Una cellula viva di umanità

VIDEO: Messaggio rivolto al Giornata del Movimento Umanità Nuova, Palazzo dello Sport (EUR), Roma il 20 marzo 1983
VIDEO: Messaggio rivolto al Giornata del Movimento Umanità Nuova, Palazzo dello Sport (EUR), Roma il 20 marzo 1983
Un sostegno fondamentale ai giovani che vengono dall’Asia, dal Medio Oriente, dall’Africa, dal Sudamerica e dall’Est europeo, viene anche da strutture quali il Centro internazionale studenti «Giorgio La Pira». Come si concretizza questo impegno? «Nel marzo 1978 – ricorda Maurizio Certini, direttore del Centro – di fronte al disorientamento e alla solitudine vissuti da numerosi studenti esteri, la Chiesa fiorentina volle offrire a questi giovani un luogo di accoglienza, nel rispetto delle differenze culturali o religiose; un luogo aperto al dialogo, dove ci si aiutasse reciprocamente a superare momenti difficili e si trovasse insieme, come avrebbe detto più tardi Papa Giovanni Paolo II, la spinta «verso una società culturalmente più ricca, più fraterna nella sua diversità». «La Diocesi e la città risposero con entusiasmo alla proposta del cardinale Giovanni Benelli, che chiese un primo aiuto a Chiara Lubich e al Movimento dei Focolari: varie famiglie fiorentine, ad esempio, offrirono a studenti senza alloggio ospitalità in casa propria, come fossero loro figli. Si apriva davanti ai primi operatori volontari del Centro l’umanità da amare con lo stesso cuore universale di Dio, con la sensibilità dell’uomo contemporaneo e la forza del Vangelo». Negli anni, la struttura è cresciuta. E oggi rappresenta – come ha detto recentemente il presidente della Cet, cardinale Giuseppe Betori – «la vera casa dei popoli». È una moderna Rete di relazioni personali, associative, istituzionali. Qui infatti hanno avuto sede le prime associazioni di studenti stranieri, divenute talvolta la base per la costituzione delle Comunità di immigrati, che in futuro è auspicabile possano sorgere – seppur in dimensione più ridotta – anche a Pisa, Siena ed Arezzo. «Ma il significato vero – sottolinea Certini – è espresso dalla miriade di volti che si sono incontrati e si incontrano, giovani provenienti spesso da Nazioni in conflitto tra loro, che hanno reso il “Centro La Pira” un laboratorio permanente di educazione alla pace. Giovani che tornando nei loro Paesi – a volte retti da regimi dittatoriali – possono imporsi anche come vere e proprie risorse di democrazia e aspirare ad essere una futura classe dirigente». Fonte: “Toscana Oggi” (altro…)
Kinshasa, Centro medico “Moyi Mwa Ntongo” (in lingua locale “Alba del mattino”), una delle opere sociali del Movimento dei Focolari nella capitale della Repubblica Democratica del Congo. È il destinatario di una interessante iniziativa promossa da una ditta ottica locale in collaborazione con AMU: “Fai un gesto per loro”, rivolta ai cittadini di Grottaferrata (RM). Obiettivo: raccogliere occhiali (spesso lasciati inutilizzati in fondo a qualche cassetto), che il centro ottico di Grottaferrata avrebbe ripulito e disinfettato, classificato ed imballato, per poi spedire tutto a Kinshasa. Presso il centro sanitario congolese, infatti, oltre ai servizi di medicina generale ed interna, ginecologia, pediatria e dermatologia, è attivo un centro oftalmologico, con un programma di prevenzione alla cecità, oltre alle normali cure e diagnosi in questo campo, grazie ad apparecchiature di prim’ordine frutto di precedenti donazioni. I principali beneficiari di queste cure sono gli oltre 1.200 bambini che sono seguiti dal programma di assistenza scolastica e nutrizionale “Petite Flamme”, sia a Kinshasa che in altre città del Paese. Gli operatori del centro sanitario sono stati formati ad eseguire test oculari sui bambini ed offrire formazione per la prevenzione ai loro familiari e agli educatori; i bambini che necessitano di cure, occhiali, oppure interventi chirurgici vengono presentati al Centro e quando necessario, curati gratuitamente. Ma la collaborazione tra i popoli del Nord-Sud del nostro pianeta dovrebbe far parte di una cultura della reciprocità che riscopre, anche nei piccoli gesti quotidiani, la fraternità. La campagna “Fai un gesto per loro” è stata accolta dalla popolazione con entusiasmo, tanto che in numerosi luoghi sparsi nella cittadina dei Castelli Romani, scuole, chiese, uffici, ecc… , si sono riempiti subito i contenitori per la raccolta. Si può affermare che l’esito sia stato ben al di sopra delle attese: la sera del 5 dicembre, nella sala della Biblioteca Comunale di Grottaferrata, erano esposte decine di scatole contenenti occhiali, lenti ed astucci, ben imballati ed etichettati, pronti per essere portati a destinazione. È stato presentato il risultato di questa campagna ed alcuni amici congolesi hanno presentato il loro Paese e raccontato ed illustrato le attività svolte presso il Centro Sanitario. Al loro rientro a Kinshasa, i bagagli erano … decisamente più pesanti e ora si sta organizzando una spedizione per inviare il resto dell’abbondante materiale. A cura di Stefano Comazzi Settore progetti – AMU Tratto da Newsletter Amu – Formazione Gennaio 2013 – Anno 4 ° N. 5 (altro…)
Da Rio+20 a LoppianoLab, dal progetto in corso in Bolivia alla Giornata internazionale dell’alfabetizzazione. Ecco alcuni fronti dove è attualmente impegnata l’AMU, l’ONG dei Focolari. Ripercorriamo la sua storia. Quando il Movimento dei Focolari si è diffuso dall’Europa ad altri continenti, si è trovato spesso di fronte a situazioni di estrema povertà. L’amore per i poveri e il “farsi uno” con la realtà locale si è concretizzato in azioni sociali come scuole, ambulatori, centri sociali. Man mano che queste azioni prendevano forma, si avvertiva la necessità di avere uno strumento che le sostenesse economicamente e aiutasse a cercare soluzioni in modo non assistenzialistico, ma nell’ottica dello sviluppo e della reciprocità. Così, nel 1986, si è costituita l’Associazione Azione per un mondo unito (AMU), Organizzazione Non Governativa, riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri italiano ad operare nel campo della cooperazione, della formazione e dell’educazione allo sviluppo.
Ad oggi l’AMU ha realizzato 350 progetti in 56 Paesi in diversi ambiti: dall’istruzione alla formazione professionale, dal sostegno alle necessità primarie (alimentazione, casa, salute), alla costruzione di infrastrutture, dagli interventi post emergenza al micro credito e micro imprenditoria. Ma tutto questo non è sufficiente se non è accompagnato da un cambiamento culturale che riguarda tutti, nel Nord e nel Sud del mondo. Per questo, accanto ai progetti di sviluppo, l’AMU lavora per la promozione dei diritti umani. Attraverso convegni e corsi di formazione propone l’attenzione ai beni comuni, la pratica di stili di vita sobri e solidali, l’uso responsabile delle risorse, la cittadinanza attiva a livello locale e globale.
Al centro di ogni suo intervento, l’AMU cerca di mettere la persona con i suoi diritti e le sue necessità. Lo fa applicando la comunione come metodologia, lavorando con le persone, per risolvere insieme i problemi e produrre cambiamenti efficaci e sostenibili nel tempo. Quando si crea tra le persone un rapporto in cui ciascuno ha la possibilità di dare e di ricevere – in una parola quando si crea reciprocità – allora il progetto ha raggiunto il suo obiettivo. Chi dà sente anche di ricevere e chi riceve sente il desiderio di dare a sua volta; si passa così dalla solidarietà alla fraternità. Molte persone, in ogni parte del mondo, sono collegate con l’AMU attraverso il sito web e la rivista AMU Notizie. Donatori e beneficiari, ognuno partecipa e collabora secondo la propria sensibilità, esigenze e possibilità. Tutti, senza distinzione, possono far parte di questa rete che è per l’AMU la ricchezza più grande. (altro…)
Ruski Krstur (Voivodina), è una cittadina di circa 4000 abitanti, cuore della minoranza rutena in Serbia. E’ una regione agricola, impoverita dalla guerra. Senza i sussidi governativi, l’emigrazione – soprattutto verso il Canada –, negli ultimi anni, è cresciuta enormemente. Qui un gruppo di giovani non ha voluto lasciare il proprio villaggio, ma tenacemente ha cercato ed è riuscito a costruire un futuro, per sè e per molti altri. Questa è la loro storia. Negli anni ’90, due imprenditori, Slavko Rac e Janko Katona (che avevano già delle attività avviate), decidono di aprire un chiosco di gelati. Poichè l’iniziativa ha successo, continuano aprendo un secondo chiosco in un’altra città, dando così lavoro ad altri 6 giovani. Ma non si fermano qui: nasce la ditta Juarbis, nel settore dell’agricoltura, che cresce velocemente anche con gli investimenti dello Stato per lo sviluppo. Nel 2008 conta già 40 impiegati, e raggiunge il primato del settore nella regione. «Ma la crisi torna a bussare, – racconta Marija Majher, direttrice attuale della Juarbis – e nel 2009, con la riduzione della produzione del latte, la ditta perde la parte più consistente degli introiti. È un duro colpo, ma il nostro gruppo è affiatato. Lavoriamo insieme da 10 anni e vogliamo rialzarci insieme. In tutti questi anni abbiamo cercato di mantenere sempre aperta anche la comunicazione con i 500 cooperatori, dai quali ritiriamo il latte e i prodotti agricoli. La nostra fonte di ispirazione nella conduzione dell’azienda, è stata l’“arte di amare” che ha radice nel Vangelo, come ci è stata proposta da Chiara Lubich. Abbiamo costruito così rapporti profondi e vitali con tutti ». Sviluppando l’intuizione di Chiara di dividere gli utili dell’azienda in tre parti, oltre a creare nuovi posti di lavoro, si è fatta conoscere la “cultura del dare” e della comunione dando vita, nella città, a varie iniziative educative e culturali e infine, ma non per ultimo, si è intervenuti nelle situazioni di emergenza con aiuti concreti e con progetti di sviluppo. «Con nostra sorpresa – continua Marija Majher -, due di noi sono stati eletti a grande maggioranza alle elezioni comunali. È stata l’occasione di fare qualcosa in più per la nostra gente della quale conoscevamo da vicino la situazione di povertà e di sofferenza. Ci ha guidata, ancora una volta, l’esperienza di Chiara nel dopoguerra a Trento che voleva risolvere i problemi sociali della città a partire dai più poveri e dal coinvolgimento della comunità, col desiderio di attualizzarla. Così, con le nostre tre ditte, e altri amici della Caritas locale, stiamo cercando di sponsorizzare alcune attività per la città come promuovere azioni ecologiche o procurare la legna per il riscaldamento a persone ammalate o anziane. Questi ultimi, poi, sono stati coinvolti in appuntamenti settimanali di dialogo e d’intrattenimento e ci si presta per accompagnarli alle visite mediche, ad esempio. Un progetto che è ancora un sogno consiste nel far fruttare gli ettari di terra abbandonati, attorno a molte delle loro case, per costruire una casa di riposo che venga incontro alle loro esigenze. Si è pensato anche ai bambini e ai ragazzi con laboratori di giornalismo, recitazione, cucina, decorazioni e tanta animazione, con giochi e feste. La famiglia rimane al centro delle nostre attività. Si sono compiute azioni straordinarie per alcune di loro alle quali sono state bruciate le case, ad altre si sono pagate le bollette dell’elettricità e si è acquistato una lavatrice ad una famiglia numerosa. L’ultimo progetto “La famiglia per la famiglia” è la proposta, rivolta a tutta la comunità locale, a mettere a disposizione le proprie forze e potenzialità, per aiutarsi reciprocamente». (altro…)