Movimento dei Focolari

Siria, il racconto di una stilista di Damasco

Set 29, 2013

L’esperienza di Rahmé conferma che in nome della fratellanza si può abbattere qualsiasi tipo di barriera, anche a costo di gravi rischi.

http://vimeo.com/75647683 «Dopo gli studi di stilista, ho lavorato per vari anni nel settore dell’abbigliamento. La Provvidenza ha poi voluto che lavorassi in un’organizzazione umanitaria con una religiosa del Movimento dei Focolari. Insieme abbiamo portato avanti dei progetti di insegnamento di cucito, ricamo e come stilista per le donne sfollate, aiutandole così a trovare un lavoro per sostenere le loro famiglie. Nel settembre 2012 si sono iscritte al corso 45 donne appartenenti a tutte le diverse confessioni presenti nel Paese (sunnite, sciite, cristiane, alaouite, druse) e di vari orientamenti politici. Una cosa sola le accomunava: erano sfollate e avevano perso tutto. Le tensioni tra loro erano molto forti ed evidenti, rifiutavano persino di trovarsi nello stesso posto. Un giorno nella Parola di Vita ho trovato la risposta, che è risultata come un monito: se volevo fare la volontà di Dio “che fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi” e ci ama senza far differenze, anche la mia carità non doveva fare differenze. La mia priorità era di trattare ognuna come una persona degna di rispetto; abbiamo visto che pian piano le donne hanno cominciato a salutarsi, a parlare l’una con l’altra, ad avere un certo contatto. Col passare delle settimane, queste donne hanno cominciato ad accettare le loro differenze e a sconfiggere le diversità che invece fuori, nel Paese, si accentuavano. Condividevano preoccupazioni e dolori ed è nato tra loro un rapporto di vero amore. Il giorno della festa di Ramadan, con mia sorpresa, le ragazze cristiane hanno preparato una piccola festa a sorpresa per le musulmane. Le musulmane hanno fatto lo stesso per Natale. Quando è stato lanciato il time-out per la pace in Siria, ho pensato di proporre questo momento di silenzio e di preghiera a tutte. Sono stata molto sorpresa il giorno seguente sentendo che i loro cellulari suonavano a mezzogiorno per ricordare proprio il time-out! Nel giugno 2013, nel giorno della consegna dei diplomi, alla presenza di membri dell’Associazione internazionale e dei rappresentanti della Mezzaluna Rossa, è stato chiesto loro quali fossero stati i momenti più difficili durante l’anno. Una, a nome di tutto il gruppo, ha risposto che era quello il giorno più difficile, perché era l’ultimo giorno nel Centro. “L’unico posto – diceva – dove riusciamo a respirare e che ci ha sempre aiutato ad andare avanti, mettendo la pace nelle nostre famiglie e nei nostri cuori”.

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