«Il nostro corrispondente da Mosca ci ha lasciati a 56 anni dopo una rapidissima e spietata malattia. Un esempio di serietà professionale e umana. Avevamo viaggiato insieme per redigere insieme il libro Sul largo confine. Storie di cristiani nel Caucaso. Era infatti corrispondente per Città Nuova, oltre che per alcune testate portoghesi – Eduardo Guedes era di Lisbona, dove era nato il 10 luglio 1954 – e la sua conoscenza della lingua russa e dei luoghi era indispensabile per completare la redazione di quel libro. Ricordo un viaggio in taxi tra Vladikavkaz e Nazran, capitali rispettivamente dell’Ossezia del Nord e dell’Inguscezia. Era la fine luglio 2007. La tensione era palpabile, la vicenda caucasica era estremamente virulenta. Il tassista temeva quel viaggio di poche decine di chilometri, perché non si sapeva come avrebbero reagito i soldati russi alla frontiera. E poi si diceva che nella regione erano frequenti i rapimenti a scopo di estorsione degli stranieri. Eduardo passò tutto il tempo a tranquillizzare quell’uomo con quella calma olimpica che da sempre lo caratterizzava. A Nalcik, invece, capitale della Cabardino-Balcaria, restammo una settimana per cercare di intervistare alcuni esponenti del mondo politico e culturale della repubblica ciscaucasica. In quell’occasione apprezzai il suo modo di intervistare, fatto più di silenzi che di parole, nella certezza che nell’intervista quel che conta è mettere a proprio agio l’interlocutore, in modo che possa esprimersi nel modo più chiaro e più libero possibile.

Eduardo con Maria Voce all’incontro dei delegati di zona, ottobre 2010
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