazione di Dio. “Dio si fa trovare proprio lì dove sembra più lontano. Non si tratta dunque di portarlo, ma di scoprirlo nel mondo”.
Joachim Schwind
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Feb 12, 2021 | Chiara Lubich, Cultura
E’ il titolo del convegno che si terrà il 18-19 febbraio prossimi, promosso dal Centro Chiara Lubich e dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma (Italia). Consonanze e incroci della spiritualità dell’unità con le idee e il pensiero dei grandi del nostro tempo. Come ce lo immaginiamo un dialogo tra Chiara Lubich, Dietrich Bonhoeffer, Simone Weil, il Mahatma Gandhi, e ancora con Giorgio La Pira, Martin Luther King o addirittura Michail Gorbaciov? Quando succede che la visione di una personalità si incrocia con quella di altri “grandi” del suo o di altri tempi, spesso tali convergenze potenziano e arricchiscono un movimento di idee trasversale, capace di raggiungere fette di umanità vastissime e imprimere una direzione di marcia verso un cambiamento duraturo. E mettere in dialogo l’idea di unità di Chiara Lubich con diverse personalità che hanno fatto la storia, è l’intento del convegno “Oltre il 900. Chiara Lubich in dialogo con il nostro tempo” (18/19 febbraio 2021), promosso dal Centro Chiara Lubich e dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma. Sarà possibile seguire l’evento online sul canale YouTube di Città Nuova in italiano, portoghese, inglese e spagnolo. GIOVEDI 18/02 ITALIANO https://youtu.be/hePSudSFdbo PORTUGUÊS https://youtu.be/91uF6G4uJ80 ENGLISH https://youtu.be/_vKWn0NNP_Q ESPAÑOL https://youtu.be/Awo4Z3sbQU0 VENERDI 19/02 ITALIANO https://youtu.be/R1NtYaCUifA PORTUGUÊS https://youtu.be/pQKtuCs1loQ ENGLISH https://youtu.be/s8H4u-LHC70 ESPAÑOL https://youtu.be/TNFO84-RZBM Il convegno affronterà il pensiero, l’esperienza storica, politica, economica e letteraria di Chiara Lubich grazie al contributo di accademici e studiosi di diverse discipline: da Michel Angel Moratinos a Andrea Riccardi a Piero Coda, ad Alessandra Smerilli, a Vincenzo Buonomo, a Pasquale Ferrara, a Maurizio Gentilini, a Giulia Paola De Nicola, ad Adriano Roccucci, a Cristiana Freni, a Lucia Tancredi, ad Aldo Civico, con partecipazioni da altri Paesi come Andras Fejérdy dall’Ungheria e Vinu Aram dall’India, solo per citarne alcuni.
Il convegno si sviluppa in quattro sessioni: storica, letteraria, socio-politica e un’ultima dedicata ad alcune figure del ‘900. Chiara Lubich ha attraversato il Novecento e vissuto l’inizio del nuovo millennio, guardando questo cambiamento d’epoca dalla prospettiva della fraternità universale, convinta – come ebbe a dire più volte – che “l’unità è un segno dei tempi”. Le consonanze che il convegno punta a evidenziare di fatto superano di gran lunga l’analisi del pensiero di Chiara Lubich, perché lo pongono in dialogo e a confronto con figure di grandi che con percorsi di vita e culturali diversi hanno però puntato lo sguardo nella stessa direzione. Oltre al Movimento dei Focolari, partner del convegno sono l’Istituto Universitario Sophia, Città Nuova, New Humanity e la Fondazione Museo Storico del Trentino.
Stefania Tanesini
Locandina in PDF Programma del convegno (altro…)
Dic 30, 2020 | Cultura
A Firenze il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira promuove la cultura del dialogo, l’accoglienza e il rispetto, per riscoprirsi tutti membri dell’unica famiglia umana. “Frequentare il Centro La Pira ci ha dato la consapevolezza che la scuola è fondamentale per costruire un futuro di pace e serenità, e ci ha ispirato il desiderio di creare qualcosa che potesse permettere a tanti ragazzi di ricevere una buona istruzione”. Armand Josè e Armand Xavier Mabiala sono due giovani fratelli angolani. Il primo si è laureato in economia a Firenze, il secondo studia ingegneria civile. Entrambi nel capoluogo toscano hanno frequentato il Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira, dove hanno seguito corsi di italiano e partecipato ad attività culturali e dove hanno costruito rapporti di amicizia con giovani di provenienze, culture e religioni diverse. Un luogo che è diventato per loro un punto di riferimento, tanto da voler portare nella loro terra i valori che esprime. Nato nel 1978 per volere del Cardinale Giovanni Benelli, Arcivescovo di Firenze, per dare sostegno agli studenti provenienti da altri Paesi, e affidato al Movimento dei Focolari, il Centro dedicato a Giorgio La Pira – che fu tra i padri costituenti della Repubblica italiana e sindaco della città dal 1951 al 1965 – vuole essere “un luogo di accoglienza fraterna, d’incontro e dialogo” – si legge sul sito che lo presenta www.centrointernazionalelapira.org – una “porta aperta su un’Europa pronta a dare, ma anche a ricevere, a imparare da tutti”. Il suo orizzonte è “il sogno del Vangelo, l’ideale della fraternità universale, il sogno della Pace che ha di fronte a sé la meta del mondo unito”. A questo sogno Josè e Xavier vogliono appassionare tanti altri giovani: ricevuta una somma di denaro dal padre, piuttosto che spendere per sé quelle risorse hanno deciso di investire sul bene che consideravano più importante per il loro Paese: l’educazione, come strumento di pace, sviluppo e benessere. E a Luanda, capitale dell’Angola, hanno costruito una scuola. Anch’essa intitolata a Giorgio La Pira e ispirata dall’ideale della fraternità universale. È solo una delle tante storie che attraversano il Centro La Pira e parlano di accoglienza, solidarietà e amicizia fra persone diverse per provenienza, convinzioni, fede e cultura. Anche in questo tempo di pandemia. Mohamed Abou El Ela è uno studente fiorentino, fa parte del direttivo dei Giovani Musulmani Italiani ed è segretario della Comunità Islamica di Firenze e Toscana. Insieme ad altri giovani musulmani e col sostegno della comunità islamica, la Caritas, il Banco Alimentare e il Centro La Pira – che con i suoi amici ha frequentato – ha dato vita ad un gruppo di trenta persone che portano soccorso a centinaia di studenti e famiglie in difficoltà, e si offrono come volontari per la Croce Rossa, la Misericordia, la mensa della Caritas. “Nei momenti difficili non dobbiamo agire separati, ma più uniti – spiega – Questa è la lezione che impariamo dalla crisi che ci impone il Covid19”. Una storia di condivisione e collaborazione che supera le barriere ideologiche e valorizza la comune appartenenza alla famiglia umana. È lo spirito che anima ogni attività e ogni progetto del Centro La Pira.
Claudia Di Lorenzi
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Dic 28, 2020 | Chiara Lubich, Cultura
Qual è l’idea di fondo del TV Movie “Chiara Lubich, l’amore vince tutto”? Cos’ha da dire a questo tempo il racconto degli inizi dei Focolari? Presentato oggi alla stampa, andrà in onda su RAI Uno il 3 gennaio prossimo, in prima serata. Un film di grande attualità, che parla a tutti noi, offrendo la fraternità universale portata da Chiara Lubich come antidoto al male di questo tempo. E’questo, in estrema sintesi, il messaggio emerso oggi durante la conferenza stampa di presentazione del TV Movie “Chiara Lubich, l’amore vince tutto” in onda su Rai Uno (primo canale nazionale italiano) il 3 gennaio prossimo, in prima serata. Presenti i vertici di Rai Uno e Rai Fiction, Stefano Colletta e Maria Pia Ammirati, il produttore di Eliseo Multimedia Luca Barbareschi, la protagonista Cristiana Capotondi e l’attrice Aurora Ruffino. È intervenuto anche Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento dove è stato girato il film. “È un film che in questo periodo così sofferente, così duro per noi come quello del Covid, diventa una grande metafora di speranza, di coraggio. Un gruppo di ragazzi che decidono di credere in un sogno. Quando? Durante la guerra”. Per Luca Barbareschi è questa la scommessa su cui ha deciso di puntare, producendo la storia di Chiara Lubich – “Spero che questo film venga visto in questa chiave in cui la figura di Chiara (…) diventi un simbolo di semplicità e di passione, di coraggio, di voglia di riunire le persone insieme. Il simbolo del focolare, stare intorno al fuoco, attorno a una luce”.

Foto di Federica Di Benedetto
Concorda Giacomo Campiotti, ma confida anche che questa è stata per lui la sceneggiatura più difficile fino ad ora, anche se un’impresa esaltante. “Ho cercato di dare il mio contributo raccontando una storia per tutti”, ha spiegato. “Chiara Lubich non è assolutamente un racconto solo per il mondo cristiano, ma la sua idea era quella di parlare a chiunque”. Ricordando che il motto di Chiara era la frase del Vangelo “Che tutti siano uno” (cf. Gv 17,21), ha aggiunto: “Chiara non voleva fondare niente, ma ognuno di noi ha un potere incredibile. Quando una persona inizia a realizzare quello in cui crede, crea un magnetismo intorno a sé che cambia il mondo. Questo hanno fatto i grandi personaggi. E questi personaggi possono essere di grande aiuto, di grande ispirazione per tutti” 
Foto di Marco Bellucci
“Io mi porto a casa un’esperienza molto bella, di grande spiritualità, totalizzante come forse poche cose sono state”, confida Cristiana Capotondi. Per la protagonista, Chiara Lubich è un personaggio che è sempre rimasto giovane, “perché ha avuto la forza di scardinare delle convenzioni, degli stereotipi, di aprire delle porte, di parlare con il mondo ebraico, di parlare con il mondo islamico, di parlare con la Chiesa ortodossa. È come se non avesse memoria, come se non avesse sovrastrutture. Io questo lo trovo molto giovane. Poi quando cresciamo ci strutturiamo, abbiamo paura, timori. Era una donna senza paure. In questo momento storico credo che il suo messaggio sia di una forza politica straordinaria”. 
Foto di Federica Di Benedetto
Aurora Ruffino che ha un ruolo importante tra le prime compagne della Lubich, racconta che di Chiara e delle sue compagne l’ha colpita come anche loro vivessero nell’incertezza del domani: “Una situazione come la nostra di oggi. Nonostante ciò lei aveva l’assoluta certezza che le cose sarebbero andate bene, che in qualche modo Dio per lei avrebbe trovato la strada per far sì che le cose andassero bene. Questo mi ha molto colpito. (…) Quando tu fai del bene ti ritorna sempre indietro. E lei viveva nell’assoluta certezza di questo”. Per Stefano Coletta non ci sono dubbi sul motivo per il quale RAI Uno abbia scelto di aprire l’anno 2021 proprio con questo progetto: “Il film condensa in maniera molto dritta e senza retorica la storia di Chiara Lubich, una donna che aveva veramente incontrato Dio e lo aveva incontrato nell’azione, più che nella mistica e nell’attività contemplativa. Era una donna molto pratica che ha vissuto in un momento complicatissimo come la guerra con la convinzione quasi politica che ogni incontro meritava attenzione, curiosità e intelligenza. Non a caso è stata segno del dialogo ecumenico fino alla fine; ha incontrato spiritualità estremamente diverse, senza alcun pregiudizio.”. Per Maria Pia Ammirati la storia raccontata dal film ha un carattere agiografico, ma non nel senso inteso comunemente. “Come tutte le agiografie, quelle vere, i santi sono prima di tutto uomini e donne normali. Per questo si comincia bene, si comincia benissimo questo 2021. È un viatico questa storia, e un inizio positivo in una situazione che sappiamo tenebrosa, che ci allontana. Il disegno di Chiara era quello dell’avvicinamento, del cominciare dalle piccole società, dalla solidarietà, dal bene comune, dall’amore, come dice il sottotitolo”.
Stefania Tanesini
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Dic 15, 2020 | Cultura
Il 19 e 20 dicembre 2020, il complesso internazionale lancerà tre concerti natalizi dal titolo “Life, Love, Care”, in 3 orari differenti per favorire i singoli emisferi. L’epidemia che stiamo vivendo sta sconvolgendo il nostro modo di vivere e relazionarci con gli altri e con il mondo. Il suo impatto ci chiama ad una riflessione profonda su temi globali, come la sfida dell’interdipendenza per attuare un progetto di coesistenza umana che consenta un futuro migliore per tutti.
In questi anni il complesso internazionale artistico musicale Gen Rosso ha portato in tutto il mondo la sua festa di celebrazione alla vita attraverso il concerto “Life”. Ora è tempo di rinascere e il Natale è il simbolo per eccellenza: nasce Gesù, il figlio di Dio. Ed è l’occasione per avviare una nuova rinascita che può costruire un futuro migliore che sarà possibile solo se ognuno di noi si mette in gioco prendendosi cura di chi e di cosa ha attorno attraverso gesti d’amore, anche piccoli, ma concreti e quotidiani. Il Gen Rosso si impegna in prima persona in questa sfida arrivando nelle case di ognuno per far sentire la propria vicinanza, portando un messaggio di fraternità. Quindi con il concerto di Natale vuole celebrare la vita in tutte le sue sfaccettature (LIFE), diffondere amore e bellezza, richiamare all’importanza di piccoli gesti quotidiani (LOVE), far sentire la vicinanza ad ognuno e diffondere il messaggio di prendersi cura di chi e cosa ci sta attorno (CARE). Così come faranno i Gen4 in tutto il mondo (i bambini dei Focolari) con l’azione “Hanno sloggiato Gesù”, anche il Gen Rosso contribuirà con una parte del ricavato dai ticket – secondo la formula di donazione libera e spontanea – per il Centro Educativo Fiore a Mixco in Guatemala, seriamente provato e compromesso dalla pandemia per Covid 19. È una scuola per bambini e ragazzi/e, e offre servizi qualificati nel campo dell’istruzione con un’enfasi sulla formazione umana. Ecco le date dei concerti: –Sabato 19 dicembre ore 1.00 p.m. e ore 9.00 p.m. (italian time) –Domenica 20 dicembre ore 11.59 p.m. (italian time) Per maggiori informazioni visita il sito www.genrosso.com
Lorenzo Russo
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