Dic 30, 2013 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Era l’anno 50 quando Paolo arrivò a Corinto, la grande città della Grecia famosa per l’importante porto commerciale e vivace per le sue molteplici correnti di pensiero. Per 18 mesi l’apostolo vi annunciò il Vangelo e pose le basi di una fiorente comunità cristiana. Altri dopo di lui continuarono l’opera di evangelizzazione. Ma i nuovi cristiani rischiavano di attaccarsi alle persone che portavano il messaggio di Cristo, piuttosto che a Cristo stesso. Nascevano così le fazioni: “Io sono di Paolo”, dicevano alcuni; e altri, sempre riferendosi all’apostolo preferito: “Io sono di Apollo”, oppure: “Io sono di Pietro”. Davanti alla divisione che turbava la comunità, Paolo afferma con forza che i costruttori della Chiesa, paragonata ad un edificio, ad un tempio, possono essere tanti, ma uno solo è il fondamento, la pietra viva: Cristo Gesù. Soprattutto questo mese, durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, le Chiese e le comunità ecclesiali ricordano insieme che Cristo è l’unico loro fondamento, e che soltanto aderendo a Lui e vivendo l’unico suo Vangelo possono trovare la piena e visibile unità tra di loro. “Cristo, unico fondamento della Chiesa”
Fondare la nostra vita su Cristo significa essere una sola cosa con Lui, pensare come Lui pensa, volere ciò che Lui vuole, vivere come Lui ha vissuto.
Ma come fondarci, radicarci su di Lui? Come diventare una cosa sola con Lui?
Mettendo in pratica il Vangelo.
Gesù è il Verbo, ossia la Parola di Dio che si è incarnata. E se Egli è la Parola che ha assunto la natura umana, noi saremo veri cristiani se saremo uomini e donne che informano tutta la loro vita della Parola di Dio. Se noi viviamo le sue parole, anzi, se le parole sue ci vivono, sì da fare di noi “Parole vive”, siamo uno con Lui, ci stringiamo a Lui; non vive più l’io o il noi, ma la Parola in tutti. Potremo pensare che vivendo così daremo un contributo perché l’unità tra tutti i cristiani diventi una realtà. Come il corpo respira per vivere, così l’anima per vivere vive la Parola di Dio. Uno dei primi frutti è la nascita di Gesù in noi e tra noi. Questo provoca un mutamento di mentalità: inietta nei cuori di tutti, siano essi europei o asiatici o australiani o americani o africani, gli stessi sentimenti di Cristo di fronte alle circostanze, alle singole persone, alla società. […] La Parola vissuta rende liberi dai condizionamenti umani, infonde gioia, pace, semplicità, pienezza di vita, luce; facendoci aderire a Cristo, ci trasforma a poco a poco in altri Lui.
“Cristo, unico fondamento della Chiesa”
Ma c’è una Parola che riassume tutte le altre, è amare: amare Dio e il prossimo. Gesù sintetizza in questa “tutta la Legge e i Profeti” (cf Mt 22,40). Il fatto è che ogni Parola, pur essendo espressa in termini umani e diversi, è Parola di Dio; ma siccome Dio è Amore, ogni Parola è carità. Come vivere allora questo mese? Come stringerci a Cristo “unico fondamento della Chiesa”? Amando come Lui ci ha insegnato. “Ama e fa’ quello che vuoi”[1], ha detto sant’Agostino, quasi sintetizzando la norma di vita evangelica, perché amando non sbaglierai, ma adempirai in pieno la volontà di Dio. Chiara Lubich
[1] In
Jo. Ep. tr., 7,8
. Pubblicata su Città Nuova 2004/24, p.7, in versione integrale
Dal 18 al 25 gennaio in molte parti del mondo si celebra la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, mentre in altre si celebra a Pentecoste.
Quest’anno la frase scelta per la Settimana di preghiera è: “È forse diviso il Cristo?” (1 Cor 1,13). Chiara Lubich era solita commentare il versetto biblico ogni volta. Per mantenere questo suo apporto proponiamo un suo testo del gennaio 2005 a commento del versetto: “Cristo, unico fondamento della Chiesa” (cf 1 Cor 3,11) che potrebbe essere un contributo ad approfondire la frase proposta quest’anno.
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Dic 30, 2013 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Mi chiamo Num, nato in Thailandia e sono un gen buddhista. Faccio il musicista e pittore di professione. Attualmente impartisco lezioni di computer a dei disabili. Come vedete i miei capelli sono molto corti perché ho appena terminato un’esperienza come monaco buddhista. Secondo la nostra tradizione, infatti, un giovane spende un periodo di tempo come monaco presso un monastero. Sfortunatamente questa pratica non è più così sentita al giorno d’oggi. Come gen, io voglio conoscere di più la mia religione e vivere meglio la mia vita spirituale. Così ho deciso di essere ordinato monaco. La cerimonia di ordinazione è stata molto significativa per me. I focolarini ed i gen erano presenti per quest’importante occasione. Ho sentito molto la loro vicinanza in quest’esperienza. Avevo più tempo per pregare, iniziando molto presto, alle 4.30 del mattino. Andavo fuori, con gli altri monaci, per la questua, per cercare cibo, subito dopo le preghiere del mattino. Ho scoperto che le persone hanno fiducia nei monaci e che li rispettano tanto. Ho capito com’è importante questa fiducia e noi monaci dovremmo essere fedeli agli insegnamenti del Buddha, in modo da conservare questa fiducia che la gente ha in noi. Ho imparato tanto attraverso gli insegnamenti del buddhismo, soprattutto dai monaci più anziani . E anche se ero nel monastero, sentivo che gli altri gen erano uniti con me. Ho incontrato i gen attraverso uno dei miei amici buddhisti . Lui ha conosciuto l’ideale dei gen attraverso un monaco buddista del suo stesso villaggio. Quando li ho incontrati per la prima volta ho notato subito che si rapportavano in un modo molto amichevole, come fratelli e sorelle, anche se erano e siamo tutti molto diversi; anche di religioni diverse. Che cosa significa essere un gen buddhista? Abbiamo molte cose in comune con i cristiani, come cercare di essere persone impegnate e buone, per esempio, ed anche nella scelta di fare del bene agli altri. Posso vivere come un gen dovunque, in ogni momento e, soprattutto, amare tutte le persone che incontro aiutando a costruire rapporti di fratellanza con tutti. Noi gen buddhisti cerchiamo di vivere l’ideale dell’unità ogni giorno, di amare e di costruire l’unità dove siamo. Insieme ai gen cristiani facciamo tante attività in favore del bene della società. Per esempio, delle iniziative per raccogliere fondi per aiutare le vittime delle catastrofi naturali. Ora stiamo lavorando per aiutare quelle del tifone nelle Filippine. Andiamo avanti insieme!». (altro…)