Movimento dei Focolari
Un’economia per un nuovo modello sociale

Un’economia per un nuovo modello sociale

La scelta del luogo è proprio indovinata: nei pressi di Montevideo, capitale dell’Uruguay, si trova il Centro Mariapoli “El Pelícano”, un posto incantevole per trascorrere un fine settimana di lavoro in un ambiente rilassato. L’evento, dall’11 al 12 settembre, ha radunato oltre 150 partecipanti del Paraguay, Argentina e del Paese ospitante. Imprenditori, studenti, lavoratori, economisti interessati ad approfondire le linee portanti del progetto dell’EdC. Dopo l’illustrazione dell’Economia di Comunione, della sua storia quasi ventennale, toccando gli aspetti imprenditoriali, sociali, accademici, i Poli con le aziende e le sfide attuali,  è seguita una carrellata di esperienze dei protagonisti con la presentazione di alcune aziende che aderiscono all’EdC. María Elena González del Paraguay, alla guida di “Todo Brillo” (Tutto pulito), esordisce: “Non vi parlerò della nostra azienda, ma di quella di un Altro”, in allusione a quel già noto “Socio nascosto” che accompagna gli imprenditori dell’Economia di Comunione, e cioè l’aiuto di Dio. Con semplicità disarmante racconta delle umili origini della sua azienda di pulizie,  della loro fedeltà – anche nei tempi più duri della crisi -, ai valori a cui si rifà l’EdC, di come sono venuti fuori con lo sforzo di tutti. La sua azienda, oggi, fornisce lavoro a 420 impiegati che, per il Paraguay, non è poco. Commoventi le esperienze, alle volte eroiche in un mercato competitivo e talvolta crudele, di due imprese uruguaiane: “Sempre più su”, di produzione di indumenti sportivi, e “Domus Aurea”, impresa edile che raccontano come distribuiscono gli utili in funzione dei bisogni reali dei lavoratori, e di come cercano di vivere la “cultura del dare” pur in mezzo alle ristrettezze. Arriva il turno di 4 aziende argentine: “La Sagrada” (La Sacra), azienda agricola di Buenos Aires che si dedica alla produzione e commercializzazione di prodotti lattei di qualità; dalla città di Mendoza, ai piedi delle Andi, una cooperativa metallurgica e l’azienda di Elettrodomestici Breccia; e, infine, la Dimaco, azienda di cui parlano i 10 impiegati presenti al convegno. In teleconferenza, da Indianapolis (USA), John Mundell, presidente e fondatore di Mundell & Associati, presenta la sua azienda specializzata nella consulenza ambientale. Racconta come cercano di mettere in pratica i punti forti dell’EdC, come fanno la valutazione del impegno degli impiegati in base a questi propositi, del loro rapporto positivo con la concorrenza, la correzione reciproca, vissuta anche con gli impiegati, l’importanza di condividere le esperienze lavorative all’interno dell’azienda come un mezzo per trasmettere i valori dell’EdC e altro. Con grande convinzione, l’imprenditore statunitense afferma: “Le aziende dell’EdC hanno successo, vanno avanti, per i valori che mettono in pratica, e no nonostante quei valori” che richiedono sacrificio,  muoversi nella legalità, andare contro corrente prendendo alle volte decisioni anti economiche, pur di restare fedeli ai valori cristiani. A conclusione del Seminario, uno sguardo alle “nuove sfide che si presentano alle aziende di Economia di Comunione, per incoraggiarci a proseguire la strada intrapresa, per non perdere l’appuntamento con la storia”, come dicono. (altro…)

Un’economia per un nuovo modello sociale

Speciale LoppianoLab

L’Italia s’è desta Dal laboratorio di Loppiano una prospettiva per il Paese: ridare idealità, concretezza, unitarietà al nostro cammino di nazione, ingaggiando tutti. di Maddalena Maltese http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=27587 Giovani e donne, potenzialità da riconoscere L’economista suor Alessandra Smerilli, grazie anche alle testimonianze raccontate, ha evidenziato il loro specifico apporto allo sviluppo dell’impresa.  di Chiara Andreola http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=27589 I poveri, la vera contabilità dell’EdC Gli utili donati aumentano anche nei due anni di crisi. Ma il vero bilacio dell’Economia di Comunione sta nella riduzione del numero degli indigenti. di Chiara Andreola http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=27580 L’etica provoca il mercato La crisi economica mondiale pone l’accento su nuovi modelli di sviluppo, dove gratuità, dono, persona, comunione possono conciliarsi con investimento e profitto. Al Polo Lionello banchieri e imprenditori a confronto. di Maddalena Maltese http://www.cittanuova.it/contenuto.php?TipoContenuto=web&idContenuto=27573 (altro…)

Un’economia per un nuovo modello sociale

LoppianoLab

La cittadella internazionale di Loppiano (FI), Economia di ComunionePolo “Lionello Bonfanti”, Istituto Universitario Sophia e Gruppo editoriale Città Nuova presentano: “Piste d’innovazione in risposta alla crisi”. Parte dal centro internazionale di Loppiano (FI), da 45 anni all’avanguardia del dialogo inter-culturale e sociale, la prima edizione di LoppianoLab, evento-contenitore di numerosi appuntamenti, dibattiti, tavole rotonde e percorsi espositivi. Una sfida globale e originale per condividere sperimentazioni e prassi di coesione e innovazione in economia, cultura e formazione: un contributo di vitalità per il Paese. 4 appuntamenti per un Paese più coeso Expo 2010 – Aziende in rete: una risposta innovativa alla crisi e Convention EdC per l’Italia 50 aziende italiane di varia tipologia, aderenti al progetto di Economia di Comunione, daranno vita alla Expo 2010 allestita nel Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti: spazi espositivi, mostre e tavole rotonde in cui imprese dell’economia civile promuovono idee e progetti orientati ad un’economia al servizio dell’uomo e della società. Un’occasione di confronto su energia e ambiente, finanza etica e sostenibilità, interventi sociali e promozione della salute. Convention “EdC per l’Italia: Imprese, progetti, futuro” Il 18 e 19 settembre esperti ed operatori discuteranno sui temi della crisi economica, dell’imprenditoria giovanile e femminile, tra gli altri. Il Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti ospita ad oggi una ventina di aziende EdC e si propone come punto di convergenza e visibilità delle imprese che aderiscono al progetto ma anche delle organizzazioni aziendali e associazioni di categoria che sempre più guardano allo sviluppo sostenibile ed etico della propria attività e dei propri associati. Convegno: “Quale Paese, quale unità?” – per rispondere alla sfida socio-culturale Si tratta del momento clou della manifestazione in cui cultura ed economia sono al centro del dibattito. Studiare, lavorare, trovare nuove soluzioni per rispondere alle sfide di oggi ed esplorare piste possibili verso una visione unitaria del Paese, nel rispetto delle identità culturali ed economiche regionali. Appuntamento annuale del Gruppo Editoriale Città Nuova Lettori, operatori culturali, sostenitori della cultura che scaturisce dal carisma dell’unità s’incontrano per tracciare percorsi d’impegno sociale e civile attraverso forum e dibattiti con gli autori e i redattori della rivista Città Nuova, da 50 anni  portavoce di un progetto culturale che si fonda sul riconoscimento dell’unità della famiglia umana, in dialogo con le diverse espressioni contemporanee che credono nei valori dell’uomo. Gli interventi: Luigino Bruni e Nicolò Bellanca (economisti), prof. Mons. Piero Coda (preside Istituto Universitario Sophia), Antonio Maria Baggio (politologo), Johnny Dotti (imprenditore e presidente di Welfare Italia), Lucia Fronza Crepaz (Movimento internazionale Umanità Nuova), Benedetto Gui (prof. Economia Politica – Univ.Padova), Ugo Biggeri (presidente Banca Etica), Marco Morganti (A.D. Banca Prossima), Gianfranco Donato (presidente BCC Valdarno), Paolo Rafanelli (presidente Fidi Toscana), Armando Prunecchi (direttore CNA Toscana), Piero Galardini (direttore Confartigianato), Michele De Beni (pedagogista), Ezio Aceti (psicoterapeuta) e molti altri. Programma Altra documentazione (altro…)

Casetta “Primi tempi”

Una semina cominciata quattro anni prima. Un quartiere, a Santiago, vecchio e povero. Un paio di scarpe numero 42. Inizia così la nostra avventura immersi in questo pezzo di mondo emarginato della nostra capitale. Il primo giorno, appena arrivati, bussa alla nostra porta “don Juan”, uomo anziano, povero e cieco. Forte è la sensazione che sia Gesù arrivato a darci il benvenuto per questa nuova esperienza. Pian piano “don Juan” è divenuto uno di famiglia: ogni giorno ci fa visita per condividere una tazza di tè e per  raccontarci le sue belle storie. Il venerdì è invece il giorno in cui apriamo le porte a tutti, specialmente agli amici più bisognosi che cerchiamo di accogliere con tutto l’amore possibile, cercando soprattutto di donare i frutti della presenza spirituale di Gesù che custodiamo tra noi, con l’amore reciproco. Nella vicina piazza Yungay, dove ogni anno organizziamo il pranzo di Natale aiutati da tutta la comunità, un giorno un amico senza tetto ci chiede un paio di scarpe numero 42. È inevitabile pensare all’esperienza vissuta da Chiara Lubich  anni prima: proprio come aveva fatto lei chiediamo aiuto a Gesù ed ecco arrivare, il giorno dopo, uno di noi – che non sapeva di questa richiesta – giusto con un paio di scarpe numero 42! Ci viene spontaneo raccontare questo fatterello a Chiara Lubich, allora ricoverata presso l’Ospedale Gemelli di Roma. Che sorpresa ricevere, dopo pochi giorni, la sua risposta, nonostante la gravità della sua salute. Ci dava il nome che le avevamo chiesto per la nostra piccola casa, scelto proprio alla luce delle esperienze vissute fino a quel momento: casetta “Primi Tempi”, in allusione al primo focolare. La sua lettera è stata il sigillo di una nuova tappa per la nostra vita di impegno evangelico in Cile. Sono ormai passati 4 anni. Oggi la “casetta” è abitata stabilmente da tre gen, mentre altri ci vivono per due settimane, a turno. Ci siamo trasferiti definitivamente proprio nei giorni successivi al terremoto del 27 febbraio scorso. Così abbiamo potuto metterci subito a disposizione dei nostri vicini di casa che avevano avuto le loro case danneggiate dal sisma. Le visite ai nostri amici nel bisogno non sono rimaste come semplici gesti d’amicizia, ma con la nostra presenza sul posto c’è un luogo stabile dove possiamo donarci in prima persona, senza ricevere magari delle gratificazioni materiali, ma dove impariamo ad amare in modo soprannaturale. Non è mai mancato l’aiuto di Dio – attraverso tante persone – in beni materiali da distribuire, ed è cresciuto il rapporto di famiglia con tutti. Un venerdì al mese altri giovani aderiscono al nostro progetto di creare uno spazio di fraternità. Essi provengono da diversi punti di Santiago e nella nostra casa, per il clima di fraternità che c’è, riescono a superare le distanze sociali che ancora feriscono la nostra società. E’ con questo amore reciproco costruito prima tra noi che andiamo incontro ai nostri amici bisognosi. (A cura di Edoardo Zenone – Tratto dal giornale “Gen” – luglio-settembre 2010) (altro…)