Movimento dei Focolari

Alle radici della fraternità in politica

Un appuntamento dedicato ad uno dei “padri” della Costituzione italiana, scrittore, giornalista, politico, che è stato anche co-fondatore dei Focolari, Igino Giordani. L’evento promosso dall’Archivio Generale del Movimento e dal Centro Igino Giordani è stato il primo di una serie per andare “alle radici” della fraternità come categoria politica. In un momento in cui valori come rispetto, coerenza, lealtà sono travolti in una narrazione ingannevole, spesso risultato di un sistema di comunicazione artefatto, l’idea nata tra l’Archivio Generale del Movimento dei Focolari e il Centro Igino Giordani ha come obiettivo quello di estrarre dal patrimonio da loro custodito alcune “perle” che hanno costituito il vissuto di figure impegnate nel mondo della politica guidate da quei valori di fraternità propri del carisma dell’unità. “Se tutti fossimo come Giordani, non ci sarebbero guerre, non ci sarebbero discriminazioni, non ci sarebbe odio. Questo grande uomo deve essere un punto di riferimento per l’umanità. Adesso tocca a noi portare avanti le sue idee”. Queste parole pronunciate da Gaia, seconda media, meglio di altre danno l’idea dell’attualità del messaggio e dell’ispirazione che oggi Giordani rappresenta anche per le nuove generazioni. Nell’Auditorium del Centro Internazionale dei Focolari a Rocca di Papa, il 15 febbraio 2020, si sono riuniti oltre 300 persone tra le quali alcuni politici, sindaci, amministratori locali. L’evento, seguito in streaming da vari punti in Italia ed in Europa, si inserisce nell’anno del Centenario della nascita di Chiara Lubich. Durante la serata il fascino di una figura come quella di Giordani è emerso anche dalle parole di alcuni relatori che hanno avuto la fortuna di incontrarlo personalmente. Come Argia Valeria Albanese che ricorda: ”Da quegli incontri, anche personali nel giardino del Centro Mariapoli a Rocca di Papa, è venuta una forte spinta ad impegnarmi per tanti anni in un partito politico e nelle Istituzioni. Ma c’è stata un’altra fase della vita in cui ho avvertito un forte rapporto con Igino Giordani, non tanto come maestro o esempio, ma come fratello maggiore a cui aprire il cuore: il momento del fallimento. – continua – Le incomprensioni, spesso il rancore, la denigrazione ma anche il non riuscire negli obiettivi prefissati, per quanto alti e disinteressati, la sconfitta elettorale, la perdita di amici”. Pietro Rossellini, assessore, che ha svolto il suo servizio alla collettività di Montecatini afferma di essere stato guidato dalla: “mutazione radicale di quest’uomo, ormai maturo, considerato il più accanito difensore della fede cristiana per eccellenza, che si è lasciato trasformare da Chiara Lubich mutando la sua verve polemica in Fuoco d’Amore. Non è stato uno snaturamento, ma una sublimazione, una elevazione del suo essere”. Per Patrizia Mazzola, nel suo lavoro appassionato di insegnante nei quartieri Ballarò e Brancaccio a Palermo “alcuni scritti di Giordani hanno cambiato la prospettiva dell’impegno politico e sociale dandomi coraggio in alcune battaglie a favore dei più piccoli della città”. Chiara Zanzucchi e Lucia Zurlo dell’Archivio Generale e Alberto Lo Presti del Centro Igino Giordani hanno osservato che la volontà di realizzare questa serie di eventi risiede nella costatazione crescente che l’Archivio è vivo e vivifica. Questi incontri dedicati ai “testimoni in politica” permettono di valorizzare anche l’influenza del carisma dell’unità dell’impegno politico, la loro coerenza morale e la loro passione politica, il loro contributo alla fraternità e alla pace.

Gianna Sibelli

Rivedi lo streaming della serata (altro…)

Se l’impresa mette al centro la persona

“Ritorno al futuro, per un’economia più umana” è il titolo dell’appuntamento che si è svolto il 4 marzo scorso all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. Imprenditori, studiosi ed economisti insieme per un’economia più giusta, inclusiva e sostenibile. In linea con il grande evento “The Economy of Francesco”. “Nel 2000 abbiamo aperto una piccola azienda di cosmetica, in un locale di 60 metri quadrati con un solo dipendente. Oggi lavoriamo in uno stabile di 7500 metri quadrati dove lavorano 43 persone e produciamo circa 100 mila pezzi al giorno. Il nostro profitto e la nostra forza sono le persone”. Queste le parole di Marco Piccolo, imprenditore di Torino (Italia), 45 anni e 4 figli, che ha anche il tempo di fare l’educatore in parrocchia ai giovani. Con la sua azienda aderisce all’Aipec, l’Associazione italiana di imprenditori per un’Economia di Comunione, legata a quell’intuizione che ebbe Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, basata sul modello economico che pone al centro dell’azienda l’uomo come persona e la “cultura del dare”. La Reynaldi di Marco è un’impresa che ha scommesso sui giovani e sulle donne (70% fra dipendenti e dirigenti) ma anche sulla sostenibilità ambientale: l’azienda infatti non emette CO2, non spreca acqua e non è dannosa per l’ambiente. Queste caratteristiche spingono molte grandi aziende del nord Europa e degli Stati Uniti ad acquistare i loro prodotti. “Con una visione imprenditoriale del genere si riesce a trasformare un sistema economico, fare bene le cose e puntare alla cura delle persone che stanno in azienda” racconta all’incontro organizzato a Roma, all’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede, dal titolo “Ritorno al futuro, per un’economia più umana”. L’evento, promosso dall’università Cattolica del Sacro Cuore, Movimento dei Focolari e dall’Ambasciata Italiana presso la Santa Sede è nato dalla volontà di offrire un’occasione per riflettere circa l’odierno sistema economico e la necessità di avviare un processo globale di rinnovamento affinché l’economia del futuro sia più giusta, inclusiva e sostenibile, in linea con il grande evento “The Economy of Francesco” voluto dal Santo Padre che si terrà ad Assisi il prossimo novembre. L’azienda di Marco è un esempio virtuoso di un’economia più umana. Un’economia che, usando le parole di Papa Francesco “fa vivere e non uccide, include e non esclude, si prende cura del creato e non lo depreda”. La Reynaldi è stata una delle prime aziende in Italia a trasformare la propria forma giuridica da società for profit a ‘Società Benefit’, cioè integra nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera. “Abbiamo cura delle persone che lavorano con noi ed è per questo che vogliamo che il tempo del lavoro non debba essere opprimente – continua Marco -. Vogliamo che ci sia tempo di vita per la famiglia e che le persone stiano bene”. Tante solo le imprese o le cooperative virtuose, sulla scia di quella di Marco. Come Conad, società cooperativa della grande distribuzione italiana che coinvolge gli uffici Caritas per non sprecare il cibo dei propri supermercati, destinandolo a chi ne ha bisogno. O ancora, quando deve acquistare prodotti da altre aziende, verifica se queste sfruttano manodopera minorile o utilizzano fenomeni di caporalato. Lo afferma Francesco Pugliese, amministratore delegato Conad intervenuto al convegno: “Se ognuno di noi fa la propria parte, sia nei comportamenti che nel rilasciare alla comunità una parte del tuo benessere, allora questo può contribuire ad un miglioramento complessivo della società”. Se si vuole ridefinire il progresso economico per il futuro, bisogna coinvolgere soprattutto i giovani che sanno porsi delle domande, sanno dialogare e sanno trovare risposte importanti. E il Papa ha voluto che siano proprio loro gli artefici dell’evento The Economy of Francesco. “Sappiamo bene che San Francesco d’Assisi è fonte d’ispirazione per un modo di intendere l’economia e la finanza. Speriamo che l’evento di novembre ci aiuti a riscoprire questo” sostiene Suor Alessandra Smerilli, consigliere di Stato della Città del Vaticano -. “E ad Assisi i giovani cercheranno di fare proposte e lavorare in 12 villaggi tematici dove cercheremo di coprire tutti i temi importanti per arrivare a presentare una proposta per ogni villaggio, come impegno personale ma anche come impegno per le istituzioni, imprese e politica” conclude suor Alessandra. Ma c’è bisogno di fare rete, dialogare fra istituzioni, imprese e università per trovare soluzioni per aiutare i giovani a trovare lavoro. Lo ha ricordato proprio l’Ambasciatore Pietro Sebastiani: “Il mondo di oggi è più complesso di una volta e molte società sperimentano da troppo tempo la piaga della disoccupazione giovanile. Ma le opportunità esistono e ciascuno deve perseguire il proprio talento”.

Lorenzo Russo

(altro…)

Coronavirus: misure preventive al Centro internazionale dei Focolari

A motivo dell’emergenza sanitaria che coinvolge vari Paesi del mondo il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa, Italia, ha varato una serie di provvedimenti per prevenire la diffusione del contagio del Coronavirus.  In accordo con le decisioni del Governo italiano e con le indicazioni dei Vescovi italiani, il Centro internazionale del Movimento dei Focolari, con sede a Rocca di Papa (Roma – Italia), aveva già adottato ieri, 9 marzo, alcune misure preventive per limitare e arrestare al più presto la diffusione dell’epidemia del Coronavirus. Misure in linea con quanto poi stabilito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri italiana che da oggi, 10 marzo e fino al 3 aprile, ha dichiarato tutta l’Italia “zona protetta”. Per questo:

  1. sono rinviate tutte le iniziative organizzate dal Centro internazionale nella sede di Rocca di Papa o in altri luoghi sul territorio italiano nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Questa misura riguarda sia le iniziative programmate in occasione del Centenario di Chiara Lubich (1920-2020) che altri tipi di iniziative.
  2. Sono sospese le visite di gruppi al Centro internazionale programmate fino alla fine di maggio 2020.
  3. Sono cancellati i viaggi (in Italia e all’estero) di collaboratori del Centro internazionale programmati fino alla fine di maggio 2020.
  4. Fino al 3 aprile sono sospese tutte le celebrazioni eucaristiche feriali e festive al Centro.
  5. Il funzionamento del Centro è garantito per i servizi essenziali, mentre il lavoro ordinario sarà svolto dai collaboratori in modalità da remoto.

Ufficio Comunicazione Focolari

(altro…)

Vangelo vissuto: la Regola d’oro

L’invito di Gesù “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Mt 7,12) è la cosiddetta “Regola d’oro”, un insegnamento universale contenuto nelle diverse culture, religioni e tradizioni . È la base di tutti i valori autenticamente umani, che costruiscono una convivenza pacifica, con rapporti personali e sociali giusti e solidali. Il centuplo Vivo in una città piccola con pochi negozi, dove non sempre si trova il necessario. Una mattina bussa alla mia porta una vicina povera e ammalata. Con un grande sorriso mi chiede un po’ di olio. In cucina ne è rimasto pochissimo, servirebbe a me. Ma avverto la spinta a donarlo tutto. All’ora di preparare il pranzo, mi rendo conto che devo arrangiarmi senza olio, ma sono felice di quanto ho fatto. Sto per prendere la pentola quando bussano alla porta. È una suora che non vedo da tempo perché abita in una regione distante. M’invita: “Vieni, in macchina ho qualcosa per te”. E mi consegna tre scatoloni pieni di contenitori di olio: in tutto 54 litri. (G.V. – Burundi) Se si dà amore … Non era facile il reinserimento, dopo 20 anni di assenza dal nostro Paese. All’inizio mia moglie ed io ci sentivamo un po’ estranei: c’era da ricominciare in tutti i sensi. Ma nel Vangelo abbiamo trovato la carica per aprirci agli altri, per ricostruire rapporti di vecchia data e intrecciare nuove amicizie. Essendoci sposati non più giovanissimi, avevamo deciso che, se non fossero arrivati bambini, saremmo stati disposti ad essere famiglia per chi non l’aveva. Con quest’animo abbiamo iniziato un percorso di adozione. Quando mesi fa abbiamo ricevuto la notizia dell’arrivo di Veronica e Carlos, due fratellini brasiliani, abbiamo fatto girare le loro foto nell’ambito delle nuove conoscenze. Poi siamo andati a prenderli a Rio. Al ritorno abbiamo trovato un enorme striscione sulla strada con una scritta di benvenuto per Veronica e Carlos e, sulla veranda di casa, tanti palloncini e messaggi. Non possiamo dimenticare gli aiuti concreti in vestiario e altre cose necessarie. Una riprova per noi che, se si dà amore, si riceve amore. (M.S.F. – Spagna) Congiura d’amore Una volta rimasta sola, mia suocera, nonostante avesse delle figlie in condizione di poterla accogliere, è venuta ad abitare da noi. La sua presenza, accestitissima dai miei figli, era tuttavia un impegno in più per me che avevo già la famiglia da accudire. Inoltre lei, per una forma di arteriosclerosi, parlava da sola, senza rendersi conto di essere ascoltata; e capitava che spesso imprecava contro di me. I miei figli ridevano della situazione, anche se per me era una doppia ferita. Era questo il ringraziamento per quello che facevo per lei? Un giorno era a letto influenzata e durante il pranzo è venuto fuori il discorso della nonna che parlava a vanvera. Mio marito è rimasto addolorato, poi tutti insieme abbiamo deciso di fare bella “congiura d’amore” per voler bene di più e meglio alla nonna. Penso che sia stato uno dei momenti più educativi e fecondi della nostra famiglia. I parenti, e sono tanti, che spesso vengono a trovarla, rimangono meravigliati dal bene che la nonna “produce” nella nostra famiglia. (C.S. – Italia)

a cura di Stefania Tanesini (tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VI, n.2, marzo-aprile 2020)

(altro…)

La solidarietà ai tempi del Coronavirus

La solidarietà ai tempi del Coronavirus

Molti in tutto il mondo i gesti concreti di sostegno, comunione e condivisione di storie di speranza per diffondere l’“antivirus” della fraternità. “Non sono più ‘io che ho paura del contagio’ oppure ‘io che me ne frego del contagio’, ma sono IO che preservo l’ALTRO. Io mi preoccupo per te. Io mi tengo a distanza per te. Io mi lavo le mani per te. Io rinuncio a quel viaggio per te. Io non vado al concerto per te. Io non vado al centro commerciale per te. Questa è un’occasione per trasformare un’emergenza in una gara di solidarietà̀”. Con queste parole una giovane dei Focolari in un ampio post su Facebook incoraggia ad un cambio radicale di mentalità e di azione in questi giorni in cui il suo Paese, l’Italia, è salito al secondo posto nella classifica mondiale delle nazioni colpite dal Coronavirus. Una diffusione che si sta propagando in tutto il mondo, producendo una crisi i cui effetti indiretti sulla tenuta dei vari Paesi colpiti sono molteplici: dal sistema sanitario alla scuola, all’economia. “Pur comprendendo le preoccupazioni che oggi angosciano tanti attori economici – scrive l’economista Luigino Bruni, coordinatore internazionale dell’Economia di Comunione -, riteniamo che il ruolo delle “imprese civili” non possa esaurirsi solo nella contabilità dei danni e nel contribuire alla diffusione degli allarmi.  È questo il momento di dimostrare che lo Stato siamo noi. E che la responsabilità sociale di impresa non è solo uno strumento di marketing ma è una pratica reale che si attiva soprattutto nel momento della crisi: dimostrando attenzione ai beni comuni (la salute, il lavoro), praticando una comunicazione corretta, formulando proposte concrete e sostenibili con una visione d’insieme, attivando azioni concrete rivolte alle persone più fragili, valorizzando un sistema fatto da imprese, famiglie, scuole, università, organizzazioni ed enti che diventino protagonisti di una nuova e indispensabile solidarietà proattiva”. Bruni cita una storia di responsabilità sociale di questi giorni, quella di Mahmoud Ghuniem Loutfi, che lavora come rider a Torino (Italia). Per riconoscenza verso la città che lo ha accolto ha comprato mascherine per la Croce Rossa locale. Non ha pensato al proprio danno economico ma si è chiesto che cosa poteva fare per la sua comunità, e quindi anche per sé stesso. Come Mahmoud, in questi giorni tanti stanno sperimentando esperienze di cooperazione, condivisione e solidarietà. Gloria, una giovane dei Focolari in Cina ci racconta da Hong Kong come la tecnologia aiuti a mantenere i contatti fra le varie persone: “cerchiamo di organizzare incontri in videoconferenza per restare sempre più uniti in questo periodo speciale. Visto che adesso bisogna stare di più a casa, il tempo che trascorriamo con i familiari è utile per capire di più le loro problematiche e sofferenze”. Caritas Lee vive a Ulsan, in Corea. Racconta di una raccolta fondi alla sua università. “L’obiettivo era raccogliere 500,000 won (€380). Dato che si trattava di piccole donazioni, ho pensato di partecipare ricordando le 1595 persone infettate e identificate in quel momento. Ma è successa una cosa meravigliosa: sono stati raccolti 46 milioni di won (€35.360) donati all’ospedale diocesano e al distretto sanitario di Daegu, la regione più colpita”. Dopo questo gesto altre università hanno voluto raccogliere fondi per aiutare il sistema sanitario. Non solo! “Tanti i volontari, medici e infermieri – spiega Caritas Lee – che vanno ad aiutare gratuitamente in ospedale. Alcuni proprietari di case invece non vogliono ricevere l’affitto mensile, o ancora alcune persone portano il cibo davanti casa per coloro che non possono uscire”. Yopi vive proprio a Daegu. La sua casa si trova vicino un ospedale pertanto si sentono di continuo le sirene delle ambulanze. “All’inizio quando le sentivo pregavo per i pazienti. Poi ha iniziato a prendermi l’ansia. Con l’inizio della Quaresima ho deciso di recitare ogni giorno il Rosario. Piano piano l’ansia lasciava posto ad una pace nel cuore”. Micaela Mi Hye Jeong invece scrive da Gumi, sempre in Corea. “Qui stiamo preparando 150 mascherine da distribuire nei posti di più urgenza. Abbiamo pensato: invece di procurare le mascherine usa getta che inquinano l’ambiente possiamo realizzarle noi stessi con cotone lavabile. In questo periodo gelido e bloccato dalla paura ho sentito come il mio cuore si scaldava con questa possibilità di vivere concretamente il Vangelo”. In Brasile, Armando, imprenditore EdC, ha un’azienda che lavora nel settore sanitario. “In questo periodo mascherine e disinfettanti hanno avuto prezzi fino al 500% in più rispetto al normale – racconta -. Mi sono chiesto: come imprenditore EdC come posso testimoniare ciò in cui credo e per cui vivo? Ho quindi deciso di andare contro i prezzi praticati dal mercato vendendo i miei prodotti con prezzi fino al 50% (o più) inferiori ai miei concorrenti, ed è bello avere il sostegno dei miei dipendenti per sostenere questa politica”.

Volontari della Protezione Civile impegnati nei controlli sanitari nell’aeroporto “Milano Malpensa”.

In Italia alcuni giovani dei Castelli Romani si sono offerti per fare la spesa al supermercato con consegna gratuita a domicilio. “Se avete più di 70 anni o avete patologie e per precauzione preferite rimanere a casa ci incarichiamo noi della vostra spesa – si legge nel messaggio WhatsApp -. Alla spesa nun ce pensà, Superiamo Presto Questa Realtà”. E sempre dall’Italia, don Paolo, parroco di Gorgonzola, un paesino in provincia di Milano famoso in tutto il mondo per il formaggio, insieme al sindaco sono andati ad incontrare i sindaci di alcuni comuni nella “zona rossa”, consegnando quattro pezzi di formaggio, “segno della vicinanza della nostra gente alla loro popolazione – spiega don Paolo -. Segno per me di voler donare un antivirus, l’antivirus della fraternità. (…) L’attenzione che dobbiamo avere per non contagiare va vissuta non nella forma del sospetto, ma nella forma di un atto d’amore reciproco che ci doniamo vicendevolmente. E allora anche le privazioni che ci sono richieste, credo sia importante viverle proprio come atto d’amore nei confronti dei fratelli”. Questa è l’occasione giusta per trasformare l’emergenza in una gara di solidarietà.

Lorenzo Russo

(altro…)

Italia, Roma: In viaggio nel Carisma dell’unità

Continua il viaggio di Paolo Balduzzi nella storia di Chiara e dei Focolari. Questa volta fa tappa a Roma dove Chiara ha incontrato Igino Giordani, primo co-fondatore, aprendo con lui il carisma all’ecumenismo, alla politica, alle mille realizzazioni sociali e civili che sono nate. https://vimeo.com/388273522 (altro…)

Un mondo unito entro il 2050?

Un mondo unito entro il 2050?

400 giovani, 56 paesi, 16 lingue, 4 giorni: WeGENerate! Il racconto di Conleth Burns dell’Irlanda del Nord. In gennaio, io e Luisa, un’amica brasiliana, abbiamo parlato con 400 Gen 2, i giovani del Movimento dei Focolari, riuniti a Trento, nel Nord Italia. Abbiamo fatto loro una domanda: volete essere la Generazione del Mondo Unito? La generazione che renderà reale un mondo unito entro il 2050? Settantasette anni prima, Chiara Lubich e i suoi amici avevano fatto di una frase del Vangelo: “Che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21) – lo scopo e la mission della loro vita. Il mese scorso mi trovavo al congresso internazionale Gen 2 dal titolo “WeGENerate”, con alcune centinaia di giovani, della stessa età in cui Chiara ha detto questo “Sì” al Vangelo; per la prima volta mi è capitato di pensare che questa preghiera per l’ “Ut Omnes”, cioè per l’unità della famiglia umana, potesse essere una domanda piuttosto che una semplice dichiarazione in forma di preghiera. Una domanda, perché questa preghiera richiede una risposta. Una domanda, perché non sono solo belle parole per pregare, Ma sfidano chi le legge a viverle per trovare la risposta. Una domanda, perché “Ut Omnes” è un argomento sul quale porsi delle domande, non un dato di fatto. La domanda che Luisa ed io abbiamo rivolto il mese scorso ai ragazzi se, cioè, volessero essere la generazione del mondo unito, non era altro che la domanda – anche se riformulata diversamente – a cui Chiara Lubich aveva risposto nel 1943. Alla fine del quesito abbiamo messo una data per vedere se noi, i Gen, volevamo davvero rispondere. Invece di rispondere a parole, abbiamo deciso di organizzarci. Per questo un pomeriggio tutti noi, 400 Gen, ragazze e ragazzi di 56 Paesi, con traduzione in 16 lingue, abbiamo pianificato azioni locali e globali per combattere la corruzione, ridurre le disuguaglianze, fermare il cambiamento climatico, riattivare il dialogo e prevenire i conflitti. Abbiamo risposto a questa domanda di Ut Omnes, di unità, pianificando attività di promozione, di formazione globale per proteggere la democrazia, prevenire i conflitti, combattere la corruzione e fermare la disuguaglianza. Abbiamo risposto a questa domanda decidendo di promuovere le campagne #CleanPlate, #GreenDay #ClearPlasticJarChallenge e CarPooling per combattere i problemi ambientali. Abbiamo immaginato piattaforme e applicazioni per sbloccare il dialogo; rompendo l’ignoranza e costruendo relazioni. Mark della Siria ha detto di voler tornare in Siria per aiutare a ricostruire il suo Paese. Victor ha risposto a questa domanda sfidando sé stesso a essere una realizzazione viva del carisma dell’unità in Venezuela. Joelle ha risposto a questa domanda promettendo di riportare in Libano questo messaggio di unità e di amore. Tutti contesti che non sono diversi da quello di Chiara, quando rispose alla stessa domanda nel 1943. Molte persone, come Marco, Joelle e Victor, quest’anno si recheranno a Trento per “incontrare” la città di Chiara Lubich. Visiteranno la mostra a lei dedicata e i luoghi della città in cui ha vissuto, incontreranno una comunità di persone che oggi vivono per costruire l’unità a Trento. Ci andranno per capire le radici della storia di Chiara e dei Focolari. Da questo congresso ho capito che se si vuole davvero andare alle origini di questa storia, bisogna farsi le domande alle quali lei ha risposto nel 1943: l’unità è possibile? E ancora: e tu, ci credi che possiamo essere tutti una cosa sola? E se sì, cosa posso fare io?

Conleth Burns

(altro…)

Regno Unito: non solo Brexit

Siamo andati in Gran Bretagna a pochi giorni della Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Abbiamo incontrato molte persone, anche della comunità dei Focolari, per capire cos’è successo e quali sono le loro speranze. https://vimeo.com/388455754 (altro…)

Rinviato al 21 novembre 2020 “The Economy of Francesco”

Rinviato al 21 novembre 2020 “The Economy of Francesco”

L’economista Luigino Bruni, direttore scientifico dell’evento: “Arriveremo più preparati. I giovani dal mondo stanno rispondendo con grande senso di responsabilità e il desiderio di impegnarsi ancora di più. Da una ferita potrà nascere una benedizione”. In accordo con il Santo Padre, slitta al 21 novembre prossimo “The Economy of Francesco”, ma non si ferma il lavoro dei del comitato scientifico e dei giovani coinvolti nell’organizzazione. Anzi, procede con grande impegno ed entusiasmo come si legge nella nota stampa del 1 marzo. La decisione è stata presa – si legge – “viste le difficoltà negli spostamenti per i circa duemila giovani provenienti da 115 Paesi” di cui si prevede la partecipazione e anche a causa del coronavirus. L’appuntamento, tuttavia, è solo rimandato e Papa Francesco sarà ad Assisi in novembre per incontrare i giovani che, già qualche giorno prima, prenderanno parte a laboratori, dialoghi e approfondimenti su svariati temi economici. Il focus tematico è contenuto nella lettera che il 1° maggio 2019 Papa Francesco ha indirizzato ai “giovani economisti, imprenditori e imprenditrici di tutto il mondo”, invitandoli a ri-animare l’economia – nel senso letterale di ridarle un’anima – ad essere tra coloro che rispondono al grido dei poveri della terra e non si volgono dall’altra parte. “Per questo desidero incontrarvi ad Assisi – scrive il Santo Padre – per promuovere insieme, attraverso un “patto” comune, un processo di cambiamento globale che veda in comunione di intenti non solo quanti hanno il dono della fede, ma tutti gli uomini di buona volontà, al di là delle differenze di credo e di nazionalità, uniti da un ideale di fraternità attento soprattutto ai poveri e agli esclusi”. Il prof. Luigino Bruni, direttore scientifico dell’evento, in un post su Facebook ringrazia il papa per la nuova data. “Arriveremo più preparati – aggiunge. “I giovani dal mondo stanno rispondendo con grande senso di responsabilità e il desiderio di impegnarsi ancora di più. Da una ferita potrà nascere una benedizione. Dobbiamo essere sognatori realisti, e quindi vivere le ansie e le crisi del nostro tempo, e poi fare di tutto perché ‘no one less’ — non uno di meno dei 2000 già selezionati e che si erano già iscritti e in molti acquistati i biglietti aerei. Mi ha colpito non leggere in questi nessun lamento dai giovani per il rinvio ma solo voglia di continuare la corsa. Abbiamo già fatto 230 eventi Towards Assisi, ne faremo altri trecento in questi otto mesi in più”.

Stefania Tanesini

(altro…)