CHIAMATI ALL'UNITÀ - INSIEME A TIMISOARA
Amici di Insieme Per l’Europa
Timisoara (Romania), 16-18 novembre 2023

Il coraggio della speranza oggi
Intervento di Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari

Cari fratelli e sorelle

Stimate Autorità ecclesiali e civili,

prima di tutto vorrei esprimervi la mia gratitudine più profonda per queste due giornate che abbiamo vissuto insieme: sono state una testimonianza che la speranza oggi è viva in tanti cuori e ha ancora una parola fondamentale da dire per la pace!

E se posso affermare questo è perché, proprio qui, ho visto “il coraggio della speranza” in tante persone che sono impegnate a costruire reti di fraternità a livello locale, nazionale e continentale. Quanti esempi, idee e creatività abbiamo conosciuto! E quanta fede sostiene questo percorso. Una fede rafforzata dal “dialogo della vita” che emergeva dalle esperienze ecumeniche e dai vari workshop a cui tutti abbiamo partecipato.

L’ho vista anche per le strade di Timisoara – ho potuto un po’ girare -, questa straordinaria città, che di per sé è un esempio di convivenza riconciliata delle diversità. Storicamente è una città “ponte” con i Paesi vicini. Ora, con il suo status di Capitale Europea della Cultura, offre questo patrimonio alle migliaia di persone che la visitano.

Noi, Amici di Insieme per l’Europa, non potevamo incontrarci in un luogo migliore! Per questo, a nome dei Movimenti e delle Comunità presenti, vorrei ringraziare di cuore soprattutto la popolazione di questa città: grazie perché ci avete accolti con calore, generosità e ospitalità.

Chiamati all’unità oggi
Mi è stato chiesto di dire una parola nel contesto del tema di queste giornate: “Chiamati all’unità”. Un tema tanto necessario quanto difficile da trattare oggi, in cui le situazioni di polarizzazione diffuse sembrano dimostrare il contrario. Mi ha impressionato sapere che siamo a soli 500 Km dall’Ucraina che vive una guerra che va avanti da più di un anno.

Inoltre, dal 7 ottobre scorso, anche la mia terra (la Terra Santa) è colpita da una violenza atroce che non accenna a fermarsi ed è quasi difficile per me oggi parlare di speranza. E potremmo continuare con l’Armenia, il Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, il Myanmar e le crisi umanitarie che le guerre generano.

Qualche giorno fa, sono venuta a conoscenza di un dato che mi ha colpito molto: l’Alto Commissariato ONU per i diritti dei rifugiati ha calcolato che, ad oggi, sono 114 milioni gli sfollati nel mondo, e le guerre sono la principale causa della fuga di tante persone dalle loro terre.

Tutto questo e molto altro potrebbe alimentare anche in noi la disperazione, convinti che non è più possibile percorrere una strada comune che salvaguardi i diritti fondamentali delle persone e dei popoli.

Se siamo qui oggi è perché crediamo che Gesù crocifisso e abbandonato ha vinto ogni battaglia e ci ha redenti tutti. È per questo che non ci rassegniamo, ma vogliamo avere INSIEME il coraggio della speranza!

Il Vangelo, radice della speranza e del dialogo
In quanto Chiese e Movimenti cristiani in Europa crediamo che il coraggio della speranza in questa “ora buia” venga proprio dalla nostra comune radice cristiana che vogliamo alimentare e far crescere.

“Non dobbiamo stancarci di aprire il nostro cuore al Vangelo"[1], aveva detto Giovanni Paolo II, nel suo messaggio all’incontro “Insieme per l’Europa”, l’8 maggio 2004, a Stoccarda.  Ed è proprio dal Vangelo che ripartiamo per impegnarci, affinché nelle situazioni di divisione si possa raggiungere un’intesa che genera un dialogo costruttivo; frutto, cioè, dell’ascolto e della valorizzazione del contributo di tutte le parti.

Dialogo. Sembra quasi impossibile pronunciare oggi questa parola, eppure è uno dei volti della speranza, forse il più efficace, perché è una testimonianza potentissima. Dice che io voglio avvicinarmi a te, conoscerti, arricchirmi della tua diversità. La volontà di dialogo dice che apro braccia, cuore e mente per andare oltre la paura.

Dio ci chiama oggi a rimettere la fraternità tra i popoli al centro del nostro impegno e perché questo abbia la forza di cambiare le cose, c’è bisogno di comunità unite, che testimonino la vita del Vangelo.

Ieri sera abbiamo fatto il patto dell’amore scambievole, leggendo in varie lingue il Comandamento nuovo di Gesù, che dice: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se vi amate gli uni gli altri”. (Gv 13, 34-35)

Costruire reti di fraternità
Per questo la nostra presenza qui come “Amici” è di estrema importanza. Il nostro “insieme” non è semplicemente la somma delle persone che vi aderiscono, ma qualcosa di molto più profondo; è frutto di un impegno personale, di un amore reciproco sempre, ma sempre rinnovato.

Nel 2007, all’incontro di Insieme per l’Europa a Stoccarda, Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, aveva dato una bella definizione della nostra missione, del nostro impegno comune. Aveva detto queste parole che mi sembrano molto attuali:

“Ogni Movimento, Comunità, Opera, è una risposta alla notte collettiva che domina il mondo. E proietta una luce nata dallo Spirito Santo, che è risposta a quella particolare oscurità e costruisce reti di fraternità. Occorre, ora più che mai, allargare queste reti e, nell’amore reciproco, comporre una grande rete di fraternità universale”[2].

Ed è in questo che “osiamo” sperare e per cui lavoriamo: stendere nel mondo una grande rete di fraternità. E farlo, comporta lo sforzo quotidiano di porsi in sincero ascolto, di avere stima e comprensione del Movimento o della Comunità l’uno dell’altro; della Chiesa, della storia, della tradizione, del popolo, l’uno dell’altro. È una chiamata ad essere un segno visibile di comunione che ha radici in Cielo, ma che deve manifestarsi qui in terra, tra noi uniti “in un solo Spirito”, come afferma S. Paolo, “per formare un solo corpo” (1Cor 12,13), riconoscendosi tutti figli dell’unico Padre.

Allenarci al dialogo, adottare uno stile di comunicazione che metta in luce il positivo e valorizzi i talenti, può permettere a ciascun popolo di rivelarsi nella sua propria identità e facilitare che ognuno possa esprimersi e sentirsi accettato.

Il sogno di una convivenza che sa integrare le diversità non può essere delegato solo alle Istituzioni, è chiesto a noi, a ciascuno di noi, di essere quel “lievito” che nell’oggi della storia fa fermentare perdono e riconciliazione.

Tutto è possibile!
Vorrei concludere citando il Patriarca Athenagoras I, che in un suo scritto confida:

È necessario giungere a disarmarsi. Io ho combattuto questa guerra per molti anni. È stato terribile. Ma posso affermare che adesso sono disarmato. Non ho paura di niente e di nessuno: l’amore allontana la paura. Sono disarmato dal voler aver ragione, dal giustificarmi screditando gli altri. (…) Accolgo e condivido. Non mi aggrappo in assoluto alle mie idee, ai miei progetti… Ho rinunciato a fare confronti. Ciò che è buono, vero, reale, per me è sempre il meglio… Se uno si disarma, se smette di possedere, se si apre al Dio fatto uomo che fa nuove tutte le cose, allora Egli, Dio, cancella il passato negativo e ci apre il panorama di un tempo nuovo dove tutto è possibile[3].

Vorrei avere insieme a tutti voi questa convinzione: “Tutto è possibile! Sì, tutto è possibile!”.

  • Sì, tutto sarà possibile, se sapremo riconoscere sul nostro cammino quei fratelli e sorelle che pure operano per il bene dell’umanità, e con loro costruire la pace;
  • Sì, tutto sarà possibile, se Insieme per l’Europa accoglie e valorizza i carismi nati dal Vangelo e si mette in dialogo con tutti per realizzare società più umane; aprire spazi di una “cultura dell’insieme”, nella ricerca di risposte concrete a tutte le sfide attuali.

Sono profondamente convinta che la creatività dello Spirito Santo ci aprirà nuove strade e anzi, da quel che ho visto in questi pochi giorni, mi pare che lo stia già facendo. Per questo, restiamo in ascolto e mettiamoci al lavoro: il mondo intero, e non solo l’Europa, ha bisogno di questa speranza!

Vi ringrazio dell’ascolto.

Margaret Karram

[1] Lettera di Giovanni Paolo II ai partecipanti all’incontro ecumenico “Miteinander in Europa” (Insieme per l’Europa) – Stoccarda, 8 maggio 2004
[2] Chiara Lubich. Per una cultura di comunione – Stoccarda, 12 maggio 2007 all’evento “Insieme per l’Europa”.
[3] Atenagora con Olivier Clément, Umanesimo Spirituale. Dialoghi tra Oriente e Occidente, a cura di Andrea Riccardi, San Paolo Edizioni, Cinisello Balsamo, 2013, p. 216.

Il coraggio della speranza oggi

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