Set 13, 2017 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Foto: Jose-MIguel-Gomez – Conferenza Episcopale Colombiana
Gli occhi del mondo, credenti e non, nei giorni scorsi sono stati puntati sulla Colombia. Anche la comunità dei Focolari ha partecipato attivamente, attraverso le parrocchie, alla preparazione e allo svolgimento della visita del Papa. Susan Nuin, focolarina, membro dell’equipe di Antropologia Trinitaria del Celam (Consejo Episcopal Latinoamericano), organismo della chiesa cattolica che raggruppa i Vescovi dell’America latina e dei Caraibi, spiega: «Alcuni elementi sono emersi in maniera molto forte. Il primo, la presenza dello Stato, nella persona del presidente e di tutti i rappresentanti del governo. In passato, il Governo, molto debole e fagocitato dal narcotraffico e dalla guerriglia, ora è impegnato in prima linea nel processo di riconciliazione. Il secondo, il tema della riconciliazione popolare, legato a quello della giustizia sociale: la Colombia è infatti il Paese con la maggiore percentuale di disuguaglianza sociale». Sole Rubiano, responsabile dell’editrice Ciudad Nueva, spiega in un’intervista all’AGI: «In teoria tutti sono a favore della pace, ma non tutti capiscono che c’è bisogno dell’inclusione e dell’equità». In Colombia si è reso possibile un fatto che altrove non ha precedenti: «: Vittime e Carnefici – spiega Susanna Nuin – hanno pregato, si sono perdonati, riconciliati insieme e si sono abbracciati. Nemmeno in Sudafrica e nelle dittature latinoamericane vittime e carnefici si erano messi sullo stesso piano,nello stesso scenario,alla pari. Non bastano le leggi e gli accordi istituzionali perché si risolvano i conflitti, ci vuole l’incontro personale tra le parti. Papa Francesco ha creato una coscienza popolare che prima non c’era». A Villavicencio (500.000 abitanti, a sud est di Bogotà), il Papa ha incontrato 3 mila rappresentanti delle vittime di violenza (150 mila solo in città), militari, agenti di polizia ed ex guerriglieri. È il momento centrale della visita, l’incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale nel Parque Las Malocas. Al centro della scena, sull’altare, il Crocifisso spezzato e amputato di Bojayá (che il 2 maggio 2002 assistette e patì il massacro di decine di persone rifugiate nella chiesa) esprime il dramma delle vittime. Si susseguono testimonianze dei membri delle ormai ex Farc (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia), di paramilitari, di una donna che ha subito soprusi di ogni tipo. Nello stesso giorno (8 settembre), in una lettera, il leader delle Farc aveva scritto al Papa, chiedendo perdono per “ogni dolore provocato al popolo della Colombia”. Una giovane, Nayibe, scrive: «Mi hanno molto colpito le parole di Papa Francesco di fronte al Cristo di Bojayá: “per noi il Cristo amputato è ancora più Cristo, perché ci dimostra che è venuto a soffrire per il suo popolo”». Una giornata definita da molti storica, in cui sono emersi il coraggio e la capacità di soffrire e di ricominciare del popolo colombiano.
Cartagena de Indias, nel Nord della Colombia, affacciata sul Mar dei Caraibi, ospita il Santuario di San Pietro Claver (1581–1654, proclamato santo nel 1888), il gesuita spagnolo che si è dedicato alle vittime della tratta degli schiavi. Su proposta dei gesuiti, dopo l’accordo di pace tra il governo e le Farc, che ha messo fine a un conflitto durato più di 50 anni, con 200 mila morti e decine di migliaia di dispersi, è la naturale capitale dei diritti umani. Qui il Papa ha visitato i quartieri più poveri, recandosi anche a casa di una donna, Lorenza Perez, che a 77 anni cucina e distribuisce i pasti per chi ne ha bisogno. «Sono la più povera dei poveri – è lei stessa a parlare – ma il Papa ha scelto proprio casa mia per dire al mondo di amare di più chi è scartato». Spiega Susanna Nuin: «I discorsi del Papa hanno avuto due dimensioni: una concettuale, con chiarimenti precisi e forti con testimonianze; e una gestuale, per esprimere vicinanza a un popolo che ha molto sofferto. La sua partenza ha lasciato in noi una forte nostalgia, ma anche un senso di pienezza. La sua visita ha istillato nel cuore del popolo colombiano un nuovo modo di vivere, non in posizione passiva, attendendo una pace che non arriverà mai, soccombendo a una polarizzazione che rende impossibile una convivenza pacifica». Fondamentale il ruolo dei giovani, che si sentono investiti del compito loro affidato. Yolima Martínez ricorda l’appello del Papa: “Voi giovani avete una sensibilità particolare per riconoscere la sofferenza degli altri”. E Laura Isaza: «La pace è un percorso che coinvolge tutte le generazioni, ma la nostra in modo particolare». Le fa eco Manuel: «La visita del Papa ha chiarito ai colombiani che la pace non è un contenuto politico, ma una cultura da costruire. Come membri dei Focolari ci sentiamo ancora più impegnati ad ascoltare Papa Francesco quando parla di cultura dell’incontro, che dobbiamo continuare a promuovere e costruire». (altro…)
Set 11, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dopo il passaggio di “Irma” dalle isole caraibiche che ha causato morte e distruzione, il violento uragano ha colpito lo Stato della Florida, dichiarato in stato di emergenza. Oltre 5,8 milioni le persone rimaste senza elettricità, acqua corrente, o servizio internet. Almeno cinque i morti accertati. Ora, declassato a categoria 1 (con venti fino a 136 chilometri l’ora), Irma si dirige verso Atlanta (Georgia). La comunità dei Focolari di quella città scrive: “Siamo in contatto costante con le nostre comunità del sud di Florida. Tanti hanno dovuto lasciare le loro case e si trovano in posti più sicuri. Ci raccontano che stanno cercando di aiutare chi è solo, i propri vicini, e mettendosi in contatto con i parenti che sono all’Estero; lo stesso per le comunità colpite nelle isole. Ad Atlanta è previsto l’arrivo dell’uragano per lunedì o martedì, forse solo con abbondanti piogge e forti venti. Dietro la sofferenza, sentiamo l’amore di Dio, e costatiamo che questa emergenza ci ricorda che siamo tutti fratelli, e che possiamo aiutarci l’un l’altro al di là degli scontri sociali che, in questo momento, diventano secondari”. (altro…)
Set 8, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Il Messico è stato spesso colpito da movimenti sismici perché si trova sul punto di incontro di 5 placche tettoniche. Ma questo dell’8 settembre è stato il terremoto più violento finora registrato (8.2 della scala Richter). Con l’epicentro al largo della costa occidentale, al confine con il Guatemala, il sisma è stato avvertito fino a Città del Messico. Gran parte della capitale è rimasta senza luce e tanti hanno abbandonato le case e sono scesi in strada al buio. Almeno 15 i morti, anche se “il bilancio è destinato a salire”, ha detto il presidente Enrique Peña Nieto. Oaxaca lo Stato più colpito. Scrivono i vescovi messicani: “Dio ci rafforzi come fratelli nella fede per mostrarci disponibili nei confronti di chi ha sofferto a causa di questo forte terremoto”. In Guatemala si registra almeno una vittima. (altro…)
Set 8, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Il laboratorio nazionale di economia, cultura, comunicazione, formazione e innovazione, è promosso annualmente da Città Nuova, il Polo Lionello Bonfanti, l’Istituto Universitario Sophia e dalla cittadella di Loppiano, che ospita l’evento. Raccogliendo l’invito di Papa Francesco, la convention si propone come occasione di confronto e proposta intorno ai temi in primo piano nel nostro Paese: dall’immigrazione al lavoro, dalla povertà all’inclusione sociale, dalla lotta alla corruzione all’impegno per il bene comune, e poi famiglia, giovani, educazione e molto altro. Contro ogni forma di esclusione e per l’accoglienza, contro la ricerca dell’interesse privato e per la promozione di nuove virtù civili, lavorando per trovare vie d’uscita alle contraddizioni dei nostri tempi e per agire sulle strutture inique che producono – appunto – “le vittime e i briganti”. LoppianoLab è dunque un laboratorio culturale dove gettare i semi di un nuovo pensiero e di un agire conseguente, nella convinzione che la ricerca del profitto non può fare da bussola ad ogni attività umana. L’evento è aperto a tutti coloro che si interrogano su questi temi e intendono farsi “artigiani del cambiamento”. Per informazioni tel. 055 9051102, email: loppianolab.accoglienza@loppiano.it Programma di LoppianoLab (altro…)
Set 7, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Lo scorso 26 agosto, il Parco delle Nazioni di Córdoba (Argentina) è gremito di ragazzi e bambini, come sempre in occasione delle manifestazioni indette per il “Día del Niño”, la Festa del Bambino, ogni terza domenica di agosto. Il Parco è il luogo ideale per organizzare giochi, tornei, passeggiate. Quest’anno, una folla festosa suscita la curiosità dei passanti: l’inaugurazione di un piccolo monumento con un grande significato. Si tratta di un colorato dado girevole, poggiato su un piedestallo: il Dado della Pace. Giochi, una gimcana, musica e una merenda precedono l’atto ufficiale di inaugurazione, alla presenza, tra altri, di rappresentanti del Comitato interreligioso per la Pace (il Comipaz), della Chiesa Armena e di quella evangelica, della comunità ebrea e di quella musulmana. In rappresentanza dei Focolari prendono la parola Fernanda Otero, Francisco Drab e Amelia Milagros López Loforte. Conclude il saluto del vescovo ausiliare, Mons. Ricardo Seirutti, che benedice il monumento. Impossibile resistere alla tentazione di avvicinarsi e farlo girare. Ogni faccia una proposta, che a dispetto dei colori e dell’atmosfera allegra e giocosa richiede di essere messa in pratica con serietà e impegno. E forse anche fatica. Il dado propone infatti sei azioni da vivere nella quotidianità, espressioni della “regola d’oro” presente in tutte le religioni: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”: “Amo a todos, Soy el primero en amar, Amo al enemigo, Perdono al otro…..” (amare tutti, amare per primi, amare il nemico, perdonare…) sono gesti concreti ispirati a uno stile di vita coraggioso e controcorrente, per costruire una società più empatica e solidale. L’inaugurazione non è un fatto isolato, ma il coronamento di tanti mesi di contatti e di lavoro sul campo, durante i quali i giovani dei Focolari, con il sostegno di molti adulti, hanno portato con entusiasmo il Dado in diversi quartieri della città come strumento di educazione alla pace attraverso il gioco e il teatro. Nei quartieri periferici di Ciudad Evita, San Roque, Cabildo, Müller, Argüello – zone periferiche, dove la gente convive con la violenza e i diritti sono spesso violati – e con i bambini della Fondazione Sierra Dorada a San Marcos Sierras (a 60 km dalla capitale), hanno lavorato fianco a fianco con le comunità e le organizzazioni di quartiere, desiderose di una maggior presa di coscienza sulle problematiche locali e di azioni dirette a un’educazione sociale maggiormente incisiva ed efficace. Il progetto, sostenuto dal Movimento dei Focolari, l’organismo di Difesa dei diritti dei bambini e degli adolescenti della Provincia di Córdoba, il Programma Living Peace e il Comitato Interreligioso per la Pace, insieme ad altre organizzazioni ed enti pubblici e privati, si prefigge di diffondere la pace in tutti gli ambiti della società a partire da una «buona pratica» ideata per i bambini, ma valida anche per gli adulti, in tutti gli ambiti. Iniziative analoghe si moltiplicano in tanti altri Paesi (ad esempio in Italia, Spagna, Egitto, Ungheria e Brasile), in cui l’ormai celebre “cubo” è diventato il protagonista di svariate iniziative pedagogiche e di seminari di studio. In Argentina, oltre a Córdoba, un Dado della Pace si trova in un altro luogo pubblico a Concepción, nella provincia di Tucumán. Nella stessa Córdoba, tre giorni prima, l’iniziativa del Dado era stata dichiarata di interesse culturale dal Consiglio Comunale. Piccolo “monumento” che si trasforma ovunque in vita. (altro…)
Set 5, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Mentre la furia di Harvey sembra attenuarsi e si piangono le vittime il cui numero cresce quasi di ora in ora, comincia a farsi più chiaro il tragico bilancio della devastazione lasciata dall’uragano, con una preoccupazione crescente per il rischio di acque contaminate, in particolare a Houston, sede di centinaia di grandi e importanti stabilimenti chimici e petroliferi. Un mix di pesticidi, scarichi e solventi che possono causare ulteriori seri danni, dopo Harvey, alla salute dell’uomo e all’ambiente. Attualissima l’invocazione corale a una maggiore attenzione e “cura del creato”, lo scorso 1° settembre, proprio mentre stanno emergendo, dall’acqua che si ritira, anche le responsabilità degli uomini. A far riflettere non è solo la potenza incontrollata della natura, ma anche le responsabilità nell’uso dei beni della Terra. A proposito del rischio di contaminazione, si calcola che migliaia di persone, nelle 38 contee del Texas (USA) colpite dall’uragano Harvey, ricorrano a sorgenti private, non soggette agli stessi controlli delle rete idrica pubblica e perciò potenzialmente a rischio.
«È tempo di riflettere sul terribile potere della natura e sulla nostra responsabilità umana di essere buoni e saggi amministratori dell’ambiente» scrive il Patriarca Ecumenico Bartolomeo, noto per il suo impegno a favore dell’ambiente. «Siamo tutti chiamati a partecipare alla redenzione e alla gestione del nostro mondo, lavorando per arginare la forza distruttiva di tali uragani con una migliore pianificazione ambientale; o impegnandosi più seriamente per combattere il grave problema del cambiamento climatico e del modo in cui interferisce con il nostro pianeta; o addirittura scendere personalmente in campo con progetti di carità che possono aiutare e sostenere coloro la cui vita è così drasticamente cambiata a causa dei cambiamenti ambientali in un batter d’occhio». Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo – nel comunicato congiunto in occasione della Giornata di preghiera – hanno affermato: «Noi rivolgiamo a quanti occupano una posizione di rilievo in ambito sociale, economico, politico e culturale un urgente appello a (…) sostenere il consenso globale perché venga risanato il creato ferito. Siamo convinti che non ci possa essere soluzione genuina e duratura alla sfida della crisi ecologica e dei cambiamenti climatici senza una risposta concertata e collettiva, senza una responsabilità condivisa e in grado di render conto di quanto operato, senza dare priorità alla solidarietà e al servizio».
Intanto, arrivano notizie dalla comunità dei Focolari di Houston. Joelma, Carmina, Chiara e Kate ci scrivono: «Grazie per le vostre preghiere, la vostra vicinanza e i numerosi messaggi che ci sono arrivati. Tutta la nostra comunità a Houston è salva. Alcuni hanno dovuto lasciare le loro case, altri hanno avuto la casa allagata ma non sono stati costretti ad evacuare. Sono comunque al sicuro. La parte del quartiere dove si trova la casa dei Focolari è sufficientemente in alto da rimanere abbastanza asciutta, ma è diventata come un’isola poiché tutte le aree circostanti sono state inondate. È stata un’esperienza molto dura assistere, da una casa sicura e asciutta, all’inondazione delle zone sottostanti, sapendo che molte persone intorno erano in pericolo di vita. Purtroppo, abbiamo appena appreso che i parenti di alcune persone della nostra comunità, a Corpus Christi (la prima città texana ad essere investita dalla furia dell’uragano), sono tra i morti: una famiglia di sei persone che è morta mentre cercava di scappare dall’acqua. Stiamo cercando di capire il modo migliore per essere d’aiuto in questo momento, anche perché guidare la macchina è ancora molto pericoloso. Intanto, due infermiere della nostra comunità, Marga e Augie, stanno lavorando senza sosta, nei loro ospedali, a causa della carenza di personale. Un giovane è potuto andare in giro e raggiungere altri volontari, mentre una coppia, munita di canoa, ha potuto dare un aiuto remando nel quartiere». (altro…)