Mag 10, 2016 | Focolari nel Mondo
Il 5 maggio 2016 The Associated Church Press (Florida) ha attribuito alla rivista Living City – periodico del Movimento dei Focolari pubblicato in Hyde Park (New York) – due prestigiosi premi giornalistici. Sulla base di tre numeri dell’annata 2015 (febbraio, aprile e ottobre), per la categoria “Best in Class – Riviste nazionali/internazionali per un pubblico vasto”, Living City ha ottenuto una menzione d’onore (subito dopo due famose testate: Christian Century e Sojourner), per “l’uso coraggioso del colore sulle copertine e le foto a piena pagina”. Riguardo ai contenuti, sono stati apprezzati gli articoli scritti in prima persona che, a parere della giuria sono fra i più coinvolgenti. Incoraggiante anche il commento: “Prospettive uniche, sempre in sintonia con il fine della rivista: una pubblicazione originale e interessante”.
Il Premio di Eccellenza è stato assegnato invece per la categoria “Reportage e Articoli: interviste (tutti i media)”, all’articolo “La pace attraverso il perdono”, pubblicato nel numero di Living City del dicembre 2015. E’ stato scritto da Jade Giacobbe a seguito dell’incontro con Rahel Muha il cui figlio di 18 anni nel 1999 è stato assassinato. I giudici così si sono espressi: “Sarebbe stata una storia straziante se non fosse stata raccontata nell’ottica del perdono. Qui la madre dà una forte testimonianza: una storia di grande impatto e descritta molto bene. Che fa capire come attraverso il perdono, anche dal male può scaturire il Bene”.
Susanne Janssen
Living City Magazine
L’articolo che ha vinto il premio: https://livingcitymagazine.com/peace-through_forgiveness
Apr 2, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Congresso di matematici Ad un congresso partecipava anche una coppia di colleghi con il loro bambino. Nei dopocena si alternavano per farlo addormentare, ma in tal modo non riuscivano mai a passare una serata insieme. Avendo intuito che tra i due le cose non andavano del tutto bene, mi chiesi come poterli aiutare. Mi venne allora l’idea di propormi io per vegliare una sera il bambino, che mi conosceva. Il giorno dopo la collega mi ringraziò: da quando era nato il piccolo – mi disse – non avevano ancora trascorso un momento insieme e quella serata era stata molto importante per loro. M.Z. – Polonia L’altro, un altro me Studio arte all’università. Colpita dalle sofferenze di tante famiglie siriane provate dalla guerra, ho pensato di organizzare con altri amici artisti una mostra: con la vendita di nostri lavori avremmo raccolto dei fondi per loro. Titolo della mostra era: “L’altro, un altro me. Abbattere i muri dell’indifferenza”. Una delle opere principali era un muro composto da piastrelle. Ciascun visitatore poteva portarne una a casa per ricordare che siamo tutti connessi e invitati, nel nostro quotidiano, a far qualcosa per chi soffre. Organizzare la mostra ha comportato molti problemi. Una volta ero proprio stanca, ma pensando alle difficoltà dei siriani ho trovato rinnovata energia per andare avanti. La vendita delle opere ha fruttato circa 4000 dollari che andranno interamente ad alcune famiglie siriane. J.T. – Usa Il bacio della buonanotte Anche quella sera papà aveva scaricato le tensioni del giorno sulla mamma. Senza ribattere, lei si era messa a stirare in cucina, mentre lui leggeva in salotto. Un muro si era eretto fra i due. Sentendo l’aria diventare sempre più pesante, dopo cena tutti noi fratelli ci siamo ritirati nelle nostre stanze. Io però non riuscivo a prendere sonno. Una frase mi girava in mente: «Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore». Superando il rispetto umano, mi sono alzata e sono andata in cucina. «Buona notte, papà», e gli ho dato un bacio. Poi: «Buona notte mamma», e ho fatto altrettanto. I due si sono guardati e il muro fra loro è crollato. Sono tornata a letto felice. G.M. – Svizzera
Un semplice atto d’amore Sono un francescano. Dopo aver dato l’ultima zappa che avevo a un povero, ho detto a Gesù: «Adesso pensaci tu!». Via radio ho appreso che era in arrivo una partita di zappe. Chiedo a una Ong di beneficiarne: ne ricevo 200 assieme a machete e sacchi di sementi che distribuisco. Tanti del posto mi chiedono aiuto: protestanti membri di una setta di kimbangisti e perfino uno stregone, che poi mi invita a casa e, davanti a 5 litri di vino di palma, mi ringrazia per quanto ho fatto per la sua gente. E tutto per un semplice atto d’amore. G.B. – Angola (altro…)
Mar 20, 2016 | Cultura
Para Chiara Lubich la oración es una expresión de la unión con Dios y al mismo tiempo un camino para alcanzarla. Se alimenta del amor al prójimo y al mismo tiempo, lo motiva. Este aspecto de la vida espiritual también está dentro del carisma de la unidad; en él encuentra su genuina expresión y sus características más originales. Fuera de este contexto podría ser mal interpretado. La enseñanza de Chiara sobre la oración ya fue sintetizada en el libro Rezar como ángeles. Ella también ofreció una clara exposición en sus temas sobre launión con Dios. Este libro pretende ser, simplemente, una mirada sobre cómo rezaba Chiara. Después de una breve introducción sobre la oración en general (I), se ofrece una mirada sobre la oración en la vida de Chiara (II) seguido de una entrevista sobre el tema a Eli Folonari (III). Luego, hay una selección de pensamientos de Chiara sobre la oración (IV) y se concluye con algunas oraciones escritas por ella (V). Se trata apenas de una pequeñísima contribución que, esperamos, suscite el deseo de una profundización posterior y, sobre todo, de imitar a Chiara en su oración. Datos del autor: Fabio Ciardi (1948) es sacerdote de los Misioneros Oblatos de María Inmaculada y es profesor ordinario en el Instituto de Teología de la vida consagrada Claretianum, de Roma. Ha publicado diversos libros en Ciudad Nueva y es el compilador de numerosos textos de Chiara Lubich publicados también en nuestra editorial. Grupo Editorial Ciudad Nueva – Buenos Aires
Gen 11, 2016 | Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Hermine Schmölz, austriaca, racconta: “Una decina di anni fa mi sono resa conto della necessità di fare qualcosa per l’integrazione degli immigrati musulmani, soprattutto per le donne con le quali, nonostante vivano e lavorino qui da molti anni, non ci conosciamo”. Ne parla con una persona della parrocchia. Anche altri amici si dimostrano entusiasti dell’idea e insieme vanno dal parroco per condividere il loro progetto e chiedergli un luogo dove poter cominciare.
Da allora va avanti un’avventura davvero appassionante. Sia per le donne musulmane che partecipano all’iniziativa sia per i componenti l’équipe che ne studia il programma: una signora luterana, tre musulmane, una che dichiara di non avere convinzioni religiose e tre cattolici che aderiscono ai Focolari. Fin da subito avvertono che la loro prima attenzione deve essere quella di cogliere ciò di cui le donne sono davvero interessate. Cosa non facile, data la loro difficoltà di esprimersi nella nuova lingua. Per questo gli organizzatori vogliono far sentire ogni donna benvenuta, creando un’atmosfera cordiale e gioiosa. “La data degli incontri la pubblichiamo sempre sul giornale – precisa Hermine – così il gruppo si allarga sempre più. Ogni volta cerchiamo qualcosa di diverso e di interessante: invitiamo a parlare politici, esperti di educazione, assistenti sociali, un’ostetrica, una dottoressa, chiedendo loro di dedicare ampio spazio anche al dialogo con le signore, che ogni volta cerchiamo di incoraggiare ad esprimersi. Per i bambini c’è un apposito programma nella sala accanto, così anche loro, fin da piccoli, sperimentano l’importanza dei rapporti interculturali. Ogni incontro si conclude con un buffet cui contribuiscono le stesse signore musulmane. Altre volte organizziamo gite e feste. Prima di ogni Natale, come gruppo interreligioso portiamo doni ai senzatetto, coinvolgendo le signore a stabilire, a loro volta, rapporti con persone di un’altra cultura. E come in un gioco, per ogni contatto riuscito le invitiamo ad infilare una perla su una collana e alla fine dell’anno cerchiamo di indovinare quante perle ci saranno. Abbiamo anche la fortuna di poter comunicare con persone dei Focolari di altri Paesi che fanno un percorso interculturale simile, così vengono sempre nuove idee. Le signore dimostrano di gradire molto questa forma di dialogo e di integrazione reciproca. E anche i loro uomini ne sono contenti”. “Il 20 dicembre – scrivono dal focolare di New York – siamo stati invitati alla Moschea Malcolm Shabazz di Harlem – la stessa dove nel 1997 era stata Chiara Lubich – a parlare alla Seerah Conference”. Si tratta di una giornata di ritiro annuale per approfondire la vita e gli insegnamenti del Profeta e di Imam W.D. Mohammed, già leader dei musulmani afro-americani. La calorosa accoglienza riservata ai due invitati da parte di Imam Pasha e delle 200 persone presenti, sono il segno evidente che il seme del dialogo, gettato anni orsono, continua a portare i suoi frutti. Non a caso l’argomento scelto per quel giorno era proprio l’unità, sviluppato attraverso pensieri di Imam W.D. e di Chiara. Tutto si è concluso con un breve video della Lubich, seguito da un applauso così scrosciante da far pensare che in quella tensione all’unità che lei propone ci siamo davvero tutti. https://www.youtube.com/watch?v=O6It6CJ3Q0E (altro…)
Dic 30, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
El libro que presentamos al lector recoge el pensamiento y la experiencia de Chiara Lubich acerca de “la unidad”. La unidad presenta dos características esenciales: la primera es que la palabra “unidad”, para muchos, no tiene necesariamente una connotación religiosa o cristiana. Estrechamente unida a realidades humanas que expresamos con términos como amistad, amor, reconciliación, evoca además armonía, paz con nosotros mismos y con los demás. Por lo tanto es una anhelo, un profundo deseo presente en el ser humano. Pero en el curso de la historia de la humanidad la palabra “unidad” también tomó significados de lucha, de “unidad contra” y no “para”, tanto para los individuos como para los pueblos. Pero ella es, también, una palabra clave de la cristiandad que en la edad contemporánea ha descubierto el anhelo de volver a los tiempos en los cuales éramos “un solo corazón y un alma sola”, hermanos en Cristo. Es el anhelo ecuménico al cual el Espíritu Santo empuja a las Iglesias y a las comunidades eclesiales cristianas. La segunda característica de este punto fundamental del carisma ligado a la experiencia y al pensamiento de Chiara Lubich es que da el nombre a toda su espiritualidad, llamada también “espiritualidad de la unidad”. Unidad que es necesario abrir “en abanico” para ofrecer al lector lo que podemos considerar una “llave de acceso” a todo el Evangelio.
Edición Ciudad Nueva – Buenos Aires Edición Ciudad Nueva – Madrid