Dic 14, 2021 | Cultura
Dopo l’Assemblea generale dei Focolari a inizio 2021, è ripartita la Scuola Abbà (Centro studi del Movimento dei Focolari) con una nuova configurazione. Per saperne di più abbiamo intervistato il suo Direttore, Mons. Piero Coda, già Preside dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Italia), recentemente nominato da papa Francesco Segretario Generale della Commissione Teologica Internazionale. Lei è stato nel primo gruppo convocato da Chiara Lubich per formare la Scuola Abbà: quali sono gli obiettivi di questo gruppo di studio? Com’è stata la sua esperienza intellettuale e spirituale a contatto con il pensiero e la vita della Lubich? Certamente per un dono singolare di Dio, mi son trovato a partecipare all’inizio di questa esperienza con Mons. Klaus Hemmerle già nel 1989, prima che nel ’90 prendesse avvio ufficialmente la Scuola Abbà. Lo scopo che Chiara Lubich ha confidato sin dall’inizio a questo originale Centro Studi è stato quello di studiare e sviscerare le implicazioni anche teologiche, culturali e sociali del carisma dell’unità. Ma prima di tutto di fare un’esperienza vissuta e condivisa del Vangelo di Gesù nella luce che scaturisce dal carisma.
Tanto che una delle ultime consegne che nel 2004 Chiara ha fatto alla Scuola Abbà è stata questa: «Siate un cenacolo di santità!». Ecco il dono e il compito della Scuola Abbà: imparare ad abitare con la vita, e così anche col pensiero, quel luogo in cui c’introduce la presenza di Gesù risorto vivo in mezzo ai suoi, quel luogo che è la vita di Dio, il seno del Padre. Tale vita – c’insegna Chiara in accordo col Vangelo e la fede della Chiesa – è la vita stessa della Santissima Trinità, non solo nei Cieli, ma in mezzo a noi: “come in Cielo così in terra”. Per me è stata ed è un’esperienza unica. La potrei descrivere con le parole della prima lettera di Giovanni: «i miei occhi hanno visto, le mie mani hanno toccato, le mie orecchie hanno udito … il Verbo della vita»: i sensi dell’anima si sono accesi e hanno sperimentato la luce di Gesù abbandonato e risorto con cui guardare in modo nuovo la realtà. Così, più di prima, la teologia è diventata per me un fatto vitale e affascinante e al tempo stesso, essendo presenti nella Scuola Abbà esperti di tutte le discipline tesi a vivere l’unità anche nella comunione del pensiero, si è dischiuso l’orizzonte della inter- e trans-disciplinarità, e cioè della scoperta della radice e della meta comune di tutte le forme di sapere chiamate perciò in concreto a dialogare tra loro. La teologia che esercito si è straordinariamente arricchita in questo dialogo condotto non solo a livello interpersonale, ma anche a livello di rapporto tra le discipline.
Di recente la Scuola Abbà ha vissuto un ulteriore sviluppo e lei è diventato il direttore a marzo 2021. Ci può dire in cosa consiste questo sviluppo? La Scuola Abbà ha ormai più di trent’anni di vita e lungo questo tempo s’è sviluppata e arricchita molto. Quasi 50 le persone che, in periodi diversi, son entrate a farvi parte, fino al 2004 con la presenza costante e decisiva di Chiara. Poi sono nati attorno ai suoi membri gruppi attinenti le varie discipline: psicologia, sociologia, politica, economia, scienze naturali, arte, dialogo… attualmente più di 300 persone in tutto il mondo. In concomitanza con l’Assemblea generale dell’Opera di Maria e come frutto di tutto un cammino di discernimento comunitario, s’è costatato che il “fiore” della Scuola Abbà in questi anni è fiorito in “quattro petali”: e si è perciò cercato di dare loro una configurazione unitaria e insieme distinta, che riconosca e promuova questo sviluppo a servizio della missione dell’Opera di Maria. Un “petalo” è quello formato da chi (una quindicina di persone) è chiamato a continuare nello studio specifico del significato carismatico e culturale dell’evento del ’49 quale espressione peculiare del carisma dell’unità nell’esperienza vissuta da Chiara, Foco (Igino Giordani), le prime compagne, i primi compagni e poi via via da tutti coloro che partecipano del carisma un evento di grazia di cui custodiamo una preziosa testimonianza scritta da Chiara stessa. Un secondo “petalo” è quello impegnato nella trasmissione di questo patrimonio di luce e dottrina alle nuove generazioni: un gruppo di 27 giovani studiosi, con competenze disciplinari diverse, provenienti da tutto il mondo. Un terzo “petalo” raccoglie coloro che sinora hanno fatto parte della Scuola Abbà, e tuttora continuano a farvi parte (un bel gruppo di 29 persone), nella prospettiva di realizzare dei progetti di ricerca ispirati dal carisma e a servizio dell’Opera, basandosi sulle rispettive competenze ed esperienze. Infine, il quarto “petalo” è quello dei gruppi disciplinari con estensione internazionale. Che progetti avete in mente per il futuro? I progetti li stiamo mettendo sul tavolo per discernere insieme quali intraprendere e come farlo. Si profilano già alcune cose interessanti. La prima è quella di dar forma a un “lessico” della vita di unità: una specie di vademecum, in cui le idee-forza sprigionate dal carisma dell’unità vengano presentate in maniera universale e arricchite alla luce di tutto il cammino che sin qui si è compiuto. Una seconda cosa è di offrire un contributo, partendo dalla specificità del carisma, al cammino sinodale della Chiesa che papa Francesco ha lanciato proprio ora. Crediamo infatti che qui vi sia qualcosa di importante: perché Chiara, nel ’49, dice che l’«Anima», – questo soggetto nuovo, personale e comunitario insieme, che nasce dal patto di unità – è «in veste di Chiesa» che viene accolta nel grembo della Trinità ed è un «drappello» che cammina. E sinodo, appunto, è il nome della Chiesa che cammina fianco a fianco di tutti, a cominciare dai più poveri e scartati e da tutti coloro in cui riconosciamo il volto e il grido di Gesù Abbandonato. C’è poi il grande tema antropologico che interpella il nostro tempo: in particolare, la relazione tra le persone e in specie quella tra il maschile e il femminile e tra le diverse culture. E infine il rapporto tra le religioni: un segno dei tempi e uno specifico scopo del carisma dell’unità. Un membro dei Focolari si potrebbe domandare, come posso partecipare io della Scuola Abbà? Tutta l’Opera di Maria è Scuola Abbà! Come diceva Chiara, il Movimento è nato come una scuola. Nella Scuola Abbà, e così nell’Opera, si tratta infatti di mettersi alla scuola decisiva che Dio ha fatto a Chiara, Foco, le prime focolarine, i primi focolarini, in particolare nel ’49. L’impegno, dunque, è che la Scuola Abbà non sia una casa con le porte chiuse: ma sia tutta finestre e tutta porte, in modo che tutti vi possano partecipare dal vivo. Vedo, per esempio, la piccola esperienza che stiamo facendo a Loppiano nell’offrire alcuni approfondimenti per partecipare a tutti questa luce. È un fatto estremamente positivo: anche perché questa luce, quando raggiunge le persone nelle diverse situazioni, nelle diverse competenze, nelle diverse sensibilità, suscita gioia e creatività. La Scuola Abbà non è una realtà a una sola direzione: nel senso che parte solo dalla luce che viene offerta. No! La luce parte e ritorna arricchita dall’esperienza, dalle questioni, dalle soluzioni che la vita del popolo di Chiara guadagna e offre. Una circolarità virtuosa, dunque, che dev’essere sempre di più e sempre meglio attivata e promossa.
Carlos Mana
(altro…)
Dic 3, 2021 | Cultura
“Piantare semi di pace e vederli fiorire”. Le parole di Margaret Karram durante il tavolo di dialogo “Semi di speranza contro profeti di sventura: una partnership tra Religione e Governo per una nuova politica di unità mediterranea” in occasione del Rome MED 2021 organizzato dal Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’ISPI.
“Credo che nella regione mediterranea le politiche governative dovrebbero creare un ambiente politico favorevole al pluralismo e alla parità di cittadinanza”. Con queste parole Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari, è intervenuta a Roma (Italia), il 3 dicembre 2021, alla settima edizione del Rome MED 2021 (Mediterranean Dialogues). “Penso che anche le religioni – ha continuato – possano essere parte della soluzione, offrire e promuovere una narrazione diversa. (…) Ognuno di noi ha una propria narrazione e dobbiamo ascoltare, capire e rispettare quella dell’altra persona”. L’evento, che si è svolto a Roma dal 2 al 4 dicembre 2021, è l’iniziativa annuale di alto profilo promossa dal Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’ISPI (Istituto Italiano per gli Studi di Politica Internazionale), che mette in dialogo politici, accademici, imprenditori, esponenti religiosi, ong, sulle opportunità offerte dal Mediterraneo e su come affrontare le numerose crisi che lo circondano e lo attraversano. L’intervento di Margaret Karram era inserito nel panel dal titolo “Semi di speranza contro profeti di sventura: una partnership tra Religione e Governo per una nuova politica di unità mediterranea”. Al dialogo, moderato da Fabio Petito (Head, Religions and International Relations Programme ISPI) e Fadi Daou (cofondatore di Adyan Foundation), sono intervenuti il Viceministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale in Italia, Marina Sereni, Noemi di Segni (Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane), Azza Karam (Segretario Generale, Religioni per la pace), Mons. Miroslaw Wachowski (Sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede) e Haya Aliadoua (Consigliere del Segretario Generale, Lega Musulmana Mondiale). La riflessione del panel sulla crisi di disunità che ormai da tempo, per varie ragioni, interessa le sponde del Mediterraneo, palcoscenico di scontri tra le varie civiltà, ha mosso le fila del dibattito e, allo stesso tempo, ha lasciato libero spazio a nuove possibili iniziative ed un maggiore coinvolgimento dei leader religiosi e delle comunità nella vita pubblica, al fine di promuovere nuovi cammini di fraternità e pace. “Proprio ieri – ha detto Margaret Karram – Papa Francesco, arrivato a Cipro, ha sottolineato che ‘il mare nostrum’ – come lo chiamavano i romani – è ‘il mare di tutti i popoli che vi si affacciano per essere collegati, non divisi’[1]. Penso che questa sia la vera identità dell’area mediterranea”. Pensare al Mediterraneo, ha continuato la Karram, non come una continua crisi ma come un’opportunità per lavorare in maniera effettiva: “Siamo presenti come Focolari in questa regione del Mediterraneo da più di 50 anni . Portare l’impegno interreligioso nella vita quotidiana, aiutando le persone concretamente nei loro bisogni, è la lezione che abbiamo imparato e che fortemente valorizziamo; credo che le strategie di alto livello non abbiano un impatto profondo”. Nel parlare di azioni concrete la Presidente dei Focolari ha introdotto alcuni esempi e testimonianze che, dal Libano alla Siria, rivelano l’importanza di mettere al centro la persona, la cura dei rapporti e delle diversità e sottolineano il ruolo che le religioni possono giocare in questo campo. “L’amore e la cura per ogni essere umano sono il nucleo di questo messaggio – ha concluso – Le religioni hanno questa capacità naturale di fare rete, di attirare le persone in uno spazio dove possiamo piantare semi di pace, semi di speranza, e vederli fiorire”.
Maria Grazia Berretta
[1] Papa Francesco, Incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico – “Ceremonial Hall” del Palazzo Presidenziale a Nicosia (Cipro), 2 dicembre 2021. Cfr. https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2021/december/documents/20211202-cipro-autorita.html (altro…)
Nov 29, 2021 | Cultura
Piattaforma che collega in rete le Città Nuova del mondo. Il primo evento.
La Unity Conference 2021, dal tema Innovate New Ways for Inclusion in a Divided World, metterà in luce le questioni relative alla costruzione di economie più resilienti e inclusive, con argomenti sugli investimenti a impatto sociale e sull’impatto dei cambiamenti climatici. La conferenza segnerà anche il lancio ufficiale della Nuova Global Foundation con la speranza di poter coinvolgere partecipanti dei media, del business e della filantropia da più di 21 paesi in tutto il mondo.
L’evento ibrido, che si terrà il 30 novembre 2021 tra le 13:00 e le 15:00 (GMT +1), si svolgerà presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo (Roma, Italia) e conterà con la partecipazione, tra i relatori, di Margaret Karram, Presidente del Movimento dei Focolari; Jesus Moran, co-presidente del Movimento dei Focolari; Rev. Kyoichi Sugino, membro del Consiglio di Nuova Global Foundation; Réka Szemerkényi, economista, membro del Consiglio di amministrazione di Nuova Global Foundation; Richard B. Tantoco, Presidente e CEO dell’Energy Development Corporation (EDC); Olayemi Wonuola Keri, CEO di Heckerbella Limited.
Nuova Global Foundation è una piattaforma di recente costituzione che collega in affiliazione la rete globale di riviste e case editrici di Città Nuova. Ha lo scopo di sostenere lo sviluppo dei media per diffondere l’ideale della fraternità universale, di un mondo unito e farlo diventare realtà ispirando milioni di persone.
Nuova Global Foundation è un’organizzazione globale senza scopo di lucro, fondata dal Movimento dei Focolari.Sostiene lo sviluppo di organizzazioni mediatiche e progetti giornalistici che fanno emergere sfide e soluzioni globali per il bene comune e per uno sviluppo globale umano.
Per maggiori informazioni sull’evento e per registrarsi gratuitamente per partecipare, accedere a: https://nuovaglobal.org/unity-conference/
https://www.youtube.com/watch?v=mw-sT6JbB8I&list=PL9YsVtizqrYsKtYUc6Tx0GIpROyrZqLOK (altro…)
Nov 12, 2021 | Cultura, Nuove Generazioni
Cosa accomuna un gruppo di capi di Stato e alcuni ragazzi in Serbia? Tutti cercano soluzioni ad un problema comune: proteggere il nostro pianeta che soffre. Mentre i grandi della Terra sono radunati nel Regno Unito per la COP26, alcuni giovanissimi serbi ci raccontano di una giornata ecologica che hanno vissuto. “È così che la nostra Storia dovrebbe finire? Il racconto della specie più intelligente condannata dall’essere troppo umana per riuscire a vedere il panorama globale e dal voler perseguire obiettivi a breve termine.” Con voce grave e potente David Attenborough, naturalista e divulgatore scientifico 95enne, ha pronunciato queste parole di fronte ai grandi della Terra durante la COP26. La “Conferenza delle Parti”, organizzata delle Nazioni Unite e iniziata lo scorso 31 ottobre, è incentrata come sempre sul tema del cambiamento climatico. Quest’anno in particolare è percepita da molti come la grande occasione per prendere importanti decisioni riguardo al tema dell’ecologia ed ecologia integrale. Secondo tanti esperti, se non si agisce subito in maniera decisa, sarà troppo tardi. I capi di Stato radunati a Glasgow hanno un grande potere di decisione; ma è anche vero che si respira la necessità di un cambiamento che veda tutti come protagonisti. Un cambiamento fondato da un lato sulla collaborazione tra Stati, dall’altro sulle azioni concrete a livello locale. Interessando ciascuno di noi. Proprio nel corso di questa seconda settimana di accordi e negoziati internazionali, abbiamo deciso di farvi conoscere una breve storia, inviataci da alcuni ragazzi del Movimento dei Focolari in Serbia. Durante una giornata ecologica organizzata alcune settimane fa, questi giovanissimi si sono messi al lavoro per cercare soluzioni intelligenti a problemi concreti, nel rispetto del Creato. “Siamo i più grandi problem solvers (risolutori di problemi) mai esistiti sulla Terra. – ha continuato Attenborough nel suo discorso alla COP- (…) e la natura è il nostro alleato principale.” Anche questi ragazzi hanno ideato nuovi modi di risolvere i problemi che vivono, cercando di essere ecologici, sostenibili e rinnovabili. Uno dei primi giorni di lavoro della COP26, Papa Francesco ha twittato: “Non c’è più tempo per aspettare; sono troppi, ormai, i volti umani sofferenti di questa crisi climatica. Bisogna agire con urgenza, coraggio e responsabilità per preparare un futuro nel quale l’umanità sia in grado di prendersi cura di sé stessa e della natura.” Ognuno di noi può fare la propria parte, chi all’interno di una conferenza internazionale, chi attraverso un cambiamento della propria routine quotidiana. L’importante è iniziare, da subito, e insieme. Ecco il video della giornata ecologica organizzata da alcuni ragazzi del Movimento dei Focolari in Serbia. Attiva i sottotitoli in italiano o inglese!
Laura Salerno
Giornata Ecologica in Serbia
(altro…)
Nov 5, 2021 | Cultura
Sophia Web Academy (SWA) è un modo originale di formare alla cultura dell’unità, un esperimento nato nell’ambito dello IUS (Istituto Universitario Sophia) che si propone di rispondere alle necessità di questo tempo. Un corso di alta formazione e un duplice percorso nell’ambito della cultura e della leadership dell’unità, rivolto al Movimento dei Focolari e non solo. Ce ne parla il professor Michele Zanzucchi, docente di comunicazione a Sophia, coordinatore di SWA. Quale la mission di Sophia Web Academy? Sophia Web Academy (SWA) si propone di indagare e presentare le principali declinazioni concettuali e operative del carisma dell’unità, esplicitando così il tentativo di confrontarsi con quanti hanno dato avvio a una riflessione culturale a partire dall’intuizione mistica di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. Come è nata l’idea di crearla? È nata durante la pandemia, vedendo che aumentava la domanda di formazione sui fondamenti del carisma dell’unità e verificando che era possibile dare insegnamenti soddisfacenti online. Nel Movimento dei Focolari si avverte in effetti la necessità di un duplice percorso di formazione per i quadri dirigenti, sia a livello centrale che locale; percorsi che possano conferire ai partecipanti da una parte un’adeguata preparazione alle sfide dei tempi attuali, per poter dar conto del dono ricevuto del carisma dell’unità e, dall’altra, attrezzare culturalmente alcuni suoi membri a gestire gruppi di entità più o meno grande. Come si articola? Il corso di specializzazione comincia nel primo anno on line con 700 ore complessive – 180 frontali, 60 ore di lavoro sotto la guida di tutor o di dialogo coi docenti, e 460 di studio personale – corrispondenti a circa 30 crediti accademici, ripartiti su 8 mesi, dal 28 novembre 2021 al 3 luglio 2022. Partendo da una base comune di circa 44 ore di insegnamento frontale comuni, altre 120 ore frontali si articoleranno secondo un duplice percorso: “Cultura dell’unità” e “Leadership dialogica”. Mentre, in una “tre giorni” finale verranno date le 16 ore conclusive, con un carattere risolutamente interdisciplinare. Quali i requisiti per poter accedere? L’iscrizione al corso può essere fatta in qualità di studenti o uditori. I primi hanno bisogno di una laurea, anche breve, partecipano ai corsi, hanno diritto a un tutor, sostengono gli esami e ricevono una certificazione universitaria. Gli uditori, invece, possono iscriversi senza titoli di studi particolari, partecipano ai corsi, non hanno diritto a un tutor, non sostengono gli esami e ricevono un attestato di partecipazione di estensione universitaria. In qualità di uditori è possibile iscriversi a singoli moduli. Il ciclo completo di studi come studenti può essere completato in uno o due anni. Uno dei due percorsi che SWA propone riguarda la “cultura dell’unità”. Quali gli obiettivi da raggiungere? Una delle qualità di un leader in un mondo che cambia rapidamente è la sapienza. Compito specifico di Sophia, secondo Chiara Lubich, è proprio quello di “insegnare la sapienza” che si acquisisce anche ascoltando le voci − ed entrando in dialogo con esse − di chi lungo i secoli ha cercato la verità. Per un leader, questo significa acquisire la capacità di vedere lontano e pensare anche strategicamente ai processi da mettere in atto oggi per preparare un domani più umano. Una parte essenziale del percorso è dedicata all’esperienza e pensiero di Chiara Lubich nel contesto del Movimento dei Focolari, validissimo contributo alla formazione integrale dei leader. In che modo il termine “leadership” può legarsi a quello di unità? SWA offre uno spazio di conoscenza e apprendimento di una leadership con spiccate caratteristiche di dialogicità e servizio, attenzione agli ultimi, comunione, coinvolgimento attivo e flessibilità; il tutto in grado di portare a decisioni e scelte strategiche, team work e comunicazione. Il percorso in Leadership è basato su 5 unità didattiche che si completano tra di loro in maniera organica, combinando aspetti teorici e pratici.“Fondamenti della leadership”, “Gestione del gruppo”, “Sviluppo personale”, “Flexible Work”, “Tipi e modelli di leadership” sono infatti le tappe di questo percorso innovativo ed avvincente. Per iscrizioni e informazioni: https://swa.sophiauniversity.org
a cura di Maria Grazia Berretta
(altro…)
Nov 4, 2021 | Cultura
Inaugurato nella cittadella dei Focolari di Loppiano (Italia) il nuovo Anno accademico dell’Istituto Universitario. Al centro del dibattito l’ecologia integrale e le sue implicazioni per l’università. L’Istituto Universitario Sophia ha un’ambizione: riproporre nel sistema pedagogico universitario il modello usato dai filosofi greci prima di Cristo, tipo Ginnasio o Liceo, dove la convivenza tra docenti e discenti era la molla educativa fondamentale, ma introducendovi i valori cristiani della persona e della comunione. Impresa non da poco, in un luogo di ricerca e di “ecologia integrale”. Dice Federico Rovea, un ex studente di Sophia, ora docente: “Sophia vuol dire fare università, cercare la verità in un clima di amicizia”. Tutto ciò lo si è sperimentato il 29 ottobre 2021, a Loppiano (Italia), all’Istituto Universitario Sophia, durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021-2022. Tema: “Quali implicazioni per l’università nell’epoca dell’ecologia integrale?”.
La Presidente dei Focolari, Margaret Karram, che è vice-gran cancelliere dell’Istituto ha ribadito nel suo intervento che “gli obiettivi che Sophia si propone sono alti e coinvolgenti, richiedono a tutti di dare il meglio di sé in una continua apertura al dialogo e all’ascolto, un luogo in cui l’impegno intellettuale è sempre alla ricerca di vie nuove per rispondere alle esigenze culturali del nostro tempo”. Emozione anche nelle parole del nuovo rettore, Giuseppe Argiolas, che ha ripercorso il grande travaglio legato alla pandemia: “Abbiamo realizzato ciò che avevamo immaginato, in passato, di fare in diversi anni: 1) completare via Internet l’anno accademico 2019/20; 2) creare le condizioni per un’offerta di livello, con una piattaforma professionale; 3) offrire un diploma specifico per coloro che desiderano studiare a Sophia ma non hanno la possibilità di venire a Loppiano. Ecco Sophia Web Academy: Cultura dell’unità e Leadership dialogica”.
In un apprezzato discorso, Valeria Garré, in rappresentanza degli studenti, ha messo l’accento su tre parole: cammino, impegno e apertura: “Sophia è casa mia ogni volta che mi rendo conto che l’ecologia è realmente integrale laddove lo è anche quando non è facile, dalla relazione, alla cura degli spazi, all’essere fedele nel portare a termine un compito”. Infine, il cardinal Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze (Italia) e gran cancelliere di Sophia, si è concentrato sull’incontro, previsto a Firenze nel prossimo febbraio, di alcuni Vescovi e di altrettanti Sindaci dei Paesi del Mediterraneo. “Le nostre Chiese sentono il bisogno di riscoprire la propria identità, a partire da una comune appartenenza mediterranea. E da quest’ultima che ogni Chiesa locale e ogni governo può mettersi in quell’atteggiamento di ascolto e di accoglienza del grido dell’umanità, senza aver paura di riconoscere, proprio in questo grido di natura politica, religiosa, sociale, culturale, economica, sanitaria, alimentare, idrica ed ecologica, il grido di Cristo, il suo ‘perché?’». Il focus della cerimonia è stata dunque l’ecologia integrale. Il prof. Sergio Rondinara ha voluto raccogliere la sfida ecologica collegandola ad una più profonda e più invasiva sfida antropologica: “Se nel recente passato il rapporto tra persona umana e natura è stato un rapporto equilibrato e spesso di collaborazione (basti pensare alla società agricola e contadina) oggi esso ha assunto una configurazione critica alla quale comunemente diamo il nome di crisi ambientale”. Ed ha spiegato come uscire da una tale crisi, lavorando a quattro livelli: “Livello antropologico culturale, livello del pensiero, livello etico e livello religioso, cioè altrettanti sentieri di un percorso educativo personale e sociale”. Nel dibattito, il prof. Mario Taccolini, dell’Università Cattolica di Milano (Italia), ha sottolineato l’esperienza fatta dalla sua università per mettere al centro dell’interesse la necessità di un’ecologia integrale, mentre la prof. Stefania Papa, dell’Università campana Vanvitelli (Italia), ha messo l’accento sulla necessità di programmi universitari che siano animati da una tale cultura vitale. Resta una convinzione: l’ecologia integrale non è un obiettivo solo scientifico o politico, ma un modo di “essere al mondo”.
Michele Zanzucchi
(altro…)