Le immagini dei recenti viaggi del Papa in Sri Lanka, prima, e le Filippine, dopo, hanno fatto il giro del mondo. I suoi discorsi, gesti, frasi, sono stati rilanciati da tante testate in numerose lingue e dai social network che sono diventati dei potenti moltiplicatori del suo messaggio di “misericordia e compassione”, i temi centrali da lui scelti per questo storico viaggio. «Abbiamo fatto ancora storia – scrivono da Manila – battendo il record di partecipazione all’indimenticabile Giornata della Gioventù del 1995 con Giovanni Paolo II. Infatti, nella messa nel Luneta Park i quasi 7 milioni di presenti hanno dimostrato ancora una volta la loro fede e l’amore per il Santo Padre». Nel secondo giorno, 40.000 partecipanti all’incontro con le famiglie al Mall of Asia, lungo la baia di Manila. Francesco ha incoraggiato le famiglie filippine a “servire come santuari dove si rispetta la vita” e di proclamare la sacralità della vita dalla nascita alla morte. «Mi aspettavo una celebrità – dice Nidj, giovane dei Focolari – invece mi sono trovato con un “servo”. Ho sentito il suo amore puro, semplice e che parlava con autenticità. È rimasto umile e sé stesso, nonostante che tutta l’attenzione fosse rivolta verso di lui». E Loli Funk: «Con la sua saggezza ci ha incoraggiati a vivere una vita cristiana autentica; credo non occorra essere cattolici per apprezzare il suo messaggio. Ci ha toccato proprio nel cuore, dove fa male e si sente di più. Ho capito che se siamo una famiglia, una comunità che si prende cura l’uno dell’altro, abbiamo più possibilità di farcela». E Romé Vital: «Quando ha parlato ai giovani presso l’Università di Santo Tomas, ci ha esortati a vivere la reciprocità: non solo dare, ma anche imparare a ricevere l’amore da Dio e dagli altri. Mi sembra qualcosa di nuovo evidenziare il valore della reciprocità nella nostra vita cristiana». E ancora Jan Co Chua: «Riflettendo sugli eventi di questi giorni mi sento come i discepoli di Emmaus che si chiedevano “Non ardeva forse il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32)». La tappa più commovente è stata la visita ai superstiti delle zone colpite dai tifoni, a Tacloban. «Siamo ancora in questa euforia di gioia lasciataci dalla storica venuta del nostro Santo Padre Papa Francesco», scrivono i membri della comunità locale dei Focolari. «Francesco è il primo Papa che è venuto a visitare Tacloban. La sua venuta ci ha fatto sentire l’amore materno di Dio attraverso la chiesa. Ci siamo sentiti capiti, consolati, dopo aver sofferto tanto negli anni passati. Ci ha stupiti la sua spontaneità nell’amare: la sua decisione, nonostante il tifone, di celebrare la messa all’aperto col vento che soffiava molto forte. Siamo stati tanto toccati dalla sua omelia, dalla sua umiltà, quando ha detto che non aveva parole davanti a queste sofferenze, e quando ci ha chiesto scusa per essere venuto un po’ in ritardo…». La comunità dei Focolari è stata pienamente coinvolta nella preparazione. «La chiesa locale ci ha affidato la sistemazione del luogo dove si è celebrata la messa: la grande spianata che poteva contenere 120 mila persone. Davanti a questo impegnativo compito ci siamo fatti aiutare da aderenti, simpatizzanti, amici, parenti, anche dalle altre provincie, ed abbiamo organizzato un piano per il quale abbiamo lavorato per tre mesi». Von, confessa che da tanti anni non andava più a messa: «Quando sono stata invitata a lavorare per l’evento, ho messo tutta me stessa per aiutare. Ho ritrovato la fede e la famiglia del Focolare». Alcune volontarie addette alla sistemazione dei posti, scrivono: «Potevamo scegliere un posto migliore per vedere il Papa. Ma ci siamo sistemate nei posti più lontani per lasciare i primi ad altri. Ma alla fine abbiamo potuto salutare lo stesso il Papa da molto vicino!». Anche i giovani Gen hanno lavorato nel servizio d’ordine: «Abbiamo cercato che l’amore prevalesse su tutto: nel dare la preferenza agli anziani, a quelli che venivano da lontano (facendo tanti chilometri a piedi) … Eravamo molto toccati dalle parole del Santo Padre. L’abbiamo salutato da vicino e lui ci ha sorriso. Quanta gioia per questo incontro!». «La visita di papa Francesco – concludono – è stata un’esperienza unica: essere lì con tutto il popolo, lavorando insieme 24 ore sotto la pioggia, il forte vento e tanti altri disagi. Mai si cancelleranno dal nostro cuore le sue parole e l’esperienza vissuta!».
Essere operatori di pace
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