«Non câè davvero differenza tra grandi e piccoli quando si tratta di vivere il Vangelo, anzi! Rachidele (che tutti chiamano Rachibelle) ci ha evangelizzato tutti e nonostante fosse solo una bambina, non temeva di darci consigli quando facevamo qualche sbaglio. Inoltre ci raccomandava sempre di pregare prima di dormire». A parlare sono Dacquin ed Ernestine Kwasi, genitori di Rachibelle della Repubblica Democratica del Congo, che ci ha lasciati nellâagosto scorso in seguito ad una malattia. Era una gen 3, cioè faceva parte delle ragazze dei Focolari e aveva conosciuto il Movimento nella sua parrocchia. Quellâ âarte di amareâ lanciata da Chiara Lubich le aveva fatto scoprire che Gesù era presente nel cuore di ciascuno e per questo tutti andavano amati come fratelli. Questo è diventato per lei uno stile di vita e non si contano gli innumerevoli gesti dâamore verso tutti e la generosità con cui si donava.
«Un giorno, â è lei stessa che racconta â mi sono accorta nel pieno di un compito in classe di matematica che la mia vicina di banco non aveva la penna. Anchâio avevo solo una biro, ma gliel’ho subito prestata affinché lei potesse scrivere il risultato del problema. Poi per un po’ ho scritto io, quindi di nuovo lei. Ci siamo scambiate la penna durante tutto il compito e alla fine ero felice perché entrambe abbiamo ottenuto un ottimo voto!»
Oppure, un altro giorno, appena rientrata da scuola, chiede ai genitori se può prendere un piatto per una sua compagna che lo aveva perso e per questo non poteva mangiare insieme agli altri compagni. Mamma e papà all’inizio non sono molto favorevoli al regalo, ma Rachibelle insiste: «Eâ per Gesù che vive in quella ragazza!».

Forse per la forma di anemia che inizia a tormentarla, Rachibelle ha anche una grande sensibilità verso i più sofferenti. Quando la Parrocchia organizza visite agli ammalati, ai prigionieri o agli anziani, lei partecipa sempre con grande entusiasmo. Poi, a partire dal 2013, è costretta ad affrontare la malattia in modo più deciso e lo fa, chiedendo ai parenti di aiutarla a pregare, invece di compiangerla.
Per Rachibelle, che ha 16 anni ed è nel fiore della vita, non è facile accettare la morte. «Mio Dio â sembra protestare con Lui â ogni volta che mi ammalavo, mi hai guarito; perché questa volta non lo fai?» Poi, dopo un po’, trova la forza di rivolgersi al papà che le era accanto e gli comunica che è pronta.
«Abbiamo fatto la veglia intorno a lei, tutta la notte, con bellissimi canti e concludendo con una S. Messa di ringraziamento celebrata da diversi sacerdoti e animata da numerose ragazze venute da diverse parti del Paese» â scrivono dal Congo.
Pensiamo ora Rachibelle in Paradiso, a ricordarci che ciò che più vale è lâamore verso tutti.