Movimento dei Focolari

Misericordia: lo sguardo di un non credente

Dic 8, 2015

Cosa significa questa parola per chi non ha fede? Empatia, compassione, pietà…

YearofMercy-aL’indizione di un Giubileo ad essa dedicato ha portato alla ribalta, ben al di là della cinta vaticana, la parola misericordia, che alle orecchie del laico suona sorpassata e densa di significato specificamente religioso. Il non-credente tende a non accettare a-priori i significati mistici dei quali la parola è solitamente investita, specialmente ora che si innalza a inquietante e mondana centralità, e nella sua mente si alternano i vari sinonimi, o presunti tali, che gli consentirebbero di portarla oltre la frontiera della cristianità: pietà, compassione, empatia, e via dicendo, in un crescendo di confusione che i dizionari on-line non contribuiscono a diradare. Viene subito l’impulso di identificarla proprio con la pietà, il sentimento di chi ha compassione, di chi percepisce emozionalmente le sofferenze altrui come proprie e desidererebbe alleviarle (fra l’altro proprio con il cristianesimo il significato del termine pietà si è avvicinato a quello di misericordia). Ma allora perché non empatia, che non è un sentimento, ma una capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, di mettersi negli altrui panni, specialmente dopo le scoperte delle neuroscienze sui neuroni-specchio che tendono a confermare che l’empatia non origina da sforzi intellettuali ma è parte del codice genetico della specie? Le parole pietà-misericordia-compassione poi, come quasi tutte le parole che si rispettano, avranno la loro duplice accezione positiva e negativa: basterà pensare alla caratterizzazione dispregiativa in espressioni del tipo “fai pietà”, “fai compassione” equivalenti a “fai pena” e “fai schifo”, oppure all’uso quattro-seicentesco di chiamare “misericordia” la corta daga con la quale si infliggeva la morte al nemico ferito (colpo di grazia?). Si dirà che la misericordia è sì compassione, ma compassione attiva, che si sostanzia in atti, in opere. E sarà pure che essa rappresenta un concetto fondamentale, chiave della vita cristiana, come sottolineato dal dotto cardinal W. Kasper. Ma allora bisognerà distinguere una misericordia cristiana e una misericordia laica, fondata quest’ultima su valori umanitari che, pur camminando insieme ed intrecciandosi, appartengono comunque a due ordini diversi, che vanno rispettati nella loro natura. Non si tratta dunque di contrapporre le opere buone laiche a quelle cristiane, ma «di ricercare quell’armonia nascosta che reca sollievo al mondo»; e un’armonia – come il dialogo – «non si dà nella omogeneità, ma vive nella diversità…». Mario Frontini

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Questa maledi­zione della guerra

Questa maledi­zione della guerra

“Vedevo l’assurdità, la stupidità, e soprattutto il peccato della guerra…”. Igino Giordani  scrivendo le sue memorie riflette sul terribile periodo della prima guerra mondiale, in cui lui stesso fu arruolato. L’‘inutile strage’, come la definì Benedetto XV. Le sue parole ci fanno pensare a come la storia potrebbe insegnarci a lavorare oggi per la pace, combattendo contro le nuove, assurde, inutili stragi del nostro secolo.

Giubileo dei giovani: itinerari di cammino, speranza, riconciliazione

Giubileo dei giovani: itinerari di cammino, speranza, riconciliazione

Un pellegrinaggio a Roma durante l’evento che vedrà la partecipazione di giovani da tutto il mondo, per percorre l’itinerario storico delle sette chiese attraverso catechesi, preghiera, testimonianze, approfondimento spirituali legati al carisma dell’unità, musica e condivisione.

Indonesia: distribuire speranza

Indonesia: distribuire speranza

A Medan, capitale della provincia di Sumatra, in Indonesia, in seguito allo tsunami del 2004, la comunità locale dei Focolari, ha dato vita al Centro Sociale “Sumber Harapan”, Fonte della Speranza, per andare incontro alle necessità dei più poveri della città. Maximus e Fretty, animatori del centro ci raccontano le azioni che portano avanti.