Antonietta Trapani â siciliana, solare, piena di vita â a ventâanni sâimbatte con lâideale dellâunità e ben presto sente la chiamata a scegliere Dio nella strada del focolare. Nonostante che i genitori, temendo che in futuro resti sola, le pongano ostacoli, Antonietta scrive a Chiara Lubich la sua determinazione. Le parla anche delle perplessità che le vengono poste e Chiara per tutta risposta le manda un versetto del Vangelo: âNon sono solo, perché il Padre è con meâ (Gv 16,32). Da allora Antonietta terrà questa frase come una personale rassicurazione da parte di Dio che Egli è un Dio vicino, un Padre che ci accompagna sempre. Felice e decisa, inizia la sua formazione come focolarina e nel â76 è già in focolare in Inghilterra. Poi andrà in Irlanda, paesi in cui sviluppa una spiccata sensibilità ecumenica.
Nellâ82 un altro volo: lâAfrica. La sua prima destinazione è Fontem (Camerun), la cittadella dei Focolari sorta con i Bangwa nel cuore della foresta. Lâimpatto è duro ma âho capito che qui non posso più vivere da italiana, devo farmi africana con gli africani… sono feliceâ
In seguito si trasferisce a Nairobi (Kenya) dove ha il dono di vivere a fianco prima di Marilen Holzhauser e poi di Bruna Tomasi, ambedue fra le prime focolarine di Trento. Questi spostamenti non pesano ad Antonietta, anzi! âà bello fare la volontà di Dio. Se voglio portare unâinvasione dâamore nel mondo devo essere solo amoreâ. E ancora: âNella Carità , tutto ciò che prima mi sembrava pesante e impossibile, ora mi sembra leggero e soaveâ.
Quando nel â92 Chiara visita Nairobi, Antonietta partecipa alla fondazione â e poi del successivo sviluppo â di unâaltra cittadella africana: la Mariapoli Piero, sede, tra lâaltro, di una Scuola di inculturazione. In quellâoccasione le scrive: âSono da parecchi anni qui, ma oggi comincio a rivedere lâAfrica tutta nuovaâ.
Una parentesi inaspettata: nel luglio 1998 rientra in Italia a Torino per assistere il papà anziano e malato. Câè bisogno di lei a casa. Sono 7 anni di âscuola di vitaâ, come definisce quel periodo vissuto nella donazione per il papà che ritorna ai sacramenti. Lei lo accompagna fino a quando parte per il Cielo.

Poi di nuovo in Africa. Nella Mariapoli Piero la sua vita trascorre laboriosa e gioiosa: Antonietta è sempre pronta ad accogliere e sostenere tutti. Ed è proprio mentre accompagna un gruppo di giovani in visita alla cittadella che avverte i primi sintomi della malattia. Gli accertamenti medici rivelano unâestesa massa cerebrale inoperabile. Antonietta dice subito il suo sì e la sua vita ha un balzo di qualità . Scrive a Maria Voce, presidente del Movimento: âOra, dopo questo grande dono che Gesù mi ha voluto fare, mi sento unâaltra persona, provo una grande gioia, pienezza e tantissima pace. Sento che Dio mi ama immensamente, più di primaâ.
A tre mesi dalla sua prematura scomparsa, a 65 anni, sono innumerevoli e toccanti le testimonianze delle persone che lâhanno conosciuta e amata, e con le quali Antonietta ha fatto il âsanto viaggioâ della vita verso il Paradiso.
à lì che ora la pensiamo, circondata da quanti come lei hanno saputo testimoniare â come dicono in tanti â, âlâamore veroâ.