Movimento dei Focolari
Oltre i malumori e il disagio

Oltre i malumori e il disagio

Tutto è cominciato da una domanda: Cosa possiamo fare per la nostra città, Jànoshalma? “ Il primo passo è stato fare un Patto tra noi – ricorda M. C. –: ci siamo promessi di mettere in pratica il comandamento nuovo di Gesù: Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati. (Gv 15, 12) condividendo le gioie, i dolori, i beni, le esperienze. E, nello steso tempo, ci siamo impegnati ad avere questa misura d’amore anche con la nostra città. Un patto d’amore reciproco che ha richiesto tempo, energie e sacrifici. Tante volte abbiamo dovuto ricominciare. Insieme abbiamo dato vita all'”Associazione per Jànoshalma” che adesso ha 25 soci. Tante le idee che sono nate: aiutare i poveri, realizzare con i giovani programmi per i loro coetanei, fare mostre per valorizzare le tradizioni. Nelle nostre attività abbiamo anche stabilito una stretta collaborazione con alcuni istituti. Attraverso queste azioni oltre cento persone sono venute in contatto con noi. Tra le attività che desideravamo attuare c’era la ristrutturazione di un parco cittadino, molto rovinato. Coscienti che né nella nostra Associazione né in Comune c’erano i soldi necessari, ci è venuta l’idea di una raccolta di carta. Ci siamo messi in contatto con i negozi, ma il ricavato dell’azione è stato poco e ci è venuto allora in mente di organizzare un ballo di beneficenza nel centro della città. Questa volta il ricavato ha superato ogni attesa. Abbiamo contattato il Comune e la nostra proposta di usare quel denaro per la ristrutturazione del parco è stata accolta. Poco tempo dopo c’è stata l’inaugurazione e, poiché il parco non aveva ancora un nome, ci è venuta l’idea di promuovere un concorso per scuole e asili. Oltre 100 bambini hanno partecipato. In occasione della proclamazione del vincitore abbiamo preparato una festa e invitato i bambini. Per due anni abbiamo anche collaborato al programma di “abbellimento della città”, adesso il Comune ha delle persone che si occupano di questo aspetto. Abbiamo continuato invece il lavoro per i poveri, del quale c’è estremo bisogno, che ha portato alla nascita di una rete sociale. Poco tempo fa, vedendo la difficile situazione della sicurezza pubblica, abbiamo organizzato un’altra festa per raccogliere fondi. Molti non capivano il motivo del nostro sforzo, pensando che la sicurezza fosse di competenza dello Stato. In tanti, comunque, sono intervenuti appoggiando l’iniziativa con notevoli contributi. “Sono venuto  a questa festa – diceva uno dei presenti – perchè so che quello che promettete poi lo realizzate”». M. C. – Ungheria (altro…)

Aprile 2013

«Non lamentatevi fratelli gli uni degli altri» Già nell’epoca apostolica si poteva notare dunque quello che anche oggi vediamo nelle nostre comunità: le difficoltà più grandi a vivere la nostra fede non sono spesso quelle che ci vengono dall’esterno, cioè dal mondo, bensì quelle che ci provengono dall’interno: da certe situazioni che vi si verificano e da comportamenti dei nostri fratelli, che non sono in linea con l’ideale cristiano. E ciò ingenera un senso di malessere, di sfiducia e di sgomento. «Non lamentatevi fratelli gli uni degli altri» Ma, se tutte queste contraddizioni e incoerenze più o meno gravi hanno la loro radice in una fede non sempre illuminata ed in un amore ancora molto imperfetto verso Dio ed il prossimo, la prima reazione del cristiano non dovrà esser quella dell’impazienza e dell’intransigenza, ma quella che Gesù insegna. Egli domanda la paziente attesa, la comprensione e la misericordia, che aiuta lo sviluppo di quel germe di bene che è stato seminato in noi, come spiega la parabola della zizzania (Mt 13, 24-30.36-43). «Non lamentatevi fratelli gli uni degli altri» Come vivere, allora, la Parola di vita di questo mese? Essa ci mette di fronte ad un aspetto difficile della vita cristiana. Anche noi facciamo parte di varie comunità (la famiglia, la parrocchia, l’associazione, l’ambiente di lavoro, la comunità civile), dove purtroppo ci possono essere tante cose che secondo noi non vanno bene: temperamento, modo di vedere, modo di fare di persone, incoerenze che ci addolorano e suscitano in noi reazioni di rigetto. Ecco, allora, tante occasioni per vivere bene la Parola di vita di questo mese. Al posto della mormorazione, o della condanna – come saremmo tentati di fare – metteremo la tolleranza e la comprensione; poi, nei limiti in cui è possibile, anche la correzione fraterna; e soprattutto daremo una testimonianza cristiana, rispondendo alle eventuali mancanze di amore o di impegno, con un maggior amore ed impegno da parte nostra.

 Chiara Lubich


  Parola di vita pubblicata in Città Nuova, 1989/22, p.9.