Dic 30, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Los dones carismáticos que Dios, en todas las épocas, dona a su pueblo y que, a menudo, toman la forma de nuevas espiritualidades, como luces sobre los contenidos de la Revelación para que ésta se encarne de manera más profunda, siempre están ligados a circunstancias y a personas concretas que son como mediadores de esos dones al servicio de la humanidad. La historia del carisma de la unidad no escapa de esta dinámica humano-divina. De hecho, junto a Chiara Lubich, además de sus primeras compañeras y compañeros, encontramos ya desde el inicio de la fundación a otras figuras de relieve que han sido fundamentales para que ese don pudiera explicitarse plenamente. Una de estas figuras es Pascual Foresi, primer focolarino sacerdote de la Obra de María y primer co-presidente, personalidad riquísima en la cual Chiara Lubich siempre entrevió un “designio” particular en la Obra naciente, el de la encarnación, es decir, la función de ayudar a materializar en obras completas las intuiciones, los impulsos que el Espíritu Santo iba suscitando en ella. De este modo, la historia del Movimiento de los Focolares, gracias a esta singular y paradigmática unidad entre Chiara Lubich y Pascual Foresi, tomaron forma dimensiones fundamentales del carisma de la unidad en el campo del pensamiento de la cultura, en su ordenamiento jurídico, en sus estructuras de formación, en sus actividades de difusión y editorial, entre otros. Si el encuentro Igino Giordani —conocido político y escritor católico— marca el inicio, además de la apertura del movimiento a la humanidad a 360 grados, de esa experiencia de luz conocida como el Paraíso del 49, el encuentro con Pascual Foresi hizo que las iluminaciones encontraran estructuras adecuadas e instrumentos idóneos de mediación y encarnación. En estos textos se despliegan los doce puntos de la espiritualidad de la unidad que surgen de esa oración. Quién haya leído los libros de Chiara Lubich en los que se exponen estos mismos puntos podrá captar, al mismo tiempo, la unidad de inspiración y la diversidad de aproximación: no se trata de algo que los completa, sino de extraer de esa inspiración originaria las implicancias prácticas de naturaleza teológica, entre otras. Por lo tanto, ellos nos presentan a Pascual Foresi en su característico rol junto a Chiara Lubich: rol que él ha sabido desarrollar con un amor infinito, como infinito es nuestro gracias a él por su ejemplar donación. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Nov 26, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Il ‘via’ a questo innovativo e atteso progetto è avvenuto in questi giorni a Loppiano, la cittadella internazionale dei Focolari, con il primo corso per tutor. Un centinaio – numero massimo previsto dagli organizzatori – di partecipanti di varie tipologie: insegnanti, psicologi, medici, esperti di animazione giovanile, professionisti, sono venuti da 8 Paesi europei ma anche da Brasile, Argentina, India, Burkina Faso, Camerun. Tanti di essi sono genitori, di cui diversi presenti in coppia, o appassionati formatori di bambini e ragazzi. Come prerequisito, oltre ad una buona capacità di ascolto e di empatia, si chiedeva che dalla stessa regione si prenotassero in due, un uomo e una donna. Perché – sempre a detta degli organizzatori – nel far scoprire ai ragazzi i valori dell’affettività e della sessualità, è importante proporsi sia con la sensibilità maschile che femminile.
Il progetto scaturisce dalla sinergia tra famiglie, animatori giovanili ed esperti in varie discipline, tutti dell’ambito dei Focolari, fra cui alcuni docenti dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Firenze). La sua finalità è guidare gli adolescenti in un percorso di formazione integrale, dove la sessualità è illuminata dalla visione antropologica che ha come riferimento la persona nel suo essere in relazione, nella sua capacità di amare e di essere amata, di donare e di accogliere. A gioire di questa iniziativa sono soprattutto i genitori che di fronte alla complessità di queste tematiche, avvertono sempre più la necessità di strumenti aggiornati. Sono questi i presupposti che hanno guidato il pool che ha elaborato il percorso Up2Me nelle sue diverse tappe, nei contenuti e nella sua metodologia, che vuole essere prevalentemente interattiva, proprio per facilitare il formarsi nei ragazzi di una coscienza morale che li aiuti a dare ragione delle proprie scelte e li renda capaci di esprimerle.
I tutor si metteranno in azione da gennaio 2016. Nelle loro regioni e Paesi ci sono già ragazzi i quali, col consenso dei loro genitori, intendono frequentare Up2me. È un percorso modulato su una dozzina di lezioni, per gruppi di 10/20 unità secondo tre fasce di età: 9-11 / 12-14 / 15-17. Avendo presenti le molteplici dimensioni della persona (corporea, emozionale, intellettuale, sociale, spirituale, storico-ambientale), le lezioni spazieranno dalla conoscenza del corpo umano al concetto di persona; dall’immagine stereotipata di pubblicità e media, all’identità sessuale; dalla gestione delle emozioni, al conflitto genitoriale; dai comportamenti a rischio, all’influenza di Internet. Per dialogare poi in profondità sui grandi temi della trasmissione della vita, contraccezione, aborto, pornografia, apposite dinamiche (giochi di ruolo, videoclip, ascolto di esperienze) aiuteranno i ragazzi nel rapporto con se stessi e nella scoperta del proprio progetto di vita. Anche per i genitori sono previste serate di incontro e di collaborazione. Il programma del corso è stato testato da due corsi pilota in Italia. Il 2016 sarà un anno di sperimentazione con i primi gruppi di ragazzi in diversi Paesi d’Europa. Contemporaneamente, esperti di vari continenti tradurranno e adatteranno il programma ai diversi ambienti geo-culturali. Facendo tesoro dell’esperienza, a fine anno si ripeterà il corso per tutor per poi moltiplicare il percorso Up2me nelle diverse aree del mondo. Info: up2me@afnonlus.org (altro…)
Nov 20, 2015 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Di fronte ai drammatici avvenimenti di Parigi e di tante altre parti del mondo, «il Movimento dei Focolari, mentre piange con chi piange, continua a credere nella via del dialogo, dell’accoglienza e del rispetto dell’altro, chiunque esso sia e di qualunque provenienza, credo religioso e appartenenza etnica», ha dichiarato la presidente Maria Voce all’indomani degli attentati nella capitale francese. «I Focolari – assieme a quanti nelle diverse responsabilità si adoperano anche con un rischio personale per la pace – rinnovano il proprio impegno ad intensificare e moltiplicare atti e gesti di riconciliazione, spazi di dialogo e comunione, occasioni di incontro e condivisione a tutti i livelli e a tutte le latitudini, per raccogliere il grido dell’umanità e trasformarlo in nuova speranza».
Diverse iniziative personali e collettive sono in atto. In Francia, tra le altre, la donna parigina che ha fatto visita a un negoziante e alla farmacista, rispettivamente marocchino e algerina, per rinnovare la sua amicizia; la coppia di Vendée che porta il proprio sostegno alle associazioni locali per l’accoglienza dei migranti, l’impegnato nel GAIC (Gruppo di amicizia Islamo-Cristiana) à Mulhouse, in Alsazia, che intensifica il suo contributo alla settimana interreligiosa in corso proprio a novembre (vedi intervista di Radio inBlu); un parroco della banlieue parigina che scrive una dichiarazione per la pace insieme ai musulmani del suo quartiere; la partecipazione attiva al festival interreligioso «Vivre ensemble à Cannes», fin dal suo inizio; iniziativa che ha ricevuto quest’anno il premio «Chiara Lubich per la fraternità»; l’organizzazione congiunta della 2° edizione di «Musulmani e Cristiani, insieme con Maria» prevista per il 2 aprile 2016 alla basilica di Longpont (Essonne). In Italia, in questi giorni corre un tam-tam che invita ad andare a «trovare il mondo musulmano che abita nei vari territori, cercando di gettare ponti, di costruire rapporti, di chiedere di convergere insieme con azioni concrete e visibili per la pace». In alcune città questi rapporti sono già avviati da tempo con frutti di fraternità.
In Gran Bretagna si è subito organizzata una catena di preghiere per le vittime della tragedia, chiedendo a Dio di “essere strumenti per portare l’unità nel proprio ambiente”, e in Irlanda una serata di conoscenza della cultura siriana per prepararsi ad accogliere i rifugiati diretti nel Paese. A Basilea e Adliswil, in Svizzera, donne musulmane e cristiane si trovano regolarmente ogni due mesi per una condivisione sulla fede. A Lugano c’è stato un intenso scambio con l’Imam Samir Jelassi. In Austria, a Meiningen (Voralberg), pochi giorni prima degli attentati si erano riunite 150 persone con Cenap Aydin, direttore dell’Istituto Tevere a Roma, e al prof. Siebenrock dell’Università di Innsbruck, del gruppo di studio che riunisce teologi musulmani da Iran, Tunisia, Algeria e Turchia, e teologi cattolici. In Germania, ad Augsburg, l’iniziativa “7 in punto – Augsburg prega per la pace”, il 7 di ogni mese alle 7 di pomeriggio: in una delle grandi chiese della città, una volta cattolica, l’altra luterana, un rifugiato, un esperto, o un rappresentante di una ONG illustra la situazione di un paese in difficoltà. E ancora, una marcia per la pace nel Valdarno in Italia, dove ha sede la cittadella di Loppiano, tra i promotori dell’iniziativa, e una manifestazione di piazza a Bahia Blanca, in Argentina, senza bandiere né colori politici. In California una cena di beneficenza per raccogliere fondi per sostenere progetti di aiuto ai rifugiati, preceduta da un momento di preghiera per le vittime degli attentati terroristici a Parigi e a Beirut, e dalla presentazione dello United World Project. In Honduras, il 14 novembre, una marcia per la pace organizzata dai Focolari, in solidarietà con la Siria, ha riunito persone di vari movimenti giovanili, portando un messaggio di unità e dialogo. Dall’Asia, Luigi Butori scrive: «Penso ai morti per attentati quasi giornalieri nel sud della Thailandia, ai profughi Rohinya; penso ai miei amici musulmani nella moschea a Chiangmai; penso a Mae Sot dove ancora oggi arrivano i profughi dal Myanmar in cerca di una vita migliore».

“Dieu pleure avec nous” © Michel Pochet
E ricorda l’invito di Chiara Lubich nel 1980: «Se nelle vostre città poi v’è una moschea o una sinagoga o qualche altro luogo di culto non cristiano, sappiate che lì è il vostro posto. Trovate modo di venire in contatto con quei fedeli, di stabilire un dialogo», parole che «ci spingono a creare un rapporto con chi non ha la nostra stessa fede: un rapporto vero, profondo, perché l’altro per me è il volto del Divino». In Egitto, va avanti il Living Peace Project, il progetto per l’educazione alla pace, nato al Cairo e adesso diffuso in tutto il mondo, che coinvolge centinaia di scuole e migliaia di studenti, e che ha ottenuto a New Humanity – ONG che lo promuove – il Luxembourg Peace Prize 2015. Anche l’arte dà il suo contributo: “Dieu pleure avec nous” (Dio piange con noi) è il titolo del dipinto che Michel Pochet, artista francese, ha realizzato dopo i fatti di Parigi. Mentre a Bruxelles il 21 novembre ha luogo il concerto di un coro misto musulmano e cristiano dal titolo “Fraternité en chœurs”, un gioco di parole fra “cori” e “cuori”. (altro…)
Nov 19, 2015 | Focolari nel Mondo

Nov 4, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Connettere i sogni, diffondere una nuova cultura: un titolo programmatico quello scelto per la Scuola interamericana di Economia di Comunione che si è svolta dal 26 al 31 ottobre nella Mariapoli Ginetta (San Paolo – Brasile), il luogo che, nel 1991, ha visto nascere dall’ispirazione di Chiara Lubich, il progetto EdC. 60 giovani partecipanti provenienti da Paraguay, Argentina, Messico, Guatemala, Cuba, Colombia, Bolivia e Brasile, hanno dato la loro decisa adesione ad avventurarsi nel mondo dell’imprenditoria secondo i principi innovativi presentati dalla fondatrice dei Focolari alla nascita del progetto. A sostegno della realizzazione di sogni e progetti, gli imprenditori presenti hanno dichiarato la loro piena disponibilità ad accompagnare con la propria esperienza questo cammino certo non facile che i giovani intendono intraprendere. La proposta è stata accolta con entusiasmo. Già a conclusione della scuola, ogni studente ha ricevuto dal proprio partner il certificato di partecipazione. È nata così una nuova esperienza di comunione che è stata chiamata “Operazione uno per uno”. Non solo. Maria Clézia Pinto, responsabile dei progetti dell’Anpecom (associazione che coordina le varie iniziative per un’Economia di Comunione in Brasile) ha annunciato l’avvio di un Programma di sostegno economico rivolto a piccole imprese che operano in situazioni di vulnerabilità sociale, offrono prodotti di alimentazione o servizi a favore dell’educazione, salute e abitazioni e ad iniziative tese allo sviluppo umano e sociale a favore delle classi di reddito medio-basso, basso e a quelle più indigenti. Si tratta di un programma ispirato ad iniziative già in atto in altre aree del mondo che offrono finanziamento e benefici vincolati all’adesione alle linee generali dell’EdC.
Nell’invito, chi ha lavorato alla preparazione della scuola aveva scritto rivolgendosi ai coetanei: “Non ci arrendiamo di fronte alle disuguaglianze e ingiustizie sociali”, lanciando una sfida: “E se questa trasformazione cominciasse dal prendere coscienza di che cosa sono povertà, economia, lavoro, relazioni interpersonali”? È stato su questi e altri temi di grande attualità, che si sono svolte tavole rotonde, incontri di gruppo, dove protagonisti erano proprio i giovani, insieme ad esperti ed imprenditori di anni di esperienza. Anouk Grevin, della Commissione Internazionale dell’EdC, nel suo intervento conclusivo, ha confidato che, sin dalla fase preparatoria, viva era l’aspettativa che la Scuola fosse come un laboratorio che potesse aprire nuove strade per l’EdC non solo in America Latina, ma nel mondo. (altro…)