“Io sono qui non solo per ragioni d’ufficio, ma spinto dai bisogni del cuore. Per dire a tutti voi un sentito grazie a nome della Chiesa per quello che siete: una grande speranza della Chiesa di oggi e di domani”. Con queste affettuose parole il cardinale Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, si è rivolto ai 1200 focolarini e focolarine partecipanti al quarto e ultimo ritiro spirituale annuale, provenienti dai paesi europei e con una rappresentanza degli altri continenti. Ha sottolineato che “il carisma che lo Spirito Santo ha donato a Chiara per la Chiesa, è un tesoro da proteggere, ma soprattutto da vivere”, che è appunto il miglior modo, secondo l’alto prelato, di proteggerlo, ribadendo “viverlo fino in fondo, con passione entusiasmo e gratitudine.” Ricordando, poi, la lettera apostolica “Novo Millennio Ineunte”, nella quale Giovanni Paolo II propone a tutti la “spiritualità di comunione”, ha aggiunto: “Quando si parla di comunione si tocca il nervo stesso del carisma dell’unità”. Ha invitato, quindi, i presenti a “rivivere in questi giorni il dono della comunione, che è la vostra forza”, evidenziando il compito particolare che spetta oggi al movimento: offrire questo dono gratuitamente ricevuto in un mondo che si presenta frammentato e diviso dall’odio. Di qui l’importanza di coltivare “una profonda comunione con la Chiesa universale, e in particolare con la persona del successore di Pietro, il Papa”. Ha ricordato le parole pronunciate da Benedetto XVI, nel 2006, ai movimenti: “…vi chiedo di essere ancora di più collaboratori del ministero apostolico universale del Papa, aprendo le porte a Cristo.” Consapevole che “voi prendete queste parole come il programma della vostra vita, con uno slancio missionario che punta ai confini della terra”, il card. Rylko ha concluso sottolineando che la comunione con la Chiesa universale è un fatto concreto. Significa “farsi partecipi delle grandi sfide che la Chiesa affronta nel momento attuale”, con particolare menzione all’intolleranza e alla persecuzione dei cristiani in vari paesi nel mondo. Dopo il pranzo, avvenuto in un sereno clima di famiglia, il cardinale – che festeggiava 15 anni della sua ordinazione episcopale – ha desiderato recarsi nella cappella del Centro del Movimento dove riposa Chiara e conoscere la casa dove lei ha vissuto per oltre 40 anni, oltre il Centro “Chiara Lubich” che raccoglie l’eredità della fondatrice. Momenti solenni e carichi di vivi ricordi.
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