«Promotore di fattiva comunione tra i diversi gruppi e realtà associative», con la sua «sensibilità sociale, intelligenza e amore» si è fatto «interprete degli auspici del card. Benelli e di Chiara Lubich» per la realizzazione, alla fine degli anni ‘70 a Firenze, del Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira. A descrivere così un tratto importante della sua storia è l’Arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori. Giorgio Martelli, nativo di Pistoia, in Toscana, ha infatti dato un contributo decisivo per la nascita di questa opera, in collaborazione tra l’arcidiocesi Fiorentina e il Movimento dei Focolari, e che a tutt’oggi prosegue il suo impegno verso «giovani provenienti da tutte le nazioni del mondo, specie quelle in via di sviluppo, favorendone l’accoglienza fraterna e promuovendo il dialogo tra persone di ogni cultura e credo». Ma quella del Centro La Pira è una tra le varie storie importanti che si intrecciano con la vita di Turnea (questo il nome indicato da Chiara Lubich per sintetizzare la sua figura: Turris Eburnea, Torre d’Avorio, riprendendo una delle litanie mariane). Nato da una famiglia operaia, Turnea è educato ad una fede semplice, rettitudine, e sete di giustizia. Da giovane è impegnato nell’Azione Cattolica dove riceve una più solida formazione cristiana. Durante la guerra, insieme al padre, subisce due rastrellamenti che lo portano ai lavori forzati, dai quali riuscirà a fuggire. Dopo la guerra inizia a lavorare nel sindacato come addetto all’ufficio contratti e vertenze di lavoro e nello stesso tempo riprende a studiare e si diploma come perito industriale. Negli anni dell’Azione Cattolica conosce altri giovani impegnati cristianamente, fra questi Bruno Venturini e Vitaliano Bulletti, anch’essi futuri focolarini. Di quel periodo lui stesso scrive: «C’erano due aspetti della vita cristiana che mi si presentavano alternativamente: uno più personale, di ricerca del rapporto con Dio, l’altro più sociale di bisogno di fraternità fra gli uomini, di giustizia e delle lotte per raggiungerle. Ma separati l’uno dall’altro!». È del gennaio 1950 il suo primo incontro con Graziella De Luca, che si era recata nella sua città per parlare ad alcune persone dell’esperienza del nascente Movimento dei Focolari. Nei mesi successivi si reca più volte a Roma dove conosce oltre a Chiara, i primi e le prime focolarine. Dopo alcuni mesi di lotta interiore, decide di essere uno di loro e dopo aver lasciato la ragazza e i genitori – tra forti incomprensioni – si trasferisce a Roma, nel primo focolare maschile romano. Gli anni successivi lo vedono in vari focolari in Italia e in Olanda.
Ascoltare attentamente, parlare consapevolmente
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