«L’unità: un concetto che si trasforma in speranza per il mondo intero», con queste parole Renato Schifani, presidente del Senato ha concluso il suo intervento a Palazzo Giustiniani, in occasione della presentazione del libro PortarTi il mondo fra le braccia. Vita di Chiara Lubich, scritto dalla penna di Armando Torno, editorialista del Corriere della Sera. Il presidente ha ricordato, nel suo intervento, la vita straordinaria di Chiara Lubich, ripercorrendone le tappe principali e la diffusione del Movimento dei focolari da lei fondato.  Sala davvero gremita anche da numerosi parlamentari, da Casini a Rutelli, da Buttiglione a Garavaglia, da Pezzotta a Sarubbi. Oltre ai relatori − l’autore, Roberto Catalano, corresponsabile del Centro per il dialogo interreligioso del Movimento dei focolari, Shahrazad Houshmand, docente di studi islamici alla Pontificia università gregoriana e Lisa Palmieri Billig, rappresentante in Italia presso la Santa sede dell’American Jewish Committee −, si sono avvicendati negli interventi anche rappresentanti del mondo politico: i senatori Giacomo Santini ed Emanuela Baio. Quest’ultima ha sottolineato come «sia difficile l’unità in politica, ma non irraggiungibile. L’unità, assieme alla fraternità, è il paradigma della nuova politica».  
Per Chiara Lubich «non esiste l’io senza il tu, e il tu senza il noi − ha sostenuto Donato Falmi, direttore dell’Editrice Città Nuova −. Per lei ogni espressione della vita umana ha sempre avuto una valenza sociale e perciò anche politica», tanto che formulerà l’ardita espressione: «La politica è il più grande atto d’amore». E ancora il rapporto con Alcide De Gasperi e la nascita del Movimento politico per l’unità, di cui Chiara gettò le basi nel 1996 a Napoli. Tappe che hanno aperto un positivo e costruttivo dialogo tra le diverse parti politiche come ha sottolineato la Baio, ricordando qualche episodio personale.  «Chiara entra in questo secolo con una voce nuova − ha affermato Torno −, che sorprende in continuazione. La sua storia si spiega come un “solo amore”». Quello che l’ha portata ad applicare lo stesso principio dal campo politico a quello del dialogo interreligioso. E forse ancor di più oggi, in entrambi i campi, ha valore di profezia la sua visione che si riverbera nella voce di tanti: «Grazie al momento storico, alle primavere arabe, alla globalizzazione, oggi ci stiamo guardando faccia a faccia − ha affermato Shahrazad Houshmand −. Forse stiamo capendo che c’è una via spirituale ed umana, una ricerca di fratellanza della famiglia umana sull’unica culla del pianeta Terra».  
Sud America, Africa, Asia. Tanti i Paesi visitati dalla Lubich negli anni. Come quella volta in India: «Per vari giorni non fece altro che ascoltare, e poi cominciò a rispondere alle domande che le venivano rivolte. Aveva la parola giusta per ogni situazione − ricorda Roberto Catalano −, e questo mi fece molta impressione poiché ero lì da vent’anni. Era una donna del dialogo». Allo stesso modo anche per Lisa Palmieri Billig è stato fondamentale il suo apporto nel dialogo: «A prescindere dal mio essere ebraica e laica, Chiara non può non penetrare in ognuno di noi − ha detto −. Il suo messaggio di unità, come fondamento della vita, ha trovato profonda accoglienza in tanti amici ebrei».  di Mariagrazia Baroni Fonte:    Città Nuova editrice 
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 Senato, la lezione di Chiara Lubich 
  20-07-2011  di Mariagrazia Baroni   Fonte:    Città Nuova editrice  | 
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Il suo impegno per il dialogo in politica e tra le religioni. Il 19 luglio in Senato, è stato presentato il libro “PortarTi il mondo fra le braccia” di Armando Torno, edito da Città Nuova 
 
          
    
«L’unità: un concetto che si trasforma in speranza per il mondo  intero», con queste parole Renato Schifani, presidente del Senato ha  concluso il suo intervento a Palazzo Giustiniani, in occasione della  presentazione del libro  PortarTi il mondo fra le braccia. Vita di Chiara Lubich, scritto dalla penna di Armando Torno, editorialista del  Corriere della Sera.Il  presidente ha ricordato, nel suo intervento, la vita straordinaria di  Chiara Lubich, ripercorrendone le tappe principali e la diffusione del  Movimento dei focolari da lei fondato.  
Sala davvero gremita anche da numerosi parlamentari, da Casini a  Rutelli, da Buttiglione a Garavaglia, da Pezzotta a Sarubbi. Oltre ai  relatori − l’autore, Roberto Catalano, corresponsabile del Centro per il  dialogo interreligioso del Movimento dei focolari, Shahrazad Houshmand,  docente di studi islamici alla Pontificia università gregoriana e Lisa  Palmieri Billig, rappresentante in Italia presso la Santa sede  dell’American Jewish Committee −, si sono avvicendati negli interventi  anche rappresentanti del mondo politico: i senatori Giacomo Santini ed  Emanuela Baio. Quest’ultima ha sottolineato come «sia difficile l’unità  in politica, ma non irraggiungibile. L’unità, assieme alla fraternità, è  il paradigma della nuova politica». 
Per Chiara Lubich «non esiste l’io senza il tu, e il tu senza il  noi − ha sostenuto Donato Falmi −. Per lei ogni espressione della vita  umana ha sempre avuto una valenza sociale e perciò anche politica»,  tanto che formulerà l’ardita espressione: «La politica è il più grande  atto d’amore». E ancora il rapporto con Alcide De Gasperi e la nascita  del Movimento politico per l’unità, di cui Chiara gettò le basi nel 1996  a Napoli. Tappe che hanno aperto un positivo e costruttivo dialogo tra  le diverse parti politiche come ha sottolineato la Baio, ricordando  qualche episodio personale. 
«Chiara entra in questo secolo con una voce nuova − ha affermato  Torno −, che sorprende in continuazione. La sua storia si spiega come un  “solo amore”». Quello che l’ha portata ad applicare lo stesso principio  dal campo politico a quello del dialogo interreligioso. E forse ancor  di più oggi, in entrambi i campi, ha valore di profezia la sua visione  che si riverbera nella voce di tanti: «Grazie al momento storico, alle  primavere arabe, alla globalizzazione, oggi ci stiamo guardando faccia a  faccia − ha affermato Shahrazad Houshmand −. Forse stiamo capendo che  c’è una via spirituale ed umana, una ricerca di fratellanza della  famiglia umana sull’unica culla del pianeta Terra». 
Sud America, Africa, Asia. Tanti i Paesi visitati dalla Lubich  negli anni. Come quella volta in India: «Per vari giorni non fece altro  che ascoltare, e poi cominciò a rispondere alle domande che le venivano  rivolte. Aveva la parola giusta per ogni situazione − ricorda Roberto  Catalano −, e questo mi fece molta impressione poiché ero lì da  vent’anni. Era una donna del dialogo». Allo stesso modo anche per Lisa  Palmieri Billig è stato fondamentale il suo apporto nel dialogo: «A  prescindere dal mio essere ebraica e laica, Chiara non può non penetrare  in ognuno di noi − ha detto −. Il suo messaggio di unità, come  fondamento della vita, ha trovato profonda accoglienza in tanti amici  ebrei». 
 
 
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