Per me essere libera significa anche avere il coraggio di andare controcorrente. In Brasile lavoravo in una TV locale, come giornalista politica. All’interno di questa TV si cercava di avere una audience alta per poi ottenere sovvenzioni da grandi multinazionali o da persone facoltose.

Nel periodo delle elezioni molti dei candidati politici pagavano, perché dessimo notizie favorevoli a loro e al loro partito. Così molte volte succedeva che la nostra équipe di giornalisti aveva già il materiale pronto ma non ci era permesso di mandarlo in onda, perché non era favorevole a questo o quel “politico amico”.

Per questo motivo sentivo che era limitata non solo la mia personale libertà, ma anche quella del pubblico, che era costretto a ricevere notizie tendenziose e parziali, anche se magari non proprio false. Quando ho deciso di parlarne con il mio capo lui mi ha derisa, dicendomi che ero un’ingenua.

Qualche tempo dopo, il capo ha lasciato quel posto di lavoro per andare in una televisione più seria e importante e proprio perché conosceva i miei principi, mi ha chiesto di andare a lavorare con lui. Lo stipendio sarebbe stato più basso, ma avrei potuto lavorare secondo la mia coscienza, così ho accettato.

Alle successive elezioni politiche ho cercato di fare il mio lavoro bene, pensando sempre che potevo in qualche modo aiutare le persone che seguivano le nostre notizie a farsi un’opinione il più possibile veritiera, per poter decidere liberamente a chi dare il proprio voto.

(A. B. – Brasile)

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