Movimento dei Focolari

Maria Voce: costruire relazioni con tutti, ecco il contributo essenziale dei Focolari 

Gen 29, 2021

Come ha vissuto, Maria Voce, il suo ruolo di prima presidente alla guida dei Focolari dopo Chiara Lubich? In una intervista del 27 gennaio scorso a Vatican News, parla dell’attualità del Movimento e della sua grande sintonia con Papa Francesco. Ne pubblichiamo ampi stralci.

Come ha vissuto, Maria Voce, il suo ruolo di prima presidente alla guida dei Focolari dopo Chiara Lubich? In una intervista del 27 gennaio scorso a Vatican News, parla dell’attualità del Movimento e della sua grande sintonia con Papa Francesco. Ne pubblichiamo ampi stralci. Certamente presiedere una realtà così vasta e complessa come quella del Movimento dei Focolari a cui aderiscono nel mondo 2 milioni di persone, in 182 Paesi, non deve essere un’impresa da poco. L’attuale presidente uscente è Maria Voce, nata in provincia di Cosenza, avvocato, con studi di teologia e di diritto canonico. Ai microfoni di Vatican News, racconta qual è stata l’esperienza da lei vissuta per 12 anni alla guida del Movimento. Gioie e dolori, conquiste, forse qualche fallimento, limiti e opportunità: di tutte queste cose, probabilmente è fatta anche la vita del Movimento sempre, ma anche in questi ultimi anni. Se dovesse dire, in estrema sintesi, qual è la sua realtà oggi, che cosa direbbe? Lo vedrei come un albero, un albero che forse ha un pochettino perso i suoi fiori e le sue foglie, forse è diventato un po’ autunnale come immagine, però un albero che mantiene intatta la sua radice molto forte e questa radice è capace di mantenere in sè la linfa e il calore per nutrire i semi di questo albero stesso che sono ormai sparsi nel mondo intero su tutti i continenti, e quindi ha la possibilità di continuare a nutrirli e a farli germogliare, come in effetti stanno già germogliando in tante parti. In questo momento lo vediamo, magari nell’inverno, nel calore dell’inverno, ma è in inverno che i semi maturano sotto terra per poi fiorire in primavera, e mi sembra che sia un albero che sta preparando la nuova primavera dell’Opera. Papa Francesco e il Movimento dei Focolari: è evidente una grande sintonia nell’ottica dell’accoglienza del dialogo, della necessità di costruire un mondo diverso. In particolare proprio l’appello del Papa alla fraternità della famiglia umana trova il Movimento in prima linea con i dialoghi con gli appartenenti alle altre religioni, anche con i non credenti. Lei come vede il contributo del Movimento in questo senso? Lo vedo essenziale, perché è stato sempre essenziale in Chiara fin dagli inizi: certamente per la grazia del carisma dell’unità ricevuto dallo Spirito Santo, lei dall’inizio sentiva veramente di accostare ogni persona con spirito di fraternità e così ha fatto sempre quando ha incontrato chiunque, i cattolici prima di tutto – dai monsignori che la interrogavano, come abbiamo visto nel film, ai poveri di Trento – , come ha fatto quando ha incontrato persone di altre Chiese, di altre religioni o persone senza nessuna religione. In tutti Chiara ha incontrato dei fratelli e delle sorelle e li ha trattati da fratelli e sorelle: questo Chiara ci ha insegnato e questo rimane nel Movimento, e questo noi vediamo che è una forza straordinaria. Noi l’abbiamo visto anche in questi giorni in preparazione dell’assemblea, durante la quale abbiamo visto in prima linea le persone che appartengono al Movimento, di Chiese e religioni diverse, senza un credo religioso esplicito ma di buona volontà, che si sono messi innanzitutto a testimoniare questa potenza dell’amore che è capace di creare relazioni a tutti i livelli, che è capace di superare i conflitti, che è capace di farti trovare insieme fra persone di un’altra religione, fino a ieri magari nemiche l’una dell’altra, e che come persone si ritrovano a parlare insieme, a pregare insieme, a cercare insieme il senso della vita, il senso della pandemia, il senso del vivere per gli altri, del compiere azioni solidali per gli altri. L’abbiamo visto nelle loro parole di sapienza, nella loro attenzione a quello che il Movimento sta preparando, nel loro partecipare attivamente alla preparazione dell’assemblea con i loro suggerimenti, con la loro vita, perché evidentemente ispirate dallo stesso Spirito Santo che agisce al di là dei confini, al di là di tutte le barriere. Quindi ho l’impressione che sia questo il contributo che il Papa sente e su cui può contare, ma non solo il Papa, tutta la Chiesa e tutta l’umanità, perché si sente che c’è un bisogno estremo di questa fraternità e che il Movimento ha una grazia speciale per costruirla proprio per il carisma di unità che viene da Chiara. A proposito di relazioni, lei ha detto recentemente una cosa molto forte, di aver capito cioè che per il Movimento è necessaria una svolta quella di comprendere che Dio non è soltanto Amore, ma anche Trinità… Certamente Dio è Trinità, ciò vuol dire che Dio in se stesso è relazione. Quindi vuol dire che tutti quelli che cercano Dio, per trovarlo devono costruire relazioni e io non credo che ci sia nessuno che non cerchi Dio: cercherà la verità, Dio è anche la verità, cercherà la bellezza, ma Dio è anche bellezza, cercherà la bontà nel mondo, ma Dio è anche la bontà, Dio è tutto quello che qualsiasi essere umano può cercare e può trovare se costruisce relazioni, e di questo io credo che tutti sono capaci, perché tutti sono creati a immagine di Dio e quindi a immagine di Dio Trinità. Per Statuto l’Opera di Maria avrà sempre come presidente una donna. Credo che il Movimento sia una delle poche realtà in cui essere donne è un vantaggio, si potrebbe dire. Però è anche un bel segnale per la società civile e anche per la Chiesa… Devo dire che resto perplessa di fronte a questa parola “vantaggio”, perché a dire la verità essere alla testa di un Movimento come il nostro, significa veramente essere la prima a servire, la prima a moltiplicare gli atti d’amore, la prima ad accettare qualsiasi sfida, qualsiasi cosa e a superarla con l’aiuto di Dio e con l’aiuto dei fratelli. Quindi, in un certo senso, può essere un vantaggio essere ritenuti capaci di essere eletti, però non mi sembra che noi lo viviamo in questo spirito, e non mi sembra che le focolarine che sono le uniche che possono aspirare, se vogliamo dire così a questo, lo vivano così, ma piuttosto con uno spirito di amore e di servizio all’Opera di Chiara che tutti sentono di continuare a servire con l’amore con cui Chiara l’ha amata e guidata e servita. Poi certamente, però, io penso che sia anche una testimonianza di quella uguaglianza, di quella fraternità profonda, di quella pari dignità, che va al di là delle differenze sessuali, che Dio ha portato nel mondo quando ha creato l’uomo a sua immagine e l’ha creato maschio e femmina. Quindi uniti in questa complementarietà che deve rispettare la diversità e che quindi deve far emergere l’uno e l’altro nella propria capacità di donare, che sarà sicuramente diversa perché Dio ha fatto due esseri diversi, ma fatti per stare insieme e per costituire insieme l’umanità a sua immagine e somiglianza. In questo senso, penso che sia un segno di progresso ed è qualcosa che sta emergendo sempre di più sia nella Chiesa, sia nella società, ma penso che non è altro che il manifestarsi sempre più chiaro di quello che è il profilo mariano della Chiesa, quel profilo che dice di Maria che è donna, madre, ma anche regina, anche fondatrice insieme al Figlio della Chiesa sul calvario, corredentrice dell’umanità, principio di unità per tutti. In questo senso, allora, penso di sì che è un privilegio che il Movimento può vantare e che può offrire alla Chiesa e al mondo come esempio e come apripista, in un certo modo. Maria Voce che cosa augura oggi all’Opera di Maria per il futuro? All’Opera io auguro come Chiara, la fedeltà massima al Vangelo, cioè una fedeltà che può giungere fino all’eroismo, perché è una fedeltà a vivere il Vangelo concretamente. E direi per quest’Opera che continua il suo cammino, fedeltà a quella parola del Vangelo che Dio ha voluto pronunciare mandando questo carisma cioè la parola “unità”, quindi fedeltà a quell’unità che deve essere totale, che deve essere capace di vivere relazioni come si vivono nella Trinità, per testimoniare al mondo che Dio c’è, che attraverso l’Opera può ancora portare la fraternità più al largo nella Chiesa e nel mondo per contribuire a compiere quella preghiera di Gesù: “Padre, che tutti siano una cosa sola”.

Adriana Masotti

Qui l’intervista integrale

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