Movimento dei Focolari
Siria/3: Un popolo forte e tenero

Siria/3: Un popolo forte e tenero

Maria Voce ai giovani siriani: “Non lasciatevi rubare i vostri valori ed unitevi a tutti i giovani che vogliono un mondo migliore. Il mondo vi aspetta”.

 “Grazie della speranza e della forza vitale che ci avete portato”. Sono queste le parole che Maria Voce ha rivolto alle comunità dei Focolari attraverso un video-messaggio, al termine del suo viaggio in Siria dall’1 all’8 maggio scorsi.

Giorni intensissimi in cui la presidente e il copresidente dei Focolari, Jesús Morán, hanno visitato le città di Homs, Kafarbo, Seydnaya e Damasco. Hanno incontrato comunità, persone impegnate in parrocchie o nel sociale, famiglie, bambini, ragazzi, giovani, sacerdoti e religiosi. Sono stati ricevuti da vescovi e dal nunzio apostolico, card. Mario Zenari.

Emmaus Damasco GiovaniHanno visto e toccato con mano le tremende ferite che la guerra ha impresso nelle strutture e nelle anime del popolo siriano: traumi e tragedie di ogni genere. Hanno conosciuto dal di dentro la situazione difficile, quasi disperata, di un Paese divenuto il fantoccio dei moltissimi interessi di forze esterne, che subisce una pesante guerra economica, mentre il conflitto militare non è ancora terminato. Com’è dunque possibile concludere il viaggio ringraziando per la speranza e la forza ricevuti?

Una delle chiavi di lettura sta senz’altro nell’ultima tappa. Su invito del Patriarca Melkita Mons. Youssef Absi,230 giovani cattolici e di diverse Chiese si sono dati appuntamentolunedì 6 maggio scorso nella Cattedrale Greco Cattolica di Damasco. In questa occasione, rispondendo ad alcune domande, Maria Voce ha lanciato un forte appello alla gioventù siriana: “Non lasciatevi rubare i vostri valori e unitevi a tutti i giovani che vogliono un mondo migliore. Il mondo vi aspetta”.

Più tardi sarà il copresidente, Jesús Morán, a spiegare la motivazione profonda di queste parole: “Questi giovani hanno sperimentato che tutto crolla; eppure hanno conservato una profonda sete di Dio e un vero senso della comunità. Forse non ne sono completamente coscienti, ma si trovano in una situazione spirituale ottimale, dalla quale possono nascere grandi cose”.

Cosa fare, allora, per creare le condizioni nelle quali questi semi di speranza possano crescere e germogliare in Siria?

Chi conosce almeno un po’ il percorso storico passato e recente di questo Paese, forse suggerirebbe una doppia soluzione: lasciare in pace la Siria e i siriani, perché c’è bisogno innanzi tutto che cessino i conflitti. Poi starebbe anche alle grandi forze del Medio Oriente e di altre parti del mondo che la vogliono sfruttare, lasciare che il Paese trovi la propria strada.

Questo popolo, forte e tenero allo stesso tempo, come lo ha descritto Maria Voce, è più che capace di prendere in mano il proprio destino.

Joachim Schwind

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Che cosa sta succedendo nel mondo durante la Settimana Mondo Unito?

Che cosa sta succedendo nel mondo durante la Settimana Mondo Unito?

Con il 1° maggio, la Settimana Mondo Unito è cominciata. Tante le iniziative già messe in campo ad ogni latitudine per realizzare quel “No One in need”, che dà il titolo all’edizione 2019. Immaginiamo di guardare dall’alto la nostra Terra indossando occhiali speciali, capaci di mettere in luce il grado di fraternità vissuto nel mondo tra gli esseri umani. Certamente, dal 1° al 7 maggio, noteremmo un insolito picco, un gran fermento ad ogni latitudine del pianeta. Infatti, “No One in Need”, la Settimana Mondo Unito 2019 è già iniziata e in tanti – ragazzi, giovani, adulti, intere comunità – sono in azione, per testimoniare che un mondo unito è possibile! Cominciamo dal Sud America. A Palmas, in Brasile, il 1° maggio, un gruppo di giovani e ragazzi hanno invitato i loro amici e tutti quelli che volevano partecipare, a vivere per l’unità e la pace. Come? Aiutando una famiglia in difficoltà economica. Si contribuiva donando un chilogrammo di alimenti. La raccolta si è svolta a Cesamar Park, animata da giochi e musica. foto 3Nella stessa giornata, a Loppiano, cittadella internazionale dei Focolari, in provincia di Firenze, 1400, tra ragazzi, giovani e famiglie hanno partecipato al tradizionale evento del Primo Maggio, quest’anno intitolato “Good Vibes” (vibrazioni buone), che ha invitato tutti ad avviare processi di cambiamento ed ad esserne protagonisti, superando l’individualismo e la solitudine con la cultura del dare, il pregiudizio e la paura del diverso con l’accoglienza e la fraternità. Procedendo verso Oriente, sempre il 1° maggio, a Bandra, in India, nella chiesa di Mt Mary’s Church, i Giovani per un Mondo Unito della città hanno invitato l’intera comunità ad un momento di preghiera per lo Sri-Lanka, vittima dei recenti atti di violenza, e ad impegnarsi per la pace. Sempre in India ma a Mumbai, dal 2 al 4 maggio, si tiene una scuola dal titolo “#NoOneInNeed”, alla scoperta dei propri bisogni e di quelli degli altri, per fare propria una prospettiva di vita nuova, basata sulla cultura del dare. Durante la scuola, tante le tematiche affrontate: comunicazione, bisogni relazionali, ecologia, pace e poi, gli workshop, con una sessione di lavoro dedicata a IntotheLABel, il laboratorio di consumo responsabile. Tra i partecipanti, giovani provenienti da varie zone dell’India, dal Nepal e anche dallo Sri-Lanka. Sull’isola di Cebu, nelle Filippine, la sera del 1° maggio, i Giovani per un Mondo Unito hanno lanciato la campagna “#NoOneInNeed” presso la Bukas Palad Cebu Foundation, Inc. foto 1L’invito pubblicato sui social era a dir poco originale: “Comincia portando con te oggetti di valore in eccedenza o cose che non usi più, da condividere e mettere in comune!”. E in tanti hanno già risposto al loro appello. Come Fred, un giocatore di “Pokemon Go”, amico di alcuni Giovani per un Mondo Unito appassionati dello stesso gioco. La sera del 1° maggio ha portato con se 85 capi di vestiario che aveva indossato meno di due volte e che ora non considera più “suoi” ma di chi ne ha più bisogno. Insomma, dal grande evento al gesto personale, la Settimana Mondo Unito è entrata nel vivo! E nel w-e, proseguirà con la corsa che aspira a unire il mondo: Run4unity (domenica 5 maggio)  anch’essa animata dallo slogan “No One In Need”.  Tantissime le città coinvolte. Per il terzo anno consecutivo, si correrà su entrambi i lati del confine tra Messico e Stati Uniti, proprio a fianco del muro, alla presenza dei sindaci delle città coinvolte (Mexicali e Calexico). Partecipano per la terza volta a Run4Unity anche gli ospiti dell’Ospedale Psichiatrico di Branice, in Polonia. Ci scrivono: «Siamo un ospedale psichiatrico dalla tradizione centenaria. Nel nostro ospedale ci occupiamo di oltre 500 persone con disagio mentale. L’anno scorso circa 300 hanno preso parte a Run4unity e siamo stati gli unici rappresentanti dalla Polonia». Si correrà in Nuova Caledonia e anche in Nuova Zelanda, a Christchurch, la città degli attacchi alle due moschee del marzo scorso. Qui, la corsa coinvolgerà i giovani delle diverse religioni. In Italia, si correrà a Pisa, Roma, Matera, Ischia, Torino, Foggia, Milano, Abbiategrasso e Perugia, dove l’evento è organizzato dal Liceo internazionale Maria Montessori insieme alla cooperativa Amatori Nuoto, e coinvolge alcune associazioni di ragazzi con disabilità. Tra le varie attività è prevista anche una partita di palla a mano su carrozzine, per fare un’esperienza di integrazione attraverso lo sport. Per scoprire gli altri appuntamenti, basta visitare il sito: Run4unity. Buona Settimana Mondo Unito! E ricordate di condividere le vostre storie con l’hashtag #NoOneInNeed.

Tamara Pastorelli

  Fonte: United World Project (altro…)

Siria /2: Vogliamo voltare pagina

Siria /2: Vogliamo voltare pagina

Sabato 4 maggio la presidente e il copresidente dei Focolari hanno incontrato la comunità siriana del movimento: nelle testimonianze c’è dolore, senso di perdita e lutto, ma anche ricchezza di cultura, tradizioni e voglia di vivere e ricostruire la propria patria.

Fin dalle prime ore, la giornata di sabato 4 maggio si preannuncia forte. Trecento membri della comunità siriana dei Focolari si son dati appuntamento al convento di Sant’Efrem il Siriano a Seydnaya, a circa 40 chilometri a Nord di Damasco.

 S’inizia con la storia del movimento, raccontata con le stesse parole che Chiara Lubich ha usato moltissime volte e com’è conosciuta, quasi a memoria, dalle comunità nel mondo: “Erano i tempi di guerra e tutto crollava…”. Ma la particolarità del racconto di oggi è che dopo la recita di ogni singolo episodio della vita di Chiara, la parola passa a qualcuno che la illustra con la propria esperienza vissuta di recente in questa terra martoriata.

C’è chi, tornando nella propria città, non ha più trovato la casa; chi ha perso il lavoro, chi la salute fisica o psichica, chi si è visto rubare il futuro, o la fede in Dio e nei rapporti; chi – e sono molti – ha perso delle persone care. E spesso, fino ad oggi, queste perdite non sono state compensate. “Siamo morti dentro”, dice uno di loro, riassumendo lo stato d’animo di tanti, forse di tutti.

Schermata 2019 05 05 alle 22.02.45Eppure sullo sfondo del palco si legge in arabo la frase che Chiara Lubich e le sue compagne volevano veder scritte sulle loro tombe sin da quei primi tempi in cui il movimento stava muovendo i suoi primi passi, in piena seconda guerra mondiale: “E noi abbiamo creduto all’amore”.

A sottolinearlo è anche la canzone finale che canta la famosa “Arte d’amare”, spiegata molte volte da Chiara Lubich: amare tutti, amare per primi, vedere Gesù in ogni prossimo, amare i nemici. I presenti si alzano in piedi, cominciano a ballare ed esprimono con tutti i sensi un desiderio comune, quello di voltare pagina.

E davanti ai nostri occhi ci sono ancora una volta le due realtà che contraddistinguono il viaggio della delegazione del Centro Internazionale dei Focolari in Siria: da un lato l’incontro col dolore: ferite, traumi, disperazione, preoccupazione per il futuro, soprattutto per i propri figli; dall’altro il desiderio di continuare a sperare, di riprendere in mano la propria vita con libertà. A sostegno di entrambe le realtà c’è una spiritualità incentrata su una fede che può dire: abbiamo creduto all’amore.

Questa vita che si dispiega tra disperazione e speranza, tra morte e risurrezione, risuona anche ne8679f12a 673e 487d b0af 7167d6324739l breve intervento tenuto dal nunzio apostolico in Siria, card. Mario Zennari e nelle risposte di Maria Voce e Jesús Morán. Il cardinale Zennari invita i presenti ad accogliere oggi il messaggio che il Crocifisso ha rivolto 800 anni fa a San Francesco, cioè di riparare la Chiesa. “Ma qui – aggiunge il cardinale – non si tratta solo di riparare la Chiesa, ma di riparare la vostra patria. Si tratta di costruire una nuova Siria”.

Jesús Morán, copresidente dei Focolari, presenta alla comunità siriana del movimento l’esempio di Maria, la madre di Gesù, che nella più grande disperazione “Ha creduto nell’impossibile” e cioè nella forza della risurrezione.

59836919 d942 41ba 86d9 b38909cf1a62Ma che fare oggi in Siria: restare o partire? Ad articolare la domanda fondamentale di tanti è proprio Maria Voce: al di là di questa scelta, sicuramente non facile, la presidente invita i presenti a cogliere l’attimo, a fissarsi, cioè, in quella che nel momento presente sembra essere “la volontà di Dio” e a viverla con autenticità e coerenza, “anche se Dio ogni tanto permette che viviamo nel mistero”.

La giornata si conclude con una grande festa in cui le diverse regioni rappresentate e soprattutto il grande numero di bambini e giovani suscitano un certo imbarazzo in chi, magari, era venuto pensando di incontrare un popolo povero. Magari non c’è benessere materiale, ma c’è ricchezza di vita, di tradizioni, costumi, danze, canzoni, espressioni di gioia, voglia di vivere.

Che bella questa gente che – nonostante tutto – ha creduto nell’amore!

Joachim Schwind

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Mumbai (India): La sfida “Zero Hunger”

Mai più bisognosi, mai più fame a partire dal proprio quartiere. E’ questa la sfida che i Ragazzi per l’unità di Mumbai hanno accolto e per cui si stanno dando da fare: dalla raccolta della plastica usata a quella dei giornali porta a porta, per sostenere un centro per donne in difficoltà e famiglie colpite da HIV. Ma quel che è iniziato tra pochi ragazzi, ora coinvolge oltre 200 famiglie dei quartieri circostanti. https://vimeo.com/332638488 (altro…)

Siria /1: La fiamma è viva

Siria /1: La fiamma è viva

È Homs la prima tappa del viaggio della presidente e del copresidente dei Focolari in Siria. L’incontro con la piccola comunità che è rimasta in città nonostante la guerra e che ora si spende per la ricostruzione umana e sociale del proprio Paese.

Quando domandiamo quali siano le sfide più grosse, la risposta ci sconvolge: “Se rispondiamo all’odio con l’amore sembriamo deboli e questo non è facile da sopportare né da trasmettere ai nostri figli. Ma la gente attorno a noi non sa che l’amore è l’arma più potente”.

Homs 2Ad affermarlo è una giovane madre di famiglia di Homs, terza città della Siria,  tra le più colpite e distrutte durante la guerra civile. È la prima tappa del viaggio di Maria Voce e Jesús Moran, presidente e copresidente del Movimento dei Focolari in queste terre che mostrano le ferite della guerra ma che cominciano anche a rialzarsi dalla polvere.

Nel pomeriggio del primo maggio una quindicina di membri della comunità più antica dei Focolari in Siria si è radunata presso il centro dei Gesuiti. Sono felici di incontrare la presidente e il copresidente che sono venuti – come ha detto Maria Voce prima di partire – a conoscere, a confortare e a dare speranza.

Ma già in questo primo incontro sembra che i ruoli si stiano rovesciando e che sia questa gente, rimasta in Siria nonostante i grandissimi rischi, ad offrire speranza, gioia e coraggio a chi ha la fortuna di ascoltarli.

Con sconcertante limpidezza e autenticità raccontano come hanno vissuto e sopravvissuto ad un tempo tremendo, in cui non pochi di loro hanno perso tutto, mantenendo però viva la fede in un Dio che è amore e dandone prova in una quotidianità fatta di bombe, distruzione e morte.

“AbbiaHoms 3mo sempre cercato di essere, con la nostra vita, Vangelo vivo” – dice uno di loro – “perché la spiritualità del Focolare ha messo dentro di noi un seme diverso che è stato curato da chi ci ha accompagnato e sembra abbia portato frutto, perché le persone attorno a noi si rendono conto che in noi c’è qualcosa di diverso”.

E non si tratta solo del fatto di essere rimasti in una situazione simile o del fatto di avere il coraggio di ricostruire la propria esistenza. Tanti di questa piccola comunità di circa 50 persone sono ora impegnati in progetti concreti per aiutare il proprio popolo: sostegno a malati di cancro, accompagnamento fisioterapeutico e psicologico di persone con traumi di guerra, assistenza pedagogica per studenti delle scuole elementari e medie con corsi di formazione etica.

“Avete mantenuta viva la fiamma del Vangelo”, dice loro Maria Voce non senza commozione. “E avete capito uno dei punti fondamentali della nostra spiritualità, cioè che il segreto dell’amore vero sta nella amore a Gesù che sulla croce grida l’abbandono. È davvero una grazia per noi, avervi incontrati”.

Joachim Schwind

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Into The Label: si vota col portafoglio

Into The Label: si vota col portafoglio

“Into The Label” (dentro l’etichetta) è una delle azioni proposte dalla Settimana Mondo Unito; offre a tutti la possibilità di fare la differenza nel proprio piccolo e scegliere qualità, produzione etica e responsabilità sociale.   180929 Figline InToTheLabel 07 rid 350Segnatevi la data: l’11 maggio prossimo, a pochi giorni dalla conclusione della Settimana Mondo Unito (1-7 maggio 2019), sarà la giornata di “Into The Label”, letteralmente: dentro l’etichetta, cioè quella in cui potremo esercitare il “voto con il portafoglio”. Si tratta di una delle azioni principali promossa dai Giovani per un Mondo Unito dei Focolari per questa edizione 2019, un esercizio di “democrazia economica”, come lo ha definito il suo iniziatore, l’economista italiano Leonardo Becchetti. Vediamo di cosa si tratta e come possiamo partecipare. “Il voto col portafoglio esprime la sovranità del consumatore – spiega Becchetti – il quale decide di usare il suo potere di acquisto e di risparmio per premiare o, viceversa, punire, aziende e/o Paesi responsabili o irresponsabili dal punto di vista sociale e ambientale. Molti dei problemi che abbiamo, come dice anche Papa Francesco, sono riconducibili ad un sistema economico sbagliato non più in grado di risolvere i problemi delle persone e legati all’ambiente. La soluzione è creare un nuovo modello economico sostenibile, inclusivo e partecipato”, continua l’economista, “ma l’unico modo per farlo è costruirlo dal basso, insieme. Ecco cos’è il voto con il portafoglio: diventare consumatori responsabili, consapevoli del nostro ruolo e del potere di premiare con i nostri acquisti le aziende che fanno profitto nel rispetto dei lavoratori, dei clienti e dell’ambiente. È il potere di valutare e scegliere le aziende leader nella sostenibilità sociale, ambientale e fiscale». Dunque la proposta dei giovani dei Focolari spinge nella direzione di fare scelte d’acquisto più etiche e in sostegno di aziende economicamente e socialmente responsabili. Ma come avviene questo voto? 52Le “location” sono i supermercati, dove viene proposto ai clienti di partecipare a un laboratorio della durata di 2 ore circa. Vengono predisposti tabelloni, urne e vere e proprie schede elettorali. L’esperimento presenta i candidati che sono un campione di prodotti suddivisi in 5 categorie: pastacaffècioccolatotonno in scatolaaranciata. Ciascun prodotto è dotato di una scheda informativa che presenta caratteristiche e criteri di valutazione quali tutela dell’ambiente, rispetto dei lavoratori, tracciabilità delle materie prime, ecc. Il laboratorio è pensato come una giornata elettorale e il voto avviene attraverso l’acquisto (o meno) dei prodotti sulla base dei loro differenti programmi, cioè le informazioni raccolte. Il tutto con talk show, exit pool, proiezioni e spoglio elettorale. Sono tre gli scopi dei laboratori “Into the Label”: colmare il gap tra consumatore e scelte aziendali nascoste dietro al prodotto, generando un processo di consapevolezza; favorire la partecipazione collettiva attraverso l’espressione del voto per il prodotto. Infinte generare cambiamento: le scelte dei consumatori, quando si orientano verso il buono, hanno la capacità di influenzare anche le aziende, che possono muoversi verso i comportamenti premiati. Su questo sito e su quello dello United World Project seguiremo gli sviluppi della campagna “Into the Label”, inoltre le informazioni sui prodotti “candidati” sono disponibili presso il sito dell’iniziativa.

Stefania Tanesini

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Maria Voce in partenza per il Libano e la Siria

Roma, 30 aprile 2019 https://www.youtube.com/watch?v=zMETBKH-KWE&feature=youtu.be “Siamo all’aeroporto di Fiumicino e stiamo aspettando di prendere l’aereo in partenza per Beirut. Poi continueremo per la Siria. Visiteremo questi due Paesi e le persone che ci aspettano con tanta gioia. Veramente anche la nostra gioia di ritrovarli è grande perché non li vediamo dopo dopo tanto tempo. La cosa che ho in cuore in questo momento è proprio il pensiero che vado a trovare un Paese in pieno desiderio di ricostruzione. Quindi un Paese che vive, che ha tanta speranza, sia il Libano che la Siria. E io mi auguro che i libanesi – anche loro hanno sperimentato il dolore della guerra – che adesso sono in un momento di pace, siano così generosi da aiutare i siriani che in questo momento stanno cominciando la loro ricostruzione. C’è tanta speranza. Anche noi vogliamo contribuire a portare questa speranza, con la nostra presenza, con il nostro affetto, con la rassicurazione che con tutto il mondo siamo vicini a loro.” Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari

Passamano

Passamano

Un negozio dove non circolano soldi ma beni, donati gratuitamente e riutilizzati da chi ne ha bisogno. Uno dei frutti più recenti dell’esperienza del Movimento Diocesano ad Ascoli Piceno, nel centro Italia. giocattoliÈ stato definito il “negozio del dono e del riuso”. Qui non si paga con le banconote o con la carta di credito, ma con un sorriso e una forte stretta di mano. Si entra per donare oggetti, vestiti, elettrodomestici o per ricevere ciò di cui si ha bisogno, secondo un preciso regolamento Si trova nel centro storico di Ascoli Piceno, città del centro Italia, puntellata di torri e campanili medievali in pietra di travertino. “Passamano”, questo il nome del negozio, è uno degli ultimi frutti, in ordine di tempo, dell’esperienza del Movimento Diocesano ad Ascoli Piceno. Diramazione del Movimento dei Focolari, profondamente radicato in sei diocesi del centro Italia, opera a servizio della Chiesa locale favorendo un’intensa vita di comunione all’interno della realtà ecclesiale. Alessia Giammarini, giovane mamma di due bambini di 9 e 6 anni, ne fa parte dai tempi della scuola elementare: «Ho cominciato a partecipare agli incontri in parrocchia quando ero in terza elementare, ogni sabato pomeriggio. In seguito ho scoperto che c’era un’intera comunità attorno al nostro gruppo, fatta anche di giovani e di adulti che si prendevano cura dei più piccoli. Ricordo ancora il primo campo-scuola, un momento di crescita fondamentale, dove ho capito che Dio mi chiamava ad impegnarmi in prima persona. Per tanti anni, oltre a portare avanti il gruppo dei giovani della parrocchia, mi sono impegnata nel catechismo e nel coro.inaugurazione 2 Tuttora è per me un cammino di crescita, insieme a tanti. Viviamo la parrocchia non solo come un luogo di servizio, ma soprattutto di comunione». La storia personale di Alessia si è ulteriormente arricchita quando questo impegno si è esteso a livello diocesano. «Alcuni di noi – spiega – si sono messi al servizio come diaconi o ministri dell’Eucaristia. Altri, come me, abbiamo proposto una trasmissione alla radio diocesana per parlare della comunità cristiana locale. In ogni puntata invitavamo persone dei vari movimenti e associazioni, comunità religiose, organi diocesani o il Vescovo stesso, per presentare iniziative ed eventi. La nostra presenza come Movimento Diocesano ha cominciato ad essere visibile anche a livello politico e delle istituzioni. Ad esempio, la prima edizione del Premio internazionale “Città per la Fraternità” è stato assegnato ad Ascoli, nella persona del Sindaco, per una iniziativa che abbiamo avviato coinvolgendo tutta la città. In questi ultimi anni abbiamo dato vita a momenti dedicati alla cittadinanza, come la “Festa della Fantasia”, inserita nel carnevale ascolano, o il “Capodanno di tutti”, con il coinvolgimento delle persone più svantaggiate». Come siete arrivati all’apertura di “Passamano”? «È stata la proposta fatta alla diocesi e alla Caritas per rispondere alle molteplici situazioni di indigenza causate dal recente terremoto in centro Italia. “Passamano” è diventato ora, in città, una realtà ben visibile, uno strumento per promuovere la cultura del dare, l’emancipazione dalle logiche del consumismo e la pratica del riuso».

Chiara Favotti

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Settimana Mondo Unito 2019: 1-7 maggio 2019

Settimana Mondo Unito 2019: 1-7 maggio 2019

57503101 2298986563494740 8365100424218279936 nDa #zerohunger a “Into the label”: anche i giovani e i ragazzi dei Focolari scendono in campo per un presente e un futuro migliore per tutti: sconfiggere fame, povertà e  aumentare il senso di responsabilità sociale, sono solo alcuni degli obiettivi che li vedono protagonisti. Non poteva cadere in un momento migliore l’edizione 2019 della Settimana Mondo Unito (SMU): mentre giovani e soprattutto giovanissimi di tutto il pianeta invadono piazze, parlamenti e Social con espressioni variopinte di un’unica voce: la voglia di salvare il pianeta per avere un futuro e un mondo migliore di questo. Ciò che sta emergendo proprio in questi giorni è che Greta non è altro che la punta di un iceberg, potremmo dire la miccia che ha acceso e dato coraggio a migliaia di ragazzi che sono usciti allo scoperto per mostrare a coetanei e adulti le ragioni della loro protesta ma anche della loro speranza. “Abbiamo concentrato il nostro messaggio dall’1 al 7 maggio prossimi: una settimana in cui ogni anno noi giovani dei Focolari, insieme agli adulti vogliamo gridare al mondo il nostro impegno affinché non ci siano più bisognosi sulla terra e per questo vogliamo lavorare per sconfiggere la fame”, spiega Marina, brasiliana, del Centro internazionale dei giovani dei Focolari. Due azioni: #zerohunger e #intothelabel “Sono centinaia le azioni in corso nel mondo – continua Marina –; ne ricordo due in particolare che stiamo diffondendo il più possibile. La prima è l’azione #zerohunger con cui i Ragazzi per l’Unità propongono a tutti uno stile di vita con impegni concreti per eliminare la fame, come condividere un pasto con i più bisognosi  o coinvolgere i ristoranti delle nostre città nell’attuare il “pasto sospeso”, cioè permettere ai clienti di pagare in anticipo uno o più pasti che saranno poi distribuiti  a chi ne ha bisogno. C’è poi Into the LABel, il laboratorio di consumo responsabile messo in atto da un gruppo di giovani vicini all’Economia di Comunione. Consiste nella possibilità che ciascuno di noi ha di “votare con il portafoglio” perché, in base al prodotto che si sceglie di acquistare, si premiano o meno i valori e lo stile produttivo di un’azienda piuttosto che di un’altra. “Si vota anche al supermercato – spiega Chiara, del gruppo promotore – con il portafoglio esercitiamo il nostro “potere di acquisto”. E il prof. Leonardo Becchetti, veterano del concetto di voto col portafoglio spiega che è un esempio di responsabilità civile: “Forse non ci pensiamo, ma è evidente che quando compriamo un prodotto stiamo esprimendo una preferenza, stiamo premiando e sostenendo il lavoro dell’azienda che produce, il suo modello di business, la mission dichiarata, i processi interni, la gestione dei rapporti con i dipendenti e i fornitori, l’impatto ambientale”. Gli appuntamenti “globali” Sono due le date da tenere a mente per la prossima SMU: il 5 maggio prossimo quando in tutto il mondo scatterà Run4Unity, l’ormai tradizionale staffetta mondiale in cui i giovani e giovanissimi manifesteranno il loro impegno a costruire un’unica famiglia umana, affinché non ci sia più nessun indigente sulla terra. Ci sarà poi l’evento “No One In Need”, dal 9 al 16 giugno alla Mariapoli Luminosa (USA) dove si farà il punto di tutte le azioni svolte nel mondo in occasione della campagna per sconfiggere fame e indigenza.

Stefania Tanesini

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Senza aspettare ricompense

In ogni situazione, anche nelle più complesse e tragiche, c’è qualcosa che dobbiamo e possiamo fare per contribuire al “bene comune”. Chiudere l’azienda? Eravamo sul punto di dover chiudere l’azienda, in quanto la forte crisi economica che attraversava il nostro Paese sembrava non offrirci altra via d’uscita. Considerando però che sei famiglie dei nostri dipendenti avevano come unica fonte di guadagno il lavoro presso di noi, insieme i nostri figli abbiamo chiesto aiuto a Dio e ci siamo lanciati a cercare altre strade per risolvere la difficile situazione, anche se ciò voleva dire rischiare. Nonostante avesse poche speranze, Raul è andato nel più grande negozio della città per proporre la vendita delle nostre mattonelle. Con sua grande sorpresa i gestori del negozio non solo le hanno ordinate, ma gli hanno chiesto di lavorare con noi in esclusiva. Il lavoro è aumentato e abbiamo dovuto assumere altre persone. Questa vicenda ha rafforzato il legame in famiglia e nell’azienda. (R. F. – Brasile) Profughi Due settimane prima di Pasqua sono arrivati nella mia caserma 180 profughi da Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan, per lo più giovani cristiani fra cui anche bambini. Fermati alla frontiera dell’Egitto senza documenti validi, erano ridotti in stato di detenzione. Sconvolto dalle condizioni subumane in cui erano costretti a vivere, mangiando solo un pezzo di pane al giorno con un po’ di riso ogni tanto – e malgrado ciò essendo in Quaresima digiunavano! – ho sentito che Gesù mi interpellava ad amarlo concretamente in quei fratelli. Ho coinvolto i miei amici in città nella raccolta di soldi, medicine, cibo e nella preparazione di una vera festa di Pasqua per loro. In breve abbiamo preparato un pranzo con carne, frutta e verdure: tutte cose che non mangiavano da tempo. Mio padre mi ha aiutato con la sua auto a trasportare quanto avevamo preparato. Non so descrivere la loro gioia. Una Pasqua che difficilmente potrò dimenticare. (M. A. – Egitto) Spazzatura Ogni volta che incontravo la nostra vicina di casa finivamo per litigare, perché spesso lei ci faceva trovare la spazzatura ammucchiata davanti alla nostra porta di casa. Questo è andato avanti per anni, finché la testimonianza di alcuni amici cristiani mi ha convinto che dovevo amare per prima. Un giorno si è ripetuta la solita scena e subito ho pensato che quella era la mia occasione. Sono uscita con la scopa e ho raccolto la spazzatura. Lei era lì, aspettando la mia reazione. Questa volta l’ho guardata, le ho sorriso e le ho chiesto come stava. Sorpresa, mi ha risposto a sua volta con gentilezza. Da allora, ogni volta che pulisce davanti a casa sua lo fa anche davanti alla mia e siamo diventate amiche. (R.C.- Colombia)  

a cura di Chiara Favotti

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