Movimento dei Focolari

Maria Voce: costruire relazioni con tutti, ecco il contributo essenziale dei Focolari 

Come ha vissuto, Maria Voce, il suo ruolo di prima presidente alla guida dei Focolari dopo Chiara Lubich? In una intervista del 27 gennaio scorso a Vatican News, parla dell’attualità del Movimento e della sua grande sintonia con Papa Francesco. Ne pubblichiamo ampi stralci. Certamente presiedere una realtà così vasta e complessa come quella del Movimento dei Focolari a cui aderiscono nel mondo 2 milioni di persone, in 182 Paesi, non deve essere un’impresa da poco. L’attuale presidente uscente è Maria Voce, nata in provincia di Cosenza, avvocato, con studi di teologia e di diritto canonico. Ai microfoni di Vatican News, racconta qual è stata l’esperienza da lei vissuta per 12 anni alla guida del Movimento. Gioie e dolori, conquiste, forse qualche fallimento, limiti e opportunità: di tutte queste cose, probabilmente è fatta anche la vita del Movimento sempre, ma anche in questi ultimi anni. Se dovesse dire, in estrema sintesi, qual è la sua realtà oggi, che cosa direbbe? Lo vedrei come un albero, un albero che forse ha un pochettino perso i suoi fiori e le sue foglie, forse è diventato un po’ autunnale come immagine, però un albero che mantiene intatta la sua radice molto forte e questa radice è capace di mantenere in sè la linfa e il calore per nutrire i semi di questo albero stesso che sono ormai sparsi nel mondo intero su tutti i continenti, e quindi ha la possibilità di continuare a nutrirli e a farli germogliare, come in effetti stanno già germogliando in tante parti. In questo momento lo vediamo, magari nell’inverno, nel calore dell’inverno, ma è in inverno che i semi maturano sotto terra per poi fiorire in primavera, e mi sembra che sia un albero che sta preparando la nuova primavera dell’Opera. Papa Francesco e il Movimento dei Focolari: è evidente una grande sintonia nell’ottica dell’accoglienza del dialogo, della necessità di costruire un mondo diverso. In particolare proprio l’appello del Papa alla fraternità della famiglia umana trova il Movimento in prima linea con i dialoghi con gli appartenenti alle altre religioni, anche con i non credenti. Lei come vede il contributo del Movimento in questo senso? Lo vedo essenziale, perché è stato sempre essenziale in Chiara fin dagli inizi: certamente per la grazia del carisma dell’unità ricevuto dallo Spirito Santo, lei dall’inizio sentiva veramente di accostare ogni persona con spirito di fraternità e così ha fatto sempre quando ha incontrato chiunque, i cattolici prima di tutto – dai monsignori che la interrogavano, come abbiamo visto nel film, ai poveri di Trento – , come ha fatto quando ha incontrato persone di altre Chiese, di altre religioni o persone senza nessuna religione. In tutti Chiara ha incontrato dei fratelli e delle sorelle e li ha trattati da fratelli e sorelle: questo Chiara ci ha insegnato e questo rimane nel Movimento, e questo noi vediamo che è una forza straordinaria. Noi l’abbiamo visto anche in questi giorni in preparazione dell’assemblea, durante la quale abbiamo visto in prima linea le persone che appartengono al Movimento, di Chiese e religioni diverse, senza un credo religioso esplicito ma di buona volontà, che si sono messi innanzitutto a testimoniare questa potenza dell’amore che è capace di creare relazioni a tutti i livelli, che è capace di superare i conflitti, che è capace di farti trovare insieme fra persone di un’altra religione, fino a ieri magari nemiche l’una dell’altra, e che come persone si ritrovano a parlare insieme, a pregare insieme, a cercare insieme il senso della vita, il senso della pandemia, il senso del vivere per gli altri, del compiere azioni solidali per gli altri. L’abbiamo visto nelle loro parole di sapienza, nella loro attenzione a quello che il Movimento sta preparando, nel loro partecipare attivamente alla preparazione dell’assemblea con i loro suggerimenti, con la loro vita, perché evidentemente ispirate dallo stesso Spirito Santo che agisce al di là dei confini, al di là di tutte le barriere. Quindi ho l’impressione che sia questo il contributo che il Papa sente e su cui può contare, ma non solo il Papa, tutta la Chiesa e tutta l’umanità, perché si sente che c’è un bisogno estremo di questa fraternità e che il Movimento ha una grazia speciale per costruirla proprio per il carisma di unità che viene da Chiara. A proposito di relazioni, lei ha detto recentemente una cosa molto forte, di aver capito cioè che per il Movimento è necessaria una svolta quella di comprendere che Dio non è soltanto Amore, ma anche Trinità… Certamente Dio è Trinità, ciò vuol dire che Dio in se stesso è relazione. Quindi vuol dire che tutti quelli che cercano Dio, per trovarlo devono costruire relazioni e io non credo che ci sia nessuno che non cerchi Dio: cercherà la verità, Dio è anche la verità, cercherà la bellezza, ma Dio è anche bellezza, cercherà la bontà nel mondo, ma Dio è anche la bontà, Dio è tutto quello che qualsiasi essere umano può cercare e può trovare se costruisce relazioni, e di questo io credo che tutti sono capaci, perché tutti sono creati a immagine di Dio e quindi a immagine di Dio Trinità. Per Statuto l’Opera di Maria avrà sempre come presidente una donna. Credo che il Movimento sia una delle poche realtà in cui essere donne è un vantaggio, si potrebbe dire. Però è anche un bel segnale per la società civile e anche per la Chiesa… Devo dire che resto perplessa di fronte a questa parola “vantaggio”, perché a dire la verità essere alla testa di un Movimento come il nostro, significa veramente essere la prima a servire, la prima a moltiplicare gli atti d’amore, la prima ad accettare qualsiasi sfida, qualsiasi cosa e a superarla con l’aiuto di Dio e con l’aiuto dei fratelli. Quindi, in un certo senso, può essere un vantaggio essere ritenuti capaci di essere eletti, però non mi sembra che noi lo viviamo in questo spirito, e non mi sembra che le focolarine che sono le uniche che possono aspirare, se vogliamo dire così a questo, lo vivano così, ma piuttosto con uno spirito di amore e di servizio all’Opera di Chiara che tutti sentono di continuare a servire con l’amore con cui Chiara l’ha amata e guidata e servita. Poi certamente, però, io penso che sia anche una testimonianza di quella uguaglianza, di quella fraternità profonda, di quella pari dignità, che va al di là delle differenze sessuali, che Dio ha portato nel mondo quando ha creato l’uomo a sua immagine e l’ha creato maschio e femmina. Quindi uniti in questa complementarietà che deve rispettare la diversità e che quindi deve far emergere l’uno e l’altro nella propria capacità di donare, che sarà sicuramente diversa perché Dio ha fatto due esseri diversi, ma fatti per stare insieme e per costituire insieme l’umanità a sua immagine e somiglianza. In questo senso, penso che sia un segno di progresso ed è qualcosa che sta emergendo sempre di più sia nella Chiesa, sia nella società, ma penso che non è altro che il manifestarsi sempre più chiaro di quello che è il profilo mariano della Chiesa, quel profilo che dice di Maria che è donna, madre, ma anche regina, anche fondatrice insieme al Figlio della Chiesa sul calvario, corredentrice dell’umanità, principio di unità per tutti. In questo senso, allora, penso di sì che è un privilegio che il Movimento può vantare e che può offrire alla Chiesa e al mondo come esempio e come apripista, in un certo modo. Maria Voce che cosa augura oggi all’Opera di Maria per il futuro? All’Opera io auguro come Chiara, la fedeltà massima al Vangelo, cioè una fedeltà che può giungere fino all’eroismo, perché è una fedeltà a vivere il Vangelo concretamente. E direi per quest’Opera che continua il suo cammino, fedeltà a quella parola del Vangelo che Dio ha voluto pronunciare mandando questo carisma cioè la parola “unità”, quindi fedeltà a quell’unità che deve essere totale, che deve essere capace di vivere relazioni come si vivono nella Trinità, per testimoniare al mondo che Dio c’è, che attraverso l’Opera può ancora portare la fraternità più al largo nella Chiesa e nel mondo per contribuire a compiere quella preghiera di Gesù: “Padre, che tutti siano una cosa sola”.

Adriana Masotti

Qui l’intervista integrale (altro…)

La relazione della Presidente

La relazione della Presidente

Diario dell’Assemblea generale /5, del 28 gennaio 2021 È giorno di bilanci, oggi, all’Assemblea dei Focolari. Il programma prevede la discussione per gruppi della relazione della Presidente Maria Voce sul sessennio appena concluso. I partecipanti avevano ricevuto il documento oltre una settimana fa ed avevano quindi avuto il tempo per un’analisi personale. Ne sono emerse numerose domande, alcune delle quali sono state poste nel primo pomeriggio alla Presidente e al Copresidente Jesús Morán.

Maria Voce e Jesús Morán

Maria Voce spiega che la relazione non vuole essere “un elenco di attività”, ma intende offrire piuttosto “una lettura del vissuto”. Punta l’attenzione sul cosiddetto “nuovo assetto” del Movimento dei Focolari: un processo avviato per attualizzare il carisma dell’unità nei diversi contesti del mondo. Maria Voce ammette che questo processo ha creato in vari ambiti “un certo disorientamento”, ma ne sottolinea anche gli effetti positivi: un nuovo protagonismo delle comunità locali e nuove sinergie tra le tante diramazioni e suddivisioni territoriali che ha lasciato spazio ad una nuova creatività. Dopo aver messo in luce il prezioso contributo delle nuove generazioni del Movimento tra le quali ha trovato “persone impegnate, pronte ad assumersi le proprie responsabilità”, la Presidente traccia un’analisi dei tre orientamenti emersi dalla precedente Assemblea del 2014. In merito al primo punto, “in uscita”, evidenzia i campi in cui i Focolari hanno offerto il proprio contributo tipico dell’unità, negli ambienti più vari come nel sociale o nel dialogo interculturale. Per quanto riguarda il secondo punto, “insieme”, constata poi la diminuzione delle tendenze alla frammentazione dentro il Movimento, con una tensione ad un lavoro più sinergico. Sottolinea infine che si è cercato di vivere l’ultimo punto, ovvero “opportunamente preparati”, sviluppando nuovi percorsi di formazione umana e spirituale per i membri e i dirigenti. Sia la relazione che le successive risposte di Maria Voce e Jesús Morán non nascondono le sfide e le criticità che il Movimento sta affrontando, come ad esempio la difficoltà a trovare forme e strade adatte per comunicare il proprio carisma in modo attuale per il mondo di oggi; un calo del numero di vocazioni e la grande sfida nata con il doloroso evidenziarsi di diverse forme di abuso anche all’interno del Movimento, che significa – come afferma il Copresidente Morán – la necessità di proseguire sulla strada di “un processo inevitabile e necessario di ‘purificazione della memoria’ che siamo chiamati a vivere con umiltà e speranza”. Le prospettive alle quali accenna la Presidente a conclusione della sua relazione partono da una lettura dei “segni di tempi”, cioè delle domande che pone la situazione del mondo, anche quella della pandemia del Covid: si tratta dell’invito ad uno stile di vita sobrio e sostenibile, di una accresciuta sensibilità al ruolo dei nuovi media ed una maggiore attenzione alla famiglia. E ha chiuso con un richiamo deciso a vivere una fedeltà radicale al Vangelo che, per i Focolari significa, fedeltà alla parola chiave del loro carisma: “Padre, che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21). Infine Maria Voce invita il Movimento ad “andare avanti con coraggio” per contribuire sempre più “ad una nuova generatività in vista della fratellanza universale”.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Santi in compagnia

Santi in compagnia

Diario dell’Assemblea generale /4, del 27 gennaio 2021 Al centro delle meditazioni, delle riflessioni e della comunione della terza ed ultima giornata di ritiro spirituale dell’Assemblea generale c’è l’icona della Santissima Trinità, presentata come modello di una “santità collettiva” (Maria Voce) e di rapporti d’amore che fanno emergere il “disegno di Dio” su ogni persona (Claudio Guerrieri).

Cristiani di due Chiese ortodosse

La preghiera ecumenica iniziale, non a caso, è preparata da cristiani di due Chiese ortodosse nelle cui tradizioni è racchiuso un grande tesoro di riflessioni e contemplazione della Santissima Trinità.

Maria Voce

Nella sua meditazione, Maria Voce, prossima a lasciare il suo incarico come Presidente dei Focolari, attira l’attenzione ancora una volta sul fine generale del Movimento: “la perfezione della carità”, come scrisse Chiara Lubich. Si tratta, cioè, della piena realizzazione personale attraverso la donazione agli altri; che, in termini forse più classici, viene definita come santità. Ma una santità – sottolinea Maria Voce – tipica dei Focolari: una “santità collettiva”. Per spiegare questo concetto la Presidente ripercorre la storia delle origini del Movimento in cui vediamo Chiara con le sue prime amiche vivere con radicalità il Vangelo, una vita “per Dio e per gli altri – come spiega proprio Chiara – in un totale oblio di noi stessi, e di tutto ciò che poteva farci cadere nel ripiegamento su di noi”. Nasce così una via alla santità nuova, “radicale e leggera, una santità che potesse essere aperta a tutti, perseguita in famiglia, in mezzo al mondo, insieme”, una santità in compagnia. Si tratta di una santità che richiede sempre l’ascolto personale a ciò che Dio vuole, ma lo fa sapendosi in cammino con altri, anzi guardando l’altro e la presenza di Dio in lui.

Claudio Guerrieri

Il filosofo italiano, Claudio Guerrieri, membro del centro studi dei Focolari, Scuola Abbà, continua queste riflessioni ponendo il focus su uno degli effetti della “santità collettiva”: ne emerge la vera personalità di ognuno, il disegno di Dio su ogni persona. È questo un aspetto molto presente negli scritti mistici di Chiara Lubich degli anni 1949/1950 che offrono un modello di comunione e di unità “non uniformante, ma che comprende una pluralità di voci in cui ognuno esprime, come parte, il tutto”. Lo dimostra il fatto che nel Movimento dei Focolari, oltre a Chiara Lubich, sono presenti altri due cofondatori, Igino Giordani e Pasquale Foresi, che con il loro “disegno” aprono e incarnano il carisma di Chiara. Terminano così questi tre giorni di ritiro profondo, in qualche momento forse anche un po’ destabilizzante, ma pieno di stimoli anche per le scelte da maturare. “Sono stati – spiega uno dei giovani nella comunione finale – un’occasione per ascoltarsi e cercare di capire in quale direzione lo Spirito Santo chiama i Focolari nel prossimo periodo e a chi affidare i compiti di condurre questa Opera nelle sfide e nelle opportunità dei prossimi sei anni”.

 Ufficio Comunicazione Focolari

 

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Vangelo vissuto: cambiare lo sguardo

Vivere per lunità, significa contribuirvi in prima persona, quotidianamente, iniziando dai rapporti in famiglia, sul lavoro, nella certezza che con essa si trasformano le situazioni, si creano comunione, fraternità e solidarietà. Un’altra logica Quella mattina, di ritorno dalla messa domenicale, avevo trovato il caos in cucina, segno che la notte nostro figlio e i suoi amici avevano gozzovigliato. Sarebbe stato giusto ed educativo lasciare le cose come stavano in modo che si “vedessero”: così ne avremmo parlato. Ma la lettura del Vangelo appena ascoltata non mi lasciava in pace: riguardava il perdono. Perdonare settanta volte sette. Mentre cominciavo a fare ordine, avvertivo farsi strada in me una “giustizia” diversa, secondo un’altra logica. Era come se quel disordine esterno dovesse prima trovare spazio in me stessa. Rabbia e delusione verso nostro figlio hanno perso forza. Quando il ragazzo si è svegliato, mi ha chiesto cosa mi rendesse così felice. Non avvertendo risposta, dopo un certo silenzio si è aperto: era entrato nel giro della droga e chiedeva aiuto. Più tardi ci siamo confrontati col padre. Come un seme, la Parola cominciava a germogliare. In seguito la situazione di nostro figlio e, di conseguenza, di tutta la famiglia, è cambiata. (M. J. – Norvegia) La lezione di mia figlia Come responsabile di un importante settore dell’azienda presso cui lavoro, il mio impegno è stato subito di aiutare i dipendenti a dare il massimo con competenza e precisione. Ma dopo qualche anno qualcuno ha chiesto di essere licenziato, altri si lamentavano. Cos’era che non andava? Non capivo…Un giorno la mia bambina più piccola mi ha dato una grande lezione. Stavo aiutandola a fare i compiti e scorrendo il suo quaderno le facevo notare tutte le correzioni della maestra. E lei, tra le lacrime: “Papà, ma tu vedi solo gli errori? Non vedi le pagine con il voto massimo?”. Lo stesso errore che commettevo al lavoro: vedere soltanto i difetti altrui. È stata una luce. Si trattava ora di mettere un altro paio di occhiali, quelli che dà l’amore. Non è stato facile. Di nascosto ho cominciato a contare le volte che riuscivo e ogni giorno aumentava il numero. Un giorno uno dei collaboratori mi ha domandato come mai fossi così contento. È venuto a proposito raccontargli della lezione che mi aveva dato mia figlia. (J. G. – Portogallo) Marito alcolizzato Con un marito dedito all’alcol non esistevano più feste, ricorrenze, amicizie. E sarebbe stato sopportabile se non ci fossero stati anche gli scatti violenti. Vivevamo della sua pensione (quando riuscivamo a non fargliela spendere) e dei lavori di pulizia che svolgevo nel palazzo. In certi momenti andare avanti così richiedeva eroismo. «Perché non lo lasci?», mi ripetevano i parenti e gli stessi figli, andati via di casa per causa sua. Ma poi sarebbe finito sulla strada. Questo mi tratteneva: era il padre dei miei figli. Nei giorni nei quali ha dovuto subire un’operazione l’assenza di alcol lo rendeva ancora più agitato. Tuttavia ha accettavo di sottoporsi a una cura disintossicante. È stata lunga, ma ha cominciato a fare qualche passo. Mi sembrava di vedere un bambino che impara a camminare. Dopo qualche anno gli è ritornata la voglia di vivere, di godersi la famiglia e anche il primo nipotino. Ci avviamo alla fine della vita. Posso dire che senza la fede non avrei avuto la forza per stargli accanto. (M. D. – Ungheria)

a cura di Stefania Tanesini

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.1, gennaio-febbraio 2021) (altro…)

Carisma, profezia, incarnazione

Carisma, profezia, incarnazione

Diario dell’Assemblea generale /3, del 26 gennaio 2021

Stefan Tobler

“Chissà se il nostro compito non è tanto quello di dare la ‘luce’, ma di entrare nel buio, nel fango, nella disperazione della mancata dignità, […] nelle mille diverse povertà di ora”? Probabilmente è questa domanda provocatoria che ha maggiormente caratterizzato il secondo giorno di ritiro spirituale dell’Assemblea generale dei Focolari. Dopo la preghiera ecumenica iniziale che ha riproposto la necessità di una profonda conversione dei cuori, Stefan Tobler, teologo riformato svizzero e Paula Luengo, psicologa cilena, hanno affrontato il tema centrale dell’incarnazione: che cosa significa che Dio si è fatto uomo, ultimo con gli ultimi? E cosa vuol dire per i Focolari, oggi, vivere e concretizzare la spiritualità dell’unità?  

Silvina Chemen

Gli studiosi presentano le loro riflessioni da due punti di vista complementari. Partendo dagli scritti mistici di Chiara Lubich, Stefan Tobler mette in evidenza il valore dell’incarnazione. “Per Chiara non è soltanto un momento nella storia del passato, ma un fatto che ha cambiato in modo permanente il significato di tutto il creato e che dà alle cose della terra un valore di eternità, un’altissima dignità”. E l’incarnazione continuerà – conclude Tobler – se riusciremo ad “avere occhi semplici che scoprono Dio sotto la realtà di questo mondo”.

Paula Luengo

Questa nuova dignità che il mondo assume se guardato in quest’ottica, dovrebbe provocare un cambio di prospettiva da parte nostra, spiega Paula Luengo. “Non troveremo la nostra identità guardandoci l’ombelico, ma abbracciando – come dice Chiara– ‘tutti i soli’”. Dobbiamo “partire dall’umanità con i suoi abissi. Incarnazione è quindi un movimento che cerca prossimità e abbassamento”. Alla stessa conclusione arrivano Luigino Bruni, italiano, professore di Economia Politica e di Storia del Pensiero Economico, e Silvina Chemen, argentina, rabbina a Buenos Aires, riflettendo su “carisma, profezia e incarnazione”. Ci si domanda: è ancora possibile parlare oggi di dimensione profetica di un carisma? “Quando ci sono fratelli – spiega Silvina Chemen – c’è profezia; quando c’è fratellanza, appare la voce [di Dio]; quando stiamo veramente insieme, Dio si manifesta”.

Luigino Bruni

Negli incontri di gruppo emergono molte domande sul presente ed il futuro del Movimento, come quella su cosa significhi restare fedeli alle radici oggi. „Riuscire – spiega Luigino Bruni – nelle comunità carismatiche a capire che la prima storia, quella storia meravigliosa che ci aveva fatto sognare a occhi aperti e fatto vedere il cielo, è finita, è un atto particolarmente difficile. Ma la storia continuerà perché la promessa era più grande della prima veste che la nostra fede aveva indossato nella prima parte del percorso”.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Un patto globale

Un patto globale

Diario dell’Assemblea generale /2, del 25 gennaio 2021

© CSC Audiovisivi

Il secondo giorno dell’Assemblea generale dei Focolari comincia con una preghiera ecumenica presentata da partecipanti di diverse Chiese. Si rivolge a Gesù nel suo abbandono sulla croce, affinché aiuti ciascuno a “crescere nell’ascolto reciproco”; insegni ad “accogliere insieme lo Spirito Santo” e “il grido dell’umanità di oggi” per “diventare strumenti di unità”. Poi si procede ad alcune votazioni rinviate da ieri e necessarie per adattare il regolamento dell’Assemblea alle modalità telematiche. Con un leggero ritardo, perciò, si apre il ritiro spirituale per tutti i partecipanti che terminerà mercoledì 27 gennaio. Si tratta di un momento costitutivo dell’Assemblea come recitano gli Statuti del Movimento, “affinché gli elettori (…) siano docili alla grazia dello Spirito Santo”.

© CSC Audiovisivi

Il primo tema scelto pone i partecipanti davanti a quella che si potrebbe definire come la chiave di accesso della mistica di Chiara Lubich: un patto solenne, che la fondatrice ha stretto il 16 luglio nel 1949 in montagna, le Dolomiti, con lo scrittore politico Igino Giordani, co-fondatore del Movimento. In quel patto – sottolinea Padre Fabio Ciardi, Oblato di Maria Immacolata e teologo della vita consacrata – Chiara Lubich e Igino Giordani avevano chiesto a Gesù, che avevano ricevuto poco prima nell’Eucaristia, di creare Lui stesso l’unità tra di loro, servendosi della loro piena e reciproca disponibilità ad accogliere l’altro, a valorizzare il pensiero dell’altro e aprire così uno spazio per permettere allo Spirito Santo di farsi strada.

dalle Filippine Vicky e Vic © CSC Audiovisivi

Si sottolinea inoltre che il perdono e la misericordia sono alla base di questo patto e i partecipanti vengono subito invitati a praticare tale premessa. Chi vuole, può infatti mettersi in contatto con qualche partecipante con cui desiderasse riconciliarsi, prima di formulare questo patto – tutti insieme ed ognuno nella propria lingua – in una preghiera globale che travalica ogni confine.

Somjit, buddhista tailandese © CSC Audiovisivi

Diverse storie ed esperienze hanno poi mostrato come questa mistica comunitaria possa tradursi in vita: dalle Filippine Vicky e Vic, sposati, raccontano come hanno vissuto e superato il contagio da Covid di Vic; Somjit, buddhista tailandese, ha condiviso come cerca di vivere il dono di sé secondo gli insegnamenti di Buddha. Anche Jordi della Spagna, agnostico, racconta del suo impegno nel coordinamento, con la moglie cristiana, di diversi gruppi di dialogo.  

Rassim, musulmano algerino © CSC Audiovisivi

Infine Rassim, musulmano algerino, nel Corano ha trovato l’incoraggiamento ad essere tollerante nei confronti degli altri e a dichiararsi disposto ad un amore reciproco senza condizioni. A conclusione di questa giornata di ritiro i partecipanti si sono suddivisi nelle 34 stanze virtuali per gli incontri di gruppo in cui non solo hanno potuto condividere pensieri e riflessioni, ma anche praticare quanto è stato presentato nella sessione odierna: un ascolto reciproco e profondo e un’accoglienza piena gli uni verso gli altri.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Atmosfera solenne e famigliare

Atmosfera solenne e famigliare

Diario dell’Assemblea generale – 1, del 24 gennaio 2021 È iniziata! Alle ore 12.30 (UTC +1) è incominciata l’Assemblea generale del Movimento dei Focolari: tanto attesa e preparata con grande partecipazione da membri ed aderenti dei Focolari in tutto il mondo. Era stata convocata ad inizio settembre 2020, ma è stata rimandata a causa della pandemia e si sta svolgendo in modalità telematica. La scelta di questa data è significativa: due giorni fa, il 22 gennaio, data di nascita di Chiara Lubich, si è concluso l’anno del centenario della fondatrice del Movimento, mentre oggi, 24 gennaio, si ricorda il giorno in cui Chiara, nel 1944, ha “scoperto” la realtà di Gesù nel suo abbandono sulla croce, quel Gesù che sarebbe diventato lo “sposo della sua anima” e che l’avrebbe spinta a “cercarlo” in ogni sofferenza e dolore dell’umanità per ricostruire relazioni e ponti di unità. L’Assemblea – in base a quanto viene definito nel suo regolamento – è “il primo e più importante organo di governo del Movimento dei Focolari”. Vi prendono parte 360 partecipanti, di cui 139 per diritto, 181 eletti e 40 invitati dalla Presidente. Pur dislocati in tutto il mondo, i partecipanti hanno fatto il loro ingresso nell’unica grande aula virtuale, tutti coscienti della solennità e dell’importanza di questo momento, tutti costruttori della vivace atmosfera di famiglia mondiale, che non viene a mancare anche sulla piattaforma virtuale. Maria Voce, presidente uscente del Movimento al termine del suo secondo mandato, apre l’Assemblea con un appello solenne. Invita i partecipanti a mettersi tutti nell’atteggiamento di Gesù nell’ultima cena e lavare i piedi gli uni agli altri, il che significa essere pronti “ad ascoltarci, a capirci, ad andare al di là delle differenze, per diventare veramente fratelli, che vuol dire veramente uguali, veramente con la massima dignità, che è quella dignità che ci dà Gesù perché ci fa figli di Dio e fratelli e sorelle tutti”. Come da regolamento, la sessione odierna prevedeva diverse votazioni: prima fra tutte l’elezione dei due moderatori che coordineranno e condurranno i lavori. Sono stati scelti Uschi Schmitt, tedesca, di professione medico e Andrea Ponta, ingegnere italiano. È stata poi approvata la commissione elettorale, composta da Danilo Virdis, Flavia Cerino, Waldery Hilgeman, Laura Bozzi e Suor Tiziana Merletti, tutti residenti in Italia e per motivi legali presenti nella sede ufficiale dell’Assemblea, il Centro internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Italia). Nelle successive votazioni l’Assemblea ha poi approvato il programma di questi giorni e una modifica agli Statuti generali del Movimento che riduce il numero minimo dei consiglieri da eleggere da 30 a 20. Da domani cominceranno tre giorni di ritiro spirituale per i partecipanti.

Ufficio Comunicazione Focolari

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Un Centenario che si chiude, ma non si chiude

22 gennaio 2020-22 gennaio 2021: si conclude oggi l’anno del Centenario della nascita di Chiara Lubich. 365 giorni diversi da come erano stati previsti, in piena pandemia, ma che hanno aperto strade e prospettive nuove. “Celebrare per incontrare” è stato il motto scelto per il Centenario della nascita di Chiara Lubich (1920-2020), fondatrice dei Focolari. Aprendolo, un anno fa, si erano progettate molte iniziative nel mondo, non immaginando che la pandemia avrebbe fatto da spartiacque anche al Centenario, segnando un prima e un dopo, ma non fermando, anzi in alcuni casi potenziando, le possibilità di “incontrare” Chiara. Ma partiamo dall’inizio. Il 7 dicembre 2019 il Centenario si apre con l’inaugurazione della Mostra “Chiara Lubich Città Mondo” alle Gallerie di Trento (Italia) sua città natale. Una mostra sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica italiana, promossa dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il Centro Chiara Lubich. Quel giorno la Provincia autonoma di Trento vuole insignire Maria Voce, Presidente dei Focolari, del “Sigillo di San Venceslao”. Il giorno successivo viene inaugurata anche una sezione distaccata della mostra a Tonadico, nel Comune di Primiero San Martino di Castrozza (Italia) dedicata in particolare agli anni 1949-1959. Nelle settimane successive in vari Paesi del mondo la mostra va moltiplicandosi ripetendo quella italiana, ma arricchendosi di peculiarità locali. A Nairobi (Kenya) il percorso espositivo mette in luce lo sviluppo dei Focolari in terra africana; a Gerusalemme una sezione viene dedicata al rapporto tra la Lubich e questa città e al suo sogno che oggi si sta concretizzando: un centro di spiritualità, studio, dialogo e formazione all’unità. Chiara Lubich era nata il 22 gennaio e proprio quel giorno nel 2020 è Roma a celebrare il Centenario con una serata a lei dedicata a venti anni dal giorno nel quale la capitale italiana le aveva anche conferito la cittadinanza onoraria. “Chiara da quel 22 gennaio 2000 – ha detto l’ex sindaco Francesco Rutelli–.prese l’impegno di dedicarsi più e meglio per Roma, incarnando l’amore reciproco dovunque. Cosa c’è di più bello per fare nostre queste parole, oggi”. Qualche giorno più tardi il Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella interviene al Centro Mariapoli “Chiara Lubich” di Cadine (TN) ad un evento del Centenario al quale partecipano, oltre alla Presidente del Movimento Maria Voce, al Copresidente Jesús Morán e  alle autorità locali, più di 900 persone. La trasmissione streaming  ha oltre 20 mila visualizzazioni. Nel suo intervento Mattarella individua in particolare nella fraternità, applicata all’agire civile e politico, la cifra distintiva della spiritualità di Chiara Lubich. E Trento fa da cornice anche al convegno internazionale “Un Carisma a servizio della Chiesa e dell’umanità” al quale partecipano 7 Cardinali e 137 Vescovi, amici del Movimento dei Focolari di 50 Paesi che poi prosegue nella cittadella internazionale dei Focolari di Loppiano (Incisa Figline in Valdarno – Italia). Nel suo messaggio Papa Francesco si rallegra vivamente per questo convegno esprimendo “la gratitudine a Dio per il dono del carisma dell’unità attraverso la testimonianza e l’insegnamento (…) di Chiara Lubich”. Negli stessi giorni al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Italia) oltre 400  tra religiosi/e, consacrati/e e laici cattolici – con una rappresentanza ortodossa – provenienti da 100 famiglie religiose e 33 Paesi sono protagonisti di un altro evento legato al Centenario: “Carismi in comunione: la profezia di Chiara Lubich”, un laboratorio di dialogo fra diversi carismi per favorire la comunione tra le famiglie religiose attraverso la spiritualità dell’unità. Poi la pandemia inizia a diffondersi nel mondo. E anche per il Centenario arrivano i cambiamenti: alcuni eventi sono cancellati, altri si spostano sul web. La mostra di Trento si arricchisce di un percorso virtuale, quella prevista in Brasile, grazie ad un’équipe intergenerazionale si trasforma in un itinerario dedicato a Chiara Lubich fruibile attraverso i profili social di @focolaresbrasil (Facebook, Instagram e Youtube). Iniziative via web che permettono di visitare le mostre dedicate alla Lubich a molte più persone di quante avrebbero potuto vederle in presenza. Altri eventi invece possono andare avanti: come l’emissione di due francobolli dedicati a Chiara Lubich nella Repubblica Ceca o il Concorso per le scuole italiane sul tema: “Una città non basta” promosso dal Centro Chiara Lubich/New Humanity e dalla Fondazione del Museo storico del Trentino, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca, che ha visto la partecipazione di numerose scuole italiane. Il 16 febbraio 2021 si terrà via web la premiazione. Il lockdown costringe nel 2020 alla chiusura per alcuni periodi anche il Centro Internazionale dei Focolari a Rocca di Papa (Italia). Ma da qualche mese sono possibili le visite nel rispetto delle norme sanitarie vigenti. Tra quelle di maggiore rilievo quella di sua Santità il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, venuto a pregare sulla tomba di Chiara Lubich. Varie anche le novità editoriali legate al Centenario e gli eventi per presentarle e promuoverle,  sia in presenza che via web: una nuova edizione – la ventinovesima  – del libro “Meditazioni” di Chiara Lubich; due testi della collana “Opere di Chiara Lubich” edita da Città Nuova: “Conversazioni. In collegamento telefonico” a cura di Michel Vandeleene e “Discorsi in ambito civile ed ecclesiale” a cura di Vera Araújo; la nuova biografia Chiara Lubich, la via dell’unità, tra storia e profezia scritta da Maurizio Gentilini. L’edizione inglese di quest’ultimo testo è stata presentata anche presso il Consolato italiano di Mumbai in India, in un evento trasmesso via web dedicato al Centenario di Chiara Lubich. Presente la console italiana a Mumbai Stefania Constanza, Vinu Aram, direttore dello Shanti Ashram di Coimbatore e Maurizio Gentilini. Si è scelta invece la modalità “mista” – in parte “presenziale” a Trento e in parte on line  – per l’incontro di studio “Chiara Lubich in dialogo con il mondo. Un approccio linguistico, filologico e letterario ai suoi scritti” realizzato dal Centro Chiara Lubich e dal Gruppo di studio e di ricerca di Linguistica, Filologia e Letteratura della Scuola Abbà (Centro Studi interdisciplinare del Movimento dei Focolari) con esperti di vari Paesi. Alcuni degli interventi sono disponibili nello spazio “Documenti Convegni” del sito del Centro Chiara Lubich. Quasi a chiusura del centenario, il 3 gennaio 2021, Rai Uno, la prima rete televisiva italiana ha trasmesso il tv-movie “Chiara Lubich. L’ Amore vince tutto” con la regia di Giacomo Campiotti.  La Lubich era interpretata da Cristiana Capotondi. Realizzato da Rai Fiction ed Eliseo Multimedia è stato visto da 5 milioni 641 mila spettatori. Molti altri hanno poi potuto vederlo in altri Paesi del mondo grazie a RaiPlay  e Rai Italia. E oggi, 22 gennaio 2021, il Centenario si chiude. Ma – viene da chiedersi – si conclude veramente? Ne ha parlato recentemente la Presidente dei Focolari Maria Voce spiegando che “l’incontro vivo con Chiara non può essere limitato neanche a 100 anni, neanche ad un anno centenario. Esso non è finito, continuerà finché ci sarà sulla terra qualcuno della famiglia di Chiara che continuerà a fare degli incontri per testimoniare che Chiara è viva, che il carisma di Chiara ha ancora qualcosa da dire al mondo”.

Anna Lisa Innocenti

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