Mag 27, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
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«Parlate! Parlate forte! Abbiate il coraggio di parlare dell’EdC anche ai grandi economisti del mondo. Forse non vi daranno credito subito, ma siccome è una realtà basata sulla verità delle cose si affermerà con il tempo». Maggiore sprone e migliore incoraggiamento non poteva dare il card. Odilo Scherer, arcivescovo di San Paolo, in visita il 26 maggio all’Assemblea internazionale dell’EdC, in corso di svolgimento alla Mariapoli Ginetta, a 50 chilometri dalla metropoli brasiliana. «Ho voluto passare di qua – ha confidato ai 650 partecipanti, provenienti da 37 Paesi – per dire una mia parola di incentivo e di incoraggiamento ai lavori di questa iniziativa». E subito spiega: «È un evento, il vostro, che propone qualcosa di nuovo per la società». Il porporato – una delle figure più ascoltate di tutto il Latino America – non dubita della presenza di una domanda diffusa e di una ricerca in atto: «Certamente molti sono interessati a sapere cosa significhi l’espressione Economia di Comunione, cosa possa portare di buono per i nostri tempi, per l’economia dei nostri Paesi, per la nostra società, cosa ha da dire per risolvere la crisi economica che persiste da tante parti». Egli non dubita circa il fondamento dell’EdC: «Vedo che la proposta dell’EdC è pienamente sintonizzata con ciò che propone da tempo la Dottrina sociale della Chiesa per l’economia». Da questa considerazione nasce il suo perentorio invito, citato in apertura: «Parlate! Parlate forte!».
Ha maturato una convinzione il Cardinale: «L’EdC offre certamente la possibilità di una via d’uscita diversa per i problemi economici del mondo», perché «il sistema economico basato nel binomio socialismo-capitalismo non porterà certamente nel mondo una soluzione all’economia». Commenta infatti: «Se non ci sarà un nuovo orientamento dell’economia, proprio nel senso della comunione e della solidarietà, noi – come ha avvertito papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate – ci stiamo incamminando decisamente verso il disastro. Perché il mondo non offre beni in quantità inesauribili. La ricchezza, se non è condivisa, genera conflitti». «La proposta dell’Economia di Comunione potrà offrire luci per l’economia di tutte le nazioni. – continua – essa comincia dal piccolo, dall’economia delle famiglie, dall’economia dei piccoli gruppi locali che, sommati, potranno dare inizio veramente ad un cambiamento grande che, col passare del tempo – forse noi non lo vedremo – potrà produrre una vera trasformazione, anche nell’economia di tutto il mondo». Ravvisa inoltre che l’EdC «è una proposta di globalizzazione della solidarietà, come Giovanni Paolo II aveva tante volte richiamato e che la Chiesa continua a far presente» e riferendo della sua imminente partenza alla volta di Roma per un incontro dell’organismo vaticano per la nuova evangelizzazione, di recente istituzione, il porporato ha preannunciato che vede «nell’EdC uno strumento particolarmente adatto per la nuova evangelizzazione nel campo dell’economia». Le parole di Scherer non possono che arrecare maggiore consapevolezza nei presenti, rappresentanti di quanti operano nel mondo per l’EdC, ma li ha investiti di ulteriori responsabilità. «Continuate con molta fede, con molta speranza in questo cammino, condividendo queste esperienze in tutto il mondo, affinché ciò possa produrre un effetto sempre più ampio». Dall’inviato Paolo Lòriga (altro…)
Mag 27, 2011 | Chiara Lubich, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Così annota Chiara Lubich nel suo diario:
“La ‘corona di spine’ – così il cardinale Arns [allora arcivescovo] di San Paolo, chiama la cintura di povertà e miseria che circonda la città che pullula di grattacieli – è il grande problema di queste terre in via di sviluppo, uno dei più grandi problemi del nostro pianeta, per il quale noi possiamo fare sempre poco, ma che Dio Padre può prendersi cura di risolvere, anche per la nostra fede di figli suoi. Dio può tutto. Lo dobbiamo sperare e occorre pregare. La città di San Paolo: nel 1900 era un villaggetto. Ora non è una selva, ma una foresta di grattacieli. Tanto può il capitale in mano ad alcuni e lo sfruttamento di altri. Ma perché tanta potenza non si orienta alla soluzione degli immani problemi del Brasile? Perché manca l’amore al fratello, domina il calcolo, l’egoismo. Dobbiamo crescere, finché il bene camminerà da sé. E la speranza c’è e – vorrei dire – la sicurezza.” Il 29 maggio 1991, davanti a circa 650 tra imprenditori, lavoratori, giovani, riuniti da tutto il Brasile, nella cittadella “Ginetta”, Chiara lancia l’idea maturata in quei giorni:
“Qui dovrebbero sorgere delle industrie, delle aziende i cui utili andrebbero messi liberamente in comune con lo stesso scopo della comunità cristiana: prima di tutto per aiutare quelli che sono nel bisogno, offrire loro lavoro, fare in modo, insomma, che non ci sia alcun indigente. Poi gli utili serviranno anche a sviluppare l’azienda e le strutture della cittadella, perché possa formare uomini nuovi: senza uomini nuovi non si fa una società nuova! Bisognerebbe associare tante persone che potrebbero diventare azionisti, pur con quote minime. Anche i giovani con le loro piccole iniziative potrebbero raccogliere una quota per far parte della società che farà nascere questa città industriale. Una cittadella così, qui in Brasile, con questa piaga del divario tra ricchi e poveri, potrebbe costituire un faro e una speranza.” (altro…)
Mag 26, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo

Luigino Bruni parla della storia dell'EdC
È proprio qui, nell’auditorium della Mariapoli Ginetta Calliari, a cinquanta chilometri da San Paolo, che vent’anni fa Chiara Lubich, sotto il pressante impulso dello Spirito, comunicò un’intuizione: il carisma dell’unità aveva qualcosa da dire per contribuire ad innovare l’apparentemente inscalfibile sistema economico e produttivo internazionale. Sono arrivati qui in Brasile in 650 (cospicua la presenza di giovani) da 37 Paesi del mondo in rappresentanza delle 800 aziende impegnate nell’EdC, degli otto poli imprenditoriali presenti nel mondo, degli studiosi e degli studenti delle discipline economiche coinvolti nella riflessione scientifica e nell’elaborazione culturale. Già in apertura dell’assemblea, iniziata ieri, 25 maggio, c’era gioia e gratitudine per questi due decenni di cammino, ma anche commozione quando si è tornati alle parole della fondatrice dei Focolari che ebbero, come allora fu detto, l’«effetto di una “bomba” in campo economico». A queste origini è tornata Maria Voce, presidente dei Focolari, in un messaggio video che non indugia comunque sui registri della commemorazione e della celebrazione. «Occorre riconoscere che il progetto dell’EdC deve ancora affermarsi», ha fatto presente, complimentandosi con gli organizzatori per la scelta di un dettaglio, rivelatore però dell’approccio di fondo: «Mi sembra molto significativo che nel logo delle celebrazioni abbiate voluto far apparire la data del 2031 ad indicare un futuro che oggi possiamo solo intuire e che si definirà grazie ai contributi che continuerete a dare». Senza fare sconti, la presidente Voce ha indicato le sfide che attendono l’EdC che ha «la potenzialità di trasformare dall’interno il vissuto economico, non solo delle imprese, ma anche delle famiglie, delle istituzioni finanziarie, delle politiche economiche». Ma occorre tener presente una condizione di fondo: «L’EdC avrà nuovo slancio se avrà come orizzonte il mondo unito e sarà capace di muovere i cuori, le azioni, gli entusiasmi di chi ha esigenze di grandi ideali per cui giocare la propria vita». Auspica allora che «ne verrà una nuova stagione di creatività e di protagonismo di tutti voi e risponderemo a un grande appuntamento con la storia». Di storia aveva parlato anche Luigino Bruni, coordinatore della commissione internazionale dell’EdC, aprendo i lavori dell’assemblea, per sottolineare il cammino compiuto dalla profezia di Chiara in ambito economico. Quattro le parole su cui è stato imperniato il suo intervento: festa, per i venti anni; responsabilità, per il compito da svolgere in questo periodo di crisi; memoria, per non dimenticare le domande fondative di Chiara pronunciate in questa sala nel 1991; speranza, nella forza del progetto loro affidato e nelle nuove generazioni di imprenditori e studiosi impegnate nell’EdC.

Alberto Ferrucci
Inevitabili i rimandi storici anche per l’imprenditore Alberto Ferrucci, nell’Edc sin dalla prima ora. Ha ricordato il modo organizzato con cui agli inizi Chiara e le compagne di Trento sovvenivano alle necessità dei poveri della città, giungendo così a indicare una «vocazione laica di santità» in quanti avrebbero sostenuto l’EdC, da chi vendette modeste proprietà, offrì i pochi risparmi per consentire di acquistare i terreni per i poli produttivi a chi lasciò ottimi posti di lavoro e le proprie città per dar vita all’intuizione di Chiara. Un eroismo che ha poi permesso a Benedetto XVI di citare l’EdC nella sua prima enciclica sociale. Un’esigenza ha consegnato Ferrucci all’assemblea: «Occorre elaborare teoricamente i paradigmi di questa nuova economia, potendo mostrare poli produttivi ed aziende che mettono in pratica questi principi e scuole ed università che formano ad essi». È il futuro che l’assemblea è chiamata a declinare con il futuro. Dall’inviato Paolo Lòriga (altro…)
Mag 18, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
L’economia globalizzata è una macchina potentissima ma fragile e instabile: è questo uno dei messaggi che la crisi che stiamo attraversando ci sta dicendo. In particolare l’economia globalizzata crea enormi opportunità di ricchezza, ma produce anche nuovi costi, tra cui una radicale incertezza dei sistemi finanziari, e squilibri sociali più forti. Spesso le conseguenze delle crisi le pagano settori sociali diversi da quelli che la procurano, e normalmente molto più poveri. Ecco perché il tema della giustizia sociale è oggi direttamente anche il tema dominante della nuova economia: lo stiamo vedendo in medio-oriente (non dobbiamo dimenticare che la rivoluzione di questi mesi è stata innescata da faccende di giustizia economica), e, credo, lo vedremo nei prossimi anni ancor più nei Paesi arabi ma anche in Cina e in India dove, una volta che le libertà individuali e la democrazia prenderanno il sopravvento, non sarà più tollerata l’enorme diseguaglianza che oggi ritroviamo in questi nuovi colossi. È mia convinzione che nel mondo sta maturando una crescente intolleranza nei confronti della diseguaglianza, all’interno dei singoli Paesi e tra Paesi, come se l’uomo post-moderno, informato e globale, dopo la democrazia politica oggi inizi seriamente a richiedere anche la democrazia economica, e sembra essersi accorto, con fatica e con ritardo, che la democrazia economica è parte essenziale della democrazia politica. Infatti il mercato, essendo un ambito della vita in comune retto dalla regola aurea del mutuo vantaggio, non riesce ad assicurare la giustizia distributiva, anzi, in certo senso, se non è accompagnato da altri principi e istituzioni co-essenziali, nel tempo il mercato tende ad aumentare le diseguaglianze. Da una parte, infatti, il mercato è luogo della libertà e della creatività basato sui talenti individuali, e i talenti non sono distribuiti in modo uniforme nella popolazione; dall’altra, nella gara del mercato non partiamo tutti dalla stessa linea, e chi ha di più oggi (risorse, istruzioni, opportunità …) tende ad avere ancora di più domani.
Che fare allora? Il 29 maggio 2011 è l’anniversario dell’istituzione dell’Economia di Comunione (EdC), il progetto economico lanciato, in Brasile, da Chiara Lubich, nello stesso mese nel quale Giovanni Paolo II aveva pubblicato la Centesimus annus, un’ enciclica che Chiara aveva letto e meditato durante quel viaggio. Per questa occasione rappresentanti del mondo dell’EdC si ritroveranno a San Paolo dal 25 al 29 maggio per un bilancio dei primi venti anni, e soprattutto per guardare ai prossimi venti (www.edc-online.org). Il messaggio lanciato da Chiara in quel viaggio brasiliano è oggi ben vivo, matura e cresce nella storia, ben oltre la comunità (i Focolari) nel quale l’EdC è nata, come ha ben colto Benedetto XVI che l’ha voluta indicare nella Caritas in Veritate come una esperienza da sviluppare e diffondere. Il messaggio è semplice e chiaro: l’impresa deve essere innanzitutto uno strumento e un luogo di inclusione e di comunione, che mentre produce ricchezza si occupa anche di redistribuirla, e quindi di giustizia. Se infatti vogliamo che cresca la democrazia economica e la giustizia redistributiva non possiamo e non dobbiamo fare troppo affidamento sugli Stati o sui Governi: deve essere la stessa impresa, sotto la spinta della società civile e dei cittadini del mondo, ad evolvere e ad occuparsi di cose nuove, di quelle res novae del contesto globalizzato in cui viviamo. L’impresa non può limitarsi ad operare nei limiti della legge, pagare le tasse (anche quando le paga), e fare un po’ di filantropia per abbonirsi i clienti. In questa nuova fase all’impresa è chiesto di più, molto di più, se vogliamo che la società civile consideri l’impresa e l’economia come amiche per il Bene comune. Ben venga allora il compleanno dell’EdC, se ricorda a tutte le imprese questo bisogno di diventare altro, di evolvere in una economia a misura di persona. di Luigino Bruni, pubblicato su Mondo e Missione – Maggio 2011 (altro…)
Mag 12, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Siamo ormai alle porte degli eventi dei 20 anni dell’Economia di Comunione (EdC) in Brasile: fervono gli ultimi preparativi da parte di chi, ormai da mesi, lavora con intensità e passione alla preparazione di questi 5 giorni così importanti. I fronti sono due: la preparazione dell’Assemblea Edc presso la Mariapoli Ginetta di Vargem Grande Paulista e la Giornata conclusiva a San Paolo, per la quale sono attese 1600 persone al Memorial America Latina. Per l’Assemblea l’organizzazione comunica che abbiamo raggiunto la soglia dei 630 partecipanti: un traguardo veramente ambizioso, specie per la varietà della provenienza delle persone, che sono attese da 37 paesi, rappresentati 4 continenti. Se la maggioranza è ovviamente di Brasiliani, con oltre 240 presenze, al secondo posto si classifica l’Italia con 85 presenze ed al terzo l’Argentina con 62 partecipanti. Rilevante la rappresentanza proveniente dalla Corea, quasi 30 persone! Poi a seguire, in ordine di rappresentanza numerica, Spagna, Cile, Usa, Francia, Uruguay, Svizzera, Bolivia, Germania, Venezuela, Slovenia, Paraguay, Messico, Portogallo, Belgio, Irlanda, Canada, Serbia, Polonia, Panama, Filippine, Camerun, Polonia, Costa Rica, Perù, Kenya, Slovacchia, Ungheria, Equador, Colombia, Costa d’Avorio, Nigeria, Congo e Romania. Ora, a valigie quasi pronte, uno staff di collaboratori si prepara a lavorare attivamente per mantenere il sito EdC il più aggiornato possibile, dando giorno per giorno notizie, foto, documenti e echi di ciò che sta avvenendo in tempo reale. I giovani presenti daranno vita ad un blog e faranno la propria parte sui social network… Chi non potrà essere presente in Brasile potrà partecipare comunque agli eventi in tempo reale attraverso le dirette streaming che si stanno approntando: link per accedere saranno pubblicati sul sito appena disponibili. Le dirette verranno realizzate sia nei giorni dell’Assemblea presso la Mariapoli Ginetta (25-28 maggio) nella Giornata conclusiva a San Paolo di domenica 29 maggio. Sarà l’occasione per organizzare punti di ascolto, specialmente per la giornata conclusiva, che diventeranno occasioni per ritrovarsi e festeggiare insieme questo compleanno. Ci è già stata comunicata la realizzazione di punti di ascolto al Polo Lionello di Loppiano, al Polo Giosi di Abrigada (Portogallo), e poi aVienna, a Lugano, forse a Madrid…nei prossimi giorni la lista si allungherà. Le dirette durante i giorni dell’Assemblea saranno al mattino per dar modo a tutti di poter assistere ai temi dell’Assemblea. E’ previsto che la lingua di trasmissione sia l’italiano. Per il 29 maggio la diretta si effettuerà per tutta la giornata. Appena avremo maggiori dettagli li comunicheremo. Nel frattempo, arrivederci a tutti in Brasile! di Antonella Ferrucci – www.edc-online.org (altro…)