Feb 5, 2020 | Nuove Generazioni
Continua la collaborazione di giovani artisti fra Montecatini (Firenze) e Betlemme. I prossimi programmi. Nei luoghi feriti dai conflitti, mossi per lo più da ragioni economiche e militari, i popoli in lotta sono anzitutto vittime di pregiudizi reciproci. Pregiudizi che alimentano le ostilità fra la popolazione civile, ma che possono essere disciolti attraverso l’incontro in un “territorio neutrale”, inteso sia in senso fisico che culturale e sociale. Un territorio dove l’anima si apre all’incontro autentico per liberarsi da odi e paure e disporsi alla riconciliazione. È da qui che muove il progetto “Armonia fra i popoli” promosso dall’Associazione Culturale Dancelab Armonia (*), che ha scelto la danza come luogo d’incontro per la pace. Espressione sociale del Laboratorio Accademico Danza, con sede a Montecatini Terme (FI), l’associazione è fondata da Antonella Lombardo, che ne cura la direzione artistica. Le abbiamo chiesto come nasce l’idea dell’Associazione:
Dopo 20 anni d’insegnamento della danza mi sono resa conto che i giovani si avvicinavano a questa disciplina solo per ottenere un successo personale. Ho voluto allora far sperimentare loro che la danza può dar senso alla vita indipendentemente dall’avere successo, e che può contribuire a migliorare la vita degli altri e a gettare semi di pace. È nata cosi l’idea dei campus internazionali, prima a Montecatini, poi in Terra Santa, a Betlemme. Ci racconta questo percorso? Abbiamo iniziato invitando in Italia ragazzi provenienti da diverse parti del mondo che già studiavano danza, per proporre loro una visione dell’arte che ne coglie la capacità di unire persone di diversa estrazione sociale, politica, etnica e religiosa perché parla un linguaggio universale. Invitando ragazzi palestinesi e israeliani abbiamo stabilito contatti con la Custodia di Terra Santa e con la Fondazione Giovanni Paolo II, che sei anni fa ci hanno invitato a Betlemme e Gerusalemme per dare vita a campus d’arte per i bambini dei campi profughi dei territori palestinesi. Come si svolge il campus?
Nel campus i ragazzi faranno un lavoro molto serrato: si comincia alle 9.00 e si prosegue fino alle 18.00 per sperimentare vari stili di danza. C’è la possibilità di convivere insieme in una casa e quindi di preparare la cena insieme, stare insieme anche ai ragazzi italiani e fare momenti di festa. Si lavora ad una coreografia intitolata Danzare la Pace che mostra come – ad esempio – ragazzi israeliani e palestinesi, che sul terreno vivono il conflitto, riescono qui a creare un clima di armonia nei rapporti personali e sul palcoscenico. E questo vale per gli artisti di tutti i Paesi, che portano al campus la loro cultura artistica e la loro sensibilità”. Come è stata l’esperienza con i giovani a Betlemme? “Quando siamo arrivati ci siamo accorti che non avevano alcuna conoscenza dell’arte, non avevano mai visto neppure i pennarelli. I quindici giorni del campus che facciamo lì rappresentano per loro –prigionieri a cielo aperto – uno spazio di libertà, un modo per oltrepassare idealmente quel terribile muro che li separa dagli israeliani. Gli insegnanti sono ragazzi palestinesi e israeliani che hanno frequentato il campus in Italia. L’esperienza di questi sei anni è stata talmente fruttuosa che la Custodia ci ha chiesto di aprire una scuola permanente a Betlemme, che vedrà la luce il prossimo anno”. Quando si terrà il prossimo campus italiano e come partecipare? Si terrà a Montecatini dal 27 agosto al 5 settembre 2020 e accoglierà ragazzi da varie parti del mondo fra cui Giordania, Egitto, Palestina, Israele. È rivolto agli aspiranti professionisti che condividono l’idea che l’arte possa essere uno strumento universale di armonia fra i popoli, perché possano favorire questo cambiamento di mentalità lì dove andranno ad operare, nei teatri, nelle scuole, nei luoghi d’arte. Possono contattarci scrivendo a info@dancelab.it. I campus fanno parte di un progetto più ampio, come tappe del Festival dell’Armonia fra i popoli, promosso dall’Associazione… Il Festival è arrivato quest’anno alla XV edizione, ha luogo in Toscana con il patrocinio di tutti i comuni della Val di Nievole e di città come Firenze, Assisi e Palermo, e si articola in una serie di appuntamenti. L’inaugurazione sarà il 14 marzo a Firenze, nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, nella ricorrenza della scomparsa di Chiara Lubich, per il contributo che la fondatrice dei Focolari ha dato nel portare l’armonia nel mondo, a 20 anni dal conferimento della cittadinanza onoraria di Firenze, e nel corso delle celebrazioni per il centenario della sua nascita. Quali sono gli altri appuntamenti? Durante l’anno ci saranno interventi nelle scuole per sviluppare un lavoro sul tema del disarmo. Il nostro auspicio è che la voce dei giovani possa arrivare fino ai capi di Stato dei Paesi coinvolti nella fabbricazione e nel commercio delle armi, per poter scalfire queste realtà. Un’iniziativa apprezzata dai ragazzi vede protagonista la musica come momento di riflessione sul tema dell’incontro. Sono in programma appuntamenti culturali e cene interculturali a Montecatini e a Palermo. Il Festival, come i campus, sono offerti alla partecipazione gratuita. Una scelta impegnativa.. Fin dall’inizio ho voluto distinguere questa esperienza dai comuni stage di danza che le scuole fanno e sono fonte di lucro, perché i ragazzi vengano non solo per studiare danza ma perché hanno scelto di vivere la pace e di essere costruttori di ponti di pace.
Claudia Di Lorenzi
(*)https://www.festivalarmonia.org/ (altro…)
Set 25, 2019 | Nuove Generazioni
Nella Mariapoli di Arny, 35 km a sud di Parigi (Francia), dal 2 al 7 Settembre, si è tenuta la prima scuola per “Ambasciatori del Mondo Unito” a cui hanno preso parte 16 giovani provenienti da 14 Paesi del mondo.
Lo slogan che li ha guidati è stato “meglio insieme”. Il programma era promosso dall’Associazione Internazionale New Humanity, Organizzazione Non Governativa, espressione del Movimento dei Focolari, che si ispira allo spirito e ai valori che lo animano. Lo scopo era quello di potenziare le competenze di un gruppo di giovani change-makers, peace-builders e leader di comunità, formandoli alla cultura dell’unità, della pace e della fraternità, facendone dei veri e propri “ambasciatori” di un mondo unito, in grado di diventare portavoce della ONG a livello nazionale e internazionale. I 16 giovani coinvolti provenivano da Belgio, Brasile, Camerun, Colombia, Corea del Sud, Equador, Filippine, Kenya, Iraq, Italia, Libano, Messico, Nigeria, Spagna e Stati Uniti. “È stata la prima ‘training school’ per New Humanity” osserva Chantal Grevin, Rappresentante Principale di New Humanity presso la sede dell’UNESCO di Parigi “un’esperienza efficace, che ci ha permesso, nel giro di una settimana, di trasmettere loro le competenze necessarie a diventare operatori attivi della nostra ONG”.
“Si è parlato di cosa intendiamo per ‘mondo unito’, di cosa siano la pace ed i diritti dell’uomo e di conseguenza di cosa intendiamo per ‘persona’”, spiega Marco Desalvo, presidente della ONG “ci siamo esercitati a tradurre in un linguaggio che possa essere di ispirazione per le Istituzioni internazionali, tutte le buone pratiche che i nostri giovani promuovono quotidianamente nel mondo per diffondere in tutte le sfere della società, e a ogni livello, lo spirito della fraternità universale come proclamato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”. I giovani ambasciatori sono stati ricevuti dai funzionari UNESCO delle scienze umane e sociali (sezione giovanile) e del settore dell’educazione (cittadinanza mondiale e cultura della pace). “Ne è scaturito un dialogo aperto e libero che ha permesso a questi rappresentanti di scoprire meglio l’azione di New Humanity, attraverso la testimonianza dei giovani ambasciatori che hanno potuto mettersi in gioco insieme, sperimentando quanto appreso nei giorni precedenti e la loro positiva esperienza di cittadinanza globale” commenta ancora Chantal Grevin.
A ciascun giovane è stata offerta la possibilità di incontrare personalmente i rappresentanti della delegazione presso l’UNESCO del proprio Paese e di esporre la propria visione rispetto alle grandi sfide della pace, dell’ecologia e della fraternità. Durante la training school, i giovani hanno anche avuto l’opportunità di incontrare e dialogare con Mons. Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede e Marie Claude Machon, Philippe Beaussant e Patrick Gallaud, rispettivamente Presidente, Vice-Presidente ed ex Presidente del Comitato di collegamento ONG-UNESCO. “Grazie a questo corso ho imparato molto sul sistema delle Nazioni Unite e sulle attività delle ONG in tutto il mondo”, racconta, al termine dell’esperienza, Luciana, avvocato, che viene dall’Italia “ma soprattutto ho riscoperto le vere motivazioni che mi hanno spinto verso questo mondo. Come ambasciatore di New Humanity vorrei promuovere l’idea che aiutarsi a vicenda può fare una grande differenza nella creazione di un mondo più unito, ho capito che le piccole azioni possono avere un grande impatto sul benessere delle persone.
Ecco perché mi sento tanto onorata di far parte di questo fantastico progetto!”. Pascal, che è libanese, ha condiviso: “Quando sono arrivata ero scoraggiata dal non riuscire a trovare soluzioni per il mio Paese. Qui, ho trovato coraggio e speranza, ho capito che ci possiamo supportare, possiamo davvero lavorare per raggiungere il mondo unito. So che succederà! Sono molto felice di tornare nel mio paese e cominciare a lavorare!”. E Noè, dal Messico: “Sono arrivato qui con il mio amico Josef degli USA. Viviamo a pochi km dal confine che separa i nostri Paesi. Siamo già impegnati insieme in progetti a favore dei migranti. Al ritorno, avremo modo di mettere in pratica quello che abbiamo imparato qui”.
Tamara Pastorelli
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Set 11, 2019 | Nuove Generazioni
Con queste tre parole la presidente dei Focolari ha aperto i lavori dell’Assemblea dei giovani che si concluderà domenica 15 settembre.
A guardarli, ma soprattutto ad ascoltarli mentre si presentano a Maria Voce e Jesus Moran, rispettivamente Presidente e Co-presidente dei Focolari, danno proprio l’impressione di un parlamento under 30, che anziché occuparsi di una sola nazione, ha nel proprio raggio d’azione il mondo intero. Sono i 190 rappresentanti dei giovani dei Focolari arrivati a Castel Gandolfo (Roma) da 67 Paesi per la prima Assemblea dei giovani che raccoglie gen, giovani religiosi e seminaristi, ragazze e ragazzi impegnati nei Movimenti Parrocchiale e Diocesano. “Non siamo qui solo per fare e organizzare, ma soprattutto per conoscerci e condividere le motivazioni più profonde, quelle che stanno alla base della nostra scelta di lavorare per un mondo più unito”, spiega uno degli organizzatori.
Arrivano da mondi diversi per provenienza, cultura, religioni; sono impegnati in svariati campi che vanno dalla giustizia alla pace e al disarmo; ad un’economia a misura d’uomo, alle lotte ambientali, al dialogo tra le religioni e i popoli. Vengono da un’estate che potremmo definire quantomeno “impegnata”, se si considera il congresso gen ad Amman in Giordania per i gen del Medio Oriente con rappresentanze da altri Paesi, a dire che ogni pezzo di mondo è loro; uno in Oceania; diversi campus in cui hanno approfondito i temi della legalità e dell’aiuto alle povertà, oltre ai campi-scuola e a vacanze organizzate dal Movimento Parrocchiale e Diocesano. In questa assemblea si impara, si condivide e si progetta, supportati da esperti e da molti momenti laboratoriali. Si parla di identità e scelte di vita con don Vincenzo Di Pilato, di leadership e protagonismo con Jonathan Michelon, di testimonianza e coinvolgimento con Sr. Alessandra Smerilli. Con Francisco Canzani si approfondirà il documento “Chritus Vivit”, frutto dei lavori del recente sinodo che la Chiesa cattolica ha dedicato ai giovani.
Come bussola per queste giornate, la Presidente dei Focolari ha indicato tre parole: unità, coraggio, trasmissione. Unità – Maria Voce li ha incoraggiati a “dimenticare i diversi ‘campi’ da cui provengono, ad avere un “amore scambievole totale” per fare l’esperienza dell’unità. Coraggio – “Me lo aspetto da voi questo coraggio. Mi aspetto che il vostro coraggio ci sfidi, che ci metta alla prova”. Li ha invitati a parlare e a condividere, a non nascondere le criticità, ma a segnalarle, sempre in spirito costruttivo. Infine li ha incoraggiati a trasmettere il carisma dell’unità: “Dovete prepararvi a dare alle nuove generazioni quel che avete ricevuto. La trasmissione avverrà solo ad opera di persone che vivono il Carisma, che vogliono il Carisma e che lo trasmettono”. Il percorso di questi giorni d’assemblea sfocerà in un documento finale che raccoglierà contributi e istanze delle giovani generazioni dei Focolari impegnate a lavorare sempre più insieme.
Stefania Tanesini
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Set 6, 2019 | Nuove Generazioni
Duecento giovani di 67 nazioni in rappresentanza di tutte le realtà giovanili del Movimento nel mondo per la prima volta insieme a Roma: giovani appartenenti a diverse Chiese, giovani di varie religioni e culture. Un’assise trasversale per delineare proposte e prospettive per i prossimi sei anni. “C’è una rinnovata sete di radicalità e autenticità tra noi giovani che fa i conti con le sfide del mondo di oggi. Ci rendiamo conto che da soli è molto difficile. Possiamo fare rete con tanti altri giovani che vogliono essere promotori di cambiamento e possiamo farlo insieme agli adulti”. Rispondono così alla domanda su dove stanno andando i giovani dei Focolari, Nicholas di 27 anni dell’Italia e Amanda di 29 anni del Brasile, due giovani membri della commissione preparatoria della prima Assemblea mondiale dei giovani del Movimento che si terrà a Castel Gandolfo (Italia) dal 10 al 15 settembre 2019. Un’idea nata nel 2017 ed elaborata in questi due anni anche attraverso pre-Assemblee di giovani in varie parti del mondo. Perché un’Assemblea dei giovani? “Perché sentiamo che “noi siamo” il Movimento dei Focolari, esso ci sta a cuore. Tanti giovani avevano espresso il desiderio di incontrarsi e dialogare su importanti tematiche che riguardano la nostra generazione. Anche la parte adulta sentiva l’esigenza di sapere dai noi giovani come vediamo il Movimento, quale il nostro specifico contributo oggi per impegnarci sempre meglio verso un mondo unito. Noi stessi abbiamo individuato le tematiche che saranno affrontate in Assemblea e cercato metodi coinvolgenti e dinamici affinché i giovani si possano esprimere liberamente e fare insieme “un’esperienza di Dio”. Chi parteciperà all’Assemblea? Ci saranno 200 giovani rappresentanti di tutti i continenti (67 nazioni): Giovani per un Mondo Unito, impegnati dei Movimenti Parrocchiale e Diocesano, gens (giovani seminaristi), genre (giovani religiosi e consacrate). Ci saranno cioè – ed è una bella novità di questa Assemblea – rappresentanti di tutte le espressioni giovanili del Movimento insieme. Una collaborazione iniziata fin dalla preparazione: nel novembre 2018 si è formata un commissione preparatoria con 15 persone di diverse realtà giovanili di varie parti del mondo, in maggioranza giovani sotto i 30 anni con alcuni adulti. Quali le tematiche che saranno trattate nell’Assemblea? Per raccogliere i pensieri e i desideri dei giovani del mondo un questionario ci è sembrata la via migliore. Come commissione abbiamo elaborato 4 domande. Chiedevamo di descrivere due aspetti che caratterizzano l’identità di un giovane appartenente ai Focolari, di indicare di esso 2 punti di forza e 2 cose che vorremmo cambiare, spiegandone il perché e invitavamo tutti a riflettere su come dare maggiore voce ai giovani all’interno del Movimento e su quali priorità puntare nei prossimi sei anni. Sono arrivati 7300 input! Li abbiamo raccolti ed elaborati: sentivamo una grande responsabilità nel “maneggiare” il materiale ricevuto! Esso è divenuto strumento di lavoro per le pre-assemblee nelle quali ogni area del mondo ha scelto anche i suoi rappresentanti. Approfondendo i temi emersi è nato un breve “istrumentum laboris” con prospettive, orientamenti e proposte secondo quattro temi che saranno anche al centro dei lavori dell’Assemblea mondiale: formazione e accompagnamento; in uscita; identità del giovane del Movimento; ruolo e protagonismo dei giovani dei Focolari. E adesso…vogliamo lasciarci sorprendere dalla nostra assemblea! Certamente ci sarà una nuova forte spinta che ci aiuterà a realizzare il sogno di Gesù: “Che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21)per dare il nostro contributo alla costruzione di un mondo unito.
Anna Lisa Innocenti
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Ago 28, 2019 | Nuove Generazioni
Un campus a Bologna (Italia) sulla legalità, promosso dai Giovani per un Mondo Unito dei Focolari. Uno spazio di formazione, partecipazione e azioni sociali per attivare processi di cambiamento e ricostituzione del tessuto sociale. Dal 20 al 28 luglio, una quarantina di giovani provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia, si sono dati appuntamento a Bologna (Italia) per dare vita ad un Campus durante il quale impegnarsi concretamente per gli altri. Hanno conosciuto e lavorato con associazioni e gruppi che si impegnano in ambito civile, come l’integrazione degli immigrati e la lotta al gioco d’azzardo. Hanno collaborato con centri estivi e giovanili, mense, trovando insieme modi diversi e originali di fare le cose.
“Il Campus – ci spiega Francesco Palmieri, uno degli organizzatori – nasce da una prima esperienza a Siracusa, qualche anno fa, che ha avuto successo e poi si è ripetuta a Roma e a Torino. Quest’anno, a Bologna, i giovani hanno individuato il quartiere della Cirenaica, un quartiere multietnico nel quale la situazione sociale è molto complessa. Il Campus è un’esperienza di impegno civile che parte da giovani per altri giovani come noi, per rispondere a una domanda: possiamo fare qualcosa?”. Si parla di impegno personale, quindi, anche durante i momenti di formazione con vari esperti, da magistrati a professori universitari, da volontari a sacerdoti e laici impegnati in prima linea in ambito civile. Il tema della legalità viene a galla, declinato sotto più aspetti, come l’accoglienza dei migranti, la lotta alle mafie e al gioco d’azzardo. “Questa esperienza del Campus – dice ancora Francesco – ci arricchisce e ci fa tornare a casa con tante risposte a domande che magari non ci eravamo mai poste”. Tra gli esperti presenti c’era la prof. Adriana Cosseddu, responsabile della rete internazionale Comunione e diritto. Le abbiamo fatto qualche domanda: I giovani dei Focolari, hanno lanciato nel 2018 “Pathways for a united world”, sei percorsi per un mondo unito con azioni e approfondimenti su sei grandi tematiche. Dopo il primo dedicato ad economia, comunione e lavoro, con il secondo quest’anno si vogliono approfondire diritti umani, giustizia, legalità, pace. Quali gli obiettivi? “Si tratta di percorsi che, insieme alle Comunità dei Focolari nel mondo, i giovani e i ragazzi si impegnano a vivere da protagonisti, per concorrere a fare dell’umanità una famiglia. Le vie sono tante e quest’anno ne abbiamo scelte quattro: aprire le porte al dialogo e all’accoglienza perché i diritti umani vengano riconosciuti e attuati. Operare con tutte le forze per la pace, perché si arrivi a superare la logica dello-scontro con l’in-contro, e la pace sia perseguita universalmente come diritto dell’umanità. Ma per una pace autentica occorre praticare la giustizia, custode delle relazioni, che fondano la nostra convivenza. Ed ecco l’importanza della legalità, che chiede anche attraverso norme e comportamenti di attivare processi capaci di spezzare la logica del profitto e del privilegio, della corruzione diffusa, per promuovere imparzialità ed equità”.
Qual è il “di più” che il carisma dell’unità porta al diritto? “Il carisma dell’unità genera sull’altro un nuovo sguardo: non l’estraneo o un nemico, da cui difendermi, ma un dono per me, nella ricchezza della sua diversità. La reciprocità, che nel diritto si traduce in diritti – doveri, diventa nel “di più” dell’amore reciproco richiamo alla responsabilità verso l’altro, di cui devo aver cura. Così, se oggi il diritto tende a tutelare i diritti degli individui, l’orizzonte che Chiara Lubich ci ha aperto è quello di un diritto “strumento” di comunione. E la comunione indica un obiettivo: operare perché le concrete relazioni umane, anche quelle che si svolgono sotto il segno del diritto, aiutino le parti coinvolte a guardare oltre sé e riconoscersi reciprocamente, nella rispettiva dignità e secondo una libertà responsabile, per aprirsi alla collaborazione. Così si generano frammenti di fraternità”. Prossima tappa:
- Seminario internazionale “Dai Diritti Umani al Diritto alla Pace: in cammino con l’umanità”, promosso dalla rete internazionale “Comunione e Diritto”, a Loppiano (Italia), dal 19 al 21 settembre 2019
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Ago 18, 2019 | Nuove Generazioni
Per il loro “cantiere” i Ragazzi per l’Unità dell’Emilia Romagna (Italia) quest’anno sono andati in Terra Santa. Hanno unito il percorso spirituale a una profonda esperienza di condivisione con coetanei che vivono in quelle terre. Dalla grotta della natività ad un trekking nel deserto di Giuda. Dalla visita al Sepolcro al bagno nel mar Morto. Dal rinnovo delle promesse battesimali nel fiume Giordano ad una gita in battello sul lago di Tiberiade. Fin qui non resta che un viaggio, o come tanti lo chiamano un pellegrinaggio, in Terra Santa sui passi di Gesù a ripercorrere la vita di Colui che dato senso alla nostra vita di cristiani.
Se poi aggiungiamo un pomeriggio nell’orfanotrofio Creche di Betlemme, un incontro con il vescovo ausiliare Kamal Bathish del patriarcato di Gerusalemme e uno scambio di esperienze con ragazzi e giovani del posto che aderiscono al Movimento dei Focolari, questo diventa il Cantiere dei Ragazzi per l’unità dell’Emilia Romagna che si è svolto dal 23 al 30 luglio in Terra Santa. I protagonisti sono 45 tra ragazzi e animatori, un gruppo desideroso di conoscere più da vicino i luoghi al centro della propria fede di cristiani. Di esperienze questo gruppo ne ha fatte tante a partire dalla GMG di 3 anni fa in Polonia, poi una visita ad Amatrice, città della regione italiana dell’Abruzzo distrutta nel 2016 da un violento terremoto, per donare una piccola somma di danaro ai giovani del posto, poi due cantieri con i complessi internazionali Gen Verde e Gen Rosso, oltre a numerose attività ecologiche e non, azioni a favore del progetto FameZero ed una raccolta di danaro per comprare batterie per apparecchi acustici per ragazzi sordo-muti della Bielorussia. Dopo queste attività è nato il desiderio di fare un’esperienza spirituale più profonda e i ragazzi non si sono tirati indietro. “Camminare nel deserto – dice Giacomo – è stato molto forte; gli animatori ci hanno proposto di restare in silenzio e provare ad avere un momento di dialogo a tu per tu con Gesù, ma ammetto che dopo un po’ quel silenzio mi ha fatto paura perché noi nella nostra società non siamo abituati”. Tipica di queste esperienze è la vita in comune, si condivide tutto dalla stanchezza a quello che passa nell’anima e se uno nel gruppo ha qualche problema subito si avverte. “Fra qualche giorno – commenta Chiara – non ricorderò più né il caldo, né la fatica per salire a piedi sul monte Tabor, né la febbre che ho avuto proprio quando dovevamo andare all’orfanotrofio e io ci tenevo tantissimo… ricorderò invece per sempre questo viaggio perché l’ho fatto con questa che è la mia famiglia per eccellenza. Sì, viaggio anche con la mia famiglia naturale, ma non è la stessa cosa. Gli amici dei Focolari per me sono una vera famiglia, davvero speciale”.
Come in tutte le circostanze non sono mancati momenti di tensione o altri in cui la stanchezza ha vinto eppure “quando abbiamo sentito le esperienze dei ragazzi palestinesi – commenta Giosuè – la nostra prospettiva è cambiata. Noi non sappiamo cosa significhi essere una minoranza per via del nostro credo religioso. Noi non sappiamo cosa è la vita di ogni giorno con il muro che divide Israele e Palestina. Tutte queste cose mi hanno fatto molto riflettere”. “Conoscere i bambini della Creche – sostiene Annamaria – mi ha aperto gli occhi. Se penso alla mia vita, è tutto un gran regalo”. I sette giorni di viaggio volano via, ritorniamo in Italia e al di là di tante parole resta stampata nel cuore di ciascuno questa esperienza che ben sintetizza il grande mistero di dolore-amore che trova compimento nella Resurrezione. Quel sepolcro vuoto grida a gran voce Alleluja.
Tiziana Nicastro
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