Movimento dei Focolari
Luce: dal Brasile al mondo

Luce: dal Brasile al mondo

Guarda la trasmissione sul sito di TV2000

Da piccola “avevo come motto della mia vita: “Il mio popolo un giorno non avrà fame e neanche sete. E fare questo sarà la mia vita”. A raccontarlo è Angela Luce Silva, focolarina originaria di Masejo, Brasile,  durante i giorni di LoppianoLab a Tv2000. Una storia, la sua, in cui il donarsi totalmente a Dio le ha svelato un popolo ancor più ampio e l’ha condotta dal Brasile all’Italia, dalla Thailandia all’Indonesia dello tsunami nel 2004, all’impegno con l’Amu (Ong del Movimento dei Focolari). Riportiamo alcuni stralci dell’intervista – Guarda qui il video integrale in italiano. Il Brasile è una grande potenza, ma in quegli anni non era facile… “Erano gli inizi degli anni ’80, e proprio mentre mi ponevo tante domande ho conosciuto i giovani del Movimento dei Focolari. Per me è stato bellissimo, un grande cambiamento perché lì, fra di loro vedevo già una società nuova, diversa e vivevano come i primi cristiani, mettevano in comune le loro necessità, i loro beni, le loro cose. Per me era vedere un Vangelo fatto vita”. Tutto è partito quando avevi 15-16 anni e ti trovavi in Brasile. C’è un luogo che mi ha colpito ascoltando il tuo racconto… “È a Recife, vicino al mare. Si chiamava l’Isola dell’Inferno perché quando veniva l’alta marea questa località si riempiva di fango”. Ma c’era anche un altro tipo di fango… “È una regione dove ci sono le favelas, i mocambos, e  le persone vivono sulle palafitte. Una vita di esclusione e di impoverimento: spaccio di droga, prostituzione. Avevo finito l’università, volevo stare con queste persone, così insieme ad altri giovani siamo andati ad abitare lì, insieme a queste persone. Con loro cercavamo di capire quale era il processo di sviluppo che potevamo fare insieme”. Oggi l’isola non si chiama più Isola dell’Inferno, ma Isola di Santa Teresinha (di Lisieux). Ora tutto è trasformato.

Angela Luce Silva lavora con
“Azione per un mondo unito”

La storia di Luce poi procede verso altre destinazioni perché nel ’90 lasci il Brasile e vieni in Italia… “Ad un certo punto non era per me sufficiente dare solo la mia conoscenza o le mie cose materiali. Sentivo che c’era un grande richiamo di Dio a vivere un’avventura con Lui, di donarmi a Lui”. Ma arriviamo ad oggi, l’Azione per il Mondo Unito, l’Amu oggi è la tua vita, il tuo impegno. Cosa significa? “Lavorare all’Amu è una sfida grandissima, una chance, l’opportunità di realizzare il sogno della fraternità universale perché all’Amu lavoriamo per i progetti di sviluppo in 56 Paesi. Mi occupo del settore dell’educazione allo sviluppo. Cerchiamo di dare anche qui in Italia il senso della speranza ai giovani, perché bisogna cambiare tanti stili di vita. Capire che al Sud tanti problemi esistono perché  al  Nord stiamo troppo bene. ‘Ma come – mi dirai – siamo in crisi!’. Ma è vero e no, perché se pensiamo a certi Paesi allora i nostri problemi si ridimensionano”. (Fonte: Tv 2000) (altro…)

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Fede ed evangelizzazione: a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II

Papa GIOVANNI XXIII firma l’indizione del Concilio Vaticano II 11 Ottobre 1962

L’anno 2012 porta con sé un anniversario del tutto particolare: il giorno 11 ottobre 1962 fu aperto da Giovanni XXIII il Concilio Vaticano II. La stessa data fu scelta, trent’anni più tardi, per la pubblicazione, da parte di Giovanni Paolo II, del Catechismo della Chiesa cattolica (11 ottobre 1992) . E sempre l’11 ottobre avrà inizio l’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI con la Lettera apostolica Porta fidei: «Quest’anno – spiega la Congregazione per la dottrina della fede – sarà un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è “l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”. Fondata sull’incontro con Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e in tutto il suo splendore. “Anche ai nostri giorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare”, perché il Signore “conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani”». Per la Chiesa cattolica questo tema ha un’importanza centrale, come testimonia la decisione da parte di Benedetto XVI di erigere, il 20 settembre 2010, un nuovo Dicastero: il Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Si tratta di un intreccio di avvenimenti e di tematiche che si incontrano nel primo rilevante avvenimento dell’Anno della Fede, costituito dalla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà luogo dal 7 al 28 ottobre 2012 sul tema La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Abbiamo chiesto a tre teologi una riflessione sulla tematica del Sinodo. Piero Coda, nel suo testo Vaticano II e nuova evangelizzazione – Un unico Kairós, riporta il tema della nuova evangelizzazione alle sue radici, nelle scelte operate dal Concilio Vaticano II. La riflessione di Julie Tremblay, La qualità della nostra fede, sottolinea la condizione essenziale della nuova evangelizzazione posta a tema del Sinodo: vivere il Vangelo in modo nuovo. Il teologo anglicano Callan Slipper, nel suo intervento  La “nuova evangelizzazione” in una prospettiva anglicana, sottolinea come l’impegno intrapreso dalla Chiesa cattolica costituisca uno sguardo convincente ed utile anche alle altre Chiese, che condividono il medesimo orizzonte problematico. In questo contesto, appare molto opportuno uno “scambio dei doni” tra le Chiese. Per approfondimenti continua su: Nuova Umanità online Editoriale a cura di Antonio Maria Baggio, tratto dal trimestrale di cultura Nuova Umanità (altro…)

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Esce il libro-intervista alla presidente dei Focolari

Un libro intervista per conoscere il pensiero della Presidente del Movimento dei Focolari: deriva delle democrazie occidentali, Europa, cristianofobia e fondamentalismo; e ancora, incontri per i divorziati e l’appartenenza al Movimento di vescovi e cardinali; la Chiesa in un futuro non lontano; sono scomparsi i focolarini dopo la morte di Chiara? Sono solo alcuni degli argomenti affrontati nel libro e su cui Maria Voce ha risposto e sarà chiamata a rispondere. A partire dalle domande del libro intervista La scommessa di Emmaus (Città Nuova Editrice) Marco Politi, scrittore e editorialista de “Il Fatto Quotidiano” e Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma e editorialista dell’“Osservatore Romano”, dialogheranno con Maria Voce, sull’attualità dei Focolari, uno dei movimenti cattolici più diffusi nel mondo e che al suo interno conta membri di altre Chiese, di diverse religioni e di convinzioni laiche. Il 22 settembre, presso l’Auditorium di Loppiano, all’interno del multievento LoppianoLab. “Emmaus”: così Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari, chiamava Maria Voce, dal nome del luogo in Palestina dove i due discepoli hanno incontrato e riconosciuto Gesù dopo la Resurrezione. Quel nome era l’invito a vivere attraverso l’amore scambievole la presenza di Gesù tra i suoi. E così, semplicemente, è chiamata all’interno del movimento. Dopo la morte della fondatrice avvenuta nel 2008, Maria Voce viene eletta presidente. Calabrese, prima donna avvocato nella regione, focolarina dal 1959, poi responsabile del movimento in Turchia per sei anni, Maria Voce si è trovata ad assumere un compito oneroso: raccogliere l’eredità della fondatrice e traghettare il movimento dalla fase degli inizi “carismatici” a quella immediatamente successiva, in cui un movimento guarda all’oggi della storia rispondendo attraverso il suo carisma alle sfide e alle domande che la società vive, senza perdere la propria identità, ma senza rimanere ancorato al passato. (altro…)

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Educazione e fraternità: il Tavolo italiano, il Meeting internazionale

L’emergenza educativa è una delle sfide più urgenti di questa nostra epoca: è necessario infatti rinnovare gli itinerari formativi, per renderli adatti alla vita delle persone che si relazionano nell’era della globalizzazione. Come fare? Il compito non è facile, ma neppure impossibile. Un gruppo di educatori italiani, insegnanti, dirigenti, animatori di gruppi giovanili, psicologi, pedagogisti, si sono riuniti in un “Tavolo Nazionale dell’Educazione”, che dal 2010 si riunisce a Grottaferrata (Roma), presso la sede del Movimento Umanità Nuova, che ne è l’ente promotore insieme ad AMU, EDU e Ragazzi per l’Unità. Cecilia Landucci insegna lettere in una scuola secondaria di primo grado in provincia di Roma ed è coordinatrice dell’iniziativa nell’ambito della commissione “Educazione e cultura” di Umanità Nuova: «Il Tavolo è una rete concreta fra noi educatori, grazie alla quale possiamo sperimentare una comunione di vita che diventa metodo di lavoro; la conoscenza delle varie esperienze promuove la collaborazione, fa uscire dall’isolamento, favorendo la diffusione di quanto già in atto come vita e come pensiero culturale nel campo dell’educazione alla luce del Carisma dell’Unità; l’obiettivo è l’elaborazione di un progetto per la scuola italiana, che possa contribuire alla sua ridefinizione». Il Tavolo mette dunque in rete iniziative educative, didattiche e metodologiche di varie parti d’Italia, come l’educazione alla pace, alla cittadinanza, all’apprendimento, che mostrano come solo un’autentica relazione interpersonale, di donazione reciproca, può essere il principio di ogni grande evento educativo, in grado di favorire la piena realizzazione della personalità di ciascuno e di tutti. Ne sono testimoni gli studenti di un liceo scientifico in provincia di Catania, in cui da anni sono in atto vari percorsi pedagogici di educazione al bene comune, per valorizzare non solo il patrimonio culturale delle singole discipline, ma l’unità del sapere umano e i valori universali, al fine di aiutare gli alunni ad interiorizzarne i messaggi per trasformarli in modus vivendi. Con il coinvolgimento di docenti di varie materie, vengono proposti incontri con associazioni impegnate nell’ambito dello sviluppo, della cooperazione e del volontariato. “Noi ragazzi non siamo soliti riflettere su questioni di questo genere, ma questo incontro ci ha aperto gli occhi, facendoci capire che l’intervento di ognuno, nel nostro piccolo, può essere decisivo”. (I.P. II A). I ragazzi diventano così protagonisti di azioni di solidarietà e condivisione, come, ad esempio, il “sostegno a distanza” di bambini che vivono situazioni difficili, ma anche all’interno della classe, facendo circolare materiali, talenti e competenze. “La fame, le guerre nel mondo, i paesi del terzo mondo…titoli che ormai conosciamo bene, titoli così lontani dalla nostra realtà da farci sentire impotenti… Nel nostro piccolo possiamo aiutare anche noi, incominciando dalla gente che ci circonda, dai poveri del nostro paese”. (G.M. III A) Una delle ultime novità dei lavori del Tavolo è la messa in agenda per il 2013 di un “ Meeting Internazionale del Mondo dell’Educazione”, che si terrà a Castelgandolfo (Rm) il 6-7-8 settembre 2013. Il Meeting avrà lo scopo di mettere insieme quanti nel mondo si occupano di educazione a vario titolo: la famiglia, naturalmente tutto il comparto scuola, i catechisti, gli animatori di gruppi, gli studiosi, i ragazzi. «Si costruirà insieme un momento comune, forte e significativo»- conclude Cecilia Landucci – «che a livello internazionale, avrà come base di lavoro il confronto, l’ascolto, lo scambio di idee e di percorsi educativi, le buone prassi realizzate e le progettualità da avviare». (altro…)