Movimento dei Focolari

Movimenti e nuove comunità: preziosi tasselli nel mosaico della Chiesa

Il 20 giugno 2022 si è svolto a Roma il convegno “L’identità dei Movimenti e delle nuove Comunità nel cammino sinodale della Chiesa” promosso dalla Pontificia Università Lateranense insieme all’Istituto Universitario Sophia. Accrescere e approfondire il dialogo tra i doni gerarchici e carismatici, tra Chiesa istituzionale, Movimenti e Nuove Comunità. L’augurio del card.  Marc Ouellet è che questi tempi caratterizzati dal cammino sinodale allarghino la consapevolezza dei carismi in tutte le comunità ecclesiali. Queste parole del Prefetto della Congregazione per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina esprimono bene la tappa importante del convegno “L’identità dei Movimenti e delle nuove Comunità nel commino sinodale della Chiesa” svoltosi ieri presso la Pontificia Università Lateranense e promosso insieme all’Istituto Universitario Sophia. Al centro dei qualificati interventi, il cammino e le questioni aperte su queste nuove espressioni dello Spirito che richiedono risposte attualizzate e che sappiano misurarsi con un mondo in continuo e veloce cambiamento. Il Card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, Famiglia e Vita ha identificato in quattro punti le sfide che questo cammino presenta oggi: fedeltà dinamica al carisma, unità, sinodalità, e missionarietà: “Le prospettive nuove che lo Spirito Santo apre dinanzi a noi si presentano sempre come sfide, qualcosa che non lascia tranquilli, perché lo Spirito è dinamismo, è creatività, è vita”.

Come attuare, dunque l’aggiornamento che necessita di essere fatto in molteplici ambiti: formazione dei membri, attività di evangelizzazione, attività di aiuto e guarigione delle ferite più profonde delle società?  Nella loro varietà e complementarietà, le risposte e i contributi offerti dai rappresentanti dei Movimenti e Nuove Comunità hanno offerto un panorama dello stato dell’arte di queste realtà ecclesiali oggi. Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, ha sottolineato che: “In questo tempo, in cui tutta la Chiesa si orienta verso uno stile sinodale, siamo chiamati a un ulteriore passo: camminare uniti, non solo all’interno delle nostre realtà, ma insieme a tutti”. Solo mettendosi in rete, essendo dono per la Chiesa e l’umanità i Movimenti scopriranno in modo nuovo anche la propria identità. Mary Healy, docente di Sacra Scrittura (Sacred Heart Major Seminary di Detroit, USA) ha evidenziato nella formazione, nell’evangelizzazione e nel primato della dimensione carismatica i tre frutti principali di cui Movimenti e Nuove Comunità si sono fatti portatori, a partire dal Concilio Vaticano II: doni portati alla Chiesa e all’umanità, fondati sull’incontro personale e comunitario con Cristo. Intervenendo su “I movimenti ecclesiali e le nuove comunità oggi nel kairos del processo sinodale”, Mons. Piero Coda, teologo, Segretario Generale della Commissione Teologica Internazionale e docente presso l’Istituto Universitario Sophia, ha evidenziato una sfida ancora aperta: la provvisorietà della configurazione di queste realtà ecclesiali in riferimento al loro riconoscimento nell’ordine canonico. La cura della Chiesa in questa fase prelude, nell’attuale contesto ecclesiologico dinamico, a nuovi e più maturi assetti”.
Ad una rappresentanza dei Movimenti e delle Nuove Comunità è stata affidata quindi la sessione su “Fondazione, sviluppo e incarnazione del Carisma”. Moysés Louro de Azevedo Filho, Comunità Cattolica Shalom, fondatore e moderatore generale della Comunità Cattolica Shalom , ha presentato  spirito e finalità di questa espressione ecclesiale che è “portatrice di un carisma la cui sintesi è la parola pronunciata da Gesù quando incontra i discepoli nel cenacolo: ‘Shalom’, verso una santità comunitaria”. Daniela Martucci, vicepresidente della Comunità Nuovi Orizzonti ha messo in luce il cuore del carisma: l’ascolto al grido di Gesù Crocifisso e abbandonato nei poveri, negli ultimi e negli scartati come pure quello d’amore dell’Uomo-Dio che continua a ripetere: “amatevi come io vi ho amati”. Iraci Silva Leite ha evidenziato la centralità della Parola di Dio che orienta l’esperienza della “Fazenda da Esperança”, Parola che “ci unisce, in particolare nello sforzo di vivere l’amore tra di noi e di donare a chi soffre la presenza di Gesù”. Michel-Bernard De Vregille della Comunità dell’Emmanuele ha toccato il tema delle crisi che hanno attraversato e attraversano le realtà ecclesiali: “Spesso si corre il rischio di voler contrapporre carisma e istituzione” ha affermato. “Tuttavia, la fiaccola della Chiesa gerarchica e istituzionale e la fiaccola del carisma sono fatte per incontrarsi e diventare una grande e bella fiamma per illuminare il mondo con la presenza del Risorto”. Per l’aspetto dell’incarnazione, il prof. Luigino Bruni, economista, si è concentrato sulla sfida “narrativa” dei carismi che nascono in un periodo storico spesso raccontato con modalità tipiche del tempo fondativo. “Occorre aggiornarsi assieme al carisma – ha affermato – senza però perdere contatto con il nucleo fondamentale di esso. Un nuovo capitale narrativo arriverà dal pluralismo dei linguaggi, da esperimenti vari, dal dialogo di diverse sensibilità: giovani ed adulti, accademici e gente comune, Chiesa e movimenti, ecc.”
Nel pomeriggio i lavori si sono focalizzati su come i carismi possano e debbano fermentare tutti gli aspetti della vita dei membri e delle comunità, da quelli spirituali a quelli organizzativi,  dall’inclusione di membri di diverse vocazioni, alla formazione, fino all’amministrazione dei beni e a tutte le forme di  responsabilità e Governo. La Prof.ssa Elena Di Bernardo, ordinario di Diritto Canonico (Institutum Utriusque luris, Pontificia Università Lateranense) ha offerto un excursus altamente qualificato sui rapporti tra teologia e diritto canonico, così come si sono realizzati ed evoluti nel corso del tempo. “Si deve presupporre che l’identità in sé di un Movimento o realtà ecclesiale  –  ha osservato – risulti pienamente acquisita quando tutti gli aspetti carismatici costituivi di essa abbiano ricevuto una configurazione giuridica adeguata”. A chiusura dei lavori la relazione della dott.ssa Linda Ghisoni, Sottosegretario del Dicastero per i Laici, Famiglia e Vita dal titolo “Laici oggi nell’ecclesiologia di comunione” ha messo in luce due polarità sulle quali è necessario porre attenzione: persona-istituzione e prassi-statuti. Per la prima ha osservato che “l’ente, Movimento o nuova comunità, sarà preservato se ne saranno garantiti il carisma originario, le finalità proprie in cui coniugare preghiera e apostolato, e, soprattutto, sarà preservato se sarà custodito il bene delle persone che la compongono. Quest’ultimo non potrà mai essere alternativo al bene dell’istituzione!” Sottolineando come l’esperienza ci insegni con dolore che ogniqualvolta si è preteso di preservare il “buon nome” della comunità sacrificando le singole persone e i loro diritti, sono state commesse aberrazioni, dannose per l’intera istituzione, ha concluso: “La persona al centro, sempre, costituisce un investimento sulla comunità o movimento”. L’altra polarità riguarda invece prassi e statuti: se è vero che “la vita senza dubbio anticipa ogni definizione normativa” è vero anche che, va evitato ogni legalismo o demonizzazione del diritto che “lungi dall’essere un male necessario da sopportare redigendo un elenco di articoli, costituisce una via di libertà per tutti: per i membri tutti e per coloro i quali sono in prima persona chiamati a farsene garanti, particolarmente per chi ha incarichi di governo, a tutti i livelli”.

Stefania Tanesini

(Activer les sous-titres français) https://youtu.be/uwykF7mn3f0 (altro…)

Una vocazione a servizio del dialogo

Il 30 aprile del 1982, 7000 tra sacerdoti, religiosi e seminaristi provenienti da tutto il mondo e accomunati dalla spiritualità dell’unità, si riunirono a Roma per l’evento “Il sacerdote oggi, il religioso oggi”. Il ricordo di questa giornata, a 40 anni di distanza. Sacerdoti che si sentono chiamati a essere innanzi tutto testimoni del Vangelo e uomini del dialogo; religiosi che hanno trovato nella spiritualità del Movimento dei Focolari uno sprone ad incarnare con maggiore pienezza il carisma dei loro fondatori; seminaristi che hanno capito di voler scegliere Dio e di confermare la propria chiamata. Sono queste le esperienze di molti tra i partecipanti al Congresso internazionale dal titolo “Il sacerdote oggi, il religioso oggi”, svoltosi il 30 aprile del 1982 in Aula Nervi, in Vaticano. Un appuntamento che vide la partecipazione di circa 7000 persone e che, attraverso testimonianze da ogni parte del globo, evidenziarono i frutti dell’incontro del carisma dell’unità con i ministri della Chiesa cattolica e di altre Chiese e il rinnovamento portato in tante comunità religiose. Chiara Lubich, nel suo intervento di quel giorno, sottolineò i due punti focali di quest’esperienza: Gesù crocifisso e abbandonato come modello del sacerdote e del religioso; l’amore reciproco e l’unità come lo stile e lo scopo della loro missione. Essere uomini del “dialogo”. È questo il mandato che, già allora, racchiudeva in sé il desiderio di una Chiesa in uscita, come si evince dalle parole più che mai attuali della fondatrice dei Focolari: “Mai come ai tempi d’oggi, in cui la Chiesa deve guardare fuori di sé stessa ai cristiani tutti, a chi crede diversamente, e a chi non crede, viene in rilievo quello che alcuni chiamano il mandato missionario del IV Vangelo. Giovanni lo dà in questi termini: ‘Da questo conosceranno che siete miei discepoli: se vi amerete gli uni gli altri’. (…) Oggi i cristiani sono chiamati ad evangelizzare anche in questo modo: amandosi e presentando agli altri l’esperienza della loro nuova vita. Essa non può non toccare, non meravigliare, non porre domande. Ed ecco fiorire il dialogo”. In quel giorno l’allora Santo Padre, Giovanni Paolo II, presiedette “la concelebrazione più grande dall’istituzione dell’Eucaristia”, come titolò L’Osservatore Romano. Fu un momento di gioia e condivisione, un’occasione per fare bilanci, un punto di partenza per nuovi sviluppi. Oggi, a 40 anni di distanza, ascoltiamo il racconto di alcuni tra i partecipanti.

a cura di Maria Grazia Berretta

  https://youtu.be/Ves2qHKNh-g

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Il Papa e l’atto di consacrazione al Cuore Immacolato a Maria

Papa Francesco il 25 marzo consacrerà Russia ed Ucraina al Cuore immacolato di Maria. Questa supplica si inserisce nella corale preghiera che nel mondo si leva per la pace e accompagna la grande rete di solidarietà a cui anche i membri del Movimento dei Focolari aderiscono. Il 25 marzo, nella solennità dell’Annunciazione del Signore, intorno le ore 18.30 (ora di Roma) Papa Francesco dalla Basilica di san Pietro in Vaticano consacrerà l’umanità intera, e in particolare Russia e Ucraina, al cuore immacolato di Maria. Secondo la tradizione cattolica, con questo atto si affida alla Madre, e per sua intercessione a Dio, ogni persona della terra, in particolare oggi quanti soffrono a causa della guerra. La Chiesa – scrive il Papa ai vescovi di tutto il mondo in cui li invita a partecipare – “è fortemente chiamata a intercedere presso il Principe della pace e a farsi vicina a quanti pagano sulla propria pelle le conseguenze del conflitto”. Perché la guerra è una sconfitta per tutti. Con la guerra tutto si perde. Quindi, prosegue il Papa, “accogliendo anche numerose richieste del Popolo di Dio, desidero affidare in modo speciale alla Madonna le Nazioni in conflitto”. Questo atto “vuole essere un gesto della Chiesa universale, che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace”. Il Movimento dei Focolari, presente in oltre 180 Paesi, quindi anche in molti luoghi nei quali sono ancora in atto conflitti e guerre, aderisce all’appello del Papa. La presidente dei Focolari Margaret Karram, qualche giorno fa ad Assisi, insieme al Consiglio Generale del Movimento, riunito nella “città della pace” per alcuni giorni di ritiro, invocò la preghiera per la pace universale: “Ti chiediamo con la fede che sposta le montagne, che ‘cessi il fuoco’ della guerra e vinca il dialogo ‘nel cercare vie di pace’ tra Russia e Ucraina. Domandiamo la grazia che termini ogni conflitto in atto, in particolare quelli più dimenticati”. Fin dal 1991 – gli anni della guerra del Golfo – le comunità dei Focolari si uniscono nella preghiera comune per la pace attraverso il Time out quotidiano alle ore 12 di ogni fuso orario. Cristiani di diverse Chiese, fedeli di varie religioni si fermano per un minuto di silenzio o di preghiera per chiedere la pace e rimettere a fuoco l’impegno personale a costruirla laddove sono. Venerdì 25 marzo nello stesso momento in cui il Papa compirà l’atto di Consacrazione, in Portogallo il Car. Konrad Krajewski, inviato del Papa a Fatima, farà lo stesso atto per implorare insieme la Pace.

Lorenzo Russo

Qui il link per la diretta di preghiera dalle ore 17 Qui l’atto di consacrazione al Cuore immacolato di Maria in varie lingue. (altro…)

Il filo che unisce: un Concilio e un Carisma

Il filo che unisce: un Concilio e un Carisma

L’11 e il 12 marzo 2022, si terrà, nel cuore di Firenze (Italia), il Convegno dal titolo “Il Concilio Vaticano II e il carisma dell’Unità di Chiara Lubich”, evento nato dalla collaborazione tra il Centro Chiara Lubich e l’Istituto Universitario Sophia che si potrà seguire anche in diretta streaming in italiano e inglese. L’11 e il 12 marzo 2022, Firenze, culla del Rinascimento, sarà la cornice che ospiterà il Convegno dal titolo Il Concilio Vaticano II e il carisma dell’Unità di Chiara Lubich. L’appuntamento, partendo da un’attenta analisi dell’evento conciliare, si propone di andare al cuore di questo percorso in itinere, un momento che dopo essersi fissato nella storia si realizza nel tempo. Due giornate intense che apriranno, grazie alla presenza di numerose personalità e autorità, un cammino di indagine e approfondimento, delineando il legame vitale tra il carisma della fondatrice dei Focolari e il Vaticano II. Tre sessioni dai titoli significativi: Una coincidenza cronologica e kairologica: un Concilio e un carisma; La Parola si fa Chiesa; La Chiesa si fa Parola. Vincenzo Di Pilato, docente di Teologia Fondamentale presso la Facoltà Teologica Pugliese,  e Florence Gillet del Centro Chiara Lubich, teologa e studiosa della fondatrice dei Focolari, tra le voci di questo Convegno, rispondono ad alcune domande riguardo all’evento. Prof Di Pilato, su cosa, in particolare, questo momento di scambio vuole far luce? Nella sua intenzione originaria, il convegno si collocava all’interno del Centenario della nascita di Chiara Lubich (1920-2020). Tuttavia, a causa dell’emergenza sanitaria mondiale è stato rinviato fino a oggi. L’obiettivo era ed è rimasto quello di sondare la reciprocità feconda tra il carisma dell’unità e le due Costituzioni promulgate dal Concilio Vaticano II sulla Rivelazione di Dio e sulla Chiesa: Dei Verbum e Lumen gentium. Quanto i due documenti hanno trovato nell’esperienza ecclesiale suscitata dal carisma dell’unità un loro fecondo luogo di interpretazione e di sviluppo? E viceversa: quanto la fioritura di vita ecclesiale promossa dal carisma dell’unità sia stata resa possibile proprio dall’orizzonte dischiuso dall’evento straordinario del Concilio? Sono le domande di fondo che accompagneranno il dialogo in sala tra i partecipanti. Va comunque ricordato che è stato il Vaticano II a ribadire questa unità essenziale tra doni gerarchici e doni carismatici (cf. Lumen gentium, n. 4). Sia Giovanni Paolo II che Benedetto XVI giunsero a parlare di “coessenzialità” di questi doni, mentre recentemente papa Francesco ha sottolineato quanto l’azione dello Spirito Santo produca “armonia” tra i diversi doni, richiamando le aggregazioni carismatiche all’apertura missionaria e alla sinodalità. Dott.ssa Gillet, da quali domande siete partiti per organizzare questo convegno? Ci si può chiedere se è troppo ardito mettere in parallelo due eventi così diversi. Che rapporto ci potrebbe essere tra un Concilio ecumenico che ha visto intervenire 3000 Vescovi e grandi teologi con visioni profetiche per la Chiesa, e un carisma dato da una giovane donna vent’anni prima, da cui è nata un’Opera sparsa in tutto in mondo? Per rispondere notiamo in primo luogo la sintonia nell’origine: lo Spirito Santo che vuole parlare al mondo alle soglie del terzo millennio. Poi si tratta di due eventi in cammino che si dovranno sempre più fecondare a vicenda: il Concilio Vaticano II non è stato ancora pienamente recepito, anche se la sua recezione è oggi significativamente in atto nel processo sinodale voluto da papa Francesco. Ci riserva ancora delle sorprese. Anche il carisma dell’unità ha ancora da svelare tutta la sua potenzialità, deve tradursi in vita nel popolo di Dio, insomma è solamente agli inizi come disse sempre il Papa in visita a Loppiano nel 2018. Prof Di Pilato, come rileggere il carisma dell’unità di Chiara Lubich alla luce di ciò che sta accadendo oggi nel mondo? Se la pandemia sembrava il contesto funesto in cui si sarebbe dovuto inizialmente celebrare il convegno, la scelta di rinviarlo ci ha catapultati improvvisamente in un altro scenario non meno drammatico. In questo senso, l’esperienza paradigmatica di Chiara Lubich e delle sue prime compagne a Trento, durante il secondo conflitto mondiale, ci offre una chiave di lettura del convegno. È noto a tutti il ruolo che la Parola di Dio assunse per quelle giovani donne in un tempo segnato dal crollo degli ideali in cui erano cresciute. La luce che affiorava dalle pagine del piccolo Vangelo che portavano con sé durante i bombardamenti, le ha guidate a risanare le ferite fisiche ed esistenziali, a ispirare milioni di persone nel mondo e a coinvolgerle nella realizzazione del sogno di Dio: la fraternità universale, “che tutti siano uno”. Ed è stata la Parola di Dio tradotta in impegno sociale a favore dei poveri e dei più bisognosi ad aver generato una Chiesa viva come ebbe modo di confermare, con stupore e gioia grande, il loro Vescovo di allora. Anche oggi, mentre tutto sembra nuovamente crollare sotto i colpi di una politica miope e smemorata, non ci resta altro di sicuro tra le mani che la Parola di Vita, la sola capace di rigenerare la Chiesa. Ed è su questa testimonianza di vita che la Chiesa potrà diventare per il mondo intero Parola autorevole di pace e di unità. Per seguire in diretta streaming l’evento: https://live.focolare.org/firenze2022 .

Maria Grazia Berretta

Comunicato Stampa in italiano

Programma Volantino   Program Brochure

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Camminare insieme: il percorso sinodale in Terra Santa

Il Sinodo 2021-2023 indetto da Papa Francesco è l’occasione per rimettersi in ascolto e in dialogo con l’altro, l’opportunità di ritrovare la vera identità della Chiesa, “universale”, fin dal principio. Il percorso coinvolge tutte le diocesi del mondo, anche la Terra Santa. “Mentre ci accingiamo ad iniziare questo cammino, siamo più consapevoli che mai che noi, tutti insieme, come discepoli di Cristo in questa Terra, che è la Sua casa, siamo chiamati ad essere suoi testimoni. Ricordiamo che il suo più grande desiderio è quello che noi siamo uno (cfr. Gv 17).” È quanto si legge nella lettera del 26 gennaio 2022 inviata dagli ordinari cattolici ai capi delle Chiese cristiane in Terra Santa riguardo al Sinodo 2021-2023 indetto da Papa Francesco dal titolo “Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione”. Con il desiderio esplicito di informare e coinvolgere i fratelli delle altre comunità ecclesiali locali in merito all’articolato percorso sinodale avviato anche in Terra Santa, il patriarca di Gerusalemme dei Latini, Pierbattista Pizzaballa, che firma il testo, sottolinea l’importanza dell’ascolto reciproco per crescere insieme in questo cammino di comunione. Uno sguardo alla missionarietà di una Chiesa “universale”, in particolare quella di Gerusalemme, di cui il patriarca aveva parlato il 9 novembre 2021, durante un incontro con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità presenti in Terra Santa a seguito dell’apertura del cammino sinodale: “La nostra Chiesa, la Chiesa di Gerusalemme è nata al Cenacolo, a Pentecoste, ed è nata, già allora, come Chiesa universale e locale allo stesso tempo. (…) soprattutto in questi ultimi anni, si è arricchita di tanti carismi in più. Per questo motivo la vostra presenza qui non è soltanto un dono, un segno della Provvidenza (…), ma fa parte di un desiderio di Dio (…)”. I rappresentanti delle varie realtà presenti, hanno potuto in quella occasione ascoltarsi, dare testimonianza della propria esperienza e, con il prezioso aiuto del patriarca, capire meglio come affrontare il Sinodo a livello locale. Mons. Pizzaballa, nel rispondere a varie domande, condivide il suo pensiero sulla sinodalità che “è uno stile – dice- un modo di stare nella vita, nella Chiesa, ma anche fuori dalla Chiesa. È un atteggiamento. E l’ascolto, il dialogo sono espressione di questo (…)”. È necessario, dunque, che i vari movimenti e le varie realtà lavorino in “cross -platform”, andando al cuore dell’esperienza di “comunione” della Chiesa universale, esperienza che, più di altre sembra davvero difficile vivere in Terra Santa. “Per comunione io intendo la coscienza di appartenenza- continua- di un dono ricevuto, di una gratuità, di una vita inserita dentro l’altro (…).Tutto questo scaturisce dall’esperienza dell’incontro con Gesù. (…) dopo aver incontrato il Signore e aver fatto esperienza della salvezza tu capisci che questa esperienza diventa completa, profonda, quando viene condivisa in una comunità (…)”. Un desiderio profondo che si rinnova nelle parole di questa lettera inviata dagli ordinari cattolici ai capi delle varie Chiese cristiane in Terra Santa ed apre gli orizzonti, sottolineando anche la volontà di crescere nella fraternità e arricchirsi della saggezza altrui. La possibilità di ‘stare insieme’: questo è l’auspicio del cammino sinodale, un momento che ha il sapore di un pasto condiviso, di un dolore che si abbraccia in gruppo, di una gioia che non può aspettare di essere raccontata; è l’incedere dei discepoli di Emmaus che, benché delusi e tristi, camminano insieme e, nella comunione, si sostengono, finché il Risorto non si accosta a loro. L’occasione da non perdere, quella per riconoscerlo in mezzo a noi.

Maria Grazia Berretta

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Sinodo dei vescovi 2021 – 2023: Chiamati a dare un contributo

Sinodo dei vescovi 2021 – 2023: Chiamati a dare un contributo

In atto il percorso del Sinodo 2021-2023 dal titolo “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”. In questa prima fase, oltre il coinvolgimento di ognuno nella propria comunità parrocchiale o diocesana, siamo invitati a dare un contributo anche come Movimento dei Focolari. Il perché della nostra partecipazione “Considerando che le Associazioni dei fedeli sono ‘palestra di sinodalità’ (…) sono un partner particolare in questa fase di consultazione, all’inizio di questa avventura ecclesiale desidero mettermi vicino a tutti voi per incoraggiarvi e sostenervi in questo cammino insieme con il popolo di Dio”, diceva il Card. Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, nella lettera indirizzata a Margaret Karram nel maggio del 2021, convocando il Movimento dei Focolari a vivere con tutta la Chiesa il percorso verso il Sinodo dei Vescovi 2023. Come risposta a quest’invito della segreteria del Sinodo dei Vescovi, la Presidente dei Focolari ha nominato un équipe internazionale per preparare la prima tappa, ossia il tempo dell’ascolto. Come Movimento siamo invitati quindi a cercare occasioni di confronto sul tema della sinodalità nella prospettiva del carisma dell’unità. Una Chiesa sinodale In occasione della commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei vescovi (2015), Papa Francesco aveva ricordato che “il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio. (…) Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire”. Nel suo discorso rivolto il 18 settembre del 2021 ai fedeli della diocesi di Roma (Italia), il Papa ha rivolto un forte incoraggiamento a seguire la voce dello Spirito Santo che non conosce confini, ad ascoltare ciascun appartenente all’unico popolo di Dio e anche quanti vivono ai margini della comunità. “I poveri, i mendicanti, i giovani tossicodipendenti, tutti questi che la società scarta, sono parte del Sinodo? Sì, caro, sì, cara. (…) La sinodalità esprime la natura della Chiesa, la sua forma, il suo stile, la sua missione”. Tre fasi Questa visione ricchissima ci offre una importante chiave di lettura per “entrare” nella realtà del processo sinodale in corso, aperto il 10 ottobre del 2021 in Vaticano, che ha visto poi l’apertura nelle Chiese locali la domenica 17 ottobre 2021. È un processo triennale, articolato in tre fasi, scandito dall’ascolto, dal discernimento e dalla consultazione. E si presenta come una novità assoluta sia nella modalità che nelle fasi del suo svolgimento. Non si svolge solamente in Vaticano, ma in ciascuna Chiesa particolare dei cinque continenti. È la prima volta, nella storia di questa istituzione, che un Sinodo si svolge in modalità decentrata. La prima tappa (ottobre 2021 – aprile 2022) è quella che riguarda le singole Chiese diocesane dove il cammino sinodale intende rispondere a varie domande sulla vita e sulla missione della Chiesa. E in particolare, come ci ricorda nel Vademecum pubblicato dalla Segreteria generale del Sinodo, ad un interrogativo di fondo: “Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel ‘camminare insieme’ che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?” Dopo la consultazione delle diocesi, le Conferenze episcopali metteranno a punto la sintesi che sarà inviata alla segreteria generale del Sinodo insieme ai contributi diocesani. Quindi la segreteria generale redigerà il primo Instrumentum laboris entro settembre 2022. La finalità della fase successiva, quella continentale (settembre 2022 – marzo 2023), è di dialogare sul testo del primo Instrumentum laboris in sette riunioni continentali: Africa, Oceania, Asia, Medio Oriente, America Latina, Europa e Nord America. Questi sette incontri internazionali produrranno a loro volta sette Documenti finali che serviranno come base per il secondo Instrumentum laboris, che sarà utilizzato nell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi nell’ottobre 2023. L’ultima fase del cammino sinodale è quella della Chiesa universale (ottobre 2023). Una tappa fondamentale di questo percorso è la celebrazione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, nell’ottobre del 2023, a cui farà seguito la fase attuativa, che coinvolgerà nuovamente le Chiese particolari. Il carisma dell’unità per una spiritualità sinodale Quale l’attitudine con cui ci poniamo difronte al processo sinodale in corso? Durante l’Assemblea Generale del Movimento dei Focolari Papa Francesco, invitava i partecipanti a privilegiare la sinodalità: “Circa l’impegno all’interno del Movimento, vi esorto a promuovere sempre più la sinodalità, affinché tutti i membri, in quanto depositari dello stesso carisma, siano corresponsabili e partecipi della vita dell’Opera di Maria e dei suoi fini specifici”. Riflettendo sull’esperienza in seno al Movimento, la Presidente Margaret Karram ricordava i punti di riferimento nella spiritualità dei Focolari che possono aiutare per l’attuazione di un processo sinodale. Il Patto dell’amore scambievole, rinnovato e messo alla base di ogni processo di discernimento, rappresenta l’impegno ad essere pronti ad amarci. La mutua e continua carità richiede d’imparare l’Arte di amare evangelica: porsi in ascolto, mettendosi in posizione d’imparare. Parlare con rispetto, con sincerità e chiarezza. Tutto si può condividere con parresia, mettendosi davanti a Dio e tenendo viva la realtà del comandamento nuovo.

Liliane Mugombozi (Yaounde, Camerun), dell’équipe internazionale per il cammino sinodale del Movimento dei Focolari.

Per facilitare il cammino di riflessione, condivisione e ascolto, l’équipe ha iniziato il “cammino sinodale” da luglio 2021. Oltre ad un video di interviste, pubblicato sul canale YouTube del Movimento dei Focolari, è stato realizzato un sussidio di approfondimenti  per aiutare gli appartenenti al Movimento a vivere il processo sinodale, raccogliere ed elaborare contributi da offrire alla segreteria del Sinodo.    Link al vademecum in italiano   https://www.youtube.com/watch?v=s49U4V7C2YQ&list=PLKhiBjTNojHpVNzhRRVCRJ-2BDdMzArXH (altro…)