Movimento dei Focolari

I carismi: un Vangelo dispiegato nei secoli

Alla scuola dei santi

Ero ancora studente di teologia quando con i miei compagni donammo a Chiara Lubich un libretto ciclostilato con alcuni pensieri sulla vita fraterna, tratti dagli scritti del nostro fondatore. Pochi giorni dopo ci chiese se poteva mandarne copia a tutti i focolari sparsi nel mondo. Lo aveva letto d’un fiato, “come si beve un sorbetto”, diceva, ed aveva annotato alcuni pensieri su sant’Eugenio de Mazenod, mostrando di averlo capito nel profondo della sua personalità spirituale. Ciò che più mi colpì furono le parole che rivolse a noi Oblati in quella circostanza: “Se loro, per via del carisma dell’unità, si sentono dell’Opera di Maria, io per via del loro fondatore mi sento “Oblata di Maria Immacolata”. E subito aggiungeva: “Ma io mi sento di tutti gli Ordini: di san Francesco, di san Benedetto…”. “Mi sento di tutti gli Ordini…”. Queste stesse parole, espresse in modo diverso, le ho poi ritrovate spesso negli scritti di Chiara. “Se da una parte siamo coscienti che il carisma del nostro Movimento è utile a tutta la Chiesa – scriveva ad esempio durante la lettura delle opere di S. Giovanni della Croce -, dall’altra siamo pure convinti che tutti i carismi della Chiesa sono utili a noi, figli della Chiesa. E allora dobbiamo imparare da tutti i santi” 1. Si sente, in queste parole, una “donna-Chiesa”, capace di dire, come un’altra grande donna, Teresa d’Avila, “sono figlia della Chiesa”. Perché tale sa mettersi con umiltà alla scuola dei santi. La loro esperienza le appartiene, come tutto ciò che è Chiesa. “È proprio della nostra spiritualità – scrive in pro-posito – imparare dai santi, farci figli di essi, per partecipare del loro carisma”. 2 Leggendo i suoi scritti si rimane impressionati di come Chiara Lubich ha camminato in compagnia dei santi.Si è confrontata costantemente con loro, in un rapporto che potremmo definire d’amore vicendevole, di unità e di distinzione. Da una parte i santi, con la loro esperienza di Dio, quasi le si accostano per incoraggiarla nella nascita e nello sviluppo della sua Opera, per illuminarla, aiutarla 3. Dall’altra il confronto con la vita e le opere dei santi le consente di cogliere tutta l’originalità della sua fondazione. Una ricca dottrina sulla dimensione carismatica della Chiesa Nello stesso tempo, grazie a questa particolare reciprocità d’amore con i santi, Chiara sa rico-noscere “il compito, la missione, il disegno che Dio ha pensato per essi” 4. Più ancora, ella arriva ad elaborare una ricca ed originale dottrina sulla dimensione carismatica della Chiesa e sui carismi della vita consacrata in particolare. È il primo motivo per cui le viene meritatamente conferito il dottorato in teologia della vita consacrata. Chiara Lubich possiede una sua originale comprensione dei carismi. Li vede come lo spiegarsi di Cristo attraverso i secoli, come un Vangelo vivo. Se Cristo è il Verbo di Dio incarnato, scriveva nel lontano 1950, a soli 30 anni, “la Chiesa è il Vangelo incarnato. Così è Sposa di Cristo. Noi vediamo attraverso i secoli fiorire tanti Ordini religiosi su tante ispirazioni quanti essi sono. Ogni Ordine o Famiglia Religiosa è l’incarnazione d’un’“espressione” di Gesù, d’una sua Parola, d’un suo atteggiamento, d’un fatto della sua vita, d’un suo dolore, d’una parte di Lui”. 5 Poi, sempre in questo illuminante testo del 1950, ecco la percezione estetica della Chiesa cari-smatica, quale “magnifico giardino in cui fiorirono tutte le Parole di Dio, fiorì Gesù, Parola di Dio, in tutte le più svariate manifestazioni. (…). Come l’acqua si cristallizza in stelline di tutte le forme quando cade come neve sulla terra, così l’Amore assunse in Gesù la Forma per eccellenza, la Bellezza delle Bellezze (“il più bello dei Figli degli uomini” [cf Sal 45, 3]). L’Amore assunse nella Chiesa diverse forme e sono gli Ordini e le famiglie religiose. Nella Chiesa fiorirono e fioriscono tutte le virtù. I fondatori degli Ordini sono quella virtù fatta vita e salirono al Cielo solo perché erano Parola di Dio. (…) Tutte queste Parole formano la Chiesa, un Altro Cristo o un Cristo continuato, la Sposa di Cristo. È la Nuova Gerusalemme ammanta-ta di tutte le virtù”. 6 I carismi appaiono sostanziati dal Verbo, sue espressioni: lo contengono e lo manifestano, sono verbo nel Verbo, un Vangelo incarnato. “In tutti gli Ordini è un raggio dell’Ordine che è Dio. In tutte le spiritualità una luce della luce che è Gesù”. 7 I fondatori sono contemplati come “ortoprassi” della dottrina cristiana. La loro vita è illuminata e guidata dal Vangelo e insieme lo spiega. Ognuno di loro, scrive ancora Chiara, “ha ordinato in famiglia” i propri seguaci “con le leggi eterne del Vangelo, sentite risuonare con novella e attuale forza dallo Spirito Santo nel suo spirito”. 8 È la motivazione ultima e il senso profondo della vita consacrata: vivere appieno la vita evangelica, seguendo con radicalità Cristo nelle sue parole e nella sua opera. Il Vangelo è l’unica vera regola, come già sapeva il primitivo monachesimo. Inevitabile il confronto di questa intuizione del 1950, in cui Chiara Lubich legge la vita consacrata a partire dal suo dinamismo storico-carismatico, con la teologia che si elaborava nel medesimo periodo. Il Congresso mondiale degli istituti di perfezione, che si celebrava a Roma in quello stesso anno, riproponeva una statica teologia degli “stati di perfezione”, ancora ferma al “culto dei voti”. Occorrerà attendere ancora sette anni prima che Karl Rahner scriva il famoso libro sul principio dinamico della Chiesa nel quale rilegge in questa chiave anche l’evento della vita religiosa. Una nuova corrente di spiritualità Fin dall’inizio sono stati coinvolti in questa nuova corrente di spiritualità anche religiosi e religiose.Da qui ha preso vita, in seno all’Opera di Maria, un Movimento di religiosi e un Movimento di religiose e consacrate, a cui aderiscono migliaia di membri dei diversi istituti. In questo ambito l’esperienza spirituale di Chiara ha espresso anche una originale metodologia ermeneutica dei carismi, che si è rivelata via privilegiata per il rinnovamento auspicato dal Concilio Vaticano II. Ed è questo il secondo motivo per cui le viene conferito il dottorato. Essere parola nell’unica Parola Se i carismi e gli istituti possono essere paragonati a fiori sbocciati dal Vangelo, di certo essi conserveranno o ritroveranno la loro freschezza, e quindi saranno pienamente se stessi, nella misura in cui saranno capaci di andare alla radice da cui sono nati, immergendosi nuovamente nel Vangelo “nel quale solo valgono – ricorda Chiara -, ed il quale solo debbono essere”. 9 Ogni istituto ed ogni spiritualità ad esso legata è chiamato a tornare ad essere parola nell’unica Parola. Vivendo il Vangelo in pienezza si accende la luce per cogliere la particolare di-mensione evangelica da cui il carisma è sgorgato. In definitiva, ricorda Chiara, “Tutti questi Ordini, queste spiritualità nate attraverso i secoli debbono ritrovare la loro vera essenza, il loro principio: tutte sono Gesù: sono Amore Incarnato (…). Sono tutte pregne di Amore, Spirito Santo. (…) Per ridonare la vera spiritualità agli Ordini dobbiamo far sì che i seguaci vedano il loro fondatore come Dio lo vede e Dio non può vedere che Dio, ciò che è Divino. Dio non vede S. Francesco, ma vede l’Idea della Povertà. In S. Teresina vede la piccolezza, in S. Caterina il Sangue di Cristo. Iddio ama ogni Ordine perché Gli ricorda Se stesso, Gli ricorda Gesù, l’Idea di Sé umanata”. 10 La parola per eccellenza: il grido di Cristo in croce La proposta ermeneutica di Chiara va ancora più in profondità quando orienta verso il mistero di Gesù crocifisso e abbandonato. Il grido di Cristo in croce: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato” (Mc 15, 34; Mt 27, 46), è colto da Chiara come la Parola per eccellen-za, quella in cui tutte le altre parole del Vangelo trovano la più alta spiegazione. Conseguentemente, quando ella pensa ai carismi come “parola di Dio”, non può non vederli se non in riferimento a Gesù abbandonato. Essi sono tutti sgorgati da quella “piaga”, da dove è sgorgato lo Spirito Santo, autore dei carismi. 11 Dal punto di vista ermeneutico il ritorno al Vangelo va quindi portato alle sue estreme conse-guenze: deve giungere al culmine del Vangelo. “Questi Ordini e spiritualità – spiega Chiara – si mantengono se vanno alla Fonte donde hanno Vita: Dio, il Vangelo intero, Gesù nell’espressione più completa di Sé”, ossia “quando redime e redime nell’attimo dell’abbandono”. 12 Ogni carisma ha bisogno del dono dell’altro Riprendendo nuovamente la metafora della Chiesa come giardino,una ulteriore legge metodologica per la comprensione profonda di un carisma viene così formulata: non fermarsi a guardare soltanto il proprio fiore, ma guardare piuttosto tutti gli altri fiori. Per il fatto che il mistero di Cristo è inesauribile e inesauribile la ricchezza della sua parola, ogni carisma ha bisogno del dono dell’altro, della luce dell’altro, per capire in profondità se stesso. Senza la piena comunione fra tutti i carismi difficilmente si può raggiungere il senso vero di ciascuno di essi. Si può ora comprendere meglio l’apporto specifico della spiritualità dell’unità alle altre spiritualità nella Chiesa. Nessuna concorrenza o dicotomia. La spiritualità dell’unità aiuta piuttosto a vivere l’amore reciproco in tutta la sua autenticità, con la misura espressa da Gesù croci-fisso e abbandonato, anche tra benedettini e domenicani, tra gesuiti e francescani, tra verbiti e lazzaristi, introducendo nella pienezza della vita evangelica. Grazie a questa co-munione dei doni tra persone di differenti ordini e istituti Gesù si rende nuovamente presente tra di loro e lui, il Signore Risorto, torna a spiegare le Scritture – il carisma di ciascuno –, proprio come aveva fatto quando si era reso presente tra i due discepoli di Emmaus. “Noi – spiega Chiara riguardo al proprio contributo alle altre vocazioni nella Chiesa – dobbiamo soltanto far circolare fra i diversi Ordini l’Amore. Si devono comprendere, capire, amare come si amano [tra di loro] le Persone della Trinità. Fra essi c’è come rapporto lo Spirito Santo che li lega perché ognuno è espressione di Dio, di Spirito Santo”. 13 Forse perché la sua è “Opera di Maria”, “si comprende come lei [Maria], madre di tutti i fedeli e della Chiesa, possa aver suscitato un Movimento ecclesiale che raduni tutte le vo-cazioni della Chiesa. E, perché colma di tutti i carismi di Dio, non abbia escluso i religiosi che ama senz’altro di un amore particolarissimo. Essa vuole, anche attraverso questa sua opera, dar una mano a tali figli prediletti”. 14 Il focolare: una originale forma di vita consacrata Vi è infine un terzo motivo per cui consegniamo a Chiara Lubich il dottorato, ed è fondamentale. Lo accenno soltanto preferendo lasciare a lei stessa, come la più competente, di illustrarcelo. Chiara non soltanto ha elaborato una dottrina nuova sulla vita consacrata e una metodo-logia ermeneutica per la sua comprensione e il suo rinnovamento. Ha fatto molto di più: ha creato una nuova originalissima forma di vita consacrata, il focolare. J.M.R. Tillard ci ha ricordato che i grandi fondatori posti dallo Spirito all’origine di nuove organiche riletture evangeliche, capaci quindi di dare vita a nuove spiritualità – ed è questo il ca-so di Chiara Lubich – “piuttosto che innestare il loro carisma nell’istituzione religiosa che li precede, la modificano per adattarla al loro progetto e porla al loro servizio, dandole così un nuovo volto”. 15 Essi suscitano nuove forme di vita consacrata. E nuova è la forma del focolare e, attorno ad esso, della grande e complessa architettura dell’Opera di Maria, che abbraccia ormai tutte le vocazioni presenti nella Chiesa e che va oltre, nella comunione con le altre Chiese, con i membri delle altre religioni, con le persone di convinzioni non religiose, attuazione dei quattro grandi dialoghi sui quali il Concilio Vaticano II ha aperto tutta la Chiesa. Un’audace Opera della Chiesa Ricordo che in queste aule, spiegando a noi studenti il perché del dottorato a Teresa d’Avila, Jean Leclercq ci diceva che esso non riguardava soltanto il suo magistero nell’ambito della dottrina spirituale ma, grazie alla regola da lei scritta, anche in quello canonico. Chiara Lubich ha visto approvato dalla Chiesa uno Statuto accompagnato finora da ben 18 regolamenti per al-trettante diramazioni e branche. Il nostro dottorato è il riconoscimento dell’audacia della sua istituzione. La comunità è composta da vergini e sposati, membri a pieno titolo del focolare, e questo obbliga a ripensare l’idea stessa di consacrazione. Il governo, sempre presieduto, per Statuto, da una donna, è lo spazio che consente a “Gesù in mezzo” di guidare il Movimento secondo il di-segno di Dio. La finalità apostolica travalica luoghi e settori specifici per abbracciare gli oriz-zonti stessi del Figlio di Dio: “Che tutti siano uno”; tutti, senza alcuna esclusione di ambiti e di persone. La molteplicità delle vocazioni ecclesiali che vivono nel suo seno, delinea, in bozzetto, come ha avuto occasione di sottolineare Giovanni Paolo II 16, una Chiesa interamente ordinata dalla reciprocità dell’amore, secondo il modello trinitario. L’accoglienza di membri di altre Chiese e religioni, insieme a persone di buona volontà, dilata i confini della Chiesa su quelli infiniti di Cristo e della sua redenzione. In definitiva è apparsa nella Chiesa, ed è vita della Chiesa, una realtà nuova che è destinata a fermentarla tutta, dal di dentro. Chiara Lubich ha disegnato un immenso affresco che rimarrà segno emblematico della grande stagione carismatica vissuta dalla Chiesa tra i due millenni. ________________________________ 1 Diario, 30 agosto 1980, inedito, riportato in C. Lubich, Cristo dispiegato nei secoli. Testi scelti, Città Nuova, Roma 1994, p. 68. 2 Diario, 21 maggio 1963, Diario 1964/65, Città Nuova, Roma 19852, p. 61. 3 Cf. Ibid., p. 63. 4 Scritti spirituali/2, Città Nuova, Roma 19843, p. 223. 5 [La Chiesa], 1959, inedito. Questo,m come si successivi testi inediti sono stati riportati in F. Ciardi, I carismi parole di Dio vive, “Nuova umanità”, 19 (1997) 387-407. 6 Ibid. 7 Ibid. Sembra qui riecheggiata l’esperienza di san Paolo, che è poi quella di ogni carismatico: “E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo” (2 Cor  4,6). Giovanni Paolo II nell’Esortazione apostolica Vita consecrata scrive che “nell’unità della vita cristiana le varie vocazioni sono come raggi dell’unica luce di Cristo “riflessa sul volto della Chiesa”” (n. 16). 8 Scritti Spirituali/1, p. 87. 9 [La Chiesa], 1950, inedito. 10 Ibid. 11 In uno dei suoi scritti così esprime tale rapporto tra Gesù abbandonato e le spiritualità degli istituti religiosi: “Se per i francescani è importante la povertà, di cui Francesco è il carisma incarnato, chi più “Ma-donna povertà” di Gesù, il quale nell’abbandono ha perduto Dio? Se i gesuiti mettono in rilievo l’obbedienza, chi più obbediente di Gesù che, orbato del senso della presenza del Padre, a Lui si abbandona? Gesù abbandonato è il modello dei benedettini, “ora et labora”, perché il suo grido è la più straziante preghiera e frutta l’opera più favolosa. Gesù abbandonato è il modello dei domenicani, perché è lì che esprime, che dà tutta la Verità. (…) La spiritualità di Gesù abbandonato può penetrare tutte le altre riportandole, qualora ne avessero bisogno, al loro vero significato, al carisma riposto dal Cielo nel cuore del fondatore, e illuminando i discepoli onde capire ciascun loro maestro e quanto, nelle loro regole di vita, ha loro lasciato”(Citato da A. Balbo, Gesù abbandonato nella vita religiosa, in AA.VV., Il sacerdote oggi, il religioso oggi, o.c., p. 29). Rivolgendosi poi ai religiosi Chiara Lubich così si scriveva: Maria, attraverso la sua Opera (l’Opera di Maria) “concorre anch’essa, con una sua spiritualità, a far sì che queste aiuole [delle famiglie religiose] siano sempre più fiorenti agli occhi di Dio e del mondo. La Vergine opera questo, facendo splendere su molti religiosi quel sole radioso della carità che genera vita; mentre li invita a contemplare le particolari parole, che lo Spirito ha insegnato loro ad incarnare, in Colui nel quale ogni virtù ha raggiunto il culmine, ha toccato il vertice: Gesù crocifisso e abbandonato. Chi saprà mai cantare la sua povertà, affrontare la sua obbedienza, misurare la sua sapienza, raggiungere la sua umiltà? Chi conosce la sua forza? Chi può immaginare la sua fiducia? Chi scrutare l’abisso del-la sua misericordia o imitare la sua magnanimità? Chi bruciare del suo amore? È alla sua luce che molti religiosi riscoprono alla radice il carisma della proria famiglia religiosa” (Messaggio rivolto al Congresso, in AA.VV., Il sacerdote oggi, il religioso oggi, Città del Vaticano, 30 aprile 1982, p. 11). Giovanni Paolo II nell’Esortazione apostolica Vita consacrata scrive in proposito: “Nella contemplazione di Cristo crocifisso tro-vano ispirazione tutte le vocazioni; da essa traggono origine, con il dono fondamentale dello Spirito, tutti i doni e in particolare il dono della vita consacrata” (n. 23). 12 Andare a Gesù abbandonato vuol dire scoprire la fonte ultima della propria vocazione e, insieme, ciò che costantemente può alimentarla. Chi punta “l’occhio del cuore su di Lui”, spiega ancora Chiara Lubich, trova “non una spiritualità ma la Spiritualità (che è l’Unità); non trova un Ordine, ma l’Ordine; non regole ma la Regola, cioè il Vangelo puro” (1950 [?], inedito). 13 [La Chiesa] 1959, inedito. “Il carisma dell’unità – spiega ad alcuni religiosi – mette in moto i figli dei Fondatori, e fa che si conoscano e li uniscano tra di loro. Siccome la carità è illuminante, ognuno viene il-luminato sulla propria vocazione, che sente dentro di sé, perché, se quel dato religioso è figlio di un Santo, ha naturalmente una grazia di figliolanza dentro di sé” (29 settembre 1974, inedito). La carità fa rifiorire la grazia carismatica che lo Spirito ha deposto nel cuore di ciascuno chiamandolo in quella determinata famiglia religiosa. 14 Inedito, citato da J. Castellano, Un carisma a servizio dell’unità tra i religiosi, in F. Ciardi (ed.), Il coraggio della comunione. Vie nuove per la vita religiosa, Città Nuova, Roma 1993, p. 94. 15 Le dynamisme des vocations, “Vocations” (1881), n. 295, p. 22-24. 16 Cf. Discorso al Movimento dei Focolari, Rocca di Papa, 19 agosto 1984; “L’Osservatore Romano”, 20/21.8.1984, p. 5.   (altro…)

La partecipazione del Movimento dei Focolari

Venerdì 30 (dalle 10.30 alle 12.30, Haus am Köllnischen Park, Sala 1, Am Köllnischen Park 6-7): “Verso una Spiritualità ecumenica” – Esperienze del Centro Ecumenico di Vita di Ottmaring. Oltre ad alcuni abitanti di Ottmaring, partecipano anche: Aldo Giordano, Segretario Generale del Consiglio della Conferenza Episcopale europea; Antje Heider-Rottwilm, Oberkirchenrätin (vescovo della chiesa evangelica), Hannover; Stefan Tobler, teologo riformato Sabato 31 (dalle 9 alle 10 – ICC, sala 1): lettura biblica su Gen. 1,26-2,3 Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari Tavola rotonda, dalle 14,30 alle 17,30, dal titolo: “Ecumenismo mondiale: cosa possiamo imparare dalle esperienze ecumeniche di altri Paesi?” (Fiera, Sala 9, padiglione 22) Tra i progetti presentati: “L’economia di Comunione” Incontro tra movimenti evangelici e cattolici: “La grazia dell’unità e il dono della diversità” organizzato dalla comunità tedesca del Rinnovamento dello Spirito e dal Movimento dei Focolari, dalle 14 alle 17 (Basilica di San Giovanni, Lilienthalstrasse 5, Kreuzberg) Centro di spiritualità Nel Centro di spiritualità, situato nei padiglioni 6 e 7, si può scoprire la diversità delle antiche e nuove spiritualità cristiane. Le nuove comunità ecclesiali si trovano nella sala 6.2b; fra esse: la Comunità dell’Arche di Regensburg, la Comunità Casteller Ring, Christusbruderschaft (Comunità di Cristo, comunità evangelica), il Movimento dei Focolari. Spettacoli Il Gen Rosso, giovedì 29 e venerdì 30, alle ore 21, presenta il Musical “Streetlight” nella sala 9, padiglione 22.

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Il Movimento dei Focolari

Inizio: Trento, 7 dicembre 1943. Spiritualità dell’unità: Anima l’intero movimento. E’ condivisa in vario modo anche da membri, aderenti e simpatizzanti non solo cattolici, ma anche cristiani di varie Chiese e comunità ecclesiali, da fedeli di varie religioni e da persone di convinzioni e orientamenti culturali diversi. E’ l’humus da cui traggono linfa molteplici concretizzazioni. Scopo: Contribuire alla fratellanza universale e comporre in unità nella diversità, la famiglia umana attraverso 4 dialoghi: – all’interno della Chiesa cattolica – tra cristiani di varie Chiese e Comunità ecclesiali – tra fedeli di altre religioni – con persone di buona volontà di convinzioni diverse Diffusione: – attualmente in 182 Paesi. – Inizio: in Europa dal 1952; in America dal 1958; in Africa dal 1965; in Asia dal 1966; in Australia dal 1967. Appartenenza: – membri: n. 141.280 – aderenti e simpatizzanti: n. 2.237.000 di cui: – circa 50.000 di 350 Chiese e comunità ecclesiali. – oltre 30.000 di varie religioni tra cui ebrei, musulmani, buddisti, indù, taoisti. – oltre 100.000 gli “amici di convinzioni diverse”. – irradiazione: vari milioni, difficilmente quantificabile Composizione: Alla guida del Movimento vi è la Presidente, attualmente Chiara Lubich. Per Statuto sarà sempre una donna, coadiuvata da un co-Presidente e da un Consiglio. Il Movimento, pur essendo una realtà unica, per la varietà delle persone che lo compongono (famiglie, giovani, sacerdoti, religiosi e religiose di varie congregazioni, e vescovi), si snoda in 22 diramazioni di cui: – 2 sezioni: i Focolari (maschile e femminile) che sono la “struttura portante” dell’Opera, – 14 branche, – 6 movimenti ad ampio raggio: Famiglie Nuove, Umanità Nuova, Movimento Parrocchiale, Movimento Diocesano, Giovani per un mondo unito, Ragazzi per l’unità. Il Movimento è suddiviso territorialmente in 75 zone. Sviluppi più recenti nei diversi ambiti: Cultura “Scuola Abba” – Nata nel 1990 per approfondire la dimensione dottrinale del carisma dell’unità, è composta da Chiara Lubich e una trentina di esperti di varie discipline. Dal 1998 sono coinvolti in questo studio anche altri trecento docenti ed esperti nei vari ambiti, di diversi Paesi. Economia “Economia di Comunione”, progetto economico nato nel 1991. Ispira la gestione di oltre 760 aziende e attività produttive nei 5 continenti e dà vita anche a 3 poli imprenditoriali nei pressi delle cittadelle di Vargem Grande Paulista (Brasile), di O’Higgins (Argentina) e di Loppiano (Incisa in Val d’Arno – Firenze). Ha riflessi anche nel campo delle scienze economiche: oltre 100 tesi di laurea in diversi Paesi e congressi di studio promossi da Atenei e organismi nazionali e internazionali. Politica – “Movimento politico per l’unità” per una politica di comunione sorto nel 1996, diffuso in vari Paesi d’Europa, specie in Italia, e in America Latina. Attività editoriale: – “Città Nuova”, casa editrice italiana con oltre 85 titoli l’anno. – 25 case editrici in altri Paesi, pubblicano oltre 215 titoli l’anno. – “Città Nuova”, quindicinale di opinione; 34 le edizioni in altrettante nazioni, per 22 lingue. – “Nuova Umanità”, rivista bimestrale di cultura. – “Gen’s” e “Unità e Carismi”: riviste per sacerdoti e religiosi, bimestrali in diverse lingue. – “Economia di Comunione. Una cultura nuova”, periodico quadrimestrale. – “Parola di Vita”, foglio mensile con commento spirituale-teologico di una frase della Scrittura, tradotto in 90 lingue e idiomi, con tiratura di oltre 3.000.000 di copie. – Sito web ufficiale internazionale: www.focolare.org Strutture formative e di irradiazione: – 32 cittadelle di testimonianza (Italia, Svizzera (2), Austria, Germania (2), Belgio, Olanda, Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Spagna, Portogallo, Croazia, Polonia, Cechia, Stati Uniti, Messico, Brasile (3), Argentina (2), Cile, Venezuela, Filippine, Camerun, Costa d’Avorio, Kenya, Pakistan, Libano, Australia) e 5 nascenti. La più sviluppata è a carattere internazionale: Loppiano (Incisa in Val d’Arno – FI) con 800 abitanti di 70 nazioni. – 63 sono i “Centri Mariapoli” per la formazione spirituale e sociale dei membri, in 46 nazioni. 9 in Italia, oltre il Centro internazionale che ha sede a Castelgandolfo (Roma). – Convegni annuali di più giorni, detti “Mariapoli”, si svolgono in circa 70 paesi. – Scuole specializzate d’inculturazione, di ecumenismo, di dialogo interreligioso, sociali, si svolgono annualmente in vari Paesi. – Centro S. Chiara per la produzione e diffusione di audiovisivi per favorire la comunione nel Movimento data la sua grande estensione. – Centri d’arte e gruppi artistico-musicali, i più noti: “Centro Ave”, “Gen Verde” e “Gen Rosso”. – “Incontri Romani” : Centro di accoglienza turistica a Roma. Manifestazioni internazionali, a Roma: – “Genfest”, festival dei giovani ogni 5 anni: il 6

Chiara Lubich

Gli inizi Chiara Lubich nasce a Trento (Italia) il 22 gennaio 1920, seconda di quattro figli. La madre è fervente cattolica, il padre socialista. Poco più che ventenne, insegna alle scuole elementari ed inizia gli studi di filosofia all’Università di Venezia, spinta da un’appassionata ricerca della Verità, quando durante la seconda guerra mondiale, sul crollo di ogni cosa, comprende che solo Dio resta. Fa di Dio-Amore (cf 1 Gv 4,8). l’ideale della sua vita, scegliendolo come unico Tutto: il 7 dicembre 1943 è la data che segna convenzionalmente gli inizi del Movimento che nascerà. 13 maggio 1944 – Trento è colpita da uno dei più violenti bombardamenti. Anche casa Lubich è colpita. Mentre i familiari sfollano in montagna, Chiara decide di rimanere a Trento per non abbandonare la nuova vita nascente. Tra le macerie abbraccia una donna impazzita dal dolore che le grida la morte di 4 parenti. Avverte la chiamata ad abbracciare il dolore dell’umanità. Dopo poco troverà un appartamento che condividerà con le sue prime compagne. Nei rifugi antiaerei portano con loro solo il Vangelo. Quelle parole si illuminano di una luce nuova. Avvertono la spinta a tradurle immediatamente in vita. E’ tra i poveri di Trento che inizia quella che Chiara definisce “una divina avventura”. “Qualunque cosa hai fatto al minimo l’hai fatta a me” (Mt 25,40). Condividono con i poveri tutto ciò che hanno. In piena guerra, viveri, vestiario e medicinali arrivano con insolita abbondanza, per le molte necessità. Sperimentano l’attuarsi delle promesse evangeliche: “Date e vi sarà dato” (Lc 6,38), “chiedete e otterrete” (Lc 11,9). Di qui la convinzione che nel Vangelo vissuto è la soluzione di ogni problema individuale e sociale. Nelle parole di Gesù, calate una ad una nel quotidiano e in particolare nel comandamento che Gesù dice “nuovo” e suo, “amatevi l’un l’altro come io ho amato voi” (Gv 15,12) intuiscono esservi la legge perché l’umanità disgregata si ricomponga sul modello della Trinità. Colgono la misura di questo amore nel culmine della sofferenza di Gesù sulla croce che dà la sua vita e giunge a gridare “Dio, mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46). Sperimentano gioia, pace, forza, frutti dello Spirito per la presenza viva del Risorto da lui promessa a “due o tre riuniti nel suo nome” (Mt 18,20), cioè nel suo amore. E nel testamento di Gesù “Che tutti siano uno” (Gv 17,21), trovano il perché della loro vita: “eravamo nate per l’unità, per concorrere a realizzarla nel mondo”. Vari giovani operai e professionisti, attratti dalla radicalità evangelica, si uniscono a quel primo gruppo. Ben presto anche famiglie, persone di ogni categoria ed età, sacerdoti e religiosi. Dopo pochi mesi in 500 sono coinvolti in una comunione spontanea di beni materiali e spirituali, modellata sullo stile della comunità dei primi cristiani dove “erano un cuor solo ed un’anima sola e tutto era tra loro in comune” (At 4,32). Il vescovo di Trento, Carlo De Ferrari afferma: “Qui c’è il dito di Dio” e dà la sua prima approvazione. Diffusione e sviluppi Dal Vangelo vissuto scaturisce una corrente di spiritualità, una spiritualità dell’unità spiccatamente comunitaria, che verrà riconosciuta dalla Chiesa cattolica e dalle altre Chiese come effetto di uno dei carismi che lo Spirito Santo ha suscitato in questo tempo per risvegliare la vita del Vangelo. Da quel piccolo gruppo nasce e si diffonde un movimento di rinnovamento spirituale e sociale chiamato Movimento dei Focolari. Il Movimento, pur essendo una realtà unica, per la varietà delle persone che lo compongono (famiglie, giovani, sacerdoti, religiosi e religiose di vari istituti, e vescovi), si snoda in 22 diramazioni, di cui 6 movimenti ad ampio raggio: Famiglie Nuove, Umanità Nuova, Movimento Parrocchiale, Movimento Diocesano, Giovani per un mondo unito, Ragazzi per l’unità. Con gli anni assume le dimensioni di un piccolo popolo diffuso in tutto il mondo; dagli anni ’90, in oltre 180 Paesi, con più di 2 milioni di aderenti cattolici e 50.000 cristiani di 350 Chiese e Comunità ecclesiali. Via via anche fedeli di varie religioni, persone di convinzioni non religiose, sono coinvolte in un unico progetto: vivere e diffondere la fratellanza universale per contribuire a comporre in unità la famiglia umana, specie dove più dominano conflitti e divisioni. Il Movimento, in continuo sviluppo – come afferma Chiara Lubich stessa – ’non è stato pensato da mente umana, ma viene dall’Alto. Noi cerchiamo di seguire la Sua volontà giorno dopo giorno’. Dall’incontro, nel 1948, con Igino Giordani, deputato, scrittore, ecumenista, padre di 4 figli, il Movimento nascente ha una sua nuova apertura sul sociale, sulla famiglia e poi sul mondo ecumenico, tanto che Giordani viene considerato confondatore. Per l’impatto con la sofferenza della Chiesa dell’oltre cortina, nell’incontro con chi era riuscito a fuggire, la spiritualità dell’unità si diffonderà in tutto l’Est europeo sin dagli anni sessanta. Gli influssi del carisma dell’unità Si creano ovunque “brani di fraternità” innanzitutto attraverso i dialoghi fra persone della stessa Chiesa, tra cristiani di diverse tradizioni, fedeli di varie religioni, persone senza convinzioni religiose e attraverso l’impegno nei diversi ambiti della società. Fraternità possibile perché – come più volte ha affermato Chiara – “noi tutti siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio che è Amore. E l’imperativo di amare è iscritto nel DNA di ogni uomo”. I fratelli cristiani di altre Chiese, avendo in comune con i cattolici il battesimo, la Sacra Scrittura, il Credo, i primi Concili e la spiritualità dell’unità, che fanno propria per quanto possono, formano con i cattolici del Movimento in un dialogo detto “del popolo”, una realtà cristiana così forte da pensarla come una sola anima cristiana che potrà animare l’unica Chiesa, tensione e frutto dell’ecumenismo. Il dialogo interreligioso nasce per l’interesse mostrato da ebrei, musulmani e indù a Londra dove, nel 1977, alla cerimonia del premio Templeton, conferitole per il progresso della religione, Chiara narra la sua esperienza. E’ invitata a portare la sua esperienza spirituale in templi buddisti, come a Tokyo, all’inizio degli anni ’80, e 15 anni dopo in Tailandia; alla fine degli anni ’90 nella Moschea Malcolm X, di Harlem (New York). Si aprono all’interesse per la spiritualità dei Focolari 40 moschee di varie città degli Stati Uniti, centri ebraici. Nasce una fraternità che si mostrerà particolarmente preziosa dopo gli attentati dell’11 settembre negli Stati Uniti. E infine il dialogo con persone d’altre convinzioni per lavorare insieme alla salvaguardia dei valori umani. Nella società – L’esperienza del “date e vi sarà dato” evangelico, vissuta agli inizi, si ripete con gli anni, nelle più diverse situazioni quotidiane per la comunione dei beni che diventa stile di vita nel Movimento. Si sperimenta in modo particolare nelle oltre 1000 opere e attività sociali. Nei Paesi emergenti, gli indigenti stessi trovano una via per riscattarsi da situazioni subumane. E’ per l’impatto con il dramma della miseria alle periferie di una metropoli come São Paulo, che Chiara dà il via, durante un viaggio nel 1991 in Brasile, al progetto dell’Economia di Comunione. Ispira ora la gestione di centinaia di aziende nel mondo e fa intravedere una nuova teoria economica. La crisi politica che percorre l’Italia e molti Paesi, a metà degli anni ’90, suscita la nascita del ’Movimento politico per l’unità’ che assume la fraternità come categoria politica. Il Vangelo penetra, attraverso persone delle più diverse categorie, non solo nei mondi dell’economia, del lavoro e della politica, ma anche nei mondi del diritto, filosofia, pedagogia, arte, comunicazione sociale, scienze, sanità ed ecologia, imprimendo nei vari ambiti la dimensione della comunione, della solidarietà. E’ un contributo a quella globalizzazione della solidarietà e della comunione invocata come antidoto alla globalizzazione che provoca sempre più gravi disuguaglianze sociali e culturali. La Scuola Abbà, guidata da Chiara insieme a vari studiosi, sta elaborando una nuova dottrina che fiorisce dall’humus della spiritualità e getta luce sulle varie discipline. Questo influsso innovativo è riconosciuto da Università di varie parti del mondo che hanno conferito a Chiara numerose lauree honoris causa. “Lo sviluppo del Movimento dei Focolari getta ponti tra le persone, le generazioni, le categorie sociali e i popoli, in un’epoca in cui le differenze etniche e religiose conducono troppo spesso a conflitti violenti”: è la motivazione del Premio Unesco ’96 per l’Educazione alla Pace. Questo contributo è riconosciuto anche da altri premi internazionali, come il Premio Diritti Umani ’98, e da cittadinanze onorarie conferitele da città come Buenos Aires, Roma, Firenze. In questi tempi, in cui la donna chiede di svolgere nella società e nella Chiesa il ruolo che le è proprio, Chiara Lubich, con la sua vita, mostra quale è il suo specifico: il carisma dell’amore che fa unità. Gli Statuti del Movimento dei Focolari, riconosciuti dalla Chiesa cattolica, confermano che una donna laica presieda, anche in futuro, un movimento con le più diverse vocazioni.

Le ragioni della convivenza. La convivenza delle ragioni

E' il dialogo tra cristiani e laici la nota fondamentale e qualificante di questo VI Convegno Internazionale che ha affrontato tematiche di grande attualità: Globalizzazione economica e cultura, politica e etica sociale. La base è una comunione profonda costruita mettendo al centro la persona, rendendo così possibile e fecondo lo scambio di riflessioni, esperienze, proposte. E' Chiara Lubich stessa, che, nel messaggio rivolto ai partecipanti di convinzioni non religiose, letto in apertura del Convegno, evidenzia le radici di questa comunione tra cristiani e laici:

Noi, come tutti i cristiani, abbiamo certamente fede in un Dio trascendente, ma incarnatosi su questa terra, fattosi uomo. Il fatto che ha preso carne umana è – vorrei dire – il punto qualificante della nostra religione che il Movimento sottolinea appieno. Ed è qui quel qualcosa di grande che ci permette un profondo legame con voi, una comunione con voi, impegnati come siete a rispettare, a potenziare l'essere umano, ogni uomo, con l'incremento e la salvaguardia dei suoi valori. Ciò che anche noi dobbiamo e vogliamo fare assieme a voi”: E' sull'Uomo-Gesù che fissiamo lo sguardo quando con voi desideriamo spenderci per il bene dell'uomo, le sue necessità, ma anche quando vogliamo comprendere le sue immense potenzialità e le sue ricchezze“.

Portata universale del dialogo  

Un movimento, come quello dei focolarini, nato da una profondissima convizione religiosa, dalla scelta di Dio come ideale della loro vita, può forse essere d’interesse per uomini e donne di altre convinzioni? C’è qualche segno che tutto quanto facciamo può contribuire al grande disegno che abbiamo dinanzi: la fraternità universale per un mondo unito? A questi interrogativi ha risposto il messaggio di Chiara Lubich, approfondito dalle esperienze nelle più diverse condizioni di vita da laici di Firenze, Roma, Barcellona e Parigi.

Riflessioni ed esperienze sull'economia  

Il laico Armando Romano ha affrontato il tema della globalizzazione economica e di quella culturale, che condiziona pesantissimamente la vita dei popoli del Sud, ma anche del Nord del mondo. Povertà estreme sempre più insopportabili per i primi; solitudini, separazioni, egoismi, disagi umani e politici per i secondi. Alla denuncia di Armando ha fatto eco con soluzioni innovative Luigino Bruni dell'Università di Milano. Egli ha indicato nella riconduzione del mercato alla sua funzione originaria di socializzazione, come pure nei rapporti umani improntati più alla comunicazione amichevole ed altruistica che alla caccia di sempre più costosi quanto inutili “status-simbols”, insomma in una nuova cultura solidale, il futuro di un'economia sostenibile, giusta, responsabile e… portatrice di felicità.

Le testimonianze di due giovani imprenditori belgi e di uno portoghese, responsabili di due medie imprese in fase decisamente espansiva, che sostengono il progetto dell'Economia di Comunione in favore di 10.000 famiglie emarginate in vari Paesi in via di sviluppo, come pure un filmato sulle sei aziende operanti nel Polo industriale nei pressi di San Paolo in Brasile, hanno conquistato colla forza dei fatti l'attenzione ed il cuore dei 300 presenti.

Riflessioni ed esperienze sulla politica  

Il laico Roberto Montanelli e la cattolica Lucia Crepaz presentavano insieme le loro riflessioni sulla politica: riflessioni su una concezione alta e su una pratica della politica vista come attuazione del 3° assunto della rivoluzione francese, la fraternità, rimasto piuttosto in ombra rispetto a quelli della libertà ed eguaglianza, ma essenziale ad ambedue perché la libertà degli uni non avvenga a scapito di quella degli altri, o l'uguaglianza non si trasformi in camicia di forza per la libertà. La testimonianze di tre sindaci italiani e di un ex segretario di partito, già vittima del nazismo, il viennese Franz Muhri, personaggio di grande spessore umano, che, assieme ad alcuni componenti della segreteria del partito, in dialogo col locale Movimento dei focolari sta portando a compimento lo statuto del nuovo partito comunista austriaco, ora pienamente democratico e inserito nella società civile (anche nella sua componente religiosa).

Etica sociale   

E’ la base ed il fine di ogni attività umana. Solo un'etica basata sui diritti ed i valori umani può umanizzare ogni attività umana, attività che nella nostra società hanno purtroppo se stesse come mezzo e fine e producono asservimento alienazione, a cominciare proprio dalla politica e dall'economia, dalla scienza e dall'informazione. Il laico Piero Taiti parte dall'art. 1 della dichiarazione ONU del '48, che proclama la libertà di ogni uomo, per affermare che essa non può essere conculcata da sovrano alcuno, portatore di qualsivoglia ideologia di razza, di religione, di popolo o quant'altro. Nota quante volte tale libertà sia stata nel corso della storia umana proclamata e negata, in nome di questo o quel potere, compreso quello – presunto – della ragione. Cita Hans Jonas, che dichiara imprescindibile per la convivenza umana la corresponsabilità di ciascun cittadino per ogni suo simile e distingue il diritto, valido e obbligatorio per tutti e quindi difesa per tutti, dall'etica, che non impone ma anima la convivenza umana.
Il cattolico Antonio Baggio, dell'università Gregoriana di Roma, ravvisa nell'etica che nasce dal dialogo il tratto fondamentale della nascita e della crescita della cultura europea: da Socrate, che dialogava col dàimon divino presente in sé, a Platone, che dialogava col gruppo degli altri discepoli del suo maestro, a Gesù di Nazareth, che dalla domanda profondamente umana a Dio: “Perché mi hai abbandonato?” arriva alla risposta dell'affidarsi a quello stesso Dio.

Toccante la testimonianza di Luli, non credente di Quito (Equador), che con altre giovani del Movimento riesce a rendere dignitosa la vita di 160 bambini di strada della sua città. Il gruppo di Milano invierà un suo esperto da lei per sostenere la sua azione. Maurizio, cattolico, e Khaled, musulmano tunisino, gestiscono insieme ad un terzo pescatore una barca a Cesenatico (Rimini) e organizzano feste che coinvolgono tutti i marinai del porto. Molto concreto nei particolari del racconto del loro duro lavoro, il loro dialogo costruttivo nella vita di ogni giorno.

Gruppi di Lavoro  

Se ne costituiscono 15, composti da 15-20 membri ciascuno. Ad essi si dedicano oltre 3 ore filate. Ci si conosce in profondità, gli argomenti e le esperienze del convegno permeano lo scambio di esperienze, critiche, proposte, sostanziale adesione allo spirito che anima il dialogo.