Ago 2, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
É o ano de 1989. Há poucos dias tinham ocorrido os confrontos na Praça de Tiennamen. Alguns acontecimentos preanunciavam a queda do muro de Berlim, não por último o êxodo dos alemães do leste, iniciado no dia 11 de setembro. Enquanto isso, na África do Sul, o Apartheid era combatido silenciosamente, graças à ascensão do novo presidente De Klerk.
Chiara Badano já estava doente, mas continuava a estudar, não obstante as limitações físicas. O professor solicitou, a este propósito, uma dissertação sobre a liberdade, na qual a jovem exprimiu uma profunda sensibilidade.
«Os jornais, a televisão, os mass-media em geral, nos falam muito da liberdade, temos um doloroso exemplo disso nos fatos ocorridos recentemente na Praça de Tiennamen. A fotografia daquele jovem imóvel diante de um tanque é o emblema da busca, frequentemente desesperada e heróica, que impulsiona os jovens de hoje a lutar, até a custo da vida.
Folheando os jornais destes dias ou ligando a televisão, somos tocados por aquele rio humano de prófugos que deixam os países do leste, alheios a qualquer perigo, correndo rumo à liberdade; e imediatamente o pensamento vai à luta silenciosa e tenaz do povo da África do Sul.
Liberdade como igualdade e, portanto, desaparecimento de qualquer forma de racismo; liberdade de autodeterminação dos povos, liberdade de expressão, de pensamento, de religião, liberdade da necessidade, entendida como disponibilidade dos meios de sobrevivência, refiro-me àquela parte de população que ainda está morrendo de fome, à qual é negada a principal liberdade: a de viver.
A busca da liberdade e a luta para conquistá-la é uma constante na história do percurso dos homens. Caminho ainda não terminado, meta a ser ainda alcançada, embora muitas barreiras já tenham caído. Nós ocidentais, herdeiros das ideias da revolução americana, da francesa, formados sobre alicerces ditados pelo cristianismo, nós que vivemos em estados democráticos, talvez pensemos ter alcançado a liberdade. Mas será verdade?
Embora tendendo constantemente a este bem comum, ao procurar liberar-se de algumas proibições o homem torna-se escravo de si mesmo, através do consumismo, do bem-estar, da busca desesperada de poder».
(retirado de “A clara luz de Chiara Luce”, de Michele Zanzucchi, Ed. Cidade Nova, 2005)
Lug 31, 2010 | Parola di Vita
Questa Parola fa parte di un avvenimento semplice e altissimo al tempo stesso: è l'incontro fra due gestanti, fra due madri, la cui simbiosi spirituale e fisica con i loro figli è totale. Sono esse la loro bocca, i loro sentimenti. Quando parla Maria, il bambino di Elisabetta fa un balzo di gioia nel suo ventre. Quando parla Elisabetta sembra che le parole le siano messe sulle labbra dal Precursore. Ma mentre le prime parole del suo inno di lode a Maria sono rivolte personalmente alla madre del Signore, le ultime sono dette in terza persona: "Beata colei che ha creduto".
Così la sua "affermazione acquista carattere di verità universale: la beatitudine vale per tutti i credenti, concerne coloro che accolgono la Parola di Dio e la mettono in pratica e che trovano in Maria il modello ideale" .
"E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore."
E' la prima beatitudine del Vangelo che riguarda Maria, ma anche tutti coloro che la vogliono seguire e imitare.
C'è uno stretto legame, in Maria, tra fede e maternità, come frutto dell'ascolto della Parola. E Luca qui ci suggerisce qualcosa che riguarda anche noi. Più avanti nel suo Vangelo Gesù dice: "Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica" .
Anticipando quasi queste parole, Elisabetta, mossa dallo Spirito Santo, ci annuncia che ogni discepolo può diventare "madre" del Signore. La condizione è che creda alla Parola di Dio e che la viva.
"E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore."
Maria, dopo Gesù, è colei che meglio e più perfettamente ha saputo dire "sì" a Dio. E' soprattutto questa la sua santità e la sua grandezza. E se Gesù è il Verbo, la Parola incarnata, Maria, per la sua fede nella Parola è la Parola vissuta, ma creatura come noi, uguale a noi.
Il ruolo di Maria come madre di Dio è eccelso e grandioso. Ma Dio non chiama solo la Vergine a generare Cristo in sé. Seppure in altro modo, ogni cristiano ha un simile compito: quello di incarnare Cristo fino a ripetere, come san Paolo: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" .
Ma come attuare ciò?
Con l'atteggiamento di Maria verso la Parola di Dio e cioè di totale disponibilità. Credere dunque, con Maria, che si realizzeranno tutte le promesse contenute nella Parola di Gesù e affrontare, come Maria, se occorre, il rischio dell'assurdo che alle volte la sua Parola comporta.
Grandi e piccole cose, ma sempre meravigliose, accadono a chi crede nella Parola. Si potrebbero riempire dei libri con i fatti che lo provano.
Chi può dimenticare quando, in piena guerra, credendo alle parole di Gesù "chiedete e vi sarà dato" abbiamo chiesto tutto quello di cui tanti poveri in città avevano bisogno e vedevamo arrivare sacchi di farina, scatole di latte, di marmellata, legna, vestiario?
Anche oggi accadono le stesse cose. "Date e vi sarà dato" e i magazzini della carità sono sempre pieni, essendo regolarmente svuotati.
Ma ciò che colpisce di più è come le parole di Gesù sono vere sempre e dovunque. E l'aiuto di Dio arriva puntuale anche in circostanze impossibili, e nei punti più isolati della terra, come è accaduto poco tempo fa ad una madre che vive in grande povertà. Un giorno si è sentita spinta a dare i suoi ultimi soldi ad una persona più povera di lei. Credeva a quel "date e vi sarà dato" del Vangelo. E aveva una grande pace nell'animo. Poco dopo è arrivata la sua bambina più piccola e le ha mostrato un dono appena ricevuto da un anziano parente che, per caso, era passato di lì: nella sua manina c'erano i soldi moltiplicati.
Una "piccola" esperienza come questa ci spinge a credere nel Vangelo; e ciascuno di noi può provare quella gioia, quella beatitudine che viene dal vedere realizzate le promesse di Gesù.
Quando, nella vita di tutti i giorni, nella lettura delle Sacre Scritture ci incontreremo con la Parola di Dio, apriamo il nostro cuore all'ascolto, con la fede che ciò che Gesù ci chiede e promette si avvererà. Non tarderemo a scoprire, come Maria e come quella madre, che Egli mantiene le sue promesse.
Chiara Lubich – Parola di vita, agosto 1999, pubblicata in Città Nuova, 1999/14, p. 33
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Lug 29, 2010 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un nome profetico: Faro. Faro di luce per tutti coloro che la visiteranno, luogo di incontro e formazione per persone di varie nazioni, Chiese, religioni e uomini di buona volontà. In questi decenni si è manifestata davvero tale, arrivando ad accogliere – ad oggi – oltre 4.000 visitatori ogni anno, e mettendosi al servizio di corsi di formazione internazionali, campi di lavoro, incontri culturali, e di carattere ecumenico e interreligioso. E’ in circostanze ostili a qualsiasi tipo di raggruppamento di persone che la spiritualità dell’unità si affaccia in Croazia all’inizio degli anni ’60, e nonostante questo, lo stile di vita basato sul Vangelo, promosso dai Focolari, è andato dilagando nelle varie parti del Paese. Una ex-residenza vescovile non in uso, alcune case e 22 ettari di terra a Križevci, a 60 km da Zagabria, sono state messe a disposizione al Movimento negli anni ’80, proprio quando si stava cercando un posto stabile per gli incontri. “Potrebbe essere un punto di incontro per i paesi socialisti!“ ha esclamato Chiara Lubich. Dieci anni dopo, la profezia si è realizzata, col contributo di tanti che si sono rimboccati le maniche per trasformare i vecchi edifici (le stalle, le officine, la residenza e le curie in stato precario) nell’attuale “Centro Mariapoli“, che adesso offre gli ambienti idonei per corsi di formazione. Negli anni della guerra ’91-’95 tanti che dalla Serbia, Bosnia, Croazia sono passati hanno potuto ritrovare la forza di perdonare e di ricominciare. Alcune famiglie si sono stabilite qui. E per educare alla fraternità le nuove generazioni è cominciata la scuola materna „Raggio di sole“. Dopo il lancio dell’Economia di Comunione in Brasile, anche nella cittadella Faro nascono le prime aziendine per dare un lavoro ai nuovi arrivati.
Un momento storico è stata la visita di Chiara nell’aprile ’99 che ha dato una nuova luce a tutte le realtà esistenti lasciando un’impronta indelebile in tutti gli abitanti, nella stessa città di Križevci e oltre. E’ in questo contesto che si svolgerà dal 6 al 10 agosto prossimi la visita della Presidente dei Focolari Maria Voce, e del Copresidente Giancarlo Faletti. Una visita informale, il cui “pretesto“ è l’appuntamento in agenda con la segreteria internazionale dei religiosi – una delle 22 diramazioni del Movimento dei Focolari – previsto per il 7 agosto, ma che comprenderà anche momenti di dialogo con i focolarini e gli altri abitanti della cittadella.
Attualmente nella cittadella – oltre i centri dei Focolari e le famiglie che vi abitano stabilmente – sono presenti alcune attività produttive dell’EdC: un’impresa agricola con il prugneto (15ettari), il punto-vendita all’ingrosso di fiori “Plantart“, l’autofficina “Bestim“, oltre alla ditta “Stellae Fari“ che comprende un calzeificio, un parrucchiere, la vendita di prodotti di una ditta EdC italiana. Nella scuola materna „Raggio di sole“ lavorano 19 operatori per 110 bambini che, nell’ambito della pedagogia di comunione, crescono nella cultura della solidarietà e reciprocità. La sua irradiazione penetra nella Croazia e oltre con frutti spesso inaspettati. E’ un prezioso laboratorio che offre spunti per l’elaborazione delle linee della pedagogia di comunione, anche alle Università di Zagabria e di Skopje. Si muovono alcuni passi anche nel settore dello Sport. La collaborazione con le strutture locali ha avuto una progressiva apertura, fino al riconoscimento pubblico che recentemente la città di Križevci ha dato al Movimento dei Focolari. (altro…)
Lug 24, 2010 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Negli anni cinquanta si svolgevano sulle Dolomiti ed erano temporanee. Oggi si ripetono in ogni punto del globo, e alcune di esse sono diventate “permanenti”. Stiamo parlando delle “mariapoli” che anche quest’anno si svolgono in tante località con una vitalità sorprendente. Tutte diverse per i programmi, per i luoghi scelti, queste originali “città di Maria” temporanee compongono però, insieme, un interessante mosaico, tutto da scoprire. “Tranvier, studenti e medici, speziali e deputati, saliti qui in mariapoli son già parificati” – recitava una canzone di quelle prime esperienze sulle montagne trentine. Parole che ben esprimono però una realtà ancora viva e attuale, quella di essere un bozzetto di una società rinnovata dall’amore evangelico, dove le differenze non sono annullate, ma composte per essere a servizio di chi ci sta accanto, formando così una sola famiglia. E’ questo il denominatore comune a tutte le mariapoli, quella fraternità universale che diventa occasione di incontro tra singoli e popoli che si riscoprono uniti, in grado di dialogare e di crescere insieme grazie al contributo che ciascuno può dare.
E questa è la nota dominante anche per le mariapoli che, proprio in questi mesi, si stanno svolgendo in giro per la Penisola: a Maggio è stata la volta di Sicilia e Lombardia, ora sono in corso le mariapoli per le città di Roma, per quelle dell’Abruzzo, per i Castelli Romani, la Toscana e l’Umbria. Basta fare un click al nostro link dedicato o sul portale di Città Nuova, per scoprire luoghi, date e programmi di ogni mariapoli. Alcune si svolgono in luogo, altre invece tornano in quei posti, le Dolomiti, che hanno dato i natali a queste originali esperienze, e che offrono uno spettacolo naturale che si coniuga bene allo spirito delle diverse iniziative. I programmi sono vari, spaziano da approfondimenti della spiritualità, alle testimonianze dei presenti, a momenti dedicati ai giovani e, dove i luoghi lo permettano, anche momenti di gioco, di “vacanza” potremmo dire, tutta vissuta nello stesso spirito che rende anche il relax molto più bello ed “efficace”. Decisioni a sorpresa, nodi, a volte dolorosi, sciolti alla luce del sole, ma anche novità, gioia, voglia di ricominciare di nuovo. Sono gli effetti che questi incontri, tra i più caratteristici dei Focolari, riescono a provocare tra i partecipanti; segnali di una vita che non si limita certamente a pochi momenti, ma che si trasferisce poi nella quotidianità di ogni giorno. Ne stanno arrivando tanti di echi, anche alla nostra redazione, tramite impressioni, lettere, testimonianze. Ve ne offriremo presto qualcuno. (altro…)
Lug 20, 2010 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Dar-es-Salaam è una stupenda città della Tanzania che si affaccia sull’Oceano Indiano, proprio sulla baia che vede l’isola di Zanzibar stagliarsi all’orizzonte. Una città ricca, che porta ancora i segni del dominio coloniale ma che oggi, pur avendo perso lo status di capitale del paese, conserva una vitalità e un’immagine ricche di speranza. E proprio in questa città, alla scuola secondaria St. Joseph, si è svolta dal 24 al 28 Giugno, la “Mariapoli 2010”. Hanno partecipato 280 persone, tra giovani, famiglie, bambini e adolescenti. Non sono mancati i seminaristi, le suore e due vescovi, per comporre un’unica vera città, seppur temporanea, rappresentativa di tante altre comunità, talvolta molto distanti tra loro: Tabora, Singida, Bukoba, Songea, Mbeya, Iringa, Dar: in ognuno di questi luoghi sarebbe possibile trovare tracce di vita di un popolo che dà un contributo concreto a realizzare brani di fraternità universale. “Dio ti ama immensamente”, questo il titolo e il programma dei tre giorni di dialogo e approfondimento dell’ideale della fraternità universale, che ha dato modo ai partecipanti di scoprire, ancora una volta, l’enorme potenzialità e la bellezza di una vita spesa per il Vangelo, spesa per Dio; basta leggere alcune impressioni per rendersene conto: “E’ la mia primissima volta in contatto col Movimento, ho imparato tanto e ho visto l’unità realizzata fra tutti i tipi di persone, di religioni diverse, di colore diverso, tribù” – racconta un seminarista di Segerea. E un religioso – Padre Emile Kindole, afferma: “Mi ha colpito tanto il suggerimento di tradurre ogni evento della mia vita in: “Dio mi ama”. Ho imparato ad essere ottimista, vedere Dio in ogni persona e in ogni cosa che mi succede nella vita. Poi fare tutto in unità e con amore”. Norbert, 17 anni, è rimasto invece molto impressionato dalla storia di Chiara Luce Badano, che la Chiesa riconoscerà beata il prossimo 25 Settembre: “Mi ha colpito tanto Chiara Luce, nel dolore causato dalla malattia ha vissuto e ha preso tutto da Dio. Anch’io voglio cercare solo il Regno di Dio(…) Dio ci ama immensamente, sia nelle cose buone sia in quelle difficili”. Ognuno dei partecipanti ha avuto così modo di riscoprire l’Amore di Dio nella propria vita, nei diversi momenti della mariapoli: dall’ascolto di una conversazione di Chiara Lubich su un aspetto della spiritualità, a quello di alcune testimonianze dei presenti; dai momenti dedicati ai giovani, a quelli di relax e di svago: ognuno, mettendosi al servizio del prossimo, ha sperimentato una gioia – così ci scrivono- che non è mai estemporanea e che dona la forza di prendere decisioni prima impensate.
Lug 20, 2010 | Focolari nel Mondo
Esperienze, canti e contributi artistici attorno alla figura del sacerdote di oggi nell’aula Paolo VI ieri pomeriggio per la vigilia della chiusura dell’Anno sacerdotale. (altro…)
Lug 20, 2010 | Focolari nel Mondo
Un’unità che rende visibile il Risorto, lì dove ognuno vive: nelle famiglie, nei quartieri, nelle fabbriche, nei parlamenti. Quando il Risorto è fra noi, come da lui promesso quando due o tre si riuniscono nel suo nome, cioè nel suo amore, in qualche modo si tocca il divino, la sua pace, la sua luce, il suo amore, l’unità! (altro…)
Lug 20, 2010 | Focolari nel Mondo
Come testimonia Chiara Lubich, “è stato proprio mentre si credeva di vivere semplicemente il Vangelo, che lo Spirito Santo ha scolpito a caratteri di fuoco nelle nostre anime quelli che sarebbero diventati i cardini della “spiritualità dell’unità”, una nuova spiritualità, personale e comunitaria insieme”. (altro…)
Lug 19, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Fugit irreparabile», inicia assim uma dissertação de 1989, de Chiara Luce Badano, a jovem que será beatificada em setembro. Já doente de câncer e constrangida a enfrentar tratamentos dolorosos, decidiu continuar os estudos. Por isso foi acompanhada por um professor de letras que, de vez em quando, ia à sua casa.
O tema da dissertação concentra-se no valor do tempo. Chiara Luce parte desta epígrafe em latim, escrita num relógio solar, diante da Igreja da Santíssima Trindade, em Sassello, onde ainda encontra-se um altar dedicado a ela.
« “FUGIT IRREPARABILE TEMPUS”. Esta inscrição latina, no muro da antiga casa, ao lado de um relógio solar, nos lembra, sempre que levantamos o olhar, que cada dia nosso foge velozmente. Assim, com breves palavras, a sabedoria dos nossos pais nos leva a parar um instante e refletir sobre o sentido da nossa vida, que com frequência corre na superficialidade, porque sufocada por uma tediosa rotina cotidiana ou por correrias frenéticas, às quais o viver moderno às vezes nos constrange.
Refletindo percebemos que muitas vezes o homem não vive a sua vida, porque mergulhado em tempos que não existem: ou na recordação ou no remorso…
Na realidade o único tempo que o homem possui é o momento presente, que deve ser vivido interiormente e desfrutado plenamente. Vivendo assim o homem sente-se livre, porque deixa de estar esmagado pela angústia do seu passado ou pelas preocupações pelo seu futuro. Certamente conseguir alcançar esta meta não é, de fato, simples e exige esforço constante… dar um sentido a cada ação nossa, grande ou pequena que seja, em favor dos outros.
Pensando bem cada homem trabalha já pelos outros: também o operário ajustando um parafuso ou o agricultor semeando o campo; mas frequentemente perde o significado mais verdadeiro e importante do trabalho.
Seria necessário, talvez, dar uma intenção nova aos nossos gestos e certamente nos sentiríamos mais realizados, e tomaríamos consciência do valor da nossa vida, dom precioso que não pode e não deve ser desperdiçado nem queimado em egoísmos estéreis e inúteis ambições».
(retirado de “A clara luz de Chiara Luce”, de Michele Zanzucchi, Ed. Cidade Nova, 2005. Em duas semanas a segunda dissertação de Chiara Luce, sobre a liberdade)
Lug 16, 2010 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
«Fugit irreparabile tempus», inicia así un tema que Chiara Luce Badano, la joven que en septiembre será beatificada, escribió en 1989. Cuando ya estaba enferma con el tumor y se veía obligada a afrontar un doloroso tratamiento, decidió igualmente no abandonar los estudios. Por tal motivo se le encargó a un profesor de Letras que cada tanto fuera a visitarla.
La línea de este tema se basa en el valor del tiempo. Chiara Luce parte de esta inscripción en latín que domina en el reloj de sol que está delante de la Santísima Trinidad, la iglesia de Sassello que hoy tiene una capillita dedicada a ella.
«“FUGIT IRREPARABILE TEMPUS”. Esta inscripción latina en el muro de una antigua casa al lado de un reloj de sol nos recuerda, cada vez que levantamos la mirada, que nuestro día se escapa veloz. La sabiduría de nuestros padres nos lleva así, con pocas palabras, a detenernos un momento para reflexionar sobre el sentido de nuestra vida que a menudo se desarrolla en la superficialidad por estar sofocada o por una aburrida rutina cotidiana de carreras frenéticas a las que la vida moderna nos obliga.
Reflexionando nos damos cuenta de que a menudo que el hombre no vive su vida, porque está sumergido en tiempos que no existen: o en el recuerdo o en la añoranza…
En realidad el único tiempo que el hombre posee es el momento presente que se ha de vivir interiormente disfrutándolo plenamente. Viviendo así ciertamente el hombre se siente libre porque no está aplastado por la angustia de su pasado ni por las preocupaciones de su porvenir. Ciertamente lograr alcanzar esta meta no es simple y exige un esfuerzo constante… dar un sentido a cada acción, por grande o pequeña que sea… a favor de los demás.
Pensándolo bien todo hombre trabaja ya para los demás: también en obrero que pinta un tornillo o el campesino cuando siembra el campo, pero a menudo se pierde el significado más auténtico e importante del trabajo.
Quizás sería necesario dar una nueva intención a cada uno de nuestros movimientos, ciertamente nos sentiríamos más realizados y tomaríamos mayor conciencia del valor de nuestra vida, don precioso que no puede y no debe ser arruinado ni quemado con egoísmos estériles o con ambiciones inútiles ».
(Tema sacado de «Io ho tutto». Los 18 años de Chiara Luce de Michele Zanzucchi, Città Nuova 2010. Dentro de dos semanas el segundo tema de Chiara Luce sobre la libertad).