Movimento dei Focolari
Molte vie per un mondo unito

Molte vie per un mondo unito

Un viaggio partito nel 1985, quando Chiara Lubich lanciò ai giovani del Movimento dei focolari l’idea di allargare ai coetanei di ogni nazionalità, cultura e convinzione religiosa l’invito a lavorare insieme per costruire un mondo più solidale; un viaggio che già li ha portati lontano, come testimoniano le numerose attività e progetti messi in campo nei Paesi in via di sviluppo, nelle città, o molto più semplicemente là dove questi giovani vivono. Per dare nuova linfa a questo progetto e farlo conoscere a quanti più giovani possibile, i Giovani per un mondo unito si incontrano al Centro Mariapoli di Castelgandolfo dal 19 al 21 febbraio. Un meeting che vuole rilanciare le originarie “vie per un mondo unito” che avevano animato gli inizi del movimento giovanile, e ricominciare – o continuare – a percorrerle oggi insieme ad altri coetanei. Coetanei sempre più diversi in un mondo globalizzato: da chi arriva da lontano a chi non professa un credo religioso, ma che condivide l’impegno ad abbattere quegli ostacoli che ancora si frappongono tra persone di etnia, cultura ed estrazione sociale diversa. L’incontro, che prevede tra l’altro una visita di mezza giornata a Roma, è aperto non solo a chi già conosce i Giovani per un mondo unito, ma anche a chi li accosta per la prima volta. Riflessioni, testimonianze ed incontri si alterneranno a momenti di festa, di amicizia e di lavoro concreto, per dare subito forma alle idee emerse durante il meeting. Le iscrizioni sono aperte fino al 12 febbraio all’indirizzo mail sgmu @ focolare.org, oppure allo 06 94792089 presso la segreteria internazionale e organizzativa Gmu. di Amanda Cima Fonte: Città nuova on line www.mondounito.net I Giovani per un Mondo Unito sono anche su Facebook (altro…)

Autunno: l’agire

365 testi della Scrittura e dei Padri della Chiesa, di santi e teologi, del magistero e di testimoni: un percorso per l’anno sacerdotale che invita a radicarsi nell’essenziale. In quattro tappe si rivisitano dimensioni fondamentali della vita dei sacerdoti: l’essere, l’agire, le sfide, le prospettive. Un percorso, che nel primo volume – Estate: l’essere – si concentra sulla “perenne Radice da cui trarre linfa vitale: quel Dio che ci ha guardati ed amati, al quale ci siamo donati, con una scelta ‘radicale’”, e nel secondo, guarda alle implicazioni di questo ‘essere’, e cioè al riflesso sull’azione. A questa raccolta, curata da Hubertus Blaumeiser e Tonino Gandolfo, hanno collaborato esperti di vari Paesi. Essere e agire è anche il titolo del pensiero di apertura, a firma di Benedetto XVI, dal discorso ai sacerdoti della Diocesi di Aosta, nel 2005, valido per tutti i cristiani: «Non è importante che cosa fai, ma è importante che cosa sei nel nostro impegno sacerdotale. Senza dubbio dobbiamo fare tante cose, e non cedere alla pigrizia, ma tutto il nostro impegno porta frutto soltanto se è espressione di quanto siamo, se appare nei nostri fatti il nostro essere uniti con Cristo: essere strumenti di Cristo, bocca per la quale parla Cristo, mano attraverso la quale agisce Cristo. L’essere convince e il fare convince solo in quanto è realmente frutto e espressione dell’essere».   “Come il Padre ha amato me…” 365 pensieri per l’anno sacerdotale – 2. Autunno: l’agire Città Nuova editrice, a cura di Hubertus Blaumeiser – Tonino Gandolfo

Prendere con sé Maria

Prendere con sé Maria Gesù morente si era rivolto a sua madre e, indicando Giovanni, le aveva detto: «Donna, ecco il tuo figlio» (Gv 19, 26). Poi, guardando Giovanni, aveva aggiunto: «Ecco la tua madre» (Gv 19, 27). Lo sappiamo: in Giovanni, Gesù affidava in quel momento a Maria tutti noi cristiani; ma non si può negare che Giovanni era sacerdote. Dunque i sacerdoti hanno avuto da Gesù, in quel giorno, nella persona di Giovanni, un indirizzo, un invito, un comando: vedere in Maria la loro madre, prenderla con loro. (…) Maria è di casa per i sacerdoti. I sacerdoti lo devono ricordare; ma anche se tristemente essi dimenticassero di prendere Maria con loro, la madre di Gesù non dimenticherà mai, per tutti i secoli, d’assolvere questo desiderio del Figlio suo morente. Maria è il validissimo aiuto che Gesù ha donato ai sacerdoti per il loro servizio alla Chiesa. Chiara Lubich   Il sacerdote oggi, il religioso oggi Gen’s 12 (1982) n. 6, p. 6

Come il Padre ha mandato me, io mando voi

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 Fra le divine parole che disse [Gesù], ve n’è una che dà le vertigini se si pensa pronunciata da Dio e fa comprendere l’eccellenza di una elezione.

È un paragone paradossale, ma vero e ricco di mistero. E Cristo lo rivolge a quelli che sarebbero stati nei secoli i suoi sacerdoti: «Come il Padre ha mandato me, io mando voi». Chi è allora il prete? È colui che Cristo ha eletto per continuarlo nel tempo. Purtroppo alle volte il sacerdote non è così. E d’altronde se il prete non è Cristo, è ben poco. Le sue prediche sono vuote e le chiese deserte. Perché la parola che Cristo dava era lui stesso. Se il prete prima vive ciò che predica e poi parla, la sua parola sarà Cristo e sarà, anche lui, altro Cristo.

Come il Padre ha mandato me discorsi trascineranno allora le folle e le chiese diverranno strabocchevoli. Perché non è tanto la scienza che fa il prete, quanto il carisma vivificato dall’amore.  

Chiara Lubich, Il celibato sacerdotale, Città Nuova  14 (1970/3) p. 9

 
Tratto dal volume: Come il Padre ha amato me… 365 pensieri per l’anno sacerdotale, Città nuova 2009 http://editrice.cittanuova.it/notizia.asp

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