Una gelida notte mi alzo per accompagnare qualcuno all’aeroporto. Avverto segni di mal di gola. Sto preparandomi una spremuta d’arancia quando mi viene in mente un’invocazione di Madre Teresa di Calcutta: “Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda…”. Aggiungo la spremuta alla colazione preparata per l’ospite. Non c’è tempo per farne un’altra.

Mentre ci avviamo all’aeroporto mi rendo conto di essere felice e libero. Sveglio! Un gesto di carità non è paragonabile alla chiacchierata confidenziale che nasce con il mio prossimo. L’attenzione all’altro è più efficace di una tazza di caffè. Madre Teresa mi aveva ricordato di amare il prossimo come me stesso. È come se avesse riacceso e resa attuale una frase del Vangelo. Nell’alba piovosa mi sembra che quelli che mettono in pratica le parole di Gesù, i santi, sono i catarifrangenti che mi indicano come arrivare alla meta.

T.M. (dal blog di Città Nuova online)

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