Congresso di matematici Ad un congresso partecipava anche una coppia di colleghi con il loro bambino. Nei dopocena si alternavano per farlo addormentare, ma in tal modo non riuscivano mai a passare una serata insieme. Avendo intuito che tra i due le cose non andavano del tutto bene, mi chiesi come poterli aiutare. Mi venne allora l’idea di propormi io per vegliare una sera il bambino, che mi conosceva. Il giorno dopo la collega mi ringraziò: da quando era nato il piccolo – mi disse – non avevano ancora trascorso un momento insieme e quella serata era stata molto importante per loro. M.Z. – Polonia L’altro, un altro me Studio arte all’università. Colpita dalle sofferenze di tante famiglie siriane provate dalla guerra, ho pensato di organizzare con altri amici artisti una mostra: con la vendita di nostri lavori avremmo raccolto dei fondi per loro. Titolo della mostra era: “L’altro, un altro me. Abbattere i muri dell’indifferenza”. Una delle opere principali era un muro composto da piastrelle. Ciascun visitatore poteva portarne una a casa per ricordare che siamo tutti connessi e invitati, nel nostro quotidiano, a far qualcosa per chi soffre. Organizzare la mostra ha comportato molti problemi. Una volta ero proprio stanca, ma pensando alle difficoltà dei siriani ho trovato rinnovata energia per andare avanti. La vendita delle opere ha fruttato circa 4000 dollari che andranno interamente ad alcune famiglie siriane. J.T. – Usa Il bacio della buonanotte Anche quella sera papà aveva scaricato le tensioni del giorno sulla mamma. Senza ribattere, lei si era messa a stirare in cucina, mentre lui leggeva in salotto. Un muro si era eretto fra i due. Sentendo l’aria diventare sempre più pesante, dopo cena tutti noi fratelli ci siamo ritirati nelle nostre stanze. Io però non riuscivo a prendere sonno. Una frase mi girava in mente: «Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore». Superando il rispetto umano, mi sono alzata e sono andata in cucina. «Buona notte, papà», e gli ho dato un bacio. Poi: «Buona notte mamma», e ho fatto altrettanto. I due si sono guardati e il muro fra loro è crollato. Sono tornata a letto felice. G.M. – Svizzera Un semplice atto d’amore Sono un francescano. Dopo aver dato l’ultima zappa che avevo a un povero, ho detto a Gesù: «Adesso pensaci tu!». Via radio ho appreso che era in arrivo una partita di zappe. Chiedo a una Ong di beneficiarne: ne ricevo 200 assieme a machete e sacchi di sementi che distribuisco. Tanti del posto mi chiedono aiuto: protestanti membri di una setta di kimbangisti e perfino uno stregone, che poi mi invita a casa e, davanti a 5 litri di vino di palma, mi ringrazia per quanto ho fatto per la sua gente. E tutto per un semplice atto d’amore. G.B. – Angola
Essere operatori di pace
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