Antonietta Trapani

 
“Non sono sola, perché il Padre è con me” (13 gennaio 1949 - 18 ottobre 2014)

AntoniettaTrapani_a Antonietta Trapani – siciliana, solare, piena di vita – a vent’anni s’imbatte con l’ideale dell’unità e ben presto sente la chiamata a scegliere Dio nella strada del focolare. Nonostante che i genitori, temendo che in futuro resti sola, le pongano ostacoli, Antonietta scrive a Chiara Lubich la sua determinazione. Le parla anche delle perplessità che le vengono poste e Chiara per tutta risposta le manda un versetto del Vangelo: “Non sono solo, perché il Padre è con me” (Gv 16,32). Da allora Antonietta terrà questa frase come una personale rassicurazione da parte di Dio che Egli è un Dio vicino, un Padre che ci accompagna sempre. Felice e decisa, inizia la sua formazione come focolarina e nel ‘76 è già in focolare in Inghilterra. Poi andrà in Irlanda, paesi in cui sviluppa una spiccata sensibilità ecumenica.

Nell’82 un altro volo: l’Africa. La sua prima destinazione è Fontem (Camerun), la cittadella dei Focolari sorta con i Bangwa nel cuore della foresta. L’impatto è duro ma “ho capito che qui non posso più vivere da italiana, devo farmi africana con gli africani… sono felice”

Antonietta Trapani Luglio 2014 Mariapoli_PieroIn seguito si trasferisce a Nairobi (Kenya) dove ha il dono di vivere a fianco prima di Marilen Holzhauser e poi di Bruna Tomasi, ambedue fra le prime focolarine di Trento. Questi spostamenti non pesano ad Antonietta, anzi! “È bello fare la volontà di Dio. Se voglio portare un’invasione d’amore nel mondo devo essere solo amore”. E ancora: “Nella Carità, tutto ciò che prima mi sembrava pesante e impossibile, ora mi sembra leggero e soave”.

Quando nel ‘92 Chiara visita Nairobi, Antonietta partecipa alla fondazione – e poi del successivo sviluppo – di un’altra cittadella africana: la Mariapoli Piero, sede, tra l’altro, di una Scuola di inculturazione. In quell’occasione le scrive: “Sono da parecchi anni qui, ma oggi comincio a rivedere l’Africa tutta nuova”.

Una parentesi inaspettata: nel luglio 1998 rientra in Italia a Torino per assistere il papà anziano e malato. C’è bisogno di lei a casa. Sono 7 anni di “scuola di vita”, come definisce quel periodo vissuto nella donazione per il papà che ritorna ai sacramenti. Lei lo accompagna fino a quando parte per il Cielo.

Antonietta Trapani MPiero maggio 2012
Con un gruppo di focolarine alle Mariapoli Piero nel maggio 2012

Poi di nuovo in Africa. Nella Mariapoli Piero la sua vita trascorre laboriosa e gioiosa: Antonietta è sempre pronta ad accogliere e sostenere tutti. Ed è proprio mentre accompagna un gruppo di giovani in visita alla cittadella che avverte i primi sintomi della malattia. Gli accertamenti medici rivelano un’estesa massa cerebrale inoperabile. Antonietta dice subito il suo sì e la sua vita ha un balzo di qualità. Scrive a Maria Voce, presidente del Movimento: “Ora, dopo questo grande dono che Gesù mi ha voluto fare, mi sento un’altra persona, provo una grande gioia, pienezza e tantissima pace. Sento che Dio mi ama immensamente, più di prima”.

A tre mesi dalla sua prematura scomparsa, a 65 anni, sono innumerevoli e toccanti le testimonianze delle persone che l’hanno conosciuta e amata, e con le quali Antonietta ha fatto il ‘santo viaggio’ della vita verso il Paradiso.

È lì che ora la pensiamo, circondata da quanti come lei hanno saputo testimoniare – come dicono in tanti –, “l’amore vero”.

 

 

 

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