Una testimonianza presentata al congresso gen 2013. «Per molto tempo abbiamo pensato che non sarebbe stato possibile rapportarsi con giovani cristiani in un modo così profondo, ma le cose che vengono da Dio non possono essere in disaccordo. Siamo musulmani, di cultura e di convinzione. Veniamo da un Paese, l’Algeria, in cui la quasi totalità è musulmana, dove il contatto con altre religioni è molto raro, o meglio assente. Certo, introdurre nella nostra vita un Movimento con connotazione cristiana diventava una grande sfida. Prima perché le nostre culture sono diverse, diversità coltivate soprattutto da delle dottrine politiche e storiche, e che sono in più infiorate nel quotidiano da molti ostacoli di ordine sociale e culturale. Come potevamo prendere un tale impegno senza che la nostra fede religiosa venisse turbata? Qual era dunque questa idea per la quale noi saremmo pronti a tanti sacrifici? Non erano domande banali. La nostra è un’esperienza ricca e inedita. Entravamo con prudenza in una via che ci attirava piano piano, e scoprivamo che potevamo superare le discordanze. Lungo gli anni, con nostra grande sorpresa l’accoglienza reciproca si faceva in modo spontaneo e naturale, e prendevamo coscienza che stavamo approfondendo anche la nostra religione. Infatti, condividendo gli stessi principi si allargava in noi all’infinito la dimensione dell’umanità. Ben oltre le parole è con gli atti che noi ci siamo impegnati, andando continuamente oltre le limitazioni proprie di un ambiente che necessita ancora di molto amore e apertura. Ogni difficoltà rappresenta per noi un nuovo motivo per continuare. Oggi, ci incontriamo in varie città d’Algeria, distanti anche qualche centinaio di chilometri. Il rapporto tra di noi, musulmani e cristiani, sembra arricchirsi con l’esperienza di ciascuno, aiutati dai gen di tutto il mondo. Pensiamo che la più grande missione affidata oggi all’uomo sia quella di lavorare perché possiamo vivere tutti insieme, oltre le convinzioni religiose, di cultura, perché l’amore oltrepassa ogni diversità».
Sanare le ferite che incontriamo negli altri
Sanare le ferite che incontriamo negli altri
0 commenti